13 Febbraio 2011

La politica e il coraggio di riportare la grande Arte a Trieste

Il coraggio di portare arte di alto livello

Castello di San Giusto, Castello di Miramare con le scuderie, Salone degli Incanti (ex Pescheria), Museo Revoltella, sono solo alcuni siti che la citta’ di Trieste sta sfruttando con una patetica occupazione calendarizzata sottoponendo i cittadini a eventi artistici di portata molto limitata o credendo di attirare forestieri per numeri anche di 6-7 mila visite globali.
La mia memoria storica certamente non gode di troppa credibilita’ per i 36 anni di vissuto ma e’ un indicatore attendibile per quello che concerne un indirizzo delle ultime decadi: l’evento che ancora rimane impresso nella mia mente, l’unico per portata di visitatori, per importanza e vastita’ mediatica e’ stato “l’ Oro del Peru’”, circa una trentina di anni fa (1981 mi sembra), un po’ poco per una citta’ che millanta da qualche giunta comunale attenzione al turismo; dopo il Peru’ tanta quantita’ e pochissima qualita’, mostre oggettivamente di secondo piano (e raffazzonate), con nomi importanti ma dalle opere minoritarie, circo mediatico praticamente inesistente (e capibile vista l’ odience).
E’ vero che parliamo sempre di un periodo storico molto difficile, i tagli economici a livello nazionale non permettono voli pindarici di qualsivoglia genere, anche se veicolare il tutto in un minor numero di eventi ma piu’ d’ impatto potrebbe essere una soluzione; in prima persona io ho incassato alcuni “niet” politici per la teoria catenacciara (mi si conceda l’ improprio ma calzante aggettivo) del “meglio non esporsi troppo con mostre di portata troppo ampia”, curandosi di non movimentare le acque tranquille di una poltrona e perdurare nella filosofia dell’ iniezione anestetizzante di cultura capillare ma che non sia troppo invasiva per le coscienze popolari.
Ahime’ neanche la teoria delle citta’ grande-mostra grande tiene botta, perche’ basti guardare un po’ il panorama nazionale per accorgersi che centri come Ravenna, Padova, Ferrara, Rimini per non  parlare della opulenta Treviso hanno stagioni artistiche cinque stelle, dai pittori Impressionisti a quelli del dopoguerra come De Chirico e Guttuso, dagli Espressionisti ai cubisti quali Picasso e Brauque, qualcosa per cui garantisco che decine di centinaia di triestini farebbero chilometri in treno o in auto per visitare.
Quale valore aggiunto portano questi eventi?
Beh, non ci vuole certo un illuminato economista per dire che il flusso indigeno e non di appassionati d’arte creerebbe un indotto di tipo monetario strettamente legato all’ incasso, ma anche un effetto sulle strutture ricettive  alberghiere, sui centri di ristorazione, sugli esercizi commerciali che aderirebbero all’evento, oltre che sulla stampa nazionale finalmente focalizzata sulla dimenticata terra del nord-est italico spesso ferma all’ultima stazione di Udine.
Scuotere una citta’ sonnecchiosa, regalare emozioni forti…e’ questo il coraggio di far politica!

Raffaele Baldini
(Candidato come consigliere comunale per la lista civica UN’ALTRA TRIESTE)

13 commenti a La politica e il coraggio di riportare la grande Arte a Trieste

  1. Lasko ha detto:

    La mostra su De Chirico è adesso alle scuderie di Miramare… e devo dire che quando vado a Treviso per una mostra non è che spenda molto di più oltre al biglietto del treno e quello d’ingresso.

  2. Raffaele ha detto:

    Ok che adesso c’è De Chirico alle scuderie…
    il problema è l’importanza delle opere esposte, dell’investimento mediatico per portare visitatori…siamo lontani dalle grandi mostre!

  3. Triestin - No se pol ha detto:

    nissun sa della mostra di De Chirico… solo per pochi intimi…

  4. dieffe ha detto:

    applausi.

  5. enrico maria milic ha detto:

    mi pare che con illy sindaco ci siano stati eventi più che apprezzabili.

  6. dieffe ha detto:

    emm: mi pare che qualcuno abbia scritto senza conoscere minimamente la materia.

  7. Raffaele ha detto:

    già…già…

  8. Tergestin ha detto:

    @ Dieffe

    Ma no iera Dipiazza quel che ghe voleva “telefonar personalmente” a Van Gogh?

  9. dieffe ha detto:

    intanto iera warhol, no van gogh. ma poi cossa c’entra col mio commento?

  10. Tergestin ha detto:

    Ah ok, per capirse.
    C’entra poco col tuo comento ma iera per farme un’idea sul tipo de eventi culturali che pol gaver una cita’ con certi rapresentanti.

  11. Raffaele ha detto:

    è là il punto…

  12. dieffe ha detto:

    aspetto di vedere qualcuno davvero all’altezza. anche nelle nuove liste che si proporranno. intanto i miei migliori auguri.

  13. Raffaele ha detto:

    Gentilissimo, la volontà c’è, l’umiltà di ascoltare anche, pur restando un tassello di un ingranaggio…

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