8 Giugno 2010

Tagli alla politica: i consigli provinciali di Trieste e Gorizia passano da 24 a 19 consiglieri

I consigli provinciali perderanno il 20 per cento dei consiglieri (da 24 passeranno a 19) e si andrà “a ridisegnare di conseguenza i collegi elettorali e ciascun collegio esprimerà un rappresentante in relazione all’attuale sistema elettorale. Ciò non avrà però particolari conseguenze, dal momento che già ora, come dimostrano i risultati delle ultime elezioni, non tutti i collegi sono rappresentati in Consiglio provinciale”.
Così l’assessore regionale alle Autonomie locali Federica Seganti ha confermato questa mattina, nel corso dell’incontro a Trieste con i rappresentanti delle Province di Gorizia e di Trieste e con i sindaci dei rispettivi territori, l’impegno della Regione nell’applicare, anche in Friuli Venezia Giulia, le normative nazionali che modificano l’ordinamento degli enti locali in un’ottica di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica.
Le Province di Gorizia e Trieste sono le prime a doversi adeguare in vista delle elezioni del 2011.

”Era dunque tempo di iniziare un percorso che, per quanto riguarda la ridefinizione dei collegi, compete alla Regione”, ha detto l’assessore, sottolineando che l’applicazione della norma nazionale in Friuli Venezia Giulia si deve, tra l’altro, al fatto che ”qui non è mai stato emesso alcun provvedimento legislativo sulla composizione dei consigli provinciali o sul numero degli assessori provinciali e comunali”.
Posto che il riferimento per il riordino dei collegi saranno i dati demografici evidenziati dall’Istat al 31 dicembre 2009, l’iter avviato oggi si concluderà il 30 novembre prossimo, con la stesura della nuova tabella delle circoscrizioni dei collegi provinciali.
I collegi dovranno avere una popolazione che si aggiri attorno a quelle del collegio medio (si divide il numero degli abitanti della Provincia per il numero dei collegi) e quattro sono gli scenari che si prefigurano secondo l’assessore: il sovrapporsi di Comune e collegio elettorale (che non crea problemi), la necessità di rivedere il numero dei collegi nei Comuni più grandi, quella di valutare la situazione in cui un Comune appartiene a due collegi diversi e quella di accorpare più Comuni nell’ambito di uno stesso collegio.
Tutte azioni in cui gli uffici della Regione ”collaboreranno con le Amministrazioni locali – ha assicurato l’assessore – e verranno valutate le esigenze connesse con il rispetto delle singole autonomie e la salvaguardia, ad esempio, delle minoranze linguistiche”.

La proposta di cogliere l’occasione per l’avvio di una stagione di riforme che porti ad un’effettiva semplificazione dell’amministrazione pubblica è stata fatta dagli stessi sindaci, assieme a quella di arrivare ad un contenimento della spesa attraverso la riduzione delle indennità, piuttosto che del numero dei consiglieri provinciali.
Di fatto, considerato che entro giugno la Regione chiederà a tutti i Comuni di formulare una proposta di revisione relativa al proprio territorio, la ridefinizione complessiva dei collegi sarà approvata in via preliminare dalla Giunta regionale e quindi sottoposta alle Province per il parere di competenza.
Tra i criteri da adottare per la revisione dei collegi sono già stati fissati quelli dell’integrità territoriale e della contiguità dei Comuni, dell’omogeneità strutturale e, per i collegi urbani, dell’ampiezza demografica, della struttura economica sociale, delle caratteristiche topografiche e delle eventuali ripartizioni in quartieri e rioni.

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17 commenti a Tagli alla politica: i consigli provinciali di Trieste e Gorizia passano da 24 a 19 consiglieri

  1. Aldo Flego ha detto:

    “…l’avvio di una stagione di riforme che porti ad un’effettiva semplificazione dell’amministrazione pubblica”. Principio non solo da condividere, ma da sviluppare in forma concreta, per semplificare le Istituzioni, renderne più efficace l’azione e dare più autonomia a Trieste, Muggia e Carso: più insieme e più forti.
    Ne parliamo lunedì 21 giugno prossimo, a Trieste allo STARHOTEL SAVOIA EXCELSIOR alle 18: si darà avvio, con la presentazione della proposta di legge regionale di iniziativa popolare, alla raccolta delle firme per l’istituzione della CITTA’ METROPOLITANA DELLA VENEZIA GIULIA.
    Comitato AMVG

  2. Tagliare gli sprechi ha detto:

    Mandare a casa tutti, altrochè solo 5 consiglieri.

  3. fabry ha detto:

    Dovrebbero passare da 24 a 0, ma è un passo (piccolo) nella direzione giusta 🙂

  4. alpino ha detto:

    Ma la città metropolitana delle Venezia Giulia andrebbe a sostituire la Provincia? in altri contesti non sarebbe possibile, Napoli, Milano ecc ecc 13 se non erro sono città metropolitane, rimane in piedi ugualmente il comune ed il consiglio comunale e ovviamente è incorporata nella provincia..a Trieste si può far coincidere il territorio della città metropolitana esattamente con la Provincia? penso di si altrimenti partoriamo un altro bestione da mantenere

  5. Federico Portelli ha detto:

    Ho sempre difeso le assemblee elettive e continuerò a farlo…
    Capisco la spinta a ridurne i componenti, a sfoltire un po’ e a ridisegnare i collegi.
    Ma più enfasi, però, andrebbe data alla sforbiciata che è stata assestata ai compenenti della giunta provinciale (quelli si, son costi…).
    Le competenze della provincia sono molto tecnicha. I dirigenti, di fatto, sbrogliano la gran parte del lavoro. E la giunta può dimagrire… Gli indirizzi, però, vengono fissati in assemblea provinciale. Esa secondo me dovrebeb essere ancor più valorizzata. Lì c’è il dibattito (o dovrebbe esserci) sulel scelte di “area vasta”. Lì c’è il controllo (o dovrebbe esserci) sulle materie importanti di competenza delal provincia (rifiuti, acqua, ecc).
    Comunque, tanto per completare il quadro:
    Gorizia, Pordenone e Trieste riducono i consiglieri da 24 a 19; Udine da 30 a 24.
    Il numero massimo di assessori passa si riduce invece così:
    Gorizia, Pordenone, Trieste da 8 che potevano essere, scendono a 5; Udine da 10 a 7…
    L’importante, ora, è che non vengano aumentate le indennità di funzione sia ai consiglieri che agli assessori (magari con la scusa che tocca seguir più deleghe…).
    Concludendo. Difendiamo le assemblee elettive, sede di dibattito politico-amministrativo.
    Semmai, pretendiamo tutