24 Ottobre 2010

Municipio tricolore per il 150° anniversario dell’unità d’Italia

Tag: , .

309 commenti a Municipio tricolore per il 150° anniversario dell’unità d’Italia

  1. Paolo Geri ha detto:

    Ma cosa c’ entra Trieste con queste celebrazioni
    visto che nel 1860-1861 se ne stava beata beata sotto la “defonta” ?

  2. Rupel ha detto:

    una cattiva idea de quel odiato tricolore

  3. Bibliotopa ha detto:

    ma non è per il 26 ottobre? ( 1954, ovviamente..)

  4. Macia ha detto:

    Come parte della Nazione italiana, festeggiamo la sua unificazione. Mi sembra il minimo.

  5. matteo ha detto:

    unificazione? non siamo in unificazione ma in amministrazione italiana, due cose diverse, qualsiasi stato può togliere l’amministrazione italiana da trieste senza che questa possa in qualche modo protestare (anche da slo e cro per la zona B)

    non saprei non mi sa di festeggiare nulla da ’54 non vedo che si ha avuto un qualche vantaggio

  6. matteo ha detto:

    L’OPERAZIONE ATTILA E LA DEVASTAZIONE DELLA VENEZIA GIULIA: PIANIFICAZIONE ED ESECUZIONE DI UN CRIMINE DI STATO

    Per 50 anni la provincia di Trieste è stata uno dei capisaldi della guerra fredda in Europa.
    Qui è stato creato un particolare sistema di governo necessario a coprire le delicate attività da svolgere nella zona speciale “litorale Adriatico”. Una vera zona franca dove abbondavano i traffici illeciti, i centri di spionaggio e le reti collegate. Una specie di cuneo in territorio nemico. Una terra di conquista da tenere accuratamente sotto controllo. Questo è stato per decenni il ruolo della Venezia Giulia nella politica estera italiana. Per attuare questi obiettivi era necessaria una struttura operativa completa in cui fossero occupati tutti i punti chiave sia in ambito militare che civile. Una struttura poderosa che non è mai stata completamente disattivata, nemmeno con la dissoluzione dell’ex nemico (il blocco dei Paesi comunisti).

    Mantenere questa rete è infatti necessario ancora oggi per cercare di coprire quello che negli anni della guerra fredda è stato fatto in queste terre. Ecco perché quindi nella provincia di Trieste, che viene presentata come una specie di “oasi felice” dove il tasso di criminalità è tra i più bassi a livello nazionale, è tuttora massiccia la presenza delle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza). E si trovano ancora basi militari “convertite” ad usi turistici (ma sempre gestite dai militari), spesso ex centri ECM (contromisure elettroniche, intercettazioni e spionaggio), che sembrano perfettamente rispondere alle esigenze di quei nuclei dei servizi deviati (ovvero i servizi di sicurezza “paralleli”, vedi Gladio 2) tuttora operativi in quest’area di confine con compiti spesso in contrasto con le stesse politiche della NATO.

    Quelli che in effetti si devono nascondere con tanta forza sono gli effetti collaterali della guerra fredda a Trieste e dintorni. Effetti collaterali permanenti visto che parliamo di un disastro ambientale epocale realizzato all’ombra di questi poteri deviati. E se ora si dovesse indagare sul serio da questo scomodo passato potrebbero emergere degli indesiderabili fantasmi. Perché nelle discariche del sistema realizzate dall’altopiano Carsico al mare non si trovano solo i rifiuti “comuni”. Ma anche e soprattutto quelli “speciali” a testimonianza dell’intensa attività svolta da questo sistema di potere deviato.
    http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=136:d-come-discariche&catid=36:campagna-inquinamento&Itemid=41

  7. matteo ha detto:

    L’operazione Attila
    Lo sfruttamento del territorio giuliano ad uso discarica speciale di Stato inizia alla fine degli anni ‘50 poco dopo il ricongiungimento di Trieste all’Italia avvenuto nel 1954. Con una pianificazione accurata le amministrazioni pubbliche decidono di realizzare grandi discariche a partire dalla fascia costiera per poi estenderle fino al Carso dove vengono sfruttate in particolare le doline e le grotte. La prima fase dell’operazione Attila dura fino all’inizio degli anni ’80, quando essendo ormai stati saturati tutti gli spazi disponibili è necessario individuare nuove zone di espansione per le discariche. L’unica possibilità rimasta è il golfo di Trieste. Le discariche costiere vengono ampliate, i rifiuti vengono scaricati direttamente a mare e ci si spinge sempre più al largo. Ma non basta. Spuntano i progetti per la realizzazione di inquietanti isole artificiali di rifiuti. La prima dovrebbe sorgere a 3 miglia dalla costa tra Aurisina e Grado. L’intenzione sarebbe di far diventare il golfo di Trieste una specie di paradiso nazionale dei rifiuti. Le mafie sono interessate. La politica fa da garante. Ma cambiano gli scenari internazionali. Gli anni ’90 portano alla dissoluzione della Jugoslavia e del patto di Varsavia. Nascono nuove nazioni e cambiano le alleanze. Quelli che prima erano nemici ora sono alleati. Il sistema italiano di contrasto delle zone orientali va in crisi e l’operazione Attila deve essere terminata. O quasi, perché le amministrazioni pubbliche potendo comunque godere della copertura della rete realizzano le ultime discariche del sistema fino all’inizio del 2000.

    Metodo operativo
    Il funzionamento di questo sistema di smaltimento rifiuti era molto semplice ed efficace. Sul Carso si riempivano le doline (e anche le cave dismesse) fino a livellarle o a sopraelevarle trasformandole in colline. Sopra veniva steso uno strato terra e si procedeva ad una rinaturalizzazione forzata (impianto di essenze vegetali), magari anche tramite vigneti (finanziati come interventi agricoli).
    Le grotte (sono oltre 300 quelle inquinate od ostruite nella Venezia Giulia) venivano utilizzate prevalentemente per i rifiuti liquidi (idrocarburi, acidi, fanghi industriali) o per quelli tossico nocivi più pericolosi (esplosivi, materiale radioattivo) che non dovevano lasciare tracce. Le grotte servivano anche come depositi per le armi del sistema. E proprio dalla casuale scoperta di uno di questi depositi ad Aurisina nel 1972 che emerse ufficialmente l’esistenza della cosiddetta “Gladio”.
    Sulle coste le discariche venivano realizzate con lo scarico diretto dei rifiuti a mare con progressivo ampliamento. Questi interventi venivano definiti di interramento e hanno interessato l’intero arco costiero da Barcola (piena zona balneare) fino al confine con la Slovenia (Muggia) passando per il porto di Trieste. Una trentina di km di discariche costiere. Sopra queste discariche sono state insediate attività produttive, industriali, banchine portuali, attività diportistiche-ricreative, e anche stabilimenti balneari.

  8. matteo ha detto:

    L’altra tipologia di discariche è rappresentata da quelle più interne situate tra l’altopiano carsico e la costa. Le due più grandi sono state ottenute interrando le zone umide (valli) delle foci dei torrenti Rosandra e Ospo e trasformandole in zona industriale sopra la quale sono state insediate 350 aziende. Le due valli, ed in particolare quella delle Noghere, hanno assorbito milioni di metri cubi di rifiuti tossico nocivi. Nella sola valle delle Noghere il terreno è stato rialzato con spessori medi di due-tre metri (che in alcuni punti arrivano a sette).
    Tutto questo è stato fatto in perfetto coordinamento tra amministrazioni pubbliche locali e istituzioni nazionali. Nella pianificazione erano permanentemente coinvolte la Prefettura, la Procura della Repubblica, la Pretura. I rifiuti speciali erano scortati direttamente dalle forze dell’ordine e dagli uomini dei servizi. Il porto di Trieste* aveva un ruolo importante nell’intera operazione essendo la base logistica per tutti i traffici del sistema. Un porto delle nebbie dove poter svolgere gli affari sporchi di Stato.

    ____________________________________________________________________________________________________________
    *Nel 1900 Trieste era il principale scalo dell’impero austroungarico (di cui Trieste fece parte per 536 anni), 2° del Mediterraneo e 3° d’Europa. In ottantuno anni di controllo italiano il degrado è stato inarrestabile ed ora lo scalo giuliano, pur essendo uno dei pochi porti internazionali europei, è scivolato oltre la quarantesima posizione a livello europeo con crollo verticale dei traffici. E così è stata pure distrutta l’economia dell’ex città asburgica.

  9. Tergestin ha detto:

    No penso sia piu’ ne i bori ne el tempo ne la voia de sventolar bandiere.
    Rispetto chi se senti italian in modo sincero (anche se se tratta spesso de lavaggi del zervel da generazioni) ma la maggior parte dei personaggi che nella breve storia de TS soto l’Italia ga sventolado el tricolor, lo fazeva e lo fa tutt’ora per mera convenienza e per lo piu’ xe Triestini de importazion che molto spesso no se senti gnanca tali.

    Tra l’altro, quotando Paolo, me domando cossa c’entremo noi con el 150esimo…..

  10. carlo primo ha detto:

    condivido tuti i dubbi..alla fine magna e bevi(sempre quei) e paga pantalon..Viva Ceccobeppe!

  11. giorgio (no events) ha detto:

    “Celebrazioni al via il 26, anniversario ritorno all’Italia”. Sentita per la strada, l’altro giorno:

    – Alora ‘sto 150 cossa vien a esser? Sul momento pensavo che fussi el 150° dela morte de Karl von Ghega, l’ingegner che gà fato la “meridionale”, che el viadoto xe ancora là, in pìe a Nabresina, ma con l’Italia no ghe entra più de tanto. Podessi esser el posto che gà l’italia tra i grandi, che una volta ierimo nel G8 e desso nei 150? O xe la nova età per andar in pension?
    – Ma che mai pension! Che noi gavèmo, massima parte, alberghi. Xe, che màrtedi 26 se celebra el 56° aniversario del ritorno de Trieste a l’Italia e casca, varda caso, poco prima dei zentozinquanta ani de l’unità d’Italia…
    – Ma se xe zentozinquanta ani che l’Italia xe unìda e unica e solo zinquantasìe che la xe rivada a Trieste, vol dir che sèmo soto ocupazion, come in Palestina?
    – A dir el vero, anche mi gò osservà, se vedi che i gà sbalià i conti. Che sicome che al ministero de la difesa iera tuto un preparativo, i se gà insempià, difatti, La Russa, gà dito che ghe farìa piazer far ‘ste feste a Trieste, che xe la più italiana dele cità italiane, un rider che no ghe digo…
    – Se vedi che no la xe mai stàda a Bolunz o a Servola, ma chi vien a esser ‘sta Russa, xe la baba de Putin?
    – La Russa no xe una baba, come la sorda, la bersagliera o la zòta. La Russa ve xe el ministro de la difesa e xe un omo cola barbeta e i mustaci. Lù, e i sui, gà sta fissa de l’aniversario, i farà festa grande in piazza grandeche pò del 1861 ghe mancava ancora Udine, Venezia e Roma…
    – A mi me mancava Boninsegna, cossa no gò penà per quèla figurina! Per far scambio con Berto, me gà tocà darghe Furino, el scudeto del Lanerossivicenza e Haller. Forsi, i podèva far scambio, dandoghe una dopia per Udine, o no i gavèva dopie?
    – Cossa la vol che sapio mi, se i gavèva o no dopie o triple, mi volèvo dirghe che, me par, i se gà pensà ‘sta storia che i xe nati nel 1861, perchè ormai, con ‘sto Bossi al governo i gà paura de no rivar a far nissun compleano. Secession i la ciama…La se pensi che, oltre a l’ino de Mameli, stavolta i sòna anche “Va pensiero” per far star boni quei dela Lega. Anche Fontanini gà dito che iera ora, che no se ghe ne podèva piu de l’elmo de Sipio…
    – Ah! “Va pensiero” xe una canzon furlana? E alora noi canteremo “Magari a caval de un bacolo” o xe meio “Se le babe no vol che cantèmo”?
    – Per l’amor de Dio! Che se se metèmo a cantar noi, in dialeto, riva el sindaco coi tubi e i ne porta via..
    – No gò capì, sti qua vien in piazza grande, i ne dixi che i xe unidi e unichi de zentozinquanta ani, i sòna quel che i vol, anche in furlàn, e se noi cantèmo qualcossa i tubi ne porta via? Ma no iera meio che i restassi a casa sua?

  12. piero vis'ciada (150) ha detto:

    1861 – nasseva in trieste austriaca un tale Ettore Schmitz

    famoso scritor in lingua italiana

  13. Rupel ha detto:

    perché i illumina, con il tircolor, i palazzi de Trieste costruidi sotto l ´Austria? I dovessi illuminar quelle cagade de edifici che gá costruido l `Italia ( Melara-Rozzol, questura, etc.

  14. ufo ha detto:

    Narra una leggenda che dalle parti di fine secolo (quell’altro prima, non questo “breve”) i vari vaudeville, teatrini e concertisti di provincia avevano scoperto un modo astuto per strappare comunque al pubblico sfavorevole almeno un tiepido applauso, anche se lo spettacolo aveva fatto pena: al momento di presentarsi sul palcoscenico per evitare pomodori e carciofi i protagonisti si portavano prudentemente dietro un tricolore da sventolare. Funzionava sempre: anche gli spettatori più arrabbiati alla vista dello stendardo mettevano via gli ortaggi e doverosamente lo applaudivano.

    Ogni riferimento all’amministrazione uscente / rientrante / persa con la cartina in mano in mezzo alla porta girevole è puramente casuale, visto che lo spettacolo che stanno dando è ben lontano dal meritare il nome di vaudeville (ho visto recite alle elemntari più dignitose). C’era una volta a Miramare lo spettacolo di luci e suoni. Spero ci sia ancora, anche se non lo sento nominare da un pezzo. In compenso abbiamo le luci in piazza Grande. Fortuna che non abbiamo i suoni, che l’unico suono adatto all’occasione sarebbe una pernacchia. Ammetto: già l’azzurrino delle luci di atterraggio messe da Illy offendevano il mio senso estetico – ora poi lo spettacolo raggiunge le vette più eccelse del kitch da fiera campionaria.

    Il prossimo circo che arriva propongo di farlo piantare davanti al comune – ci starebbe a pennello.

  15. Tergestin ha detto:

    @ Rupel

    D’altronde el Tricolor su Miramar xe ugualmente stonado, ma se sa come va le robe da ‘ste parti. Xe da tempi immemorabili che i sventola la bandiera per coverzer quel che i combina…

  16. piero vis'ciada (150) ha detto:

    tra sti brontoloni xe qualchidun che se proponi per far l’imperator ?

  17. piero vis'ciada (150) ha detto:

    eco, per chi che vol aruolarse…
    viva l’aaaaaaaaaaaa !!!!
    http://www.youtube.com/watch?v=kKAXpjAb5Wk&feature=related

  18. ufo ha detto:

    Tuto qua? Me spetavo de più…

    ufo (65)

  19. matteo ha detto:

    merda? questa è verda merda

    INQUINAMENTO DEL CARSO: DISCARICA TREBICIANO

    La discarica, una delle maggiori realizzate sul Carso, è situata in prossimità del confine con la Slovenia a 1,5 Km dal paese di Trebiciano-Trebce (comune di Trieste); tra il 1958 ed il 1972 venne utilizzata come discarica di RSU e rifiuti industriali per l’intera provincia di Trieste e vi furono scaricate oltre 500.000 tonnellate di inquinanti che ricoprirono 120.000 metri quadrati di terreno cambiando completamente l’orografia del suolo: le doline (cavità naturali frutto del carsismo) vennero trasformate in colline di rifiuti; in alcune zone lo spessore dei rifiuti supera i 20 m. A 500 m dalla discarica si trova l’abisso di Trebicano dove, a 329 m di profondità, scorre uno dei rami sotterranei del fiume Timavo contaminato dai veleni scaricati nel suolo.
    Le conseguenze di questo pesante inquinamento sono tuttoggi presenti nel sottosuolo, dove anche a grandi profondità si trovano ancora tracce di idrocarburi, olii minerali, resine, metalli pesanti (cadmio, manganese, piombo, mercurio, zinco).
    http://www.youtube.com/watch?v=LIVCh61vhcc

    DISCARICHE DI RIFIUTI RADIOATTIVI SUL CARSO

    Sul Carso triestino, nel Comune di Duino-Aurisina, giace “dimenticata” una delle discariche utilizzata tra il 1985 e il 1995 per la dispersione incontrollata di rifiuti industriali tra i quali materiali radioattivi di imprecisata provenienza.
    http://www.youtube.com/watch?v=90oawGWi_98

  20. matteo ha detto:

    CARSO: INQUINAMENTO GROTTE

    Il pozzo del Cristo è una delle grotte carsiche utilizzata come discarica per idrocarburi e fanghi industriali. La grotta è stata completamente riempita di idrocarburi per circa 60 metri di profondità. Sul fondo si trova ancora il residuo del lago di nafta progressivamente assorbito dalla roccia carsica. Sulle pareti strati di catrame spessi qualche centimetro. Un vero inferno creato dall’uomo
    http://www.youtube.com/watch?v=2UHVfkXA0LE

  21. capitan alcol ha detto:

    matteo devi fare le premesse. Sennò mr. Lagunablu non capisce.

  22. Luigi (veneziano) ha detto:

    Premesso che il tricolore va bene solo come carta da cessi e che l’Italia è la cloaca dell’universo, questa è invece la qualità di rifiuti tossici che si ritrovano in decine di località distanti pochi chilometri dal Carso:

    http://www.cbsnews.com/stories/2010/10/22/ap/world/main6982083.shtml

    Questa è fresca fresca: scoperta venerdì scorso.

    L.

  23. capitan alcol ha detto:

    E gli asterischi verdi che spuntano a Basovizza?

    http://ilpiccolo.gelocal.it/multimedia/home/26682792

    Ci sarà un motivo anche per questi così come quelli di Marghera e i tricolori bruciati a Terzigno.

  24. alpino ha detto:

    bellissimo il palazzo illuminato a tricolore da un tocco ancora più suggestivo ad una delle più belle piazze d’Italia, che se non ricordo male si chiama Piazza Unità non Piazza Asburgo o Piazza Krukkovattelapesca.
    Comunque al dei soliti brontoloni senza patria, dei favolieri dell’amministrazione italiana, dei cantastorie del TLT e dei nostalgici della terra dei civapcici

  25. dimaco ha detto:

    alpino non credi che starebbe meglio un blu invce del verde. Mgari con una stella rossa piazzata in mezzo al bianco?

  26. capitan alcol ha detto:

    Intanto che voi state a disquisire la disunità d’Italia si compie.
    Ma con le fette di cotto e cren sugli occhi non ci accorgeremo di niente.

  27. alpino ha detto:

    si dimaco ci starebbe benissimo ma proiettata a Rivoli bianchi di Venzone poligono militare all’aperto e poi tatatatatatata sulla stella rossa 🙂

  28. matteo ha detto:

    le piazze cambiano nome, i rifiuti tossici portati qui per fare la guerra inquinata alla jugo no

  29. dimaco ha detto:

    la mia era una provocazione alpino, poi a venzone rivoli bianchi ci ho fatto, nemmeno mi ricordo più quante esercitazioni. La notturna sembrava di essere a capodanno con tutti i traccianti che illuminavano la notte. per qualche secondo diventavo pure romantico. sai tra un caricatore di fal e l’altro. accidenti le munizioni finivano sempre troppo presto. Sempre sul più bello

  30. alpino ha detto:

    anche la mia Dimaco, ovviamente si scherza ci mancherebbe

  31. arlon ha detto:

    “al momento di presentarsi sul palcoscenico per evitare pomodori e carciofi i protagonisti si portavano prudentemente dietro un tricolore da sventolare. Funzionava sempre”

    Credo che sta frase rapresenti PERFETAMENTE cos’ che nasi in sta cità.

  32. dultan ha detto:

    I have a dream, l’alabarda sora de tutto in piaza granda sul comun, sul castel, a miramar e soto tutte le altre per rispetto de tutti

  33. Paolo Geri ha detto:

    #26. Alpino
    Per me si chiama sempre “piazza Grande” come il molo Audace si chiama “Molo San Carlo”.
    La toponomastica triestina è impazzita nel 1918 e poi dopo il 1954.

  34. dultan ha detto:

    mia mamma ancora adesso la ciama piazza granda, e la ga 65 anni, a mio avviso ciamarla così xe più triestin, e non la xe austriacante 😉 , come piaza vittorio veneto tanti che conoso la ciama piaza dela posta, xe più “naturale” ciamarle così

  35. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    A me dici che scantino sugli argomenti? Ma qui dentro si parla di crostoli o della multa se fai il bagno a Miramare, e al terzo messaggio si parte regolari su “quantosistavabenesottoladefontael’italiafaschifo”, con la tua variante “titojerauneroepecàchelajugonoghexepiù” : di conseguenza non vedo che c’è di male nel citare alcuni dati della recente attualità.

    E’ vero che i cadaveri sono biodegradabili: è un interessantissimo punto, questo da te sviscerato. Del resto, dalle mie parti si dice che tutti quanti noi – prima o poi – diventeremo “tera da bocal”.

