24 Gennaio 2011

Lettera a Napolitano sul caso Ruby e magliette anti-berlusconiane in Consiglio comunale

Gorizia Ordine del giorno e magliette per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Accade questa sera nella seduta del Consiglio comunale di Gorizia.
Il capogruppo del Pd, Federico Portelli, indosserà assieme al consigliere Livio Bianchini una maglietta anti-berlusconiana.
Portelli presenterà anche un ordine del giorno, che chiederà di condividere ai consiglieri. Ecco il testo.

“Gli eletti del Consiglio Comunale di Gorizia,
indignati per il degrado in cui sono state trascinate dal premier Berlusconi le istituzioni e l’immagine del nostro Paese,
consapevoli che anche solo l’idea che un uomo che sie­de al vertice delle istituzioni dello Stato sia im­plicato in storie di prostituzione e, peggio an­cora, di prostituzione minorile ferisce e scon­volge,
seguono con attenzione e con preoccupazione queste vicende,
consapevoli della grande responsabilità per chi guida le istituzioni – soprattutto di fronte alle famiglie e alle nuove generazioni – di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana
si interrogano su come sia ancora possibile tollerare questo continuo trascinamento verso il basso a cui pare non esserci mai fine,
ribadiscono che soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, debbano assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità [Bertone]
ritengono sia finalmente arrivato il momento di mobilitare le coscienze in modo che moralità, giustizia e legalità tornino ad essere i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo [Bertone]
con orgoglio richiamano al rispetto che dobbiamo innanzitutto a noi stessi, in qualità di eletti, e alle cittadine e ai cittadini di questo Paese umiliato ed offeso.
I consiglieri comunali di Gorizia danno mandato al Presidente di questa assemblea di inviare al presidente della Repubblica Napolitano, tra i pochi autorevoli presidi istituzionale rimasti, questa lettera”.

Caro Signor Presidente,
Le sembrerà irrituale questa lettera, ma c’è una ragione precisa per quello che stiamo facendo: la Presidenza della Repubblica è la casa di tutti gli Italiani ed è perciò a questa casa che abbiamo sentito il bisogno di inoltrare questa lettera.
Vogliamo rifuggire dall’ignavia. Agiamo in questo modo per rispondere alla domanda che forse, un giorno, ci faranno i nostri figli: “ma voi dove eravate?”.
Vogliamo farLe sapere che c’è un’altra Italia, diversa da quella che ci raccontano le cronache di questi giorni: una comunità solidale di cittadini responsabili, che studiano, lavorano senza cercare scorciatoie, amano e rispettano le leggi e le istituzioni repubblicane.
Rappresentiamo, come eletti, una comunità in cui i cittadini non hanno rinunciato alle proprie responsabilità di figli, genitori, studenti, imprenditori, lavoratori, pensionati. Per questo, non riusciamo a rimanere indifferenti di fronte al degrado delle istituzioni e dell’immagine dell’Italia nel mondo. Non riusciamo a voltarci dall’altra parte di fronte alla gravità delle vicende che stanno venendo alla luce in questi ultimi giorni.
E’ questo il nostro modo di rispettare ed onorare la nostra Storia e la nostra Repubblica: offrirLe il nostro sostegno, il sostegno di semplici cittadini ed eletti che non rimangono indifferenti e hanno ancora la forza di indignarsi.
Noi ci sentiamo umiliati e offesi dal comportamento del Presidente del Consiglio, al quale l’articolo 54 della Costituzione imporrebbe di adempiere le funzioni pubbliche che gli sono state affidate «con disciplina ed onore».
Siamo certi che le nostre istituzioni democratiche devono e possono essere restituite alla normalità di una grande democrazia occidentale. E’ per questo che Le scriviamo.
Grazie, Signor Presidente.

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29 commenti a Lettera a Napolitano sul caso Ruby e magliette anti-berlusconiane in Consiglio comunale

  1. Miki ha detto:

    Ma che pensi a fare qualcosa per sta città invece che metter su magliette e inviare lettere che mai nessuno leggera!

