10 Dicembre 2010

Petorai e caramei, antica tradizione scomparsa

Petorai e caramei: due termini ormai scomparsi dal vocabolario quotidiano, sia a Trieste che a Gorizia, dove invece rappresentavano una tradizione del periodo invernale.

Ma cosa sono? A spiegare cosa sono i “caramei” è Lino Carpinteri: “Alla famiglia dei canditi appartengono sia i più generici «candies» della lingua inglese, sia i nostrani caramei ai quali, dicendosi appunto duro come un caramel si assimila chi è irrigidito dal freddo o, per analogia, chi resta incandì, vale a dire attonito, di fronte a qualcosa di inaspettato. A parte la poco attendibile ipotesi di coloro che ravvisano l’etimologia dei caramei, cioè i frutti secchi infilzati su uno stecco venduti un tempo nei cinema, in «canna mellis», canna da miele ossia canna da da zucchero, merita attenzione chi collega quest’ultima alla parola araba «qand», dalla quale discenderebbe l’italiano «candi», zucchero cristallizzato”.

Quanto ai “petorai”, sempre di frutta si tratta, ma questa volta sono delle piccole pere, anche queste vendute per strada come i caramei. L’incaricato alla vendita era il “petoraler”, in genere delle valli del Cadore o della Carnia, che le manteneva calde nella “ramada”.

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5 commenti a Petorai e caramei, antica tradizione scomparsa

  1. Bibliotopa ha detto:

    veramente, io ricordo soprattutto il venditore che girava gridando Carameei, Carameei.. col suo vassoio, al bagno di Grignano.
    Erano pezzi di frutta su stecchi ricoperti di zucchero caramellato. Immagino che adesso andrebbero incontro a tutta una fila di prescrizioni igieniche.

  2. Jo detta Zuane ha detto:

    fuori scuola c’era un carretto con i caramei di frutta secca e non riuscivi a vedere cosa perchè le ditate sui vetri erano più spesse di una zigrinatura. So che li ho mangiati con molto gusto; sono ancora viva, anzi, di certo direi che mi han vaccinata…quasi gratis.

  3. Glauco Mosetti ha detto:

    a Gorizia fuori della scuola media c’era sempre ‘Gigi caramel’ con il suo carretto pieno di cose buone (?).
    Ricordiamo anche che all’inizio del libro ‘I ragazzi della via Pal’ c’è fuori della scuola il venditore di ‘caramei’ che, chissà perchè è un italiano a Budapest.
    Glauco

  4. giovanni morassi ha detto:

    e la ricetta per farli ?

  5. Donata ha detto:

    Con tanto piacere ho letto di Gigi caramel che a Gorizia negli anni tra la fine anni 50 e primi 60 circa, rallegrava l’uscita da scuola con i caramei fatti di peperoncini verdi sott’aceto infilzati in uno stecco di legno e caramellati nello zucchero che formava un croccante rivestimento.

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