    L.

  36. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri

    Anche mio nonno, finché è morto l’anno del suo centesimo compleanno, ha sempre chiamato il ponte traslagunare “Ponte del Littorio”.

    Il bello è che lui era pure socialista nenniano.

    L.

  37. capitan alcol ha detto:

    Da qualche parte una “piazza indipendenza” è diventata, causa gli avventori, “piazza tossicodipendenza”.

  38. matteo ha detto:

    luigi ga ragion, peca che la jugo no xe piu, ciche benzina carne, per no parlare del pesce che se podeva magnar con pochi schei. per oltre i commercianti fazeva afari a venderghe la roba

    «Non riuscivo neanche a contare i soldi – giura Dipiazza -. Li buttavo dentro i sacchi della spazzatura, quelli neri, e li portavo direttamente in banca per contarli lì, mentre li versavo. Dollari canadesi, marchi, dollari americani… Ordinavi un container di jeans, li mettevi sui banconi la mattina, alla sera non ne avevi più neanche uno. Nelle gioiellerie arrivava gente che chiedeva: “mi dia 20 fedi, 40 ciondoli, 200 catenine”. Io nel mio supermercato vendevo un bilico di caffè la settimana. Un bilico! E a container vendevo anche il whisky Ballantine».
    http://www.corriere.it/cultura/speciali/2010/visioni-d-italia/notizie/8-trieste-L-Italia-il-mare-e-la-lotta-di-Trieste-contro-il-declino_c8c28f56-53d2-11df-afe0-00144f02aabe.shtml

  39. Tergestin ha detto:

    Ma La Russa el vien o no?

  40. dultan ha detto:

    @luigi
    infatti il ponte secondo me doveva mantenere quel nome (se è stato costruito in quel periodo), mi sembra becera stupidità la cancellazione dei simboli della storia, tirar giù statue e al cambio dei nomi dei luoghi proprio perché così facendo si “cancella” un evento, giusto o sbagliato che sia. perciò rimmarrà per sempre ponte del littorio, rimmarrà per sempre piazza grande

  41. piero vis'ciada (italiano) ha detto:

    “….killed by antifascists”
    🙂
    ma un no pol esser solo e sempre “anti”

    va ben che qua ghe ne xe tanti (solo) anti….

  42. dimaco ha detto:

    so che voi definitee i fascisti eroi, ma per mesono quello che ho scritto. E visotchesia i cetnici , siagli usatascia, si ai fascisti hanno cercatodi acoppare mia nonna, io lo prendo come un fatto personale per ovvi motivi. e aggiungo: troppo pochi.

  43. piero vis'ciada (italiano) ha detto:

    ” …ma per me sono quello che ho scritto” …”rifiuti biodegradbili”

    domando: qualchidun se senti in dover morale de scovar via sto “essere” !?

  44. Tergestin ha detto:

    Bon muli, evitemo de andar OT e de insultarse.

    Tornando ala manifestazion, xe poco da dir: el copion xe sempre quel.
    Papaveron da Roma che vien in zita’ dopo gaver ben varda’ la cartina per capir dove semo de preciso, discorson solenne su quanto semo carialcuore e dopo via veloce de novo a Fiumicino non appena l’applauso xe finido.
    E intanto la nostra giunta se fara’ bela proiettando el tricolor su un edificio che con l’Italia c’entra poco, ma va ben cussi’.
    Tuti contenti e spetemo la prossima.

    Prevedo molti Triestini presenti. In osmizza.

  45. piero vis'ciada (italiano) ha detto:

    “insultarse” ?

    chi insulta chi !? qua mi leggio interventi che fa rabbrividir, oltre ogni decenza.

    caro tergestin… eh so, so so: … “viva là e po bon !!” xe questo el motto tergestin…

    tuti in osmiza !

  46. massimiliano ha detto:

    troppe seghette mentali cari miei.
    pensate invece a quanto soldini si è fatto il grande “artista dell’immagine” a cui è stato commissionato l’incarico di piazzare e puntare tre fari do colore diverso verso il palazzo del comune… 😉
    è un’installazione, ragazzi, mica pippe…

  47. piero vis'ciada (italiano) ha detto:

    mazemolo ! femo anche de lui rifiuti biodegradabili, xe de sicuro intrallazzado coi fascisti !!!

  48. piero vis'ciada (italiano) ha detto:

    solo a un collaborazionista italiano ghe pol vignir in mente de meter un biancorossoverde in piaza del unità d’italia per la festa dell’unità d’italia…

  49. Paolo Geri ha detto:

    #48. massimiliano
    Appunto. E visto che credo paghi il Comune con i “miei” soldi delle tasse avrò pure il diritto di dire che sono soldi buttati, spesi per rincorrere quelli che – come dice Tergestin, che condivido pienamente – vogliono ascoltare “un discorso solenne su quanto semo carialcuore”.

  50. ufo ha detto:

    Ge gha volù un fià de pazienza, ma finalmente anca sul Piccolo un articolo intelligente. Consigliassi de darghe un ociada al reportage de Linda Dorigo in fondo a pagina 3 del bugiardello de oggi, poi magari riverè a spigerme cossa esattamente ghe xe de festeggiar…

  51. massimiliano ha detto:

    @paolo geri
    condivido il tuo pensiero, appunto per questo neppure io riesco ad appassionarmi nella ricerca di dietrologie patriottico-identitario-storiche di stampo irredentista..
    money is money…

  52. dimaco ha detto:

    piero piero, sempre a nobilitar la nobile arte del manganello e dell’olio di ricino? Mi manca eros e devo fare il lavoro per due.

    Riguardo a mazzolarme potrebbe essere un problema, si mormora che i neri ci abbiano già provato con scarsissimi risultati.

  53. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Mai considerato “eroi” i fascisti.

    La cosa è smeplice: solo i pazzi invasati considerano un uomo “rifiuto biodegradabile”.

    Ma tu sei sicuro di essere maggiorenne e di aver superato la terza media?

    L.

  54. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tema: nel 2011 si festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e voi siete amministratori pubblici della vostra città.

    Svolgimento: dica l’amministratore come ha intenzione di ricordare l’avvenimento, tenuto conto del fatto che almeno una parte della propria cittadinanza considera la cosa da celebrarsi.

    Corollario: se si ritiene invece che basta una parte della popolazione contraria per non fare un tubo, allora per cortesia e per coerenza fuori dalle balle a Trieste tutte le celebrazioni pubbliche, corone, targhe, monumenti, alabarde, tricolori, stelle rosse, cori partigiani, 25 aprile, 1 maggio, Natale, Pasqua e Ognissanti. Fuori dalle balle tutti quanti: a testa bassa, lavorare e non perder tempo co robe che fa spender bori: NO SE POL.

    L.

  55. dimaco ha detto:

    Tecnicamente l’uomo è un rifiuto biodegradabile. Quando ha esaurito la sua funzione biologica(per un motivo o l’altro) è solo un’involucro pieno di gas e batteri che consumano la carne fino a farla sparire completamente. E solo lamorale e l’etica che fa in modo che vi sai differenza con le altre specie animali. Una animale morto è una carogna, ma guai a usare questo termine per un’essre umano. nemmeno cadavere è ben’accetto.

  56. alpino ha detto:

    “dietrologie patriottico-identitario-storiche di stampo irredentista..”
    Si consglia tachipirina 150 due volte al dì dopo i pasti…
    Ma per cortesia, senti qua che roboanti parole per la nostra bandiera nazionale proiettata in occasione del centocinquantesimo anno dell’Unità d’Italia, perchè non andate a fare la cresta ad altri tipologie di spese va..

  57. matteo ha detto:

    non vedo tanti pro qua, magari un sondaggio farebbe capire meglio

  58. chinaski ha detto:

    dimaco 57

    te lo dico col cuore, hai detto una cosa che non avrei mai voluto sentire ne’ da te ne’ da nessun altro. il fatto di seppellire, o bruciare i morti, accompagnando questo atto con qualche forma di rituale, e’ una delle cose piu’ profonde che distinguono gli uomini dagli animali. nell’ iliade, achille fa scempio del corpo di ettore, ma quando priamo va da lui a pregarlo di restituirgli il corpo del figlio, achille glielo restituisce.

    p.s. una delle cose che hanno reso la shoah un unicum nella storia, e’ stato proprio l’ uso industriale dei cadaveri.

  59. Tergestin ha detto:

    @ Piero 47

    No, el motto iera “Viva l’A e po’ bon”. Picia precisazion.

    @ Luigi 56

    Ma cossa c’entremo NOI con el 150esimo anniversario visto che l’Italia qua xe rivada per la prima volta nel ’18? Se pol saver? Basta far un calcolo matematico semplice, gnanca storico, matematico. E perche’ La Russa vien a dir che semo la citta’ piu’ italiana de tutte secondo ti?

  60. chinaski ha detto:

    detto questo, aggiungo che non mi e’ sembrata un granche’ nemmeno la trovata di luigi di contrapporre i morti contenuti nelle foibe islovene ai rifiuti tossici industriali sversati nelle grotte del carso triestino.

  61. dimaco ha detto:

    a quanto pare sopno riuscito scatenare di nuovo un mezzo putiferio con i miei commenti. Se gli altrisi attengono althreadlofaccio anche io ,se invece isoliti noti vogliono far scivolare ladiscussione in’una bagare non mi tiro certoindietro. di 88 nel mio flak ne ho parecchi per controbnattere le affermazioni dei neo irredentisti. E stato il slito venziano che ha tirato fuori la storia delle foss comuni. Io ho smplicemente controbattuto.

  62. Paolo Geri ha detto:

    #56. veneziano

    “Svolgimento: dica l’amministratore come ha intenzione di ricordare l’avvenimento, tenuto conto del fatto che almeno una parte della propria cittadinanza considera la cosa da celebrarsi”.

    L’ amministratore semplicemente NON ha intenzione di ricordare l’ avvenimento:
    a.) perchè storicanente non lo riguarda: nel 1861 (questo è l’ anniversario che si ricorda) Trieste era una tranquilla, felice e prospera città dell’ Impero Austro-Ungarico e dell’ Italia non gliene fregava un piffero;
    b.) perchè altrimenti per accontentare altre “parti” della cittadinanza dovrebbe festeggiare il genetliaco di Francesco Giusppe, il 1 maggio 1945, la proclamazione del Territorio Libero di Trieste e via discorrendo

    Tanto per capire come la pensa un bel pezzo di Trieste su Facebook sono già nati gruppi del tipo “Togliamo il tricolore dal Municipio di Trieste” che stanno avendo un successo notevole di adesioni.

  63. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri

    E allora se è vero che nessuno a Trieste vuole festeggiare l’unità d’Italia, la cosa si risolve da sola. Vai in Piazza Grande, metti su un banchetto regolamentare, raccogli le tue venticinquemila firme e poi – su un cocchio trainato da otto lipizzani – entri trionfalmente in comune ed abolisci tutto quanto.

    Da un lato vi lamentate per la presenza massiccia dei fascistoni irredentisti a Trieste, dall’altra dite che nessuno vuole le feste per il 150° dell’unità.

    E chi è che se l’è votato Dipiazza? Chi è che si vota alla grande Menia? Gente paracadutata dallo spazio? Truppe cammellate? Tutti esuli-fascisti o terroni portati da Roma a imbastardire la città (che invece sarebbe di purissssssimo sangue ariano)?

    Ma li trovo solo io questi quando vado a Trieste o voi girate coi paraocchi?

    Luigi

    PS Su Facebook non esiste un gruppo “Togliamo il tricolore dal Municipio di Trieste”. Ti dirò di più: non esiste nemmeno un gruppo il cui nome contenga le parole “Tricolore” e “Trieste”. In compenso, c’è il gruppo “Trieste città nemica dei cani! Io non ci sto!” (1.391 iscritti), “La luganiga de Trieste” (581 iscritti), “A Trieste ghe xe anca i giovani!!!!” (1.865 iscritti), “Porto Libero Trieste” (571 iscritti, meno de “La luganiga”), “Free Territory Trieste” (279 iscritti), “Territorio Libero Trieste” (670 iscritti), “Udine merda! C’è solo Trieste!” (499 iscritti).

  64. alpino ha detto:

    a sentirli lori par che a trieste metà se sloveni e metà se de sangue imperiale austriaco, tutti sono una bandiera che non appartiene a loro, eppure Trieste è sempre stata riconosciuta una delle città più nere e nazionaliste d’Italia, ma da quanto viene raccontato in questo blog a Trieste non esistono più italiani, anzi non ci sono mai stati, l’Italia si ferma a Duino..robe dell’altro mondo

  65. alpino ha detto:

    E la bandiera
    di tre colori
    è sempre stata la più bella!
    Noi vogliamo sempre quella,
    noi vogliam la libertà!
    Noi vogliamo sempre quella,
    noi vogliam la libertà!
    La libertà! La libertà!

    E la bandiera
    gialla e nera
    qui ha finito di regnar!
    La bandiera gialla e nera
    qui ha finito di regnar!
    La bandiera gialla e nera
    qui ha finito di regnar!
    Di regnar! Di regnar!

    Tutti uniti in un sol patto,
    stretti intorno alla bandiera,
    griderem mattina e sera
    viva, viva i tre color!
    griderem mattina e sera
    viva, viva i tre color!
    I tre color! I tre color!

  66. Tergestin ha detto:

    @ Dimaco

    Piu’ che a scadenar un putiferio, te se ga fato fregar da un giogo vecio come el cucco.
    Se te ga pazienza e due minuti de tempo da perder a leggerme, te lo spiego in breve.

    Tuti quanti savemo che i nazionalisti estremisti (quasi sempre de simpatie fassiste) ga rovina’ per primi queste terre e i ga continuado a far casini prima dopo e durante le citadissime foibe. Anzi, tuti savemo che qua el fassismo ga dado del suo pezo. Lo sa anca i Fassisti e i loro amici compresi. Quindi?

    I doveria star zitti come minimo no? E inveze NO! I pensa che la storia sia una partida a carte dove esisti un “Jolly” che annulla tute le altre combinazioni, forti o deboli che sia.
    In questo caso el Jolly xe Tito e i sui crimini: un bel “Si’, ma Tito…” secondo i estremisti e i loro amici/simpatizzanti annulla tutto, sempre e comunque e rendi lori e i loro predecessori anime candide, se non addirittura innocenti perseguitadi.

    Ti te pol esser de centrosinistra come comunista, indipendentista come austriacante, quel che te vol: se no te ghe da’ sempre e solo ragion ala loro propaganda te son un traditor dela patria (decidi lori quala xe per ti) e ovviamente te solidarizzi coi crimini del maresciallo.

    Lo so, xe ridicolo se non grottesco veder certe rampigade sui speci che fa certa gente da quasi sessanta anni, ma l’error xe nostro che ghe demo tropa corda a gente che ormai fa sbadigliar anca i sui elettori.

  67. matteo ha detto:

    cmq non so, prima di dipiazza cera illy per 10 anni, come dire, collocazione politica della citta? impossibile da definire, i vota chi che prometi piu luganighe e sembra el meno pezo, per el resto le analisi del voto non servi a gnente dato che vota sempre meno gente

    beh ovvio che a trst no i vota a sinistra per de piu, i ga a morte con tito, data la storia recente

  68. ufo ha detto:

    Visto che nessuno si espone a spiegare cosa esattamente ci sia da festeggiare (imbarazzante questa domanda, vero?) mi è venuta l’ispirazione di elencare gli anniversari che nel 2011 verranno invece passati sotto silenzio – copiando senza ritegno da un testo di Samo Pahor su slomedia.it:

    -il 250. anniversario della menzione di una scuola domenicale “in lingua di Carniola” presso la chiesa della Madonna del Rosario;

    -il 200. anniversario della prima grammatica slovena in lingua italiana;

    -il 150. anniversario della Slovanska čitalnica, la Società di lettura a Trieste.

    Poi ci sarebbe l’anniversario del primo documento che testimonia la presenza degli sloveni nel centro urbano di Trieste. L’anno non è di quelli tondi (l’ottocentesimo anniversario cadeva nel 2002), ma il giorno è quello giusto: il 26 di ottobre, cioè domani…

    Vi concedo la domanda di riserva: visto che l’ultima volta i nostri saltimbanchi eletti per tappezzare la città di bandierine (ungheresi) hanno scialaquato la modica cifra di € 5.000.000 (in lettere: euro cinque milioni), quanti dei nostri soldi verranno buttati nel cesso quest’anno?

  69. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Dipiazza no xe gnanca un che ga mai avudo una vision politica nel termine stesso del termine, no ga mai manifestado interessi da giovane ne ga militanze, voleva far el sindaco e po’ bon. Se ga nota’ in FI, ga beca’ un comun rosso (Muja) dando pacche sule spalle e regalando panettoni, nel suo partito i ga nota’ el personaggio vincente, e i lo ga candidado in capoluogo. Xe robe che sa tuti, scrite e riscrite anca sui giornai.
    Per quanto, la sua giunta ga avudo e ga tutt’ora personaggi che inveze xe fortemente e radicalmente politicizzadi, al contrario de lui.

  70. Tergestin ha detto:

    @ Alpino

    “Trieste è sempre stata riconosciuta una delle città più nere e nazionaliste d’Italia”

    Si’ e no.
    Considera che Bozen (scusa! Bolzano) iera reputada anca una dele zita’ piu’ nere d’Italia, per un periodo la piu’ nera.
    Chiedite perche’.

  71. alpino ha detto:

    ufo de sicuro sarà anche:
    – el centenario dela fortaja coi ortisoni o bruscanduli
    – 4 anni che me sio nevio no fuma più
    – 10 ani che me son congedà
    – 17 anni che xe morta la BONAnima de Moana Pozzi
    – 153°anniversario della nascita della carta igienica (1857 e come dicevano i latini cago ergo sum)
    – 53° compleanno de Nino D’Angelo

    ndemo vanzi ciò

  72. alpino ha detto:

    per lo stesso motivo per il quale chi di voi ora sta contrastando il tricolore in piazza Unità si sente di Bolzano nord oltre il ponte ovvero tedesco piuttosto che a sud del ponte italiano, giusto? bene ma ci sono persone di Bolzano sud prima del ponte, che si sentono e sono italiane..cercate di umiliare con cifre e stupidi paragoni quella componente..trovo ridicolo e buffo mettere a confronto il nostro 150° anniversario con il (cito) -il 150. anniversario della Slovanska čitalnica, la Società di lettura a Trieste.

  73. Luigi (veneziano) ha detto:

    Pahor? E’ il solito ragazzone che non vede oltre il proprio ombelico tergestino-slovenocentrico.

    Ecco qua la proposta che spacca. Nel 2011 si festeggerà il 150° anniversario di (NB Sono tutti eventi REALMENTE ACCADUTI):

    1 gennaio: Benito Juarez conquista Città del Messico. Grande festa etnica in piazza. Peccato solo che la bandiera messicana sia verdebiancorossa.

    1 febbraio: il Texas secede dagli USA. Grande manifestazione no-global e concertone.

    19 febbraio: abolizione della servitù della gleba in Russia. Tutti sul Carso a piantar patate.

    20 marzo: il terremoto distrugge la città di Mendoza in Argentina. E’ il giorno della protezione civile, con un’esercitazione antidisastro che coinvolgerà tutta la cittadinanza triestina.

    12 aprile: Inizia la guerra di secessione americana. 24 ore no-war-peace-love & freedom. Si possono bruciare le bandiere americane e italiane.

    7 maggio: Nasce Rabindranath Tagore, il più grande poeta della storia del Bangladesh. Serata etnica.

    1 luglio: inizia le sue pubblicazioni “L’Osservatore Romano”. Tutti i battezzati triestini in processione.

    5 novembre: a Melbourne si tiene la prima grande corsa di cavalli australiana. Giornata dedicata a tutti gli animali.

    Pahor mi fa un baffo… dilettante!

    L.

  74. dimaco ha detto:

    28 aprile fasteggiamenti con botti e gara di tiro (per i piedi) della fune. Revival storico

  75. alpino ha detto:

    @Tergestin, Chinaski, Dimaco, Srecko, Asem (sembra la stella rossa di Belgrado 🙂 ) ho un idea che puo salvarvi le pupille al fine di non incenerirle quando vedrete il tricolore notturno illuminare la piazza:
    Prendete un paio di occhialini usa e getta per la visione dei film in 3D del cinema, la lente destra è blu quella di sinistra è rossa, in mezzo ghe dè una man de bianco e vedrete il mondo come piace a voi! gavè visto che mi prendo cura anche dei bisogni della minoranza?!

  76. asem ha detto:

    77alpino, io con la stella rossa?
    dove hai visto il mio fantasma?

    tranquillo che a me le bandiere nazionali
    mi piacciono, anche quella italiana.

  77. alpino ha detto:

    ho voluto accludere tutti i miei amicici dell’atra sponda 🙂

  78. chinaski ha detto:

    alpino, mi dispiace deluderti, ma io non sono sloveno. ho parenti sloveni, come tutti da queste parti, ma niente di piu’.

    le bandiere nazionali e imperiali mi lasciano del tutto indifferente. anche quelle regionali, comunali, rionali e condominiali.

    pero’ mi piaceva molto l’ esortazione di sandokan ai suoi uomini: faremo dei nostri stracci la nostra divisa! (era il ’76, la tv era in bianco e nero, e sandokan era l’ unica concessione dei nostri genitori).