  2. Giovanni ha detto:

    D’accordissimo con Miki, nn sono assolutamente pro-Silvio anzi, ma l’imbarazzo che provo da abitante di Gorizia è veramente forte..
    Sto incominciando a pensare che la totale inettitudine che sta dimostrando il pd a livello locale e nazionale è il vero pericolo del paese.
    A mio avviso, da persona ripeto nn di destra, a Gorizia si è toccato il fondo !
    Chiedo a tutti di riflettere su queste cose e sulla totale mancanza di efficacia, per la città di Gorizia e per i suoi problemi , da parte del PD e del suo maggiore rappresentante in consiglio comunale.
    Non argomento il motivo perchè nn voglio farmi salire la bile.
    Robe da pazzi.

  3. Flores ha detto:

    Che aria fritta sta lettera…che accozzaglia di robe o di (Ruby?) stralette urbi et orbi…
    A proposito! come il proclama di Bagnasco. Capolavoro della diplomazia papalina ( “disagio morale” generalizzato) del colpo al cerchio (peccaminoso Cavaliere)e il colpo alla botte( Magistratura “ipermotivata”).
    Insomma tutti in trepida attesa di conoscere…tutto quel che ci si aspettava di sentir dire, non una virgola di diverso.
    La solita broda ecclesiastica, interpretabile ad libitum.
    Come la sibilla Cumana ” Ibis redibis…” Sposti una virgola e capovolge il significato.
    Che equilibristi sti preti! D’altronde come si reggevano da duemila e passa anni sennò?!
    Il trionfo dell’ovvio!
    Né più né meno che l’indignata paccottiglia, di questa lettera, questa sì schierata!

  4. sergio ha detto:

    che pena

  5. Milost ha detto:

    Mi accodo, da elettore di sinistra non ne posso più, l’onore è una parola che nel nostro Paese è vacua da moltissimo tempo, si pronuncia come un abracadabra ma non funziona più. Siamo un teatrino da repubblica delle banane, una commedia dell’arte di infimo livello, pare impossibile ma chiunque prende la parola ricalca sempre lo stesso copione,la stessa enfasi, le maschere sono sempre quelle, e intanto per rispetto al senso morale e al buon senso dei nostri figli tocca spegnere i telegiornali, qualsiasi sia l’emittente…che pena…e che paura! Qua c’è da ver paura!

  6. Italiano ha detto:

    Portelli: ma lo sa che ci sono avvocati di sinistra, a Gorizia, e a Lei molto vicini..che le fanno peggio del Premier? Piano per cortesia..il boomerang arriva in testa veloce..

  7. alpino ha detto:

    ma quale boomerang ahahahahahahahaah quando ho letto questa notizia me son rodolà per terra dale ridare..eh si !! Silvio tremerà dopo che i sig.ri Portelli/Bianchini indosseranno le magliette, ne parleranno tutti domani, sarà in prima pagina sui TG sarà argomento del prossimo G8 ahahahaahhahaha il potere delle formichine!
    buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa paiazi ma fasè i seri che gavè i cinquanta anni per gamba!! no xe qualche tombin rotto a Lucinico o qualche buso per strada da utilizzare come cavallo di Troia contro la maggioranza come fate di solito..?

  8. Ale ha detto:

    Poveri noi… sono dei pagliacci!!!
    Se non hanno argomenti si dimettano!

  9. CEI ha detto:

    Dalla prolusione del card. Bagnasco (24.1.11)

