Allo storico castello di Colloredo di Monte Albano, in gran parte distrutto durante il terremoto del ’76, i lavori di ricostruzione potrebbero partire entro la fine dell’anno. E’ quanto è emerso dall’incontro odierno tra gli assessori regionali ai Lavori pubblici Riccardo Riccardi, all’Istruzione Roberto Molinaro, ed alle Finanze Sandra Savino, ed il commissario straordinario per il recupero organico del castello Federico Fant ed il sindaco di Colloredo Ennio Benedetti.
Alla riunione, che si è conclusa con un sopralluogo dell’area, agli esponenti del Governo regionale sono stati illustrati i criteri riguardanti la ricostruzione, i contenuti del progetto ed i ragguagli sullo stato delle procedure dello stesso. Per la valorizzazione del maniero opera la legge regionale 66 del 30 dicembre 1991. L’imponente opera riguarderà il riadattamento di una superficie di 48 mila metri quadrati pari a 365 stanze, per la quale c’è la disponibilità data dalla Regione (Fondi per la ricostruzione) per complessivi 23 milioni di euro. Il castello non è un edificio unitario, bensì la risultante di 6 componenti edilizie distinte che si sono formate nel corso dei secoli. Come spiegato dal commissario, nel corso dell’anno scorso sono stati avviati e per gran parte completati gli interventi propedeutici previsti dagli atti autorizzativi nonché quelli indispensabili per consentire l’agibilità dell’area: bonifica e manutenzione delle aree; rimozione e smaltimento del materiale non riutilizzabile; caratterizzazione chimico-fisica del sito; indagine geologica e verifiche di stabilità del colle; indagini sulla consistenza delle residue strutture murarie; campionamenti degli interventi di consolidamento sui muri e sulle fondazioni; scavi archeologici.
Nel corso della riunione gli esponenti regionali sono stati informati del completamento e della presentazione, avvenuta alla fine dell’ottobre del 2010, del progetto esecutivo dei lavori, per il quale sono ora in corso le verifiche previste dalla legge finalizzate all’accettazione dello stesso. I lavori verranno fatti per fasi successive e dovrebbero durare almeno cinque anni. A conclusione degli interventi il compendio rimarrà per circa il 50 per cento nelle mani pubbliche (dal Comune questa parte verrà ceduta alla Regione, che dovrà così individuare delle funzioni nell’ambito di convegni, musei ed esposizioni); la rimanente parte verrà in prevalenza restituita ai proprietari privati per residenza. Il sindaco Benedetti ha sottolineato l’importanza dell’avvio dei lavori al compendio anche in termini di ricaduta economica sul tessuto produttivo locale.
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