  79. piero vis.ciada (LITORALE NEWS) ha detto:

    Il 56° anniversario del ritorno dell’Italia a Trieste apre ufficialmente le manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

    Questo è il programma ufficiale per martedì 26 ottobre in Piazza Unità d’Italia:

    – 11:30 cerimonia dell’alzabandiera

    – 13:00 apertura degli stand promozionali, info-point e mostra statica FFAA

    – 14:45 – 15:45 esibizione di bande civiche

    – 15:45 –16:30 consegna della bandiera di Trieste alla nave “San Giusto”, sorvolo aeromobili AVES e lancio di paracadutisti, sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori, ammainabandiera solenne.

    – 16:40 – 18:00 esibizioni di Fanfara Bersaglieri, Fanfara Alpini e “Coro ANA Trieste Nino Baldi”

    – 18:30 – 20:00 concerto per pianoforte del m° Giovanni Allievi

  80. chinaski ha detto:

    premesso che l’ italia e’ un paese ricco di storia, premesso che mio bisnonno portava un orecchino ricavato da un chiodo ripiegato, premesso che berlusconi ha una magnifica capigliatura paragonabile a quella di angela davis, premesso tutto questo, non ho altro da premettere.

  81. Tergestin ha detto:

    @ Alpino

    Con Asem te ga sbaiado. El xe cussi’ anti-titin che persin Piero lo varda con invidia.
    Con Chinaski pareria anche e con mi de sicuro perche’ piu’ che provar fastidi esprimo perplessita’. Go come tuti qua parenti sloveni anca se no parlo sloven e con “Yugocomunismi” no go proprio molto a che far. Capisso, come go specificado nel mio post prima, che chi xe abituado a “ragionamenti” semplici esprimera’ le sue idee con concetti semplici e butando tuti nel calderon che ghe risulta piu’ fazile, ma piu’ che dirte che te ga ciapado una cantonada no so che far. Ahime’, per certi soggetti i speci se fa sempre piu’ scivolosi…..

  82. Tergestin ha detto:

    Comunque vede’ come xe fazile? Xe come disevo prima. No te se allinei ale idee de certa gente (e mi de allinearme a chi esalta decime mas, RSI o simili no ghe tegno per nissun motivo) e via, te son un bruto comunista -sloven oviamente!-asetado de guera, morte e mire espansionistiche. Le stesse acuse veniva fate sesanta ani fa dale stesse propagande anche e sopratuto a personaggi democratici, inteletuai non alineadi, diretori de giornai liberi e quanto altro: a TS sempre la caschemo. Solo che ogi come ogi dove’ cambiar disco fioi, se diventadi anacronistici a un livel piu’ grotesco che ridicolo.

  83. ufo ha detto:

    Ho capito: anche la mia domanda di riserva crea imbarazzo. Però, il Gigi che dà del dilettante (a Samo Pahor o a chiunque altro…) – solo perché ha copiato un paio di anniversari da Wikipedia! The pot calling the kettle black?

    Sono d’accordissimo sull’idea di festeggiare la fine della servitù della gleba in Russia (o da qualsiasi altra parte). Magari ci prendono in simpatia e sbaraccano la Ferriera, visto che noialtri siamo tutte parole e pochi fatti. E poi la Galizia e dintorni fanno parte delle storie famigliari di molti di noi, ben più che Calatafimi. Coll’occasione propongo pure di festeggiare la fondazione di Vladivostok (2 luglio 1860) con un gemellaggio. Pensa un po: le due città alle opposte estremità del Pauroso oceano di gente slava – e c’è pure altro in comune: il tirare a campare senza meta dopo che il loro scopo è venuto meno…

    Colle bandiere invece consiglierei un minimo di prudenza: passi per il bruciare quella americana (cosa che da loro è un diritto garantito dalla costituzione), anche se farlo è fuori moda come i pantaloni a zampa d’elefante – ma il tricolore? Dato che nessuno di noi è senatur della repubblica qualche anima malfidente potrebbe chiamarlo vilipendio, ed il tuo suggerimento istigazione a delinquere. Sai che ti dico? Facciamo una cosa a meta strada – ci mettiamo una stella rossa in mezzo e contenti tutti.

    Nessuna obiezione su Tagore, ovviamente. Faccio solo presente che il 20 agosto del 1861 vide nascere pure il Leone del deserto Omar al-Mukhtar. Lo hai visto il film con Anthony Quinn e Raf Vallone?

  84. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ufo
    E che pretendevi: che io sapessi a memoria tutte le date dei centocinquantesimi anniversari? Pahor è un dilettante, ma tu sei parecchio ingenuo.

    Riguardo ai simboli, bandiere e quant’altro, io non ho ancora sentito la parola magica: NOSEPOL.

    E se NOSEPOL, e se tutta la popolazione seguirà in massa i pasdaran che pullulano qua dentro, allora qual è il problema?

    Organizzate le vostre contromanifestazioni per il contro-centocinquantenario, fatevi seguire dalle masse popolari felici e compatte, magari alle prossime elezioni vi presentate alla testa di un movimento neoirredentista-al-contrario e alla vostra morte proietteranno le foto dei vostri busti, sui palazzi di piazza grande.

    Allora nascerà un comitato che vuole in tricolore, e la storia ricomincerà.

    Uscire fuori dal trauma del 1918 è molto difficile, lo so.

    L.

  85. omovespa ha detto:

    86 comenti – ghe gave da con foibe, tito, RSI, Tagore e Juarez ma ancora nisun che gabi risusita la vecia rima – “rosso bianco blu la bandiera d egesu, rosso bianco verde, la bandiera de tre…”?

  86. piero vis'ciada (italiano) ha detto:

    in effetti a trieste visti i “tanti” insoddisfatti del colonialismo italian me meraviglio che no sia mai nato in 60 anni de “oppression” un movimento de “liberazion” e oggi ghe sia solo qua quattro gatti sparsi che se lamenta de continuo (del italia)

    buona festa !!
    (- 11:30 cerimonia dell’alzabandiera …bianca rossa e verde)

  87. Macia ha detto:

    Che città assurda…
    Che c’entriamo noi con il 150°? E allora: che c’entrano il Veneto e il Friuli (1866)? E il Lazio (1870)? Festeggiamo l’Unità d’Italia perché siamo italiani. Perché la grande maggioranza dei triestini è di sentimenti italiani.
    Il Municipio è stato progettato da Giuseppe Bruni. Italiano. La lingua del Consiglio comunale è sempre stata l’italiano.

  88. matteo ha detto:

    macia, l’italiano in municipio non lo hanno mai parlato, parlavano il triestino, che non è l’italiano

    cmq noi siamo arrivati nei 18, il friuli è un altra cosa, da quel giorno il porto è andato in malora, non ce nulla da festeggiare, la città è economicamente andata in pezzi e hanno inquinato il carso con i rifiuti industriali e radioattivi

  89. Tergestin ha detto:

    @ Piero

    Almeno quei quatro gati (che quatro gati proprio no iera e no xe, ma pazienza) i se lamenta, anzi preoccupa, de robe concrete e no i lo fa un giorno si e l’altro anca lagnandose de tereni persi sesanta ani fa e zontandoghe chilade de razismo.
    Xe che i “quatro gati” no i ga oviamente nisuna copertura mediatica ne i fa scenegiade continue a diferenza de altri gati.

    Go semplicizado? Un poco si’. Ma qua ghe xe gente che da talmente tanti esempi…..in ogni caso bona festa a tuti i presenti, divertive, cossa vole’ che ve digo.

  90. Bibliotopa ha detto:

    #90 in municipio , quando c’erano i podestà, dal Settecento il poi almeno, parlavano l’italiano.
    Ti consiglio poi di andare a leggere la lettera con cui la direzione della Borsa triestina rispose a Giuseppe II nel Settecento che voleva imporre il tedesco: noi il tedesco non lo conosciamo, e usiamo solo l’italiano. Non so se l’abbiano messa in rete, ma la trovi sui libri di storia triestina.

    per la rima sui tricolori:
    Biancorossoeverde, color dele tre *****
    ( ovviamente creata dagli antiitaliani)
    anche se a me avevano insegnato “Color che non si perde”
    ma la replica è:
    Biancorosso e blu, per ******** su.

  91. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ omovespa

    Pol imaginarte se ne la Jugo comunista insegnava che rossobiancoblu jera el color de Gesù! Sta qua xe na sbianchizada fata in epoca recente.

    A Capodistria insegnava ai fioleti de scuola: “Rosso bianco blu color de la gioventù”.

    Parché tuti in Jugoslavia jera giovani. Ti te ga za desmentegà del Dan Mladosti ( http://www.youtube.com/watch?v=M0UvKkzqo9Q )?

    Pensa che ‘na volta go discusso a sangue co un croato che voleva dirme che in Jugoslavia no ghe jera culto de la personalità. Noooooo! Che dici! Cantarghe “Tito je nase sunce” (Tito è il nostro sole), significa solo che co la so divisa bianca iluminava el mondo intiero, come ‘na centrale atomica.

    L.

  92. Paolo Geri ha detto:

    #65. Luigi veneziano

    Guarda che Di Piazza nel 2006 ha vinto per soli 2.000 voti di scarto e al primo turno era dietro al candidato del centro-sinistra Ettore Rosato. Di Piazza è poi – basta vedere i suoi ultimi atti e dichiarazioni, non a caso criticatissimi da Menia e Co. – anomalo rispetto al centro-destra triestino.
    Ti ricordo inoltre che il centro-sinistra governa tutti i comuni della provincia meno Duino-Aurisina. Trieste è sempre stata una città divisa in due rispetto alla sua presunta “italianità”. Anche e forse soprattutto negli anni Cinquanta. Se non ti piace Pahor suggerisco in proposito i saggi dello storico triestino Gianpaolo Valdevit.

  93. alpino W IL TRICOLORE ha detto:

    @Tergestin..allinearse? cioè te fa discorsoni come se in bora.la ci fosse na dittatura…me se siete 100 contro 3 o 4..Marcantonio, Alpino, Luigi, Piero e forse ancora 1 o due..la tua idea e la tua fede sono minati da 4 piccoli sostenitori di una nazione e di una bandiera? o forse neppure sostenitori ma sentendoci italiani e nient’altro non riusciamo a comprendere tanto livore contro un tricolore proiettato su uno dei principali palazzi di una città italiana, mi fan più paura i vostri commenti perchè si allineano ad una visione per me aberrante quella che non vuole crocefissi, alberi di Natale, presepi e canzoncine nelle scuole e che si adira se la bandiera nazionale illumina un palazzo. A questo punto per non suscitare imbarazzi cambiamo nome al Belpaese non più Italia ma PENINSULA, non dovrebbe nemmeno esistere questa discussione, non dovrebbe nemmeno porsi il problema se utilizzare la bandiera nazionale in un occasione come questa oppure no.
    Venendo alla tua battuta sulla RSI io penso lo stesso di coloro che avvallano le azione dei partigiani delle varie brigate rosse..l’ho detto l’altro giorno ognuno ha una sua visione della resistenza o guerra di liberazione e la tua non deve per forza coincidere con la mia

  94. Luigi (veneziano) ha detto:

    Paolo Geri

    Allora mi confermi: in città vivono anche degli “italiani”!!!

    E’ pazzesco: spero che voi ariani purosangue li teniate in gabbia e li abbiate sterilizzati: non vorrei vi rovinassero la fiaba.

    L.

  95. Tergestin ha detto:

    No so se xe pezo quei che ga evidenti paraoci o quei che finzi de gaverli rigirando la fritaia.

  96. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tergestin, el discorso xe molto semplice: Trieste xe ‘na città poliedrica, con ‘na storia tuta sua. Niente da dir.

    Da questo a contarme che ghe sarà ‘na rivolta de popolo contro el tricolor in Piazza Grande, ti permetti che me vien da rider?

    Dopo se varda le elezioni, e se scopre che storicamente l’MSI rancurava più voti a Trieste rispetto a tuti staltri capoluoghi de region del nord Italia, e che prima de Illy TS ga sempre e solo votà sindaci de centro/centrodestra.

    Luigi

  97. MARCANTONIO ha detto:

    Ma ho una domanda, perche’ chi non si sente italiano non chiede la cittadinanza verso cui si sente e non emigra?
    Io la scelta fra le due nazionalita’ che avevo l’ho fatta (Italiana o Francese) e ne vado fiero, anche se mia mamma ancora me la rinfaccia.

  98. Rupel ha detto:

    @ Veneziano

    te ga ragion che a TS xe molti che vota MSI peró bisogna dir che la maggioranza dei cosidetti triestini xe stadi importadi (esuli, cabibbi etc) e quei gá sempre votado per quei partiti. Mi, che son vero triestin da generazioni e generazioni, non posso certo condivider che i ns. bei edifici, costruiti dalla ns. Austria vengano infangati da quell ´odiato tricolore. Potete usare il tricolore per quei edifici di merda costruiti sotto la vs. beneamata Italia (Rozzol-Melara , Questura, Grattacielo Campo Marzio etc.)

  99. ufo ha detto:

    @Luigi: contromanifestazioni? controanniversario? A che prò? Quando a Venezia xe carneval ti te organizi un controcarneval? Noi ne basta un circo ala volta.

  100. Paolo Geri ha detto:

    #96. veneziano

    “Allora mi confermi: in città vivono anche degli “italiani”!!!”

    Si sono quelli come ti spiega Rupel qua sopra che “xe stadi importadi (esuli, cabibbi etc)”.
    E che aggiungo io – sono stati “scientificamente” importati, prima nel 1918 e poi dopo il 1954 quando i triestini furono costretti ad emigrare per fare loro posto.

  101. flavio gropaiz gropaitz ha detto:

    RUPEL .. Per quante gnerazioni tu puoi essere Triestino, certo sei arrivato da oltre le AlpiGiulie o AlpiDinariche, dentro queste ALPI erano latini: gli slavi erano al di la’.

  102. Paolo Geri ha detto:

    @99. marcantonio

    Perchè il Territorio Libero di Trieste non ce lo vogliono dare 🙂

  103. massimiliano ha detto:

    mi sa che la discussione sta assumendo una forma circolare, nel senso che nn se ne uscirà mai…
    chiedersi chi sono i “veri” triestini è un po’ come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina.. 😉

  104. capitan alcol ha detto:

    The Italian Man Who Went To Trieste

    http://www.youtube.com/watch?v=JAFQFvSPhQ8

  105. alpino ha detto:

    ma voi se tuti fora de testa ma che austria e TLT voi vivete sulla luna..Marcantonio a sto punto seguiamo le loro orme ROMA RIVENDICA L’IMPERO l’ora dell’acquile suonò!

  106. ufo ha detto:

    Giusto perché i gabi tuti qualcosa de festegiar: Transparency International ga giusto publicà la qundicesima edizion della sua classifica per paesi del tasso de corruzion.

    La Patria la se gà riconferma al 27. posto, sorpassada qua in zona dall’Austria al 15.

  107. dultan ha detto:

    si alpino, volemo de novo il SACRO ROMANO IMPERO 😉 almeno i ne insegnerà che xe aquile e non acquile (si dice scherzando ovviamente, i refusi sono comuni al giorno d’oggi)

  108. capitan alcol ha detto:

    107 somaro! Si scrive acuile!

  109. capitan alcol ha detto:

    108 a me risultava dietro al Rwanda bem oltre il 60°.
    http://www.repubblica.it/statickpm3/rep-locali/repubblica/popup/2010/corruzione/01.html

  110. flavio gropaiz gropaitz ha detto:

    Apunto come aculeo

  111. flavio gropaiz gropaitz ha detto:

    Forse 2 P appunto aculeo

  112. Rupel ha detto:

    dentro le alpi non iera solo latini. non savé de dove vien i romani ?? bravi xe molto informadi sui popoli europei sicuramente gavé letto solo libri di storia italiana e notoriamente molto bugiardi.

  113. Tergestin ha detto:

    Senza polemica e senza rancor verso nissun, ricordo che i stessi che ne disi a noi che vivemo qua da generazioni de emigrar, xe pressoche’ quasi tuti rivadi pochi decenni fa col fagottin in zerca de fortuna.
    E no xe niente de mal, anzi, visto che diria che Trieste ghe ga da’ un’accoglienza che el resto d’Italia se la pol sognar: case, lavor, club, associazioni e opportunita’.

    Nei stessi anni in cui i Triestini emigrava e soprattutto in cui in altre citta’ ben piu’ ricche, grandi e con meno problemi sociali e occupazionali, ai cabibi i ghe sbatteva sul muso cartei con scritto “non si affitta ai meridionali” e i esuli veniva spedidi in campi profughi fatiscenti e ciapadi a insulti perche’ definidi fassisti.
    Da noi inveze za nela prima meta’ dei ani cinquanta el primo citadin e el vescovo iera entrambi istriani de Rovigno e bona parte del consiglio comunal gaveva cognomi quali Cammarata, Totorella eccetera.
    Insoma, no proprio le briciole.

    Ora mi no voio e no pretendo riconossenza, no voio che vadi via oviamente nissun , ma chi che qua xe sta ospitado e tratado molto, ma molto meio che in qualsiasi altro logo, perlomeno no gabi de dirme a mi cossa pensar e andar fora dei coioni se no me acodo ala sua idea. Rendo?

  114. matteo ha detto:

    bibliotopia

    guardando i documenti triestini non mi sembra che l’italiano da loro pensato era quello che hanno messo dopo, mi sembra che questi documenti siano stati scritti in tergestino e non nel italiano odierno da noi parlato dal 1860 quando si cercava di unificare la lingua per una sola parlata giusta

    dire che il tergestino del 700 è italiano è difficile

  115. matteo ha detto:

    la guerra di liberazione o altro ha solo una visione, non ci possono essere piu visioni contemporanee, questo perche i fascisti del X non hanno vinto e non hanno fatto nessuna resistenza contro nessuno anzi sono dei nemici della patria del re e della republica dopo, sono dei nemici del popolo italiano che li hanno combattuti

    questo perche chi ha combattuto per la RSI e contro gl’alleati è il primo antiitaliano e non ha senso dello stato, lo stato non si critica allo stato si obedisce e lo stao non chiede ma ordina, lo stato ha cambiato idea benone, sei contro che hanno cambiato idea? sei contro lo stato e gli italiani

  116. Luigi (veneziano) ha detto:

    Il quadretto che viene fuori in questi ultimi dieci messaggi è perfino esilarante.

    Da una parte c’è chi (Rupel) vaneggia di “veri triestini”, che sarebbero qui da mille generazioni, sommersi poi – e in questo gli dà man forte il Geri, che pretenderebbe pure di insegnar di storia – da una marea di italioti terroni.

    E questo per una città che alla metà del ‘700 era di 5000 abitanti, nel 1869 era aumentata a 70000 e alla fine della Grande Guerra contava 220.000 abitanti, dieci linguaggi diversi per le strade, una lingua comune (il triestino), importata da Venezia, e cinque religioni praticate!!!

    In pratica, qualche buontempone qua dentro vuole trasformare quella che è la caratteristica principe di Trieste, e cioè il fatto che è una città nata in centocinquant’anni da un melting pot unico, in qualcosa di simile al culto degli ariani mitici, Sangue e Suolo (Blut und Boden) e purezza etnica!

    Per il Geri, poi, gli “italiani” sono tutti stati importati. Vade retro!!!

    E magari sono gli stessi che commentano entusiasticamente il fatto che a Pirano è stato eletto un sindaco di nascita ghanese, di colore!!!

    Sono ancora qui che mi rotolo dalle risate!!!

    L.

  117. Luigi (veneziano) ha detto:

    Dimenticavo lo stupendo messaggio del matteo, per il quale una volta a Trieste si scrivevano i resoconti comunali “in tergestino”, che non era “italiano”, e probabilmente nella sua testa non era nemmeno una lingua neoromanza: un idioma evidentemente catapultato dalla luna, parlato da quei 3.000 pescatori che vivevano da quelle parti nell’anno 1700, e che indubbiamente sono tutti avi direttissimi di chi scrive qui dentro.

    L.

  118. Luigi (veneziano) ha detto:

    E poi ne ho letta un’altra: il cognome “Geri” è tipico del centroitalia, e nel nordest è praticamente inesistente!

    Sei un immigrato “talian”, vecchio mio!

    L.