    “Come ho già più volte auspicato, bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni. Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci – veri o presunti – di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine. In tale modo, passando da una situazione abnorme all’altra, è l’equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l’immagine generale del Paese. La collettività, infatti, guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale. La vita di una democrazia – sappiamo – si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative. «Muoversi secondo una prospettiva di responsabilità − ammoniva il Papa in occasione dell’ultima Settimana Sociale − comporta la disponibilità ad uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo per perseguire insieme il bene del Paese» (Benedetto XVI, Messaggio alla 46a Settimana Sociale dei cattolici italiani, 12 ottobre 2010). Come ho già avuto modo di dire, «chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda (cfr art. 54)» (Prolusione al Consiglio Permanente, 21-24 settembre 2009, n. 8). Dalla situazione presente – comunque si chiariranno le cose – nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, né per ritenersi vincitore. Troppi oggi – seppur ciascuno a modo suo – contribuiscono al turbamento generale, a una certa confusione, a un clima di reciproca delegittimazione. E questo − facile a prevedersi − potrebbe lasciare nell’animo collettivo segni anche profondi, se non vere e proprie ferite. La comunità nazionale ha indubbiamente una propria robustezza e non si lascia facilmente incantare né distrarre dai propri compiti quotidiani. Tuttavia, è possibile che taluni sottili veleni si insinuino nelle psicologie come nelle relazioni, e in tal modo – Dio non voglia! – si affermino modelli mentali e di comportamento radicalmente faziosi. Forse che questo non sarebbe un attentato grave alla coesione sociale? E quale futuro comune potrà risultare, se il terreno in cui il Paese vive rimanesse inquinato? È necessario fermarsi − tutti − in tempo, fare chiarezza in modo sollecito e pacato, e nelle sedi appropriate, dando ascolto alla voce del Paese che chiede di essere accompagnato con lungimiranza ed efficacia senza avventurismi, a cominciare dal fronte dell’etica della vita, della famiglia, della solidarietà e del lavoro. Come Pastori che amano la comunità cristiana, e come cittadini di questo caro Paese, diciamo a tutti e a ciascuno di non cedere al pessimismo, ma di guardare avanti con fiducia. È questo l’atteggiamento interiore che permetterà di avere quello scatto di coscienza e di responsabilità necessario per camminare e costruire insieme.
    Così, non possiamo non porre mente particolare alle giovani generazioni e al dovere educativo che investe in primissimo luogo la famiglia, e irrinunciabilmente i genitori, sostenuti dai parenti, in particolare dai nonni. La Chiesa è consapevole di questo diritto, primordiale perché naturale, dei genitori quali essenziali educatori dei loro figli, e si concepisce anzitutto al loro servizio, e questo fa con profondo rispetto e la premura che viene da un patrimonio umano e religioso a tutti noto. A sua volta, la Chiesa stessa ha un irrinunciabile mandato educativo, che intende assolvere con dedizione assoluta e santità di vita. Certamente l’istituzione scolastica fa tutto quello che può, specialmente attraverso l’impegno serrato di una moltitudine di docenti e operatori, competenti e generosi. Eppure, questo dispiegamento di disponibilità pare non bastare, tanto è grande e delicata oggi «la sfida educativa». Per questo deve entrare in campo la società nel suo insieme, e dunque con ciascuna delle sue componenti e articolazioni. Se la scuola – come oggi si intende – dev’essere «comunità educante», bisogna convincersi con una maggiore risolutezza che la società nel suo complesso è chiamata ad essere «comunità educante». Affermare ciò, a fronte di determinati «spettacoli», potrebbe apparire patetico o ingenuo, eppure come Vescovi dobbiamo caricarci sulle spalle anche, e soprattutto, questo onere di richiamare ai doveri di fondo, di evidenziare le connessioni, di scoprire i pilastri portanti di una comunità di vita e di destino. Se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati cioè guasti dal di dentro, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà, si oscura la dignità delle persone, si manipolano le mentalità, si depotenziano le energie del rinnovamento generazionale. È la speranza, pane irrinunciabile sul tavolo dei popoli, a piegarsi e venire meno. Il cuore dei giovani tende − per natura − alla grandezza e alla bellezza, per questo cerca ideali alti: bisogna che essi sappiano che nulla di umanamente valevole si raggiunge senza il senso del dovere, del sacrificio, dell’onestà verso se stessi, della fiducia illuminata verso gli altri, della sincerità che soppesa ogni proposta, scartando insidie e complicità. In una parola, di valori perenni. Gesù è il modello affascinante, l’amico che non tradisce e viene sempre incontro, che prende per mano e riaccende ogni volta la forza sorgiva che sostiene la fiducia verso la realizzazione di sé e la vera felicità. Questo – come adulti e come giovani − abbiamo bisogno di vedere e di sentire sempre, oltre ogni moralismo ma anche oltre ogni libertarismo, l’uno e l’altro spesso dosati secondo le stagioni.
    Bisogna che nel suo complesso il Paese ringiovanisca, torni a crescere dal punto di vista culturale e quindi anche sociale ed economico, battendo i catastrofismi. Cambiare in meglio si può e si deve. Le cortine fumogene svaniscono, arroganze e supponenze portano a poco. I sacrifici che i cittadini stanno affrontando acquistano un senso se vengono prospettati obiettivi credibili e affidabili. Tra questi, c’è l’orizzonte di una maggiore giustizia sociale e di una modernizzazione effettiva in ogni articolazione pubblica, anche quella a beneficio dell’utenza più larga, specialmente se perseguita nel rispetto delle regole, e respingendo il malaffare e le intimidazioni di ogni mafia. Come è obiettivo inderogabile l’avvio delle riforme annunciate, applicandosi in un’ottica puntigliosamente coinvolgente tutte le forze politiche, ciascuna secondo la misura intera nella parte assegnata dai cittadini. Bisogna avere fiducia nelle nostre qualità e potenziare la capacità elaborativa di ogni sede responsabile, affinando l’attitudine a captare umori e orientamenti per poterli comporre in vista di una mediazione d’insieme la più alta possibile. Un Paese complesso richiede saggezza e virtù.

