Secondo appuntamento con la stagione sinfonica del Teatro Verdi di Trieste, che si accinge a festeggiare il centenario della morte di Gustav Mahler (1860 – 1911). Venerdì 23 settembre alle ore 20.30 e sabato 24 settembre alle ore 18 si continua con una delle composizioni più amate di Mahler: la Sinfonia n. 2 detta “La Resurrezione”. L’opera sarà eseguita dall’orchestra e dal coro del Teatro Verdi, diretti rispettivamente dal maestro Boris Brott e dal maestro Paolo Vero; voci soliste il soprano Sara Galli ed il contralto Tiziana Carraro.
In questa “cantata sinfonica” (così definita da alcuni studiosi, per la presenza oltre dell’orchestra anche del coro, di un soprano e un contralto), Mahler tratta principalmente il tema del rapporto tra l’uomo ed il divino.
Nel primo movimento Allegro maestoso assistiamo alla morte dell’eroe, o meglio del titano, “protagonista” della prima sinfonia mahleriana. Qui Mahler stesso si pone la domanda “Che cos’è la vita? Cos’è la morte? Esiste per noi una continuazione nell’aldilà? Tutto ciò è solo un sogno disordinato, oppure vita e morte hanno un senso?”. Come contemplato dallo stesso Mahler, la conclusione di questo intenso primo tempo necessita di una breve pausa per riflettere.
Dopo esser scesi nell’abisso, per contrasto il secondo movimento Andante è tutto uno sprigionarsi di piacevolezza e bei momenti. Nel terzo movimento domina l’incredulità, la negazione dell’uomo e del divino, un momento critico caratterizzato da sonorità scure e profonde.
Nel movimento successivo si inserisce una voce solista contralto che canta l’invocazione a Dio il Lied “Ulricht” (“Luce primordiale”), tratto da poesie popolari del ciclo poetico “Des Knaben Wunderhoren”.
Il movimento di chiusura segna il ritorno dell’autore ai climi ed ai quesiti che avevamo lasciato nel primo tempo, così “prorompendo selvaggiamente”, dopo alcuni richiami naturalistici, al tema della Resurrezione: introdotto dagli strumenti, il tema viene poi cantato dal coro, proseguono le due voci soliste per poi concludere grandiosamente orchestra, voci soliste e coro. Mahler sceglie di musicare l’ode “Der Grosse Appel” (“Il grande appello”) di Friedrich Gottlieb Klopstock che inizia con le parole “Aurersteh’n, ja aufersteh’n wirst du” (“Risorgerai, certo risorgerai”) dalla quale l’intera sinfonia prende nome.
Sinfonia pregna di significato, proprio per questo ha anche una durata notevole (all’incirca un’ora e venti minuti). Impossibile annoiarsi, poiché prevede un’orchestra maestosa – all’incirca 150 artisti fra orchestra e coro – per dar maggior imponenza ai pieni orchestrali, timbriche originali e momenti di intimità, citando il maestro Giacomo Manzoni “drammatica ed esaltante a un tempo”.
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