  119. matteo ha detto:

    guarda che una lingua neoromanza non la colloca direttamente al italiano, potrebbe essere anche spagnolo oppure ladino oppure francese ecc

    il tergestino preleva molte parole mischiate da tutti i popoli meditteranei

    vedi carega che in greco significa sedia

  120. matteo ha detto:

    Premesso che il tricolore va bene solo come carta da cessi e che l’Italia è la cloaca dell’universo, questa è invece la qualità di rifiuti tossici che si ritrovano in decine di località distanti pochi chilometri dal Carso:
    http://www.cbsnews.com/stories/2010/10/22/ap/world/main6982083.shtml
    Questa è fresca fresca: scoperta venerdì scorso.

    cmq luigi vergognati su questo, hai definito i cadaveri dei soldati come dei rifiuti tossici che si trovano a poca distanza dal carso

    io parlavo dei veri rifiuti tossici che sono stati portati dallo stato italiano sul carso non di povere vittime

  121. alpino ha detto:

    aquile chiedo scusa per il refuso, ma stavo scrivendo in tergestino anzichè italiese correggiuto, vogliano scusarmi i cittadini del Territorio Libero di Trieste, i cittadini dell’austriaca Triest, dell’ungherese Trieszt…

  122. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Ridi pur, te fa sarcasmo o te eviti de risponder o te parli de titofoibestellerosse ogni volta che te son a secco de argomenti. No sara’ la prima ne l’ultima.
    A parte che te invito a smentir quel che go scrito, saria curioso de saver dove Geri se ga mai sognado de far discorsi sula purezza etnica Tergestina o robe simili, lui come chiunque qua dentro. El discorso iera tutt’altro e se parlava principalmente de bacini elettorali/sociali. Se mi digo che a San Giacomo e Muja i votava rosso discrimino le zone operaie? Se digo che i comuni del Carso vota prevalentemente a sinistra da anni son anti-slavo?

    El discorso (o i discorsi) te li ga capidi, ma te fa giogheti e giri de parole per tirar accuse false come ogni volta che te son senza argomenti. Lo trovo un fia’ scorretto, consentime.

  123. ufo ha detto:

    Alpì, e quei de Trst niente?

  124. famagosta ha detto:

    Che lo stato italiano nel dopoguerra abbia messo in atto una politica etnica a Trieste e’ acclarato. Non ci sono gli estremi per definirla pulizia etnica(gli stati democratici non fanno cose cosi’ cattive;), ma ingegneria etnica, questo si’.

  125. alpino ha detto:

    no lori no 🙂

  126. alpino ha detto:

    ingegneria etnica ahahaha 🙂 🙂
    questa se ancora più comica de quel de sora:
    “dietrologie patriottico-identitario-storiche di stampo irredentista..”
    Spettacolari mejo de foxtv

  127. Luigi (veneziano) ha detto:

    Matteo: xe el to amigo dimaco che ga ciamà i cadaveri “rifiuti biodegradabili”. Tu semplicemente devi cambiare pusher, vecchio mio…

    @ tergestin
    Il discorso è molto semplice: il prossimo anno c’è il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e il comune ha organizzato delle celebrazioni.

    A te e ad altri qua dentro la cosa fa vomitare. E non credere che non capisca il vostro punto di vista: qui in Veneto gli indipendentisti vanno per la maggiore. Ciò non toglie però che esistano anche gli “altri”: quelli che si sentono italiani.

    àper cui non c’è problema: rimanete a casa.

    Festeggeranno i terroni, che hanno avuto la sfiga di arrivare in questa città solo sessanta/cent’anni fa invece che centoventi come i vostri avi di purissima razza ariano/triestina.

    L.

  128. Antonio ha detto:

    Vero, Trieste è italianissima, la maggioranza si è sempre dichiarata così…ma questo suo incondizionato sentimento d’amore verso l’Italia è stata anche la causa del suo declino odierno.
    I triestini si sono sempre accontentati di un misero assistenzialismo e non hanno mai preteso investimenti veri, nelle infrastrutture o nel sapere.
    Anno dopo anno Trieste ha perso tutta la sua secolare storia industriale e si è trovata totalmente impreparata nella concorrenza globale.
    Che cosa hanno fatto i vari sindaci che dal dopoguerra si sono succeduti? Che cosa hanno ottenuto i parlamentari che avrebbero dovuto rappresentarla a Roma? Triste da dire ma tutto quello che i triestini si sono portati a casa è la benzina di zona franca…
    Ben venga il tricolore sul municipio, ben venga l’amor patrio ma per favore, che non sia un concetto vuoto e retorico.

  129. dimaco ha detto:

    lugi io non sono triestino. non ho avi arioano triestini. Mai parlato di persone immigratedal sud, anche se devo dire che hanno dato una fortissima mano alla destra. Inegabile.

  130. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Ghe ritento.

    1) No me fa vomitar: staro’ a casa, se me xe consentido esprimo le mie non poche perplessita’ e chi vol andarghe che el vadi e che el se diverti. Bon per lui.

    2) “Esistono anche gli altri”. Oh se capimo forsi. Certo che esisti anche i altri, chiunque i sia e comunque i se senti. Ma vedi mi no go sostenudo mai nessun governo/amministrazion de chi obligava la gente a parlar in una lingua prestabilida e non sua, chi predicava la superiorita’ razziale, chi modificava e s/nazionalizzava cognomi, vie, toponimi, piazze e intieri tochi de storia. Alcuni soggetti con cui ti te va a braccetto qua dentro inveze par proprio de si’ (atenzion che no te accuso de questo, legi ben).

    3) TriestiniArianiPuroSangue? Ara, se mi scopro de gaver un avo immigrado a Trieste che sia un commerciante ebreo dela Russia, un marinaio grego, un contadin serbo o quanto altro te sa come reagisso? No bato ciglio. Perche’ la cosa xe piu’ probablissima che probabile vista la nostra storia. E alora dove xe el problema visto che anca secondo ti semo tuti “de fora”?
    El problema xe forse de chi imponi una storia fasulla e uni-nazionale, de chi ghe la ga a morte coi sloveni che vivi qua da mille anni prima che ancora el tricolor e Garibaldi sia nati, de chi irridi i “crucchi” soto i quali i mii avi ghe xe stadi per parecchio e la mia citta’ per oltre 500 anni rispetto a gnanca 80 scarsi de Italia.
    Se dopo i soggetti xe nella quasi totalita’ i penultimi rivadi in zita’ dopo i stranieri dei ultimi 15 anni, te permetti che trovo la roba alquanto singolare senza per questo doverme sentir dar del purificator razziale?
    Insisto: varda qua tra i tui amici de blog.

    E sventola la bandiera che te vol, ti come chiunque altro. Imporla e accusar i altri de farlo con la propria, xe altro e ben pezo.

  131. Macia ha detto:

    @ Rupel

    E’ un elemento marginale, ma mi incuriosisce: non capisco perché ti ostini a dire che sotto l’Austria l’architettura era elegante ed armoniosa, mentre con l’arrivo dell’Italia è irrimediabilmente peggiorata. Quasi che in tutto il Paese, da Vipiteno a Lampedusa, ci fossero solo edifici brutti, mentre nell’antico impero dal Reno a Leopoli solo palazzi protetti dall’Unesco… Mentre invece ben sai che l’Italia da sola raccoglie il 70% del patrimonio artistico mondiale.
    Non ti sfiora l’idea per cui, semplicemente, l’architettura degli anni ’20-’30 e poi ’60-’80, è un po’ diversa da quella di Sette-Ottocento? Non credi che se fossimo ancora sotto l’Austria qualche palazzo in cemento armato, nel frattempo, l’avrebbero costruito lo stesso? O che se l’Italia fosse arrivata prima avrebbe eretto qualcosa di carino come la Galleria Vittorio Emanuele di Milano, per fare un esempio al volo?

    Altra cosa, per cui mi associo a Luigi. Tutti gli italiani di Trieste sono importati, anche se vengono dall’Istria, magari da appena 20-30 Km, da Capodistria, Pirano o Umago. Mentre gli sloveni scesi dal Carso (da Opicina, ma anche da posti un po’ più lontani, come Sesana, Comeno, Matteria…)nell’Ottocento sono autoctoni: secondo che logica??? Per altro in un’epoca senza strade né mezzi, per cui ci voleva mezza giornata per andare anche solo da Basovizza alle Rive, meno di quanto ci si mettesse in barca da Capodistria.

  132. ufo ha detto:

    Leggo sul sito del Primorski dnevnik che La Russa non si sarebbe scomposto più di tanto per l’estemporaneo scambio tra stendardi stranieri in quel di Bazovica. Le parole del ministro, cita il quotidiano, sarebbero state sul tono di “ognuno ha diritto in effetti ai propri simboli”. Bello.

    Parole che fanno pensare – specialmente dette da tale alta carica istituzionale e difficilmente tacciabile di scarso amor di patria, slavo-comunismo o di mangiare bambini in generale.

    Vorrebbe forse dire che quando a noi sloveni capita di inaugurare qualcosa in una scuola slovena in un quartiere in cui si parla soveno da secoli non è più un “atto razzista” (copyright P. Camber, noto anti-razzista) tagliare un nastro con quelli che sono da secoli i nostri colori nazionali? O in questa fattoria continuano ad esserci animali meno uguali degli altri?

  133. marisa ha detto:

    Al telegiornale “RAI 3 TS” di ieri sera – 26 ottobre 2010 – alla minifestazione per i 150 anni della così chiamata unità d’Italia, si è visto il ministro La Russa quasi tutto solo in una Piazza unità d’Italia desolatamente vuota….

    Confermate le immagini televisive di RAI 3 TS? Gli “italianissimi triestini” (definizione coniata da La Russa !) sono tutti rimasti a casa?

  134. Cristiano ha detto:

    per rafforzare il concetto in Macia @133:

    vieni a vedere che “bellini” molti edifici soprattutto dal ’45 in poi nella pur austriaca Klagenfurt…robe da periferia di Bucarest…

    semplicemente non si tratta di Italia o di Austria, piuttosto degli stili degli ultimi 70 anni…

  135. dultan ha detto:

    ghe iero in piazza e non iera tutta sta gente, lato caffè dei speci un centinaio de persone e una classe penso de elementari con le bandierine, lato duchi meno de 50 persone, lato palazzo del governo un’altra 50 de persone poi le autorità e un’altro grupeto de persone, lato palazzo del lloyd tra i caroarmati altra ventina. infatti me ga colpido come l’italianissima trieste iera praticamente assente, non digo che me aspettavo la piazza piena, ma un poco de più de gente sinceramente me l’aspettavo, sarà stado il fredo. iera tutto un svolar de vaire, piume, baschi, bustine, come se la bora li volesi rimandar indrio da dove i xe rivai 😉

  136. ufo ha detto:

    Secondo el bugiardello la folla oceanica iera de 1500 de lori. Visto che no’l xe un corteo la questura no ga riteniudo de far “guera de cifre”.

    Saria come dir che ghe iera più o men steso numero de quanti che iera i iredentisti de Trieste nel 1914… Femo una coleta e li imbarchemo sula prima nave de crociera che sbalia mira e finisci de noi invece che a KP? Lori se da pase e i va in ferie, o in Africa Orientale Italiana o a Tripoli bel suol d’amor o dove che i vol basta che i resti, e noialtri gavessimo finalmente un poco de (meritada) pase e magari in altri novanta ani refemo quel che ancora se pol refar.

  137. dultan ha detto:

    penso che rivava a 1000 con tutti i militari e la gente incazzada per il trafico sentada in macchina

  138. capitan alcol ha detto:

    #134 non è una fattoria, è uno zoo. Parola di Marchionne.

  139. Paolo Geri ha detto:

    # 135. Marisa

    “Confermate le immagini televisive di RAI 3 TS? Gli “italianissimi triestini” (definizione coniata da La Russa !) sono tutti rimasti a casa?”

    Confermo ma se permetti correggo la tua frase come segue: in piazza c’ erano appunto i triestini che si considerano “italianissimi”. Gli altri – che “italianissimi” non si considerano – sono giustamente rimasti a casa.

  140. Paolo Geri ha detto:

    #120.Luigi veneziano.

    Peccato che io non sia Geri di origine ma Germ (mio nonno paterno era originario di un paesotto vicino a Graz) dognome italianizzato forzatamente sotto il fascismo come quello della nonna materna che da Stokovaz diventò un improbabile Fossati.
    Se vai dietro ai cognomi triestini attuali puoi prendere cantonate mostruose. Lo sai che il 95 % dei Bevilacqua triestini non è di origini padane ma è la traduzione forzata del cognome sloveno Vodopivec ? E potrei continuare…..

  141. piero vis'ciada (orgoglio italiano) ha detto:

    evviva l’italia, le frecce tricolori e l’aviazione italiana che copre e difende anche gli spazi aerei altrui

    “…Tenendo conto del fatto che la Slovenia non dispone di propri caccia supersonici e che il controllo del proprio spazio aerero è una condizione per entrare nella NATO, Lubiana, prima di aderire a questa organizzazione, aveva accettato a controlli temporanei da parte dell’aeronautica italiana, previo annuncio con 48 ore d’anticipo. Il primo sorvolo del genere è stato effettuato il 30 marzo 2004, da parte di due F-16 decollati dall’aeroporto di Cervia. La decisione del governo sloveno di allora era stata accolta “con riserve motivate da ragioni storiche”, scrive l’agenzia Hina…”

  142. matteo ha detto:

    piero che diavolo centra la slovenia?

    la slo sta nella nato e anche l’italia, se la nato dice al I di sorvolare gli spazi Slo la I non si puo oppore

  143. piero vis'ciada (orgoglio italiano) ha detto:

    graz xe un rion de trieste ?

  144. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ PAolo Geri

    Quindi confermi: tu sei un triestino solo da due generazioni. E perché il fatto di avere un nonno che viene da Graz ti darebbe più diritti di uno il cui nonno viene da Avellino?

    L.

  145. capitan alcol ha detto:

    Quello che personalmente mi infastidisce di queste manifestazioni non è il tricolore sul municipio.
    Sono quegli illusi in 90 anni non si sono accorti della marginalità politica, economica e culturale rispetto all’Italia.
    Rispeto al resto del paese contiamo come il 2 coppe a poker, siamo diventati ‘strategici’ solo per dislocare eserciti, costruire infrastrutture di passaggio.
    Sveglia! Per geografia contiamo più in Europa che in Italia, basta avere una mappa qualsiasi davanti al naso invece dei soliti paraocchi della storia vecchia di quasi un secolo.

  146. piero vis'ciada (orgoglio italiano) ha detto:

    se un vin de graz (292 km da trieste) xe u triestin autoctono

    se inveze un vien de capodistria (19 km da trst) el xe un immigrato istrian

    🙂 grazie fioi che me fe dirvertir in sto modo…

  147. capitan alcol ha detto:

    E se qui noi si conta zero, non credano i vicini veneti di essere da meno.
    L’asse portante in quanto a decisioni, potere economico e politico del paese è sempre stato tra Torino Milano Genova Roma e Napoli, in poche parole il versante tirrenico.

  148. matteo ha detto:

    anche per portare rifiuti tossici sul carso, diventando un caso nazionale con vaso di pandora annesso che nessuno vuole scoprire, ma di questo è meglio non parlare, meglio parlare di tito

  149. matteo ha detto:

    la appartenenza non si misura in lingua o in generazioni, la appartenenza la si sente dentro

  150. matteo ha detto:

    piero te sa ben che i triestini no pol veder i istriani e i carsoli e i friulani e i regnicoli

    te sa ben che la appartenenza no xe de dove riva el nono ma de cosa el se senti lui dentro

    secondo ti alora i americani i dovesi sentirse italiani solo perche i ga un nono italian? no ghe interesa un tubo del italia co i senti un altra appartenenza

  151. Paolo Geri ha detto:

    #146. Luigi Veneziano.

    “E perché il fatto di avere un nonno che viene da Graz ti darebbe più diritti di uno il cui nonno viene da Avellino?”

    Io non ho mai parlato di “diritti” ma di “sentirsi triestini” o se preferisci di “triestinità”. Sul significato della “triestinità” ci sono alcuni fondamentali articoli di Anita Pittoni comparsi sullo “Zibaldone” negli anni Cinquanta …. ma questo non c’ entra.
    La risposta alla tua domanda è semplice, ma tu probabilmente non puoi (o non vuoi) capirla: per il semplice fatto che Graz e Trieste appartenevano entrambe all’ Impero Austro-Ungarico mentre Avellino (o Venezia) se ne stavano nel Regno d’ Italia che con Trieste non c’ entrava nulla.
    Sono molto più “triestini” gli eredi delle famiglie serbe arrivate in città ai primi dell’ Ottocento che gli eredi di un maestro elementare arrivato dal Regno nel 1919.

  152. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Il fatto è leggermente diverso: secondo gli accordi presi in ambito NATO, la protezione degli spazi aerei sloveni è demandata all’Aeronautica Militare Italiana.

    Oltre a ciò, l’Italia protegge gli spazi aerei albanesi turnandosi con la Grecia: due settimane gli uni, due settimane gli altri.

    Non oso nemmeno lontanamente pensare che accadrebbe se ci fosse un incidente nello spazio aereo sloveno, causato da un caccia italiano.

    Gli aerei impegnati sono quelli delle basi di Grosseto, Gioia del Colle e Trapani. I tecnici italiani hanno installato – per la bisogna – una serie di radar in territorio sloveno, e la situazione viene tenuta sotto controllo dal centro radar di Poggio Renatico (FE).

    Luigi (veneziano)

  153. Paolo Geri ha detto:

    #148. Piero.

    “se inveze un vien de capodistria (19 km da trst) el xe un immigrato istrian”

    Dipende da quando e come è arrivato. Mia nonna materna, nata a Pirano nel 1891, arrivò a Trieste nel 1929 per lavorare come sarta e diceva orgogliosa di “essere istriana ma non esule”.

  154. matteo ha detto:

    e allora? ambito nato non ambito sloveno o italiano, se domani un altro paese nato prende il posto del italia non si ha piu caccia italiani ma ungheresi inglesi ecc, non mi sembra ci sia nulla di scandaloso o altro

    la nato prevede unificazione territoriale di difesa contro i nemici che non fanno parte della nato, sai che roba, non sono mica eserciti ita o altro, sono eserciti nato unificati sotto lo stesso commando

  155. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri

    Interessante questa tua teorizzazione. In pratica – forse senza nemmeno rendertene conto – sei perfettamenter in linea con le teoriche della Lega Nord. Ricordi Orwell: “Tutti sono uguali, ma i maiali sono più uguali degli altri”. E tu ti ritieni “più uguale”, in ragione dela fatto che il nonno è di Graz invece che di Bassano del Grappa o di Avellino.

    Poi magari – dico per dire: non mi sto riferendo al tuo, di nonno – il nonno di Graz si chiama Odilo Globocnik, ma questo ovviamente non può essere un problema: il suo sangue è certificato e quindi QUELLLO LI’ va bene. Ciccillo Cacace probo cittadino rimarrà sempre segnato: lui, i suoi figli, i suoi nipoti e via andare.

    I razzismi – di qualsiasi tipo e forma – mi fanno semplicemente ribbrezzo.

    Luigi (veneziano)

  156. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    E perché ti scaldi per questa cosa?

    L.

  157. capitan alcol ha detto:

    Fatto sta che nessun telegiornale nazionale o quotidiano di tiratura nazionale ha minimamente evacuato di striscio l’avvenimento.
    Se questa è la considerazione di cui godiamo.

  158. matteo ha detto:

    una volta si credeva che l’appartenenza a una nazione era la lingua, poi si è visto che l’appartenenza non centrava con la lingua ma con la razza (be ovvio qua a trst i parla piu de una lingua), poi pero hanno ucciso e mandato via persone che magari si sentivano di appartenere a una nazione (tipo il podesta ebreo de trieste dopo la proclamazione dell eleggi razziali), dopo si è notato che l’appartenenza si misura con i sentimenti che uno snete di appartenere, non centra minimamente alla lingua o razza

    senno gl’ammericani perche si sentono ammericani?

  159. Tergestin ha detto:

    Comunque un successon ‘sta parata, eh?

  160. matteo ha detto:

    io mi scaldo che nessuno si scald dei rifiuti tossici portati dai regnicoli e che questi hanno inzozzato il carso per fare la guerra inquinata alla jugo, no meglio parlare di tito

  161. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Te go za spiegado tuto quanto mi e piu’ volte. I tui giri de parole e i tui “razzismi che te fa ribrezzo” a mi me fa rider dato che qua dentro te fa pappa e ciccia con certi soggetti e fin pochi post fa te ga affermado che no te osi gnanca immaginar se un aereo italian cascassi nel spazio aereo sloven…..ma rilegite dei.

  162. massimiliano ha detto:

    in tutto questo casino tra identità/nazionalismo/nazionalità/appartenenza, quoto Matteo

    nn se ne esce, ripeto.
    il “vero” triestino è di per se un bastardo. la medesima cosa dicasi per l’istriano.

    tutto dipende dal nostro punto di partenza e dall’obiettivo che vogliamo raggiungere con le nostre disquisizioni.

    in un’area “di confine” o comunque sottoposta a continui passaggi di popoli e a “spostamenti” di frontiere per motivi bellici o politici, è estremamente stupido – secondo me – cercare qualcosa che non esiste perchè nn può esistere: ossia l’identità univoca in senso ascrittivo.
    sull’appartenenza si può discutere, ma è un concetto in cui la soggettività ha la meglio, quindi, difficilmente generalizzabile in una scala di astrazione e soprattutto, di poca valenza scientifica.