  10. federico portelli ha detto:

    Questo è l’appello sul quale il PD nazionale raccoglierà – obiettivo ambizioso – 10.000.000 firme…

    “Presidente Berlusconi, lei ha disonorato l’Italia agli occhi del mondo, non ha più la credibilità per chiedere agli italiani un impegno per il cambiamento e con la sua in capacità a governare sta facendo fare al paese solo passi indietro.

    Lei dunque se ne deve andare via. L’Italia ha bisogno di guardare oltre, per affrontare finalmente i suoi problemi: la crescita, il lavoro, un fisco giusto, una scuola che funzioni, una democrazia sana.

    Noi dobbiamo dare una prospettiva di futuro ai giovani. Con la sua incapacità a governare e con l’impaccio dei suoi interessi personali lei è diventato un ostacolo alla riscossa dell’Italia. Per questo presidente Berlusconi lei si deve dimettere.

    L’Italia ce la può fare, dispone di energie e di risorse positive. E’ ora di unire tutti coloro che vogliono cambiare. E’ ora di lavorare tutti insieme per un futuro migliore.”

    Io faccio la mia parte per risvegliare le coscenze. Chi vuol continuare a dormire e tenersi Berlusconi, faccia pure.

  11. federico portelli ha detto:

    Io faccio la mia parte per risvegliare le coscenze. Chi vuol continuare a dormire e tenersi Berlusconi, faccia pure.

    F Portelli
    PS. questo naturalmente era il mio commento

  12. Ale ha detto:

    @ federico portelli
    Con tutto rispetto parlando per Lei.
    Non è stato votato per risvegliare le coscienze a nessuno.
    Non è un prete e neppure un magistrato ma solamente un amministratore locale.
    Faccia quello che Gorizia ne ha bisogno e non faccia pagliacciate!

  13. federico portelli ha detto:

    @Miki: io faccio quello che posso per la mia città (la mia avversità a Berlusconi e ai suoi disvalori sono un altro discorso – chi mi ha eletto in consiglio comunale nella lista dell’Ulivo, tuttavia, la pensa come me)
    @Giovanni: a Go “si è toccato il fondo” e tu lo imputi al PD? in che senso scusa?
    @Alpino: a te va bene questo andazzo’ a me no.
    @Ale: argomenti ne abbiamo. Ma tu evidentemente non li conosci (proveremo ad insitere con i mezzi di comunicazione per farti sapere le centinaia di proposte avanzate in questi tre anni e mezzo)
    @Ciao: dimissioni? e perchè?

  14. alpino ha detto:

    A me Berlusconi andrebbe anche bene, non capisco il senso di questa vostra messa in scena, che effetti pensate di sortire.
    Incatenatevi davanti palazzo Chigi semmai 🙂

  15. federico portelli ha detto:

    infine: io non mi rassegnerò mai a questo misto di fiction e reality, che è la politica imposta dal sistema berlusconiano. Una fiction che cancella la realtà ed i problemi veri delle persone, delle famiglie, del paese.
    Uun populismo che Berlusconi scarica per intero sul paese.

