“Sconcertanti”, secondo gli ambientalisti, i criteri che sarebbero stati adottati per valutare le osservazioni e le opposizioni presentate sul piano regolatore di Trieste. Lo hanno affermato oggi, in una conferenza stampa, i rappresentanti di Wwf, Legambiente, Italia Nostra e Triestebella.
Risulta infatti, a quanto si è potuto apprendere da alcuni consiglieri comunali – malgrado l’incomprensibile “secretazione” decisa dal direttore generale Terranova – che “la maggior parte delle osservazioni, che chiedono modifiche migliorative del piano, hanno ricevuto parere negativo dagli uffici comunali”.
Questo perché tali osservazioni “inciderebbero su proprietà di terzi che non hanno più modo di opporsi”. E’ questo il caso della gran parte delle osservazioni degli ambientalisti, le quali chiedono tra l’altro l’eliminazione delle 18 nuove zone “C” di espansione residenziale, della zona “turistica” di Padriciano (al centro di un’indagine della magistratura penale), modifiche sostanziali anche per le zone “O1” miste strategiche (ex caserma di Banne, area del “Burlo”, area del mercato ortofrutticolo, area del “Parco del Mare”, ecc.), nonché l’eliminazione dell’art. 11 delle norme di attuazione del piano, che fa salvi i piani particolareggiati eredità del piano regolatore precedente – quello del 1997, quand’era sindaco Riccardo Illy – anche solo adottati dal Consiglio comunale.
“E’ assurdo – hanno sottolineato gli ambientalisti – che si tenti di scartare a priori un gran numero di osservazioni, migliorative del piano, con una motivazione inconsistente. La giurisprudenza del Tar Friuli Venezia Giulia, infatti, dimostra che è pienamente legittimo introdurre modifiche, anche su proprietà di terzi, accogliendo osservazioni”.
“Se così non fosse, d’altronde – proseguono gli ambientalisti – verrebbe meno il senso stesso delle osservazioni, perché diventerebbe inutile farle, salvo che sui terreni di proprietà della stessa persona che presenta l’osservazione: tutte le leggi urbanistiche (dal 1942 in poi) hanno sempre ripetuto, però, che chiunque può presentare osservazioni su un piano regolatore”.
Non basta. Risulterebbe che alcune osservazioni degli ambientalisti (e forse anche di altri) hanno ricevuto un parere negativo dagli uffici comunali, perché le previsioni contestate nel nuovo piano “erano già presenti nel piano attualmente in vigore”. Altro assurdo, poiché – hanno detto gli ambientalisti – “un nuovo piano regolatore viene predisposto proprio per modificare le previsioni di quello precedente. Richiamarsi a quest’ultimo per negare la possibilità di introdurre modifiche, fa quindi a pugni con la logica più elementare”.
Estremamente allarmati si dichiarano infine Wwf, Legambiente, Italia Nostra e Triestebella, per la piega assunta di recente dal dibattito politico sul piano regolatore. “Si assiste infatti – denunciano gli ambientalisti – ad una sorta di gara, da parte di diverse forze politiche, a introdurre modifiche che aumentino l’edificabilità su molti terreni privati. La motivazione prevalente pare essere quella di soddisfare le esigenze di molti piccoli proprietari penalizzati dal nuovo piano regolatore, ma va detto che dire di sì a tanti “piccoli” interventi può facilmente tradursi in un grande impatto cementificatore sul territorio. Inoltre, nessuna garanzia vi è che – nella foga della corsa all’accaparramento di voti – accanto agli interventi “piccoli” ne sfugga magari anche qualcuno “grande”. Con il che verrebbe completamente vanificato il non molto di buono, in termini di riduzione dell’edificabilità e del consumo di suolo che il piano regolatore conteneva in origine”.
La secretazione del piano, e della discussione su di esso, appare funzionale proprio a favorire le peggiori operazioni clientelari: “cosa possono temere i fautori della secretazione – concludono gli ambientalisti – se non il controllo democratico dei cittadini?
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