  163. dultan ha detto:

    me par che ghe xe sai problemi a riconoser l’altro. a trieste tutti che vol detar legge in nome de una presunta superiorità storica, etnica,lingua, origine etc. inveze de divisioni talian, sloven, turco, cabibo etc. non se podesi una volta tanto unir le differenze e far de sta cità qualcosa de unico in europa. se fosi stada la 7 federativa saria stada emarginada comunque perché tropo vizin al confin col “nemico” idem de quel che ga fato l’italia. ma non ve ricordè che la costiera iera minada fin circa 20 ani fa, non sta a mi ricordarve chi la gaveva minada. forse l’unica possibilità per un sviluppo saria stado il TLT ma troppo “pericoloso” sia per i uni che per i altri. alla fine me par che a trieste ga deciso tuti meno che quei che ghe viveva e continua a esser così. forse chi vivi in sta città dovesi lasar star ste ca..de de nazionalismi stupidi che insempia la gente e li mantien indormenzai come pecoroni sui lori “orgogli” e pensar più de far qualcosa de concreto per se stessi inveze che impicar bandierine e comemorar morti tuto l’anno (de l’una e del’altra parte). ma forse xe tuti col c.l pien e xe meio zogarse a svodo che darse de far. e se sa che il divide et impera… fa sempre el zogo de chi comanda.

  164. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Tergestin

    Quello che io contesto radicalmente – ma lo contesterei anche ai miei concittadini veneziani: non è una cosa che riguarda Trieste – è la visione ottusa e mitologica della propria “piccola patria”.

    Siamo in un periodo storico in cui MILIARDI di persone si muovono da un paese all’altro, e non per passare da Graz a Trieste, ma da Kuala Lumpur a Oslo!

    Le idee sono in giro per il mondo, tu parli con me in tempo zero a duecento chilometri di distanza, tre minuti fa ho passato un ordine per la borsa di Londra… e qui smadonnate ogni due per tre per stabilire chi sia il “vero triestino”, ritenendo che debba avere il cliché che vive nella vostra testa e che risale addirittura ai tempi del Povero Nostro Franz?

    Ma ti rendi conto, vi rendete conto di quanto siete VECCHI DENTRO?

    Te lo dice uno che ha lavorato due anni in un archivio storico di Venezia, e che un giorno ha trovato il proprio cognome in un documento locale del 1324. Almeno settecento anni di presenza costante a Venezia di persone che portano il mio cognome, altro che nonni di Graz e prozii di Prosecco!

    Eppure sai a me quanto mi interessa il discorso dei “veri veneziani” o dei “veri triestini”? Z-E-R-O.

    Non me ne può fregare di meno se il mio vicino di casa è ucraino (cosa vera: di fronte a me vivono degli ucraini) o di Palermo!

    E rimango sbalordito a leggere interventi di gente – che poi magari si dice pure di sinistra! – che piazza lo stigma sulla testa di uno, perché il suo bisnonno è venuto ad abitare da Trieste non dai Sacri Confini dell’Impero, ma da cinquecento chilometri più a sud.

    Delirio…

    L.

  165. massimo ha detto:

    dultan… no gavessi savudo scriverla meio. son d’accordo in pien.
    chi se occupa de morti, ga soldi e tempo de farlo, invezze de pensar a un futuro.

  166. matteo ha detto:

    dultan te ga scrito i miei pensieri

  167. capitan alcol ha detto:

    Luigi hai mai avuto parenti emigrati per fame?

  168. maja ha detto:

    tergestin ga ragion su gigi venezian.

    i razzismi ghe fa ribrezzo, ma pareria che certi ghe fazi meno ribrezzo de altri.
    vardelo [url=”https://bora.la/2010/05/04/a-boris-pahor-il-premio-hemingway-sparkasse/”]qua[/url] come che el se ga elegantamente girado dall’altra parte.

    ma forsi son mi che son perfida.
    forsi quel giorno (a differenza de tutti i altri giorni) el gaveva altro de far e el se ga perso la disccussion.

  169. matteo ha detto:

    Perché io, giovane triestino, sono contro il bilinguismo e la maggiore tutela dello sloveno e degli sloveni nel Friuli Venezia Giulia.

    Perché si è intrapresa una direzione ANTI EUROPEA, volendo accentuare le differenze anziché smorzarle, volendo evidenziare le situazioni particolari anziché cercare un respiro più ampio, volendo creare ulteriori divisioni, dove ormai da anni non ve ne erano più.

    Perché NON SI VUOLE GUARDARE AL FUTURO, premiando chi parla lo sloveno (lingua parlata da, a mala pena, 2 milioni di persone) e non chi parla l’inglese (lingua parlata in tutto il mondo). Non voglio che mia figlia debba scegliere se studiare inglese o sloveno per garantirsi un futuro: deve scegliere l’inglese, sapendo che ne avrà solo da guadagnare, e non, per questa scelta, porte chiuse in faccia.

    Perché è ANTI STORICA: nella Trieste Mitteleuropea, centro e aggregatore di decine di culture diverse, di popoli e migrazioni si è sempre e solo parlato italiano. Friulani, carnici, serbi, ebrei, tedeschi, austriaci, ungheresi, pugliesi, croati, dalmati, istriani si sono ritrovati all’ombra di San Giusto uniti dalla lingua italiana e, con il passare dalle generazioni, dall’identità nazionale italiana.

    Perché si vanno a riaprire DIVISIONI dove ormai c’e’ riappacificazione, dove le cicatrici della storia erano ormai chiuse, dove anche l’ideologia stava per essere sepolta dalla verità.

    Perché si va a creare una CASTA DI PRIVILEGIATI, coloro che, nati da famiglia bilingue, avranno il posto di lavoro assicurato, avranno accesso privilegiato ai concorsi pubblici, avranno un occhio di riguardo nei rapporti con la pubblica amministrazione.

    Perché voglio che venga PREMIATO CHI SE LO MERITA e non chi ha avuto la “fortuna” di nascere in una famiglia bilingue. Che venga assunto nella pubblica amministrazione chi parla inglese o cinese o arabo o russo, chi possa portare valore aggiunto al turismo, al commercio o ai rapporti con il resto del mondo.

    Perché sono certo che questa legge, come tutte le leggi che creano sovrastrutture, porterà principalmente a SPRECHI DI SOLDI PUBBLICI, in una situazione economica dove le risorse devono essere impiegate meglio: per eliminare situazioni di povertà o disagio, per garantire servizi minimi a tutti e non per premiare una comunità già ricca e protetta come quella degli sloveni.

    Perché la MALAFEDE di chi sta operando per il bilinguismo è provata dal fatto che si vuole introdurre lo sloveno anche in zone della Regione dove si parla sì un dialetto slavo, ma che nulla ha a che vedere con lo sloveno. E che sono gli stessi abitanti di queste zone a protestare, per la paura di perdere anche la loro peculiarità a favore di una lingua straniera e sconosciuta.
    http://www.leganazionale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=69:8-buone-ragioni-per-dire-no-al-bilinguismo&catid=53:bilinguismo&Itemid=77

    sta roba xe assurda

  170. matteo ha detto:

    mi no saveria se rider o pianzer co go leto

  171. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ maja

    Fammi capire: tu mi giudichi non per una cosa che ho fatto, ma per una cosa che NON HO FATTO!

    E’ eccezionale tutto ciò: un giudizio secondo i purissimi crismi del tribunale dell’inquisizione, laddove si consideravano i “pensieri” e le “omissioni”.

    Con la differenza che l’inquisizione è una roba del medioevo, e tu invece dovresti avere la testa nel XXI secolo.

    C’è da ridere, se non da piangere, a leggere la gran parte dei patetici e pelosi interventi scritti in questo thread…

    Luigi (veneziano)

  172. matteo ha detto:

    niente sul no al bilinguismo?

  173. arlon ha detto:

    O_o completamente fora, questi. De bon ghe xe che i par sempre più 4 de lori, “forsi semo salvi”.

  174. alpino ha detto:

    dice Capitan Alcol “Rispeto al resto del paese contiamo come il 2 coppe a poker, siamo diventati ‘strategici’ solo per dislocare eserciti, costruire infrastrutture di passaggio.
    Sveglia! Per geografia contiamo più in Europa che in Italia, basta avere una mappa qualsiasi davanti al naso invece dei soliti paraocchi della storia vecchia di quasi un secolo”

    e quindi?? non vuoi essere il 2 a Poker per l’Italia e cosa vorresti essere il 2 a Koper per la Slvoenia? 🙂

  175. arlon ha detto:

    iera riferido a #174, oviamente.

  176. maja ha detto:

    @ luigi

    proprio così.

    ti leggo sin dalla tua comparsa su bora.la e credo di aver letto abbastanza di quanto scrivi per poterti giudicare anche per quanto NON scrivi.

    ti ho visto troppe volte scagliarti sempre contro gli stessi per poi stare immancabilmente zitto quando a dire castronerie è il tuo amico piero.

  177. matteo ha detto:

    ma speremo arlon, ma speremo, mi me immagino solo el casin che saria sta se i gavesi scrito na roba del genere in slovenia

    alpino

    no, l’eu ha scelto di appoggiare koper

    L’Unione europea cancella i porti di Trieste e Venezia: non se ne trova traccia sulle cartine che «fotografano» le reti portuali più importanti del Vecchio Continente e che vengono consegnate in commissione Trasporti. Su quelle cartine dove Gioia Tauro, Taranto, Genova e La Spezia fanno bella mostra di sé, accanto ai colossi come Rotterdam e Amburgo, l’Alto Adriatico non c’è.

    «L’assenza ci ha spaventato» racconta Serracchiani. A stretto giro, gli eurodeputati del Nordest avanzano i propri dubbi: il veneto Cancian chiede e ottiene una risposta orale. Ma non si rasserena, nemmeno un po’: gli estensori dello studio si limitano a riconoscere la valenza dell’Alto Adriatico e quindi si preoccupano di citare solo il porto di Capodistria «importante per le merci austriache».

  178. matteo ha detto:

    L’antefatto si consuma pochi giorni fa: la commissione Trasporti, il 2 dicembre, si vede illustrare uno studio fresco di stampa sull’evoluzione dei porti marittimi dell’Unione europea. Con un centinaio di pagine fitte fitte, ricche di numeri e cartine realizzate dalla Buck Consultants International in nome e per conto della direzione generale ai Trasporti, quello studio ha uno scopo dichiarato: descrivere lo sviluppo della rete portuale europea, misurandone la crescita e le potenzialità sul mercato mondiale del commercio marittimo, e soprattutto fornire un pacchetto di «raccomandazioni» e «suggerimenti» al Parlamento europeo. Non uno studio qualsiasi, insomma, ma un documento in grado di orientare le scelte future.

  179. Paolo Geri ha detto:

    #157. luigi veneziano

    Se non vuoi capire la differenza fra razzismo e “identità” non so cosa farci. D’ altronde è difficile per tutti i “foresti” capire Trieste.
    Ma una cosa è cercare di capire e soprattutto accettare, un’ altra è voler applicare a Trieste canoni di lettura e strumenti di analisi che qui non solo non sono applicabili ma che noi rifiutiamo. Rileggiti i post di “tergestin” che condivido in pieno e non pretendere di voler aver ragione su temi che non si studiano sui libri ma che qui da noi fanno parte dei rispettivi vissuti familiari e personali e che ancora si vivono sulla propria pelle.
    E infine chiediti – seguendo il tuo ragionamento – perchè a Trieste la Lega Nord non ha praticamente consenso. I suoi due consiglieri comunali sono due fuoriusciti dal PDL. Il vecchio indipendentismo triestino – quello di Cusin negli anni Cinquanta per capirsi e anche di una parte della sinistra triestina a partire da Pittoni ai primi del Novecento – non ha niente a che spartire con il razzismo xenofobo della lega.

  180. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri

    Io contro l’indipendentismo non ho nulla di nulla. Uno vuole essere indipendente? Benissimo!

    Ciò che mi fa francamente sorridere invece è quel tuo classificare le persone a seconda che i propri avi vengano o meno dalle vechcie province. Anzi: anche se non vengono dalle vecchia province ma – per esempio – dalla Serbia, a te va bene. Ma Dio scampi e liberi i triestini se questi vengono dal sud Italia o sono degli esuli istriani.

    Quelli lì – anche se sono alla quarta generazione e tu alla seconda – non ti vanno bene.

    Questo a casa mia è “razzismo” oculatamente nascosto dietro la parola “identità”. Roba che io respiro da trent’anni dalle mie parti, laddove sull’identità veneta sono state scritte montagne di baggianate, da gente convinta che “il veneto” (inteso come abitante) sia geneticamente diverso dagli altri.

    Posso dirla francamente?

    Sono cazzate.

    Luigi

  181. Bibliotopa ha detto:

    #159:
    “nessun telegiornale nazionale o quotidiano di tiratura nazionale ha minimamente evacuato di striscio l’avvenimento.”

    evacuato??
    volevi dir evocato?

    o è un lapsus per dir che “no ghe c*** gnente a nissun”?

    certo che l’idea di “evacuare di striscio” la trovo assai comica.

  182. matteo ha detto:

    luigi e sul no al bilinguismo della lega nazionale?

  183. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ maja

    Apprezzo che tu mi segui da quando sono apparso in questi lidi. Di conseguenza non ti sarà difficile trovare le montagne di scemenze che posso aver scritto nero su bianco.

    Vedersi costretti a citare ciò che “non ho scritto”, è un giochetto da corso base: “Medieval Inquisition – First Course – Lesson 1.1.”.

    L.

  184. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Sul no al bilinguismo dico le stesse cose che ho scritto prima: sono cazzate.

    L.

  185. capitan alcol ha detto:

    186: volevo essere elegante 😉

  186. capitan alcol ha detto:

    186 e comunque grazie. Almeno tu le mie battute le capisci. Altri (179) meno, forse giocano a tresette con le figurine Panini.

  187. chinaski ha detto:

    “La genesi della realtà linguistica determinata dal flusso mitico è caratterizzata da un fenomeno di reminiscenza e quindi di rapporto con il passato, giacché il flusso del mito costituisce l’affiorare di un passato tanto remoto da poter essere identificato con un eterno presente, e tale flusso determina l’affiorare di immagini scelte fra quelle che costituiscono il passato latente nella psiche. Anche questo rapporto con il passato può essere però viziato se è determinato da un’evocazione tecnicistica del mito invece che da uno spontaneo fenomeno mitologico genuino. Mentre, infatti, il passato con cui si viene in contatto per il tramite del mito genuino è veramente il passato, e cioè una realtà viva e genuina dalla quale il linguaggio trae elementi di valore oggettivo e collettivo, il passato che perdura nelle immagini del mito tecnicizzato è solo una sopravvivenza deforme, soggettiva, nella quale i tecnicizzatori hanno proiettato le loro colpe e i loro mali per disporre di un “precedente” mitico di essi, efficace come strumento politico. Il linguaggio che attinge a queste deformi sopravvivenze del passato è necessariamente anch’esso deforme, e sta al linguaggio che veramente attinge al passato attraverso i canali del mito genuino, come un arredo in “stile Rinascimento” sta a un’autentica creazione della Rinascenza.
    Il fenomeno della tecnicizzazione del mito, e il viziato rapporto con il passato che esso comporta, ha avuto tragici esempi nella più recente storia della cultura e della società tedesca, assumendo eccezionale evidenza nella vicenda del nazismo.”

    Furio Jesi, “Letteratura e mito”, Einaudi 1981

  188. Tergestin ha detto:

    Pian, alora, qua no se parla de “istrionazionalisti e fasciocabibbi che rovina la nostra bella e asburgica citta’ de mitteleuropei”. La storia xe ben piu’ complessa. Mi diria che se pol ad esempio parlar de masse de persone usade e sfruttade come bacini elettorali. E bisogna far un salto indrio, ai tempi del TLT.

    Se vardemo i voti, a Trieste nella zona A no mancava zone storicamente piu’ che rosse (d’altronde iera una cita’ operaia con poco entroterra) ne tantomeno voti indipendentisti -tra el ’49 e el ’52 indipendentisti e loro alleati xe rivadi a becar oltre el 30% dei voti-. Sfatemo quindi za un mito (prometo che portero’ fonti piu’ precise apena trovo i libri).

    Ora, el MSI no andava oltre el 10% a guera finida e el compito de opporse al pericolo rosso lo gaveva in man cara mamma dicci’.
    Pur de vinzer, la DC ultranazionalista de quei anni gaveva fato i pezo broi elettorali: da suore e preti che tirava fora i maladi dai sanatori per portarli nei segi eletorali, morti e forestieri che dava el voto e quanto altro. Infatti xe sta calcolado che iera piu’ i “triestini” che andava a votar rispetto a quei che ne gaveva el diritto!
    Naturalmente i esuli xe stadi tra i primi a esser sfruttadi in questo modo: vescovo e sindaco -entrambi esuli de Rovigno- fazeva talmente tanti discorsi sulle terre perdute che i Triestini de cita’ i ghe la gaveva ‘bastanza con lori. Consideremo el fatto che gli istriani, oltre che ad esser storicamente meno laici dei Triestini, i gaveva le sue ragioni per no votar rosso.
    Inoltre la propaganda li aizzava oviamente contro comunisti e indipendentisti, disendo che iera ostili a lori. Roba particolare dato che i giornali indipendentisti -unici- illustrava inveze le pessime condizioni in cui i esuli versava nel resto d’Italia, roba smentida dalla giunta italo-democristiana ma che se ga rivelado vera, come tuti savemo.
    Da la’ se ga creado un grosso bacin elettorale che ga illuso e ciolto in giro i esuli per decenni, prima con la DC e successivamente coi neofassisti.

    Ma rivando a noi, bisognava meter Trieste italiana e far casin el piu’ possibile: quindi da Roma partiva un fraco de agitatori pagadi da Andreotti e non solo, che i veniva a far casin. Basta pensar che spesso partiva fischi e spintoni quando ai comizi indipendentisti l’orator parlava in dialeto triestin o se sonava l’inno de San Giusto. Quale Triestin fis’cia se senti parlar in dialeto visto che lo fa tutti, o se senti el proprio inno? L’efficente polizia del GMA fermava spesso i foresti, che puntualmente risultava esser veci fedelissimi al PNF.
    Esisti in proposito diversi libri che tratta l’argomento. In ogni caso, dopo el ’54 i “cerini” xe stadi dissolti, ga subido pressioni de ogni tipo e la maggior parte de lori xe emigrada all’estero tra cui un capitan che ga sventado diversi attentati (accusado de infedelta’ coniugale, fe’ voi) e nissun de lori ga mai piu’ fato carriera.
    In compenso con l’Italia la zona xe stada pesantemente militarizzada e i carabinieri e i militari che veniva dal profondo sud democristianissimo dei anni ’50, da che parte gavessi votado secondo voi? El tutto mentre i triestini emigrava e -ohibo’- per lori el lavor qua no ghe iera.

    Xe sta semplicemente un giogo a scacchi/risiko con le masse dele persone a fini elettorali. Chi ne dubita, pol documentarse.

  189. Paolo Geri ha detto:

    #185. luigi veneziano

    “Se questi vengono dal sud Italia o sono degli esuli istriani. Quelli lì – anche se sono alla quarta generazione e tu alla seconda – non ti vanno bene”.

    Se mi trovi un esule o un meridionale adulto
    che sia residente a Trieste alla “quarta generazione” ti pago da bere. Visto che significherebbe che sono arrivati qui tra i 120 e i 100 anni fa ! Cosa quasi impossibile per un meridionale (nel 1890 l’ eventuale immigrazione su Trieste era dalle regioni del nord Italia) e del tutto impossibile per un’ esule.
    Ma tu che mi dai del razzista (mi fa solo da ridere ….) perchè i triestini non sopportano gli esuli e i “‘taliani” (a Trieste nessuno ce l’ ha in modo specifico con i meridionali, anzi sono pure più simpatici di veneti e lombardi), lo sai quanti triestini sono dovuti emigrare nel 1919 quando ci siamo “riuniti alla madepatria” (!?) e i loro posti di lavoro (soprattutto quelli pubblici) sono stati presi dai “regnicoli” e quanti sono dovuti emigrare dopo il 1954 quando oltre alla seconda ondata di “‘taliani” sono arrivati anche gli esuli ?

  190. Paolo Geri ha detto:

    #193. tergestin

    Perfetto . Te mandassi a insegnar la nostra storia nele scole 🙂

  191. maja ha detto:

    @ luigi

    se uno sta zitto quando sente qualcun altro dire che i negri puzzano, a me non importa quanti accendini ha comprato dal senegalese sotto casa.
    ciò che conta è che è stato zitto, quando invece avrebbe dovuto parlare.

    ma è un limite mio, eh.

  192. massimiliano ha detto:

    bravo tergestin.
    non fa una piega.
    triste ma vero.

  193. capitan alcol ha detto:

    195
    Tutto il discorso sull’emigrazione è vera ed è ancor più vera tra il Veneto, il FVG e il meridione.
    Sugli istriani sorvolerei sennò femo notte.