  16. alpino ha detto:

    ha ragione portelli! basta con la realityfiction su Berlusconi ora è tempo della nuova sit come ” Casa Bocassini” una videocamera seguirà all day l’infuriato magistrato rosso mentre con tenacia sferra un nuovo attacco al premier basato sul nulla, tra coliti ed ulcere varie la valchiria lombarda prosegue la sua crociata contro l’odiato nemico..
    Nel frattempo la supermegaiper procura di Trani sta gia confezionando l’ennesimo scandalo ad hoc sempre su Berlusconi (pare abbia avuto l’ardire di invitare i figli a cena!!) e per i nostri consiglieri goriziani si pre annuncia una primavera fatta di mille magliette di protesta dai diversi stili, colori e fogge…

  17. ufo ha detto:

    Posso capir che a un padovan servissi mile canotiere, ma noi dela Primorska ne podesi bastar una (“Italy go home”). No cori nianca che la sia bilingue…

  18. alpino ha detto:

    “Dalla prolusione del card. Bagnasco (24.1.11)

    “Come ho già più volte auspicato, bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni. Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci – veri o presunti – di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine. In tale modo, passando da una situazione abnorme all’altra, è l’equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l’immagine generale del Paese. La collettività, infatti, guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale. La vita di una democrazia – sappiamo – si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative. «Muoversi secondo una prospettiva di responsabilità − ammoniva il Papa in occasione dell’ultima Settimana Sociale − comporta la disponibilità ad uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo per perseguire insieme il bene del Paese» (Benedetto XVI, Messaggio alla 46a Settimana Sociale dei cattolici italiani, 12 ottobre 2010). Come ho già avuto modo di dire, «chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda (cfr art. 54)» (Prolusione al Consiglio Permanente, 21-24 settembre 2009, n. 8). Dalla situazione presente – comunque si chiariranno le cose – nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, né per ritenersi vincitore. Troppi oggi – seppur ciascuno a modo suo – contribuiscono al turbamento generale, a una certa confusione, a un clima di reciproca delegittimazione. E questo − facile a prevedersi − potrebbe lasciare nell’animo collettivo segni anche profondi, se non vere e proprie ferite. La comunità nazionale ha indubbiamente una propria robustezza e non si lascia facilmente incantare né distrarre dai propri compiti quotidiani. Tuttavia, è possibile che taluni sottili veleni si insinuino nelle psicologie come nelle relazioni, e in tal modo – Dio non voglia! ecc ecc (il discorso va avanti in eterno)”

    ..Agnello di Dio che togli i peccati del mondooo dona noi la paceee….
    La Messa è finita andate in pace

    PS Portelli ma il numero di firme da lei riportato è proprio 10.000.000?? no perchè sono numeri un po’ alti per la sua fazione politica…anzi sconosciuti..auguri!!!!

  19. chiara ha detto:

    …orizzonte “escatologico” per UFO (il cui humor -colpa mia- non capisco): Would you like to go to Mars?

  20. ufo ha detto:

    Nessun problema, ghe son bituado frequentando sti dintorni (co me vien voia de discorsi più inteletuali vado per osterie).

    Marte? Ghe sto, ma da bon istrian solo se qualchedun me paga el viaggio… però sti giorni i me disi che ghe se un astro che intriga – ne toca spetar l’11 de febraio.

  21. ufo ha detto:

    «Muoversi secondo una prospettiva di responsabilità comporta la disponibilità ad uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo per perseguire insieme il bene del Paese»… Bela predica da parte de quel che per ani ga coverto i preti pedofili spostandoli da un pascolo all’altro – dandoghe ogni volta una nova butada de fioi – pur de no risciar de dover risarcir qualchedun de lori.

    Tra il predicare e il razzolare c’è di mezzo il mare, o circa simile…

  22. chiara ha detto:

    bene ufo. un ufo, un destino! penso sarai accontentato perchè l’11 febbraio è festa a Lourdes. sei miracolato. comunque continuo a non capire il tuo primo intervento (e vorrei dormire ‘sta notte). cosa centra il “padovan” ad esempio?

  23. chiara ha detto:

    caro ufo, siccome sei un oggetto non identificato, ti trovo interessante e dunque oso replicare al tuo commento n. 21.
    In parte sono in sintonia con te quando reclami un po’ di coerenza da parte della chiesa e dei suoi esponenti… però, anche in riferimento alle parole di Portelli, penso che la preziosità della democrazia, stia proprio nel fatto che ognuno (in questo caso un politico)ha il diritto di portare all’attenzione della società civile i propri valori. quest’ultimi poi, attraverso il voto, verranno “premiati” se efficaci per il benessere del cittadino e per una serena convivenza di tutte le parti. Piuttosto giudico inneficace, da parte di portelli, il metodo con cui vuole portare all’attenzione della gente, i suoi argomenti.