    E’ per questo che prima (169) ho chiesto al nostro amico se avesse parenti emigrati.
    E’ nelle zone e nei gruppi sociali che hanno provato in passato l’emigrazione dove è più difficile la convivenza con i nuovi immigrati (siano essi meridionali, bangladesci o senegalesi).
    Le tue argomentazioni ( e quelle di Tergestin ) si attorcigliano su se stesse quando evochi a modello l’AU.
    Io come te e Tergestin credo che quel modello di convivenza fosse ben più avanti dei tempi ma non vorrei fare l’errore di spiegare ad altri che sia stato rovinato da dei poveracci in cerca di un lavoro. Quello che è peggiorato è il modello di convivenza che ci è stato imposto.

  194. matteo ha detto:

    questo è lungo però è da leggere

    Trieste e il MSI
    La prima grande battaglia su scala nazionale del MSI fu incentrata tutta sulla “questione di Trieste” e approdò a un risultato sostanzialmente positivo, dopo che, negli anni Cinquanta, in tutta la Penisola si registrarono grandi manifestazioni popolari, per lo più guidate dall’ organizzazione giovanile e che mobilitò una gran massa di studenti e di lavoratori. Si chiudevano le scuole, si organizzavano i cortei, si urlava dietro a un tripudio di tricolori, ci si scontrava con la celere. Sarà opportuno ricostruire i fatti.
    Il trattato di pace siglato al termine della seconda guerra mondiale aveva previsto l’ istituzione del così detto “Territorio Libero di Trieste” che doveva diventare uno stato sovrano. La costituzione dello stato libero sarebbe divenuta operante quando il consiglio di sicurezza dell’ O.N.U. si fosse accordato sulla nomina del governatore. Ma il progetto abortì ben presto. Il “Territorio Libero” di Trieste” sarebbe stato diviso dalla “zona A” (amministrata dal governo militare alleato) e dalla “zona B” (amministrata dalla Jugoslavia). Nel 1948 ci fu una dichiarazione degli Alleati (Francia, Gran Bretagna, e Stati Uniti) che riconobbe all’ Italia il diritto di riottenere l’ amministrazione dell’ intero territorio, su cui non aveva mai perso la sovranità, visto il fallimento del progetto del territorio libero. Le cose rimasero così fino al 1954, quando su un Memorandum d’ Intesa, stipulato dall’ Italia insieme a Jugoslavia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, si stabilì che, dal momento che non era stato possibile costituire il territorio libero, si sarebbe dovuto procedere a una soluzione provvisoria attraverso l’ assunsione dell’ amministrazione della zona A da parte dell’ Italia, lasciando alla Jugoslavia quella della sola zona B. Un vero e proprio diktat (come fu chiamato) che l’ Italia non avrebbe mai douto firmare, non avendo mai rinunciato alla sua sovranità e creando invece così uno status diverso per i cittadini italiani residenti nei due territori. Del resto, per giunta, la Jugoslavia non rispettò mai i confini assegnati, occupando militarmente vasti territori e non rinunciando poi a rivendicarli arbitrariamente. Da qui l’ opposizione del MSI che fece della “Trieste italiana” la sua bandiera di lotta per molti anni. Addirittura, sulla scia di una fulgida tradizione (l’ esempio mitico di D’ Annunzio era lì ben presente) non mancarono velleitari progetti di una vera e propria azione militare di nuovi “arditi”, magari guidati dal principe Junio Valerio Borghese: ma i tempi erano irrimediabilmente cambiati, come del resto le condizioni stesse della questione triestina. Comunque, scriveva ad esempio il Comandante ad un irredentista triestino, Carlo Rangan, il 16 maggio 1949, quando già egli aveva dato al problema la priorità dell’ azione: “Con molto ritardo rispondo alla vostra lettera indirizzatami a Regina Coeli e che mi ha raggiunto in libertà, presso la famiglia. Il lavoro a cui sono obbligato, dopo quattro anni di assenza, è enorme…Purtroppo la vostra amata Patria è duramente provata e avedole staccato Trieste e tutta la Venezia Giulia (Pola, Fiume, Pirano, Parenzo, Rovigno, Lussimpiccolo e Cherso) è una piaga riaperta nel cuore di ogni Italiano degno di questo nome… Voi potrete essere sicuro ogni mia attività sarà per l’ avvenire, come fu per il passato, volta esclusivamente al bene della nostra Italia. E mi sarà caro avere a fianco, come collaboratori nella dura opera che ci attende, quanti buoni Italiani hanno ancora fede e in particolare i Triestini, la cui battaglia dobbiamo condurre fino alla vittoria”. Ma indubbiamente le grosse manifestazioni di quegli anni ebbero il merito di imporla all’ attenzione generale in maniera energica e convinta a livello popolare spinsero a “tener duro”; pungolarono, sostennero i vari governi centrali che si succedevano nel dover affrontare il probema e, in sostanza, giocarono un ruolo decisivo nell’ ottenere il risultato definitivo della città di Trieste ritornata all’ Italia. Così, per l’ occasione, ricostruisce gli eventi triestini Ciro Manganaro: “Le prime manifestazioni di protesta violentemente represse si ebbero a Trieste il 15 settembre 1947. Ma i primi veri disordini scoppiarono il 20 marzo 1952, quando la polizia civile, agli ordini degli ufficiali inglesi, reprime duramente, con una brutalità mai registrata, la popolazione radunatasi in Piazza dell’ Unità. Il prefetto Palutan, il quale, dal suo ufficio, aveva osservato al violenza ingiustificata della Polizia contro la folla, scende in piazza ad esprimere la sua indignazione agli ufficiali inglesi. La manifestazione, che doveva essere una protesta contro Tito e il regime jugoslavo in Istria, si trasforma in una aperta e unanime ribellione contro gli inglesi occupatori, creando una fattura insanabile fra la popolazione della città e il governo militare alleato. Sono le tre giornate di passione triestina. Il bilancio è di ben 157 feriti (di cui 51 della polizia civile) e 61 arrestati. Imponenti manifestazioni di solidarietà si registrano a Milano, Roma e Napoli. Il 5 novembre 1953 il comportamento del generale Winterton e l’ atteggiamento della popolazione civile suscitano vasto risentimento fra la popolazione. Un gruppo di studenti, che manifesta per l’ Italia presso la chiesa di S. Antonio nuovo, subisce una violenta aggressione da parte della Polizia. La chiesa è invasa e diverse persone ferite. Cadono uccisi Antonio Zavadil e lo studente quindicenne Piero Addobbati. Nel pomeriggio, durante la cerimonia di riconsacrazione della chiesa, la polizia carica i fedeli accorsi numerosi per assistere al rito religioso. All’ imbrunire duemila persone, in piazza dell’ Unità, reclamano l’ esposizione del tricolore imbrunato, ma saranno dispersi dalla polizia. L’ indomani l’ esasperazione raggiunse l’ acme. Cortei di cittadini sboccano da tutte le strade verso piazza dell’ Unità. La polizia, di fronte alla marea crescente di popolo, teme di essere travolta e reagisce aprendo il fuoco. Cadono l’ universitario Francesco Paglia, l’ ex partigiano Saverio Montano, il sedicenne Leonardo Manzi e il marittimo Elio Bassa”. Sarebbero dovuti passare due decenni, da quegli anni cinquanta pieni di manifestazioni popolari in tutt’ Italia per Trieste italiana, perchè ci fosse poi il poco onorevole accordo di Osimo, nel 1974, allorchè l’ Italia rinunciava definitivamente alla “zona B” e pure ai territori tutt’ intorno alla città, non ottenendo in cambio proprio niente, neanche la restituzione delle zone che erano state assegnate alla conferenza di pace, con in più la partecipazione ad attività imprenditoriali miste, che andavano regolarmente a favore di aziende jugoslave. Ancora, di contro ad ampie autonomie e liberalità accordate alla minoranza slovena in territorio italiano, non si ebbe niente di particolare per i cittadini italiani in territorio jugoslavo (l’ Istria e la Venezia Giulia) che restarono abbandonati alla loro condizione senza libertà nè politica, nè sociale. E’ da ricordare che l’ unica opposizione al trattato di Osimo degli anni Settanta (“una vergogna”) è venuta dal MSI con un impegno in parlamento a tratti veemente e appassionato, proporzionale all’ ennesima dimostrazione di incapacità, sudditanza e ossequio nella fattispecie dei responsabili governativi, non coronato praticamente da nessun risultato pratico, a differenza del riottenimento della città di Trieste di vent’ anni prima, ma ugualmente significativo per i tratti ideali a cui seppe elevarsi. Proprio non si può biasimare l’ impostazione di questo trattato e certo non si può non condannarlo, pur sforzandosi in un’ impossibile ipotetica obiettività, essendo dato di fatto la profonda italianità di quelle terre abbandonate al loro triste destino. Ma almeno la città di Trieste è incondizionatamente italiana, un dato piccolo ma significativo; i morti per “Trieste italiana” sappiano che almeno in questo il loro sacrificio non è stato vano. E veniamo ora ad analizzare talune dichiarazioni dei parlamentari missini in occasione del dibattito parlamentare per la ratifica del trattato di Osimo che ci sono parse particolarmente significative, non prima di aver riportato la frase di Alcide De Gasperi in un comizio di Trieste nel 1949: “Ora sono qui per darvi, come ostaggio per l’ avvenire della mia persona, con i componenti del governo da me presieduto, per il ritorno all’ Italia di Trieste e di tutto il territorio dello Stato Libero di San Giusto, di Sistiana, di Timavo e Cittanova”; e quelle di Aldo Moro, presidente del consiglio firmatario del trattato di Osimo, rilasciate alla camera dei deputati il primo ottobre 1975: “La decisione è stata presa, com’ è naturale, guardando insieme agli interessi nazionali e alle esigenze della vita internazionale…Sotto il primo profilo, è certo vero che c’ è una rinuncia italiana…ma…adeguare lo stato di diritto alla stato di fatto comporta delle contropartite di carattere economico-sociale”. Dissero i parlamentari missini.
    On. Franco Franchi: “Oggi, se lo farete, sarà un tradimento, e lo dico senza gridare e lo dico sapendo cosa vuol dire; ed il popolo italiano saprà che voi avete tradito se oserete portare avanti questo intento. Sarà un tradimento e sarà un atto di follia, un atto di autolesionismo, che non sarà di nessuna utilità a questo popolo, ma di gigantesca mortificazione. Avete dato la prova di come si continui a rinunciare alla dignità come uomini e come partiti; ma come popolo, come Stato, come Nazione avevate il dovere di rappresentare tutto intero il popolo italiano. Non potevate farlo, non siete riusciti a farlo, perchè non siete nati per difendere la dignità e l’ interesse di questo popolo, e siete capaci soltanto di ignobili baratti commerciali, o che gabellate per tali, per cedere fette del nostro territorio in nome di una cupidiglia di servilismo che continua, purtroppo a caratterizzarvi. Noi non ci conteremo, non avremo paga la coscienza per il solo fatto di aver parlato. Continueremo a lottare con gli strumenti che la legge ci dà, con gli strumenti che la democrazia ci dà, con la forza che il popolo italiano ci dà, per impedirvi questo misfatto”.
    On. Giovanni Artieri: “L’ Italia vi guarda, l’ Italia che non è il paese ufficiale e illusorio da voi rappresentato, ma il paese reale che soffre e giudica. E’ un’ Italia che voi non conoscete e che attende dal prossimo futuro le condizioni per riparare lo scempio e lavare dal volto della Patria l’ onta delle vostre decisioni”.
    On. Mario Tedeschi: “Il nostro NO rimane consacrato, perchè voi passerete, ma la nazione resta e partendo da questo NO potremo ricominciare”.
    On. Ferruccio De Micheli Vitturi: “Ho parlato, signor Presidente, forse per l’ ultima volta, in questo Parlamento, non soltanto come cittadino italiano che trent’ anni fa ha perso il diritto di vivere nella propria terra, e la cui famiglia si è battuta per generazioni per le due redenzioni, ma anche come cittadino italiano che avrebbe il diritto di poter credere nel proprio Governo. Alla conclusione di questo dibattito mi esprimerò con un voto che sarà al tempo stesso di dolore e di sdegno, ma di commiserazione”.
    On. Renzo De Vidovich: “Mi consenta, onorevole ministro degli affari esteri, di contestare anche sul piano storico, per aver vissuto in prima persona il dramma del 1953 con l’ onorevole Petronio, allora tutti e due giovanissimi, ciò che ella ha affermato circa il ritorno di Trieste all’ Italia. Io voglio ricordarle, onorevole ministro, che non è per l’ azione del Governo italiano che Trieste è tornata all’ Italia. Trieste è tornata all’ Italia perchè il 5 e 6 novembre 1953 noi, gioventù nazionale di Trieste, siamo scesi nelle piazze di Trieste e abbiamo avuto sei morti e centocinquantatrè feriti perchè gli “alleati” inglesi e americani ci hanno sparato addosso senza tanti complimenti. Non c’ erano comunisti insiema a noi a combattere gli yankees, non c’ erano gli uomini di sinistra: eravamo solamente noi. Abbiamo sempre detto che con noi c’ erano Italiani di tutti i partiti, anche se poi quando uno moriva o veniva colpito in tasca trovavano la tessera della Giovane Italia, della Goliardia Nazionale e del Movimento Sociale Italiano. Ma noi continuiamo a dire che in piazza c’ erano tutti gli Italiani, anche se avevamo la sfortuna di cadere solo noi. Ricordo Pierino Addobbati, dalmata come me, che faceva parte del mio gruppo: era il più giovane e fu il primo che cadde; ricordo Francesco Paglia, segretario della Goliardia Nazionale, segretario della Giunta dell’ Intesa studentesca di cui assuzi la responsabilità il 6 novembre 1953, dopo la sua morte. Ricordo Nardino Manzi, facente parte di uno dei gruppi degli attivisti più splendidi del Movimento Sociale Italiano; Erminio Bassa, lavoratore della nascente CISNAL, Saverio Montano, Antonio Zavadil e altri centocinquantatrè feriti. Fummo noi e me ne assumo la responsabilità – l’ amico Petronio è presente e me ne può dare atto – che deliberatamente, sapendo che voi ci avreste negato le armi che pure avevate portato a Trieste ed erano dislocate in vari posti, facemmo la sortita contro il governo militare alleato; fummo noi che determinammo con il sangue il ritorno di Trieste all’ Italia. E se il 26 ottobre dell’ anno successivo vi affrettaste a firmare il memorandum d’ intesa, fu perchè avevamo dato un anno di tempo e il 26 ottobre era ormai vicino a quel 4 novembre in cui saremmo insorti. Lo dicemmo responsabilmente: io ero così ingenuo che ne feci addirittura un manifesto firmato. Dicemmo chiaramente che i governi italiani non erano all’ altezza della situazione – quelli di ieri non erano poi tanto diversi da quelli di oggi – noi saremmo scesi in piazza, avremmo cacciato gli americani e gli inglesi – di cui volevamo essere alleati, non servi – e ci saremo conquistati quella libertà nazionale che era il simbolo e la continuazione del Risorgimento… Chiudo questo mio intervento dicendo quello che già avevamo scritto nel 1954 su un pezzo di Carso murato al confine di Muggia: A Muggia termina la Repubblica Italiana, ma l’ Italia continua!”.

    (capitolo tratto da
    “Storia del Msi” 1992,
    di Giuseppe Puppo)
    http://digilander.libero.it/irredentismoitaliano/puppo.html

  195. Tergestin ha detto:

    @ Capitan Alcol

    No xe stado peggiorado da chi xe vegnudo in qua a zercar lavor! Xe stado peggiorado da politicanti de lungo corso che i ga zerca’ de utilizzar questa gente per questi fini!
    Legi ben e no fermarte ala superficie perche’ mi de esser “speculare” a certi individui dala camisa nera o verde non intendo.

    Te contaro’ una per esser piu’ ciaro. Una volta un mato che conosso, che vivi a Miami da diversi anni, me parlava dei cubani (a Miami xe cubani dapertutto) el me spiegava che i ga un ruolo fondamentale. Te lo cito piu’ o meno testuale:

    “Vedi, qua i esuli de Cuba xe scampadi via da una bruta situazion che i gaveva a casa sua, convinti de trovar el Bengodi capitalista. El punto xe che i americani all’inizio li schifava, ‘desso inveze i se li coccola tutti. Soprattutto la destra”

    Mi son rimasto allibido, ma lui ga continuado.

    “Ti no te sa quanti voti i ghe porta ala destra in ciave anticastrista e zo’ de la’: lori in cambio i li incoraggia e li supporta e adesso i ga anca un casin de associazioni, ma xe solo che un giogo eletoral, niente de piu’ niente de meno. Bona che no tuti i cubani se la bevi…”.

    Devo zontar altro?

  196. famagosta ha detto:

    L’esemplificazione della “triestinita'”* con l’esempio serbo ottocento-regnicolo 1919 e’ chiara ed efficace e anche alquanto logica. Non capisco davvero perche certi si ostinano a non capirla, accusando l’autore di razzismo. Un serbo dell’inizio ‘800 che emigro’ a Trieste, per dinamiche ovvie, non pote’ che aderire al concetto di triestinita’*. Il regnicolo invece, sempre per dinamiche storiche OVVIE, fu, considerato il contesto storico dei nazionalismi, la pedina di un disegno nazionale e nazionalista, che ben presto degenero’ nel razzismo, come ben sappiamo. Le conseguenze del fenomeno “regnicolo 1919” si vedono benissimo ancora oggi; una citta’ abbarbicata su miti nazionalisti e i suoi derivati. Le conseguenze del fenomeno “serbo 800” invece risiedono soltanto nei cognomi delle persone, i cui avi hanno aderito pienamente alla “triestinita'”*.

    * essere aperti e rispettosi dell’altro linguistico e culturale, credo. visto che e’ la fenomenologia fondante della citta’-porto.

    Il razzismo non c’entra nulla. Probabilmente e’ negli occhi e nella mente di chi in questo caso lo vede.

  197. matteo ha detto:

    quindi un movimento particolare e non i triestini erano insorti

  198. capitan alcol ha detto:

    #200 i punti in comune tra le due situazioni si fermano lì, a Cuba sarebbero bastate un simulacro di elezioni democratiche (come accade in molte parti del mondo) qualche anno dopo la rivoluzione per non dare pretesti agli americani a finanziare i gruppi anti castristi in Florida.
    Tuttora questa situazione non porta alcun beneficio alla popolazione che vive in un’economia strozzata dall’embargo.
    Le analogie con le terre a noi vicine finiscono qui. Quel sistema oltre Muggia è crollato e solo per stoltezza o calcolo politico chi vuol far finta di non capire continua a farlo.

    A proposito di meridionali immigrati a Trieste prima del 1915, la conoscevate la storia di un noto sindaco (non RdP)?

    http://it.wikipedia.org/wiki/Fiorello_La_Guardia

  199. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ maja

    Il tuo – e mi ripeto – è un classico discorso retorico, della peggior specie. Della specie, per intendersi, pretesco/stalinista. “Non riesco a trovar niente su di te, per cui tirerò fuori quello che io presumo tu possa aver pensato”.

    Qui https://bora.la/2010/10/27/la-classifica-della-corruzione-litalia-regredisce-al-67%c2%b0-posto-slovenia-27-ma/ tu non hai detto nulla, per cui sei a favore della corruzione.

    Qui https://bora.la/2010/10/26/assunzioni-in-provincia-di-trieste-186-rispetto-a-un-anno-fa/ ti sei girata dall’altra parte, per cui sei contro il pieno impiego.

    Qui https://bora.la/2010/10/26/la-raccolta-delle-castagne-pratica-dimenticata/ il tuo mutismo è assordante: non conosci le castagne.

    Qui https://bora.la/2010/10/26/no-alla-chiusura-del-punto-nascita-di-gorizia/#comment-195636 hai fatto mancare il tuo apporto: sei contro la sanità pubblica e in definitiva contro la vita.

    Hai visto come sei? Tutte moine e birignao, poi alla prova dei fatti godi nel tuo truogolo con la feccia.

    @ famagosta
    Tanto per sapere: quanta “triestinità” c’è nella massa slovena filojugoslava del 1945/1954? Io proporrei di chiamarli “i cabibbi del nord”, a questo punto.

    Luigi (veneziano)

  200. Tergestin ha detto:

    L’analogia se la trova nel fatto che agli stati, le masse de profughi fa comodo.
    I fa spesso da bacin elettorale da sommerger de promesse e vien cavalcada la loro voia de giustizia o la rabbia o comunque i sentimenti “forti” che essi prova.

    No te credi che da noi no se ga fato cussi’?

  201. piero vis'ciada (oibò !) ha detto:

    geri : “Mia nonna materna, nata a Pirano nel 1891, arrivò a Trieste nel 1929 per lavorare come sarta e diceva orgogliosa di “essere istriana ma non esule”.
    se la xe vignuda nel ’29 xe ovvio che no la disi de esser esule… mammamia !!

    ma chi xe sti triestini !? quei no, questi no, queialtri nianche !!! ma chi decidi chi xe el vero originale triestin ? xe na patente ? e chi la da !!!???

    ma feme sto piazer !!!

    bon, ciapè quà ! viva l’italia…
    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/5121216660/

  202. piero vis'ciada (falsotriestin) ha detto:

    ma economo iera triestin ? …nol vigniva nè de graz ne de lubiana….

  203. piero vis'ciada (falsotriestin) ha detto:

    150 anni fa:

    Predraga Italija
    Preljubi moj dom,
    Do zadnje moje ure
    Jest ljubu te bom.
    Si u kjetnah živiela,
    Objokana vsa,
    ‘Na dikla špotlijva
    Do zdaj ti si b’la
    Raztargi te kjetne,
    Obriši suzo
    Gor uzdigni bandiero,
    Treh farbih lepo.

  204. dultan ha detto:

    e continuemo con la loica italiani, esuli, triestini, slavi… me sa che ve meritè sta palude

  205. famagosta ha detto:

    Luigi, se la politica nazionale slovena avesse (mai avuto) un potere effettivo su Trieste, quei sloveni potrebbero essere i cabibi del nord, certo…con un appunto di scetticismo pero’; la Slovenia, che io sappia, non ha mai partorito mostri tipo “razza superiore”, “civilta superiore” e altri strumenti ameni di questo tipo…

  206. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ famagosta

    Il discorso è un po’ sciocco, giacché non credo siano gli “stati” o le “nazioni” o i “popoli” a partorire dei mostri, bensì delle singole persone o gruppi di persone.

    Ma l’approfondimento sarebbe un po’ troppo complesso, per cui per un attimo facciamo finta tu abbia ragione.

    La “Slovenia” non ha mai partorito questi mostri, e questo va a suo merito.

    Invece – per dirne una – li ha partoriti l’ “Austria”. La stessa Austria che qui sento magnificare ogni due per tre. L’Austria, la patria di Adolf Hitler.

    L’Austria, la patria di Odilo Globocnik: uno dei peggiori mostri partoriti dal nazismo.

    Aspetta un attimo però: Globocnik era un triestino!

    Quindi “Trieste” ha partorito dei mostri?

    “Trieste” è un mostro?

    E’ questo ciò che possiamo sostenere, tenuto conto della tua interessante teoria?

    Ragazzi, qui ad ogni intervento si ride sempre di più…

    L.

  207. famagosta ha detto:

    La domanda e’: quando l’Austria -Ungheria aveva giurisdizione su Trieste, partoriva una politica nazionale ottocentesca, diciamo pure nazionalista? no, mi pare proprio di no, al contrario.

    Si’, sono proprio le “nazioni” a partorire dei mostri, e se vogliamo, giuridicamente anche gli stati.

    p.s. ridere fa bene alla salute…

  208. Luigi (veneziano) ha detto:

    Facciamo allora questo confronto: quanta politica espansiva ed imperialista mise in campo l’Austria fra il 1500 e la fine dell’ ‘800, e quanta l’Italia.

    Corollario: quanta porcheria antisemita venne partorita nell’Austria della seconda metà del XIX secolo, e quanta in Italia.

    Dài, che continuiamo a farci quattro risate.

    L.

  209. ufo ha detto:

    Perchè ti vuoi fermare alla fine dell’800? Ti perdi tutta la parte piž ricca, tra Adua e l’annessione al regno di Ljubljana, compresa la colonizzazione della Primorska. Aah, ho capito…

  210. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ufo

    Non c’è nessunissimo problema, ma credevo nessuno volesse confrontare la politica espansiva, imperialista ed aggressiva dell’Italia rispetto a quella dell’Austria, fra il 1900 e il 1945.

    Devo proprio ricordare di nuovo da dove veniva il signor Adolfo, e in quale città ha operato con gran successo il signor Eichmann?

    In quale città ha vissuto da ragazzo il futuro Fuehrer, imbevendosi di antisemitismo fino al midollo?

    Dov’è che ha lavorato il signor presidente austriaco Waldheim fra il 1939 e il 1945?

    Com’è che hanno fatto i soldi i signori Haider, genitori del governatore della Carinzia?

    In quale paese stava uno dei peggiori lager nazisti, e cioè Mauthausen?

    Qual è stato l’unico paese al mondo ad aver avuto degli ex nazisti (con tessera del partito) o addirittura delle ex SS al governo, come ministri o sottosegretari?

    L.

  211. famagosta ha detto:

    Cosa c’entra la politica espansiva con il nazionalismo di stampo ottocentesco? L’AU era un impero non al passo coi tempi, proprio perche’ non fu mononazionale. Ed era per questo che e’ stato pensionato. Peccato. E’stata proprio questa sua caratteristica intrinseca a generare la “triestinita'” di Trieste.

    Il resto no c’entra niente, pero’ puoi ridere lo stesso. Anche se a me onestamente fa ridere il tuo trasparente tentativo di deviare il punto con un zoppicante sofisma….

  212. capitan alcol ha detto:

    215 dov’è che Hitler si beccò uno migliori giudizi sulla sua opera?

    «Prova di disegno insufficiente. Non ammesso»

  213. capitan alcol ha detto:

    215 da quale nazione fuggì nel 1915 il suddetto per evitare il servizio militare e trovare rifugio a Monaco?
    E di che nazionalità era il soldato Henry Tandey che concorse a sua insaputa alla creazione del mostro?

    Vai Lino Toffolo de noantri facce ride.

  214. omo vespa ha detto:

    ga razon el Venezian. anche bin laden se nasconde in una bireria de villach.

  215. piero vis.ciada (in tema) ha detto:

    intento che ciacolè fora tema, ve meto una dele mie, in tema:
    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/5121216656/

  216. piero vis.ciada (in tema) ha detto:

    azz…. ! però semo za a 220 !
    …ma gavemo za parlado de Tito !? 🙂

  217. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ omo vespa

    Più sotto ti trascrivo le parole che un austriaco proclamò ad un’immensa folla di altri austriaci a Vienna il 15 marzo 1938.

    Prima però rispondo alla domanda di Famagosta: “Cosa c’entra la politica espansiva col nazionalismo di stampo ottocentesco”?

    La mia risposta è la seguente: se non hai idea del rapporto fra le due cose, con riferimento alla storia dell’Impero Austroungarico, allora dovresti leggere qualcosina prima di iniziare questi discorsi. Ti suggerisco G.Mosse, “Le origini culturali del Terzo Reich”. Dopo averlo letto per benino e dopo che il tuo palco sarà crollato, allora ne riparleremo.

    Per iniziare con una chicca, copio/incollo da un sito internet una parte della scheda di presentazione di un libro sul celebre Karl Lueger, borgomastro di Vienna:

    “Karl Lüger, Borgomastro di Vienna dal 1897 al 1910, anno della morte. Alla base dello straordinario successo di questo personaggio fu l’aperto antisemitismo: rozzo, volgare, dichiarato ai quattro venti, ma utilizzato in modo abile, tanto da attirare l’attenzione e il favore pure di tante persone in apparenza lontane da lui. Egli seppe utilizzare con intelligenza tecniche manipolatorie della pubblica opinione che avranno molto da insegnare al giovanissimo Adolf Hitler, suo strenuo ammiratore, vissuto, com’è noto, nella capitale austriaca dal 1907 al 1913, squattrinato aspirante pittore, in apparenza, attento osservatore della realtà circostante, nella sostanza. Esponente del Partito cristiano-sociale, Lüger si presentò come il campione della riscossa cattolica contro l’ormai stanco liberalismo laico e, per un quindicennio, fu il personaggio più carismatico dell’Impero”.

    Ed ecco infine il discorso del noto austriaco agli altri austriaci, che lo osannavano:

    Deutsche! Männer und Frauen!

    In wenigen Tagen hat sich innerhalb der deutschen Volksgemeinschaft eine Umwälzung vollzogen, die wir heute wohl in ihrem Umfange sehen, deren Bedeutung aber erst spätere Geschlechter ganz ermessen werden.

    Es ist in den letzten Jahren von den Machthabern des nunmehr beseitigten Regimes oft von der besonderen “Mission” gesprochen worden, die in ihren Augen dieses Land zu erfüllen hätte. Ein Führer der Legitimisten hat sie in einer Denkschrift genau umrissen. Nach ihr war es die Aufgabe dieser sogenannten Selbständigkeit des Landes Österreich, die in den Friedensverträgen fundiert und von der Gnade des Auslandes abhängig war, die Bildung eines wahrhaft großen Deutschen Reiches zu verhindern und damit den Weg in die Zukunft des deutschen Volkes zu verriegeln.

    Ich proklamiere nunmehr für dieses Land seine neue Mission. Sie entspricht dem Gebote, das einst die deutschen Siedler aus allen Gauen des Altreiches hieher berufen hat: Die älteste Ostmark des deutschen Volkes soll von jetzt ab das jüngste Bollwerk der deutschen Nation und damit des Deutschen Reiches sein.

    Jahrhundertelang haben sich in den unruhevollen Zeiten der Vergangenheit die Stürme des Ostens an den Grenzen der alten Mark gebrochen. Jahrhundertelang, für alle Zukunft soll sie nunmehr ein eiserner Garant sein für die Sicherheit und Freiheit des Deutschen Reiches und damit ein Unterpfand für das Glück und für den Frieden unseres großen Volkes.

    Und ich weiß: die alte Ostmark des Deutschen Reiches wird ihrer neuen Aufgabe genauso gerecht werden, wie sie die alte einst gelöst und gemeistert hat.

    Ich spreche im Namen der Millionen dieses wunderschönen deutschen Landes, im Namen der Steirer, der Nieder- und Oberösterreicher, der Kärntner, der Salzburger, der Tiroler und vor allem im Namen der Stadt Wien, wenn ich es den in diesem Augenblick zuhörenden 68 Millionen übrigen deutschen Volksgenossen in unserem weiten Reich versichere:

    Dies Land ist deutsch, es hat seine Mission begriffen, es wird diese erfüllen, und es soll an Treue zur großen deutschen Volksgemeinschaft von niemandem jemals überboten werden.

    Unsere Aufgabe aber wird es nun sein, durch Arbeit, Fleiß und gemeinsames Einstehen und Zusammenstehen die großen sozialen, kulturellen und wirtschaftlichen Aufgaben zu lösen, vor allem aber Österreich immer mehr zu einer Trutzburg nationalsozialistischer Gesinnung und nationalsozialistischer Willenskraft zu entwickeln und auszubauen.

    Ich kann diesen Appell an Sie aber nicht schließen, ohne nun der Männer zu gedenken, die es mir mitermöglicht haben, die große Wende in so kurzer Zeit mit Gottes Hilfe herbeizuführen.

    Ich danke den nationalsozialistischen Mitgliedern der Regierung, an ihrer Spitze dem neuen Reichsstatthalter Seyß-Inquart. Ich danke den zahllosen Parteifunktionären, ich danke aber vor allem den ungezählten namenlosen Idealisten, den Kämpfern unserer Formationen, die in den langen Jahren der Verfolgung bewiesen haben, daß der Deutsche, unter Druck gesetzt, nur noch härter wird.

    Diese Jahre der Leidenszeit haben mich in meiner Überzeugung vom Wert des deutschösterreichischen Menschen im Rahmen unserer großen Volksgemeinschaft nur bestärkt. Die wunderbare Ordnung und Disziplin dieses gewaltigen Geschehens ist aber auch ein Beweis für die Kraft der diese Menschen beseelenden Idee. Ich kann somit in dieser Stunde dem deutschen Volke die größte Vollzugsmeldung meines Lebens abstatten:

    Als Führer und Kanzler der deutschen Nation und des Reiches melde ich vor der Geschichte nunmehr den Eintritt meiner Heimat in das Deutsche Reich!
    Deutschland und sein neues Glied, die Nationalsozialistische Partei und die Wehrmacht unseres Reiches – Sieg Heil!

    Per chi vuole sentirlo con le proprie orecchie: http://www.youtube.com/watch?v=pHHqVubkaRA&feature=related

    Luigi (veneziano)

  218. famagosta ha detto:

    Non hai nemmeno capito i discorsi che ho iniziato, e gia’ cominci a suggerire titoli? putualmente fuori luogo, ovviamente. Prova a leggere qualcosa sull’ analfabetismo funzionale.

    La politica espansiva NON C’CENTRA con il MIO discorso sul nazionalismo di stampo ottocentesco. forse dovevo essere piu’ chiaro. Ora e’ chiaro? O ancora non e’ chiaro?

    Non che importi un granche’, eh, SIA CHIARO.

  219. capitan alcol ha detto:

    Non si capisce niente.

  220. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ famagosta

    Una cosa è chiara: tu devi essere più chiaro, perché la chiarezza dell’esser chiaro nello scritto indica chiarezza nella parte chiara della mente. Lo disse anche Santa Chiara.

    Per la parte oscura, non mi pronuncio.

    L.

  221. famagosta ha detto:

    La Trieste austriaca non fu soggetta a politiche nazionaliste di stampo ottocentesco da parte dell’imperatore, la Trieste italiana si’, da parte del proprio governo. Quale dei due trattamenti abbia generato la “triestinita'” di cui si parla a me pare ovvio. Ma evidentemente non e’ cosi’ ovvio. (“il regnicolo” e’una metafora efficace in questo senso…)

  222. chinaski ha detto:

    scusate l’ intromissione: cosa ne pensate del bunga-bunga?

  223. capitan alcol ha detto:

    chinaski anche tu hai già scoperto il tormentone dell’inverno 2010/11 ?

    http://www.youtube.com/watch?v=3887t3M4llI

  224. capitan alcol ha detto:

    Unga bunga bunga gee!
    Unga Bunga Binga Bunga!

  225. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Visto che noi semo veci, superadi e noiosi con el nostro parlar ben dell’AU, alora fa due robe:

    1) Finissila anca ti te rimenarla ogni due per tre con Tito, foibe, esuli eccetera. Xe roba vecia, superada e de cui se ne ga parlado per zinquanta ani (me limito a seguir i tui ragionamenti eh).

    2) Se l’AU iera veeeeecia e oggi vivemo in un mondo high tech dove gavemo tuto a portata de clic, perche’ tenirse ‘sta roba vecia dei stati nazionali risorgimentali? No sa anca quei de muffa? Creemo i stati economici, dove se riunissi aree con caratteristiche socioeconomiche simili.
    El primo a smantellarse all’istante indovina quale saria.

  226. matteo ha detto:

    la cosa chiara è che il 1953 a trieste gli scontri li ha fatti l’MSI insieme alla giovane italia, comunisti non erano, neo o vecchi di destra

    l’articolo che ho messo speiga perfettamente chi erano i famosi triestini in piazza nel 1953

  227. omo vespa ha detto:

    venezian, perfetamente in sintonia – delenda austria! (ma el discorso … me go perso dopo Frauen) me par anche che un austriaco sia el mostro che governa la california.

    adeso dai, volemo el discorso de toni polster ala primavera del rapid vienna del 1985. quele si che iera parole infiamade!

  228. MARCANTONIO ha detto:

    Concordo con Matteo

  229. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ tergestin

    Mi trovi perfettamente d’accordo su un punto: il futuro non solo della vostra città ma di tutti quanti noi è FUTURO, e sarà diverso rispetto al passato e al presente.

    Sono gli uomini paurosi, o all’opposto quelli che vogliono artatamente gestire le nostre paure, quelli che ci danno la risposta più semplice: rifugiamoci nel nostro passato.

    Questo passato viene artatamente disegnato in modo da farlo apparire una calda, umida ed accogliente placenta: il luogo dal quale siamo nati, senza problemi, senza pericoli, senza dolori.

    E in questa maniera ti fanno passare l’idea che l’Austria sia il futuro di Trieste, o che lo sia il duce per l’Italia, o chissà quale altra idiota diavoleria che c’è stata, è passata da queste parti, ma se n’è anche andata.

    Io non conosco storie di citta o di civiltà che improvvisamente sono riuscite a tornare indietro nel tempo.

    Conosco invece città o civiltà che sono morte incartapecorendosi, continuando a cercare all’interno del proprio ombelico la parola magica per rinascere a vita nuova.

    Per cui – come ho detto – sono d’accordo con te: l’Europa che verrà sarà forse fatta da interazioni economiche, o forse da regioni che per qualche nuovo motivo si mettono assieme e trovano dei nuovi spazi di convivenza.

    Sarà fatta – e lo è già, in parecchie zone – di un venti per cento di persone che sono nate e vengono dalla Cina, dall’India, dal Nordafrica, dal Sudamerica, dall’est Europa, e che di Francesco Giuseppe se ne fottono altamente.

    C’è però un’alternativa.

    L’alternativa è la proliferazione delle piccole patrie, della chiusura, dell’imbecillimento, dell’acqua sacra del dio Po o – all’opposto – di una nuova camicia nera memore della precedente, di un Asburgo fatto risorgere dalla tomba e messo lì come se questo facesse diventare tutti più contenti, o di un ennesimo furbone che ci dirà che nella storia più antica del nostro popolo (puro, non inquinato, splendente) ci sono gli strumenti per governare il presente.

    Cos’è stato alla prova dei fatti Tudjman? E cos’è stato Milosevic?

    Pifferai magici, che invece di dirti: rimbocchiamoci le maniche e facciamo qualcosa di nuovo, hanno fatto passare l’altra parola d’ordine: “Nel passato eroico della nostra nazione sta il nostro sacro diritto a spaccare la testa a tutti quanti gli altri”.

    E via col randello.

    Luigi

  230. piero vis.ciada ha detto:

    famagosta:

    “La Trieste austriaca non fu soggetta a politiche nazionaliste di stampo ottocentesco da parte dell’imperatore…”

    da parte del imperatore ? ma, anche volendo, come el gavessi podù !!?? a trieste no ghe iera miga austriaci….!!!
    ghe iera solo triestini originali 🙂

  231. arlon ha detto:

    I dubi de Luigi xe legitimi, ma no i centra un klinz con la situazion de deso de Trieste, i denota una vision padanocentrica che no ga sai a veder con noi.
    Dito questo, podemo voltar pagina?

  232. massimiliano ha detto:

    ma vara tì, per tre lampadine colorade (anzi due.. dato che una xe bianca), che popò de discusiòn..

  233. piero vis.ciada ha detto:

    …”popò” in che senso !? 🙂

  234. arlon ha detto:

    @massimiliano: come se fa a no veder le implicazioni, de quele lampadine?

  235. capitan alcol ha detto:

    arlon: più che una visione esterna le paure del veneto che non accetta il clima dominante nella sua regione.
    Leggittimo farlo, come lo facevano tanti austriaci nella Vienna dell’Anschluss ma che per qualche motivo vengono completamente ignorati nei post precedenti.

  236. alpino ha detto:

    austriacanti visto che la mia idea dei ocialeti no ve piasi perchè qualchedun de voi non spaca la lampadina verde così rimangono solo quella bianca e rossa e se contenti mentre ve magnè krauti con la luganiga..austriacanti

  237. Rupel ha detto:

    i triestini sotto AU non iera austriaci ??? ma allora perché 2/3 dei triestini xe andadi via quando xe veniudi i taliani ??

  238. Bibliotopa ha detto:

    ma chi te ga contado la fiaba dei 2/3 dei triestini andai via nel ’18? te se confondi coi istriani dopo la II guera?
    xe restai ( o tornai dopo poco) perfin do austriaci come Kugy e Banfield , i ga ciapado la cittadinanza italiana, e i se la ga ben che tegnuda fin ala morte.

  239. MARCANTONIO ha detto:

    brava bibliotopa tutto vero

  240. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Ma qua nissun vol far risuscitar col vodoo Franz o Maria Teresa (la vedo duretta…) ne podemo permetterse de ragionar come se fossimo in pien TLT. Ovvio, scontado.

    Qua se zerca soluzioni zercando de ciapar a esempio (senza volerlo copiar, tuti noi savemo in che anno vivemo) visto che per molti de noi TS ga un casin de potenzialita’ inespresse, stroncade o volutamente bloccade. E questi xe fatti ed evidenze, el malaffar connesso spesso con l’Italia no se pol nasconder drio bandiere che sventola e i lo fa da sessanta anni.
    Se te se leggi la storia dei movimenti indipendentisti o perlomeno pro-autonomia a Trieste, te se rendera’ conto che i casca sempre in periodi in cui la crisi se fa piu’ nera: la gente giustamente vol che l’Italia che se disi tanto fiera e interessada a questa citta’, eviti de strozzarla economicamente e culturalmente, robe che gavemo za’ visto.

    Quindi no creder anca se fa comodo, che semo tuti veciazzi che borbotta su “quanto se stava ben soto l’Austria…”. Tutt’altro.

  241. capitan alcol ha detto:

    243: non dovrebbe dirlo lui per il semplice motivo che anche il Veneto è marginale in Italia (meno della nostra regione, ma pur sempre marginale)..

  242. MARCANTONIO ha detto:

    Capitano ma chi lo dice che la regione e’ marginale? ne sei proprio certo?

  243. Paolo Geri ha detto:

    @242. bibilotopa.
    Due terzi dei triestini ovviamente no. Ma ricordo un breve saggio di parecchi anni fa di Diana De Rosa in cui stimava in 20.000-25.000 i triestini che se andarono dalla città nel periodo 1919-1921. Non esistono ovviamente dati più precisi come invece ci sono per l’ emigrazione in Australia del secondo dopoguerra. Teniamo conto che vi fu la totale sostituzione dei lavoratori dell’ apparato pubblico e statale (poste, ferrovie, dogane, scuola, amministrazione locale, polizia, tribunale …) con personale proveniente dal Regno d’ Italia. Dati attendibili di anteguerra davano circa 5.000-6.000 persone occupate in questi settori. Ecco che la stima di 20.000 triestini (quindi circa 1/10) che dovettero emigrare è abbastanza attendibile.