  24. ufo ha detto:

    Oops. Non sia mai che per colpa mia una fanciulla dal nome così solare debba restare a corto della sua giusta porzione di sogni. Il padovano in questione sarebbe colui che commenta su questo blog col nick di “alpino” (più un paio di altri alias) facendo spesso riferimento al fatto di risedere a Padova e di trvovarsi frequentemente a Gorizia; le canotte sono le mille magliette di cui al suo post n. 16.

    Lourdes è un posto relativamente lontano per me: visto che non sono superstizioso temo di considerarlo più alieno di Marte stesso e sarò ben felice di evitarlo anche in futuro (nel caso mi succeda di convertirmi all’omeopatia acqua con tracce di altra roba la trovo anche alla fonte dietro casa). Piuttosto mi interessa di più la festività dell’8 febbraio – il più delle volte è la solita solfa scontata e ritrita, ma ogni tanto si ha la fortuna di capitare in una versione innovativa.

    Spero di averti (virtualmente) rimboccato le coperte adeguatamente e ti auguro di sognare soltanto cose incantevoli. Ti augurerei anche qualche miracolo, ma la mia bacchetta magica l’ho impegnata per pagarmi l’ultimo spriz…

  25. cervice di fido ha detto:

    Ha ragione Portelli: ognuno deve fare quanto è nelle sue possibilità per reagire al degrado morale in cui è sprofondato questo paese.
    Non è giusto rimanere indifferenti o cinici: allo stesso tempo Portelli è titolato a promuovere questa protesta proprio ha al suo attivo centinaia di proposte concrete per la nostra città. Chi vuole zittirlo fallirà: il resto è qualunquismo.

  26. ufo ha detto:

    @23 Osa, osa! Sono d’accordo con te riguardo al Portelli, che non seguendo da vicino la politica goriziana non conosco, e riguardo a quanti in questo mondo balordo coltivano sinceramente dei valori – anche quando non condivido alcuni di questi valori. Mi viene invece da obiettare che al giorno d’oggi ci siano metodi efficaci per presentare argomenti al pubblico: è da troppo tempo che la politica si fà per slogan e per attacchi personali ed il concetto stesso di argomento sembra essere fuori moda. Auguri al Portelli, ma l’opinione pubblica è disabituata al concetto (e, sinceramente, c’è un mucchio di gente a cui basta che la baracca continui a stare in piedi oggi, che al domani qualcuno provvederà).

    Quanto alla gerarchia ecclesaistia – mi confesso colpevole di pigrizia: questa chiesa è un bersaglio facile – come sparare sulla Croce rossa (una volta si diceva come rubare in chiesa, ma dopo Marcinkus il doppio senso è troppo banale).

  27. chiara ha detto:

    grazie UFO. anche morfeo ti è grato.
    el padovan era un enigma ed un cruccio per me. comunque il miracolo l’hai fatto. co te scrivi in dialeto me scampassi la matita rossa (e anche mi non son sta zima e no me vanza) però ogni tanto te ghe fichi sintassi che me sona mal. comunque el spritz te iuterà a “stricar” ssai meio le parole! praticamente funzia come un corso intensivo! buonanotte e grazie ancora

  28. ufo ha detto:

    Ostrigheta, e mi che pensavo che me bastava scriver esatamente come che parlo per farla franca. Ma se pol usar la pena rossa dove che no esisti una gramatica uficial e tuti sembra rangiarse come che ghe vien natural? Ogni modo me va anca ben correzioni (no nel cafè, quel lo bevo nero e amaro) da parte de chi sa più de mi, visto che l’italian no xe la mia prima lingua.

    P.S.: per un momento go pensa che Morfeo fossi el nome del gato, e stavo per dirte de darghe una careza de parte mia. Poi ghe son rivà… Lahko noč

  29. chinaski ha detto:

    berlusconi devi andar fora dele bale prima posibile. fin che resta li’, tuti ciacola solo che de lu’, del impianto idraulico che i ga progetado a zurigo per alzarghe l’ usel, e de tute ste monade. i preti lo ricata e i se fa dar soldi per le scole, le babete lo ricata e le se fa dar segi in consiglio regional o in parlamento. fin i colibri’ i xe rivadi a far la cresta sui fondi per la protezion dei usei. e intanto che stemo tuti qui a far witz sule ciavade de berlusconi, marchionne e soci i ne la caza de bruto.

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