  244. MARCANTONIO ha detto:

    L’emigrazione in generale e’ tutto un altro problema, emigro’ gente da ogni parte d’Italia ed era connessa alla mancanza di lavoro, non certo perche’ qui non regnava piu’ l’Austria

  245. massimiliano ha detto:

    @arlon
    era una battuta per dire che nemmeno precedenti argmenti hanno fatto sorgere tanti e variegati commenti.
    però è anche vero, se ci pensi: se ripuliamo dietrologie e ideologie, si tratta solo di
    3 lampadine… sarà felice l’ideatore della “luminaria patriottica”.. 😉

  246. MARCANTONIO ha detto:

    “fratelli d’Itlia l’Italia s’e’ desta dell’elmo di Scipio s’e’ cinta la testa”

  247. Tergestin ha detto:

    Senza contar i Triestini emigradi in anni successivi. Ricordemo che quando l’Italia iera in pieno boom da noi i serava i cantieri nel silenzio mediatico piu’ totale e i bastonava i lavoratori in sciopero.
    Mi stesso conosso un casin de Triestini de ogni eta’ ed epoca che lavora e/o vivi fora…..e forse son anca mi un de quei, ande’ saver. 🙂

    @ Marcantonio

    Quanti voti porta la region a Roma? Meno de 800.000 a ocio. Za’ qua se pol capir qualcossa…..

  248. Tergestin ha detto:

    In effetti xe piu’ la gente che commenta qua dentro che quei che xe andadi in piazza!

  249. MARCANTONIO ha detto:

    Tergestin guarda caso pero’ qua ci sono aziende leader mondiali Danieli, Fincantieri, Galileo, Ansaldo come te lo spieghi?

  250. capitan alcol ha detto:

    247: l’ho già scritto prima e lo ha ribadito matteo al #182.
    Trieste è geograficamente marginale all’Italia, ma strategica nell’Europa centro-orientale, per questo deve, per vivere, decidere in autonomia del proprio futuro.
    L’autonomia della regione è stata calpestata per decenni dalle servitù militari e dagli interessi nazionali perchè regione confinante.
    Non politici regionali (o non sono capaci) in grado di attuare una vera autonomia come quella del Trentino Alto Adige.
    Ad oggi qualsiasi problema sorga ci si deve aspettare da Roma un visto o un favore di ritorno per fare qualsiasi cosa.
    Il governo “amico” della giunta impugna leggi regionali come quella della benzina agevoltata o nella legislatura precedente quella sulla tutela delle lingue.
    Lo si vede in tutto quello ci circonda nella vita quotidiana che all’Italia del FVG “no ghe ciava niente” (scusassero l’espressione).

  251. capitan alcol ha detto:

    #254 su 4 nominate 3 sono statali.
    Comunque non è il potere economico che manca. E’ quello politico.
    Il Veneto economicamente è una potenza, ma politicamente in Italia quanto conta?
    Che io mi ricordi di politici veneti mi pare solo Rumor abbia avuto qualche ruolo degno di nota.
    Di friulani dobbiamo risalire a Stringher Governatore della Banca d’Italia in pieno ventennio.

  252. MARCANTONIO ha detto:

    E ti pare poco il potere economico?
    parli di tre che sono statali e’ vero, ma ti pare che se fossimo in regione quasi un terzo mondo come si sente, avrebbero avuto interesse a tenerle qui?

  253. Bibliotopa ha detto:

    248: pian e ben: che ovviamente gli impiegati statali asburgici, soprattutto di origine non triestina, sloveni o cechi immigrati , se ne siano andati, e mi riferisco a ferrovie, poste, proprio quelli dove i regnicoli già immigrati- e che avevano dovuto andarsene nel 1914-15-non potevano lavorare ( decreti Hohenlohe) è ovvio, che si possa arrivare a 1/10 è possibile, e che però mi sembra un tantino diverso numericamente dal 2/3 così buttato là.
    Un discorso a parte invece per la scuola: forse cambiarono i bidelli e il personale amministrativo, ma i professori cambiarono solo assai in parte: forse andarono via quelli del Ginnasio tedesco, ma quelli del Dante: Sabbadini, Szombathely, Zencovich/Zeno, Blasig, rimasero e se non erro rimasero pure quelli del nautico-commerciale, a cominciare dal grande matematico Bronzin.

  254. capitan alcol ha detto:

    E chi si lamenta? Anzi!
    Chiediti cosa succederebbe se non ci fossero, in una regione che vive accanto ad uno staterello che galoppava nel 2008 al 5,8 % di crescita del PIL (lo stesso anno in Italia era la metà).

  255. matteo ha detto:

    è roba politica marcantonio, unpo come quando mantengono o costruiscono fabbriche in sud italia, per acchiappare voti, ovvio

    noi una economia vera non abbiamo, abbiamo 1/4 di persone che lavora nel settore pubblico e non produce richezza

  256. matteo ha detto:

    poi però bibliotopia ci furono le leggi razziali e con le leggi tanti se ne andarono, anche il podesta di trieste con la tessera fascista era ebreo, se ne andò con le leggi razziali

  257. MARCANTONIO ha detto:

    Matte ti parlo di Galileo perche’ la conosco meglio delle altre tre se guardavano ai voti concentravano tutto in toscana dove e’ una delle sede principali ed un bacino di voti tre volte maggiore rispetto a qua

  258. matteo ha detto:

    “L’ EMIGRAZIONE GIULIANA NEL MONDO”
    Autori: Carlo Donato e Pio Nodari

    Edizione: Associazione Giuliani nel Mondo – Trieste 1996

    78 pagine di testo, più 16 con una ricca bibliografia e infine una trentina di pagine con tabelle statistiche (censimenti e popolazione residente nel periodo 1869 – 1991, più analisi varie degli emigrati ) caratterizzano questo libro, di carattere più statistico che storico.

    questo lo ho letto molto tempo fa in biblioteca

  259. Paolo Geri ha detto:

    @258. Bibliotopa.
    Come ho già detto 2/3 è una “sparata” (che non ho fatto io). Le caratteristiche di una sorta di emigrazione”forzata” dopo la prima guerra mondiale sono peraltro ovviamente più complesse della mera sostituzione dell’ apparato statale. Tanto per fare un esempio a mio nonno – cantante lirico (parti di secondo piano …) che lavorava spessissimo al Verdi – furono rescissi tutti i contratti con la motivazione che lui era nato a Graz.
    E’ peraltro anche vero che fra emigrazione post 1918 e quella post 1954 se ne sono andati quasi 50.000 triestini. Significa che in un secolo la composizione della popolazione è cambiata per il 25 % ed è stata sostituita da popolazione immigrata. Il che non è davvero poco.

  260. matteo ha detto:

    Secondo i dati riportati da C. Donato, P. Nodari, L’ emigrazione giuliana nel mondo. Note introduttive, “Quaderni del Centro studi economico-politici Ezio Vanoni” (di seguito Quaderni Vanoni) nn. 3-4, 1995, pp. 68 e sgg., tra il 1921 e il 1925 emigrarono all’ estero 27375 giuliani, dei quali 9329 nei Balcani e 3116 in Austria e in Cecoslovacchia; nel 1926-27 gli espatriati dalla regione furono 6233 (551 in Jugoslavia, 108 in Austria); tra il 1928 e il 1930 22370, di cui 1020 in Jugoslavia; infine tra il 1931 e il 1936 12165.

  261. matteo ha detto:

    avete i dati,

    1925 – 27375
    1930 – 22370
    1936 – 12165

    totale – 61910

    quasi un 29% su una popolazione triestina di 220000 persone, 1/3 dai

  262. MARCANTONIO ha detto:

    Matte’ se provii a fare le stesse considerazioni in Campania, Calabria,Puglia o Molise scoprirai dati di molto superiori

  263. matteo ha detto:

    sul immigrazione? due cose differenti, il 2% della popolazione che emigra durante il fascismo è un dato di fatto, vuol dire che sti fascisti proprio tanto bravi non erano

  264. matteo ha detto:

    29% ops, dati che non sono da confrontare con le regioni del sud perche sono due cose diverse, sino al 1918 l’economia prosperava e di colpo puf si è fermata

    la fiat ha fatto pressioni nel epoca fascista che la ford (uno dei pochi in europa) chida, ha raggiunto lo scopo, però a farne le spese è stata la popolazione

  265. MARCANTONIO ha detto:

    2% e’ niente rientra nella normalita’, scommettiamo se fossero rimasti i titini(e qui faccio contento Dimaco ah ah ah) la percentuale sarebbe stata molto piu’ elevata

  266. matteo ha detto:

    29% lo puoi notare dai dati che ho messo i dati che puoi verificare, mi è scampato un numero, che poi con la jugo sono cose diverse e li non abbiamo dati su quanti se ne andarono e quanti li infoibarono, numericamente però sono gonfiati

  267. Paolo Geri ha detto:

    #265. marcantonio
    Quelle che tu citi sono regioni meridionali dove l’ emigrazione significava soprattutto ricerca del posto di lavoro. Qui parliamo di una città del nord che nel lungo periodo indicato da Matteo aveva visto una fortissima ripresa economica trainata dai cantieri navali. A Trieste si veniva a cercare lavoro dall’ Istria e dal circondario.
    A Matteo faccio solo notare che – se non sbaglio – i dati da lui citati fanno riferimento all’ intera Venezia Giulia e quindi ad un bacino leggermente più ampio della sola città (o provincia) di Trieste. La sostanza del discorso resta però immutata. Poichè in cifre assolute il numero di abitanti di Trieste è praticamente uguale da 100 anni, chi se ne è andato è stato “sostituito” da chi triestino non era e quindi la composizione della città ha subito un autentico stravolgimento. E come altri hanno già detto in molti casi questo stravolgimento è stato “politicamente” voluto, sia nel primo che nel secondo dopoguerra, per non parlare del ventennio.

  268. MARCANTONIO ha detto:

    No Matte’ facevo un discorso diverso parlavo per ipotesi, quanti sarebbero andati via se Trieste fosse rimasta alla Yugo?

  269. matteo ha detto:

    Paolo geri, ma i giuliani non sono la popolazione che abita vicino a trieste? potrei sbagliare ma ho sempre saputo che si distingue l’emigrazione friulana da quella giuliana a quella goriziana, quella istriana e dalmata

    non credo che hanno pensato ad altro se non tireste e il carso

  270. MARCANTONIO ha detto:

    Paolo state parlando da chi ha sostituito triestini doc, ma non ha senso, che dovrei dire io allora, Roma e’ abitata in gran parte da figli, nipoti e pronipoti venuti dalle marche, di romani veri( e ti parlo di almeno 5 generazioni mio vanto) sono pochissimi, ma e’ cosi’ che va il mondo, non per questo a quei pronipoti non posso tacciarli di essere burini.

  271. matteo ha detto:

    0,000000000000000000000000000000000000001%

    ipoteticamente è impossibile parlarne dato che non conosciamo questo fenomeno, di certo quei del 1953 che avevano la tessera del MSI e della Giovane Italia se ne sarebbero andati, che poi erano quelli che agitavano (come ho messo l’articolo), comunisti non erano

  272. MARCANTONIO ha detto:

    e avrei voluto vede’ che fossero comunisti a loro faceva comodo il gioco
    Non se ne sarebbero andati solo quelli dell’MSI

  273. matteo ha detto:

    chi si sente di appartenere a roma quello è un romano doc, non conta la lingua la pelle o la generazione ma chi sente l’appartenenza a un territorio o piu in grande al eu

    parlare di chi ha sostituito i triestini fa capire come è cambiata la città in pochi anni

    per opposto si può dire che quelli che abitano l’istria e la dalmazia sono dei veri istriani e dalmati, non quelli che se ne sono andati, o le generazioni future, magari uno nato a roma si sente istriano, tipo grey owl – gufo grigio, si sentiva indiano ed è andato ad abitare con gl’indiani d’america

  274. matteo ha detto:

    non puoi saperlo, magari non se ne sarebbero andati, la contessa tedesca che ha la villa giu subito dopo il vallico a repen non se ne andata, eppure sappiamo che alcuni suoi parenti erano nel reich, per la cronaca di li è passato il fronte e la quella casa era adibita a ospedale

  275. MARCANTONIO ha detto:

    Non concordo Matte’ la romanita’ ce l’hai nella pelle, nell’aria che hai respirato da bambino, nel dialetto, nel modo di vivere(e qui nun ve scandalizzate ma i triestini hanno molti punti in comune coi romani), come ho gia’ detto da parte di madre ho sangue francese, ma contano le 5 generazioni romane paterne

  276. matteo ha detto:

    l’appartenenza non si misura con la lingua o le generazioni, è limitativo, posso benissimo parlare piu dialetti contemporaneamente, dialetto slavo e dialetto triestino

  277. capitan alcol ha detto:

    Resta il dato incontrovertibile dell’emigrazione negli anni del dopo guerra. Anche gli americani fecero i loro danni imponendo le loro politiche economiche (Piano Marshall) impendendo ad esempio l’esportazione di molti beni verso l’est europeo. E qual era il porto di riferimento dell’Europa centro orientale all’epoca?

  278. MARCANTONIO ha detto:

    forse non mi spiego Matte’, l’appartenenza e’ quello che si ha dentro, le radici l’aria che respiri a Roma se ti fai un giro per la citta’, so che e’ difficile sia da spiegare che da capire, ma e’ quello vedere le vestigia e sentirle proprie

  279. MARCANTONIO ha detto:

    Capitan il piano Marshal ha salvato dalla fame mezza europa

  280. capitan alcol ha detto:

    La Heimat. Brr!

  281. matteo ha detto:

    guarda che ho capito benissimo, è la stessa cosa quando cammino per trieste è penso a come era quando era austria con i palazzi au

  282. capitan alcol ha detto:

    Sarà ma gli americani di dinamiche economiche pre-esistenti ne capivano o gliene interessava veramente poco se imposero, ad esempio, alla Germania un politica di importazione del tabacco che mise in ginocchio la Grecia (repetita?) la quale viveva di esportazione di quella materia prima (50% dei ricavi da esportazione).
    Chi lo racconta? Un pericoloso comunista?
    No, uno studio promosso da una fondazione conservatrice americana.
    http://www.gmu.edu/centers/publicchoice/faculty%20pages/Tyler/Marshall_Plan.pdf

  283. capitan alcol ha detto:

    E dopo il Bunga Bunga vi lascio con un video dedicato tutto alla mia amica del cuore Ruby.

    http://www.youtube.com/watch?v=0P9QMkm9Eew&ob=av2e

  284. Bibliotopa ha detto:

    280: che danno, il piano Marshall! se non c’era quello… tant’è vero che perfino la Cecoslovacchia, l’Ungheria e la Polonia avrebbero voluto aderirvi, ma l’URSS non glielo permise. E creò il Comecon.
    Ovviamente i comunisti stalinisti sono stati educati a dir peste e corna degli USA in qualsiasi occasione.. ma ragazzi, la guerra fredda è finita, lo sapete?

  285. capitan alcol ha detto:

    287: non lo dico io (che non sono stalinista) ma lo dice un professore universitario americano. Uno che ce l’ha su con la riforma sanitaria del ‘socialista’ Obama, non credo proprio che lo critichi da sinistra.
    Leggi, leggi è divertente.

    http://www.nytimes.com/2009/10/25/health/policy/25view.html?_r=2&ref=business

  286. capitan alcol ha detto:

    Ruby! I (si batte il pugno sul petto) you!

    Ruby, Ruby, Ruby, Ruby
    And do ya, do ya, do ya, do ya
    Know what ya doing, doing to me?
    Ruby, Ruby, Ruby, Ruby

    http://www.youtube.com/watch?v=8PDRJ7HrzjM

  287. massimiliano ha detto:

    bunga bunga bunga
    presidente me lo ponga
    la la la la lallà…

  288. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    UIna delle cose più ridicole è quella di falsificare o non capire le proprie fonti.

    I numeri da te indicati NON SONO RIFERITI ALLA SOLA TRIESTE.

    Rileggi, reinterpreta, e – per cortesia – ritorna quando sarai più preparato.

    Qui bisogna ricominciare dall’ABC…

    L.

  289. Bibliotopa ha detto:

    #288 il link citato mi rimanda ad un articolo sulle assicurazioni mediche statunitensi attuali!
    invece l’articolo citato prima, che ho letto un po’ velocemente, usa l’esempio del Piano Marshall a scopi attuali, per sconsigliare attuali aiuti finanziari al terzo Mondo. Nb fa piacere riconoscere che verso la fine dell’articolo si citano, come esempi di responsabili del successo della ripresa europea il tedesco Erhard e l’italiano Luigi Einaudi.
    per inciso, il parlare di Paesi in via di sviluppo e di Terzo Mondo mi lascia i dubbi sull’anno di questo studio, non dev’essere molto recente.. L’autore è un “Libertarian atipico” ma sto rinunciando a seguire le sfumature di pensiero degli economisti contemporanei.

  290. capitan alcol ha detto:

    7. The Marshall Plan: Myths and Realities, an essay on the Marshall Plan from Doug Bandow’s U.S. Aid to the Developing World, Heritage Foundation, 1985.

    Piena Reaganomics.

  291. Bibliotopa ha detto:

    #297: Reaganomics, 1985: la tesi sembra Chiudete i cordoni della borsa. Non un unti di vista europeo..

  292. Bibliotopa ha detto:

    punto, non unti ovviamente

  293. chinaski ha detto:

    come ho gia’ detto piu’ sopra, a me le bandiere non interessano. ma alla repubblica nata dalla resistenza ci ero affezionato. lasciamo perdere per un momento il fatto che quel tricolore, qui a trieste, e’ un simbolo molto ambiguo (come tutti gli altri, a dire il vero), e parliamo del paese in generale, oggi, nel 2010. ci rendiamo conto che ormai quel tricolore, per molti, rappresenta il bunga bunga? e che il livello culturale medio di questo paese e’ pericolosamente vicino a quello delle canzoni sui “negher del menga”? si scherza, ma non si dovrebbe. l’ ironia a lungo andare diventa autoassoluzione. ognuno si cerca le sue vie di fuga, ma un corpo infetto, quando viene fatto a pezzi, continua a sviluppare l’ infezione in ciascuna delle sue parti. al sud c’e’ chi riabilita i borboni, al nord c’e’ chi delira sul sacro suolo padano, e in questo marasma c’e’ chi propone una cura fatta di patriottismo vecchio stampo. ma e’ come la mamma che continua a lustrare l’ argenteria, mentre i figli si fanno le pere nel sottopassaggio della stazione. il “decoro” come surrogato della “dignita'”. il tutto ha un aspetto deforme, grottesco.

  294. Tergestin ha detto:

    @ Chinaski

    “alla repubblica nata dalla resistenza ci ero affezionato”

    Anca dei mii parenti che ga contribuido a crearla attivamente, persone de un grande spessor morale, che piu’ de qualche mona definiria “infoibatorimagnabambiniantiitaliani”. Per fortuna che i se ga perso certi spetacoli.

    Quanto al livel culturale (e diria morale: spesso le due robe va a braccetto) medio de questo paese, el xe in evidente caduta libera.
    Qua de noi nissun ga la bacchetta magica, se proponi idee e punti de vista molto diversi: personalmente mi credo che dal passato dovemo veder in primis i errori e le magagne per no farli e subito dopo quel che de bon ghe iera: senza crogiolarse come go za dito in governi che no tornera’.

  295. chinaski ha detto:

    a scanso di equivoci, aggiungo che a casa mia non c’e’, non c’e’ mai stata e non ci sara’ mai l’ argenteria. in compenso ci sono un sacco di altre cose: libri, dvd, palloni da calcio, trenini di legno, biciclette e arnesi vari.

  296. maja ha detto:

    forsi piero podesi meter su flickr anche queste:
    http://www.slomedia.it/?mod=aktualno&action=viewOne&ID=8640

    vara ti che coincidenza! proprio a ridosso delle celebrazione de cui se sta parlando.

  297. piero vis'ciada (gastro-economico) ha detto:

    ah boris pahor iera kapò !^? no savevo… ma go sempre sospetado da quando el se la ga filada da bergen belsen 🙂

    mi su flikr meto solo roba mia, i altri canibaliza… anche robe mie …. anche qualchidun qua dentro…. birichini… !!!

    qualche “triestin original”…. no lo arresto… ma lo tegno de ocio…

    dopo i parla mal dei taliani…..

  298. piero vis'ciada (replicante) ha detto:

    china… ma te son abonado de iutub ?

  299. matteo ha detto:

    luigi

    perche diavolo devo controbattere con te? non mi interessa minimamente

  300. matteo ha detto:

    piero no xe de scherzar, me immagino cosa i diria se i metessi un nome noto e dopo la scritta iera istrian slavocomunista infoibator, su su no xe de scherzar

I commenti sono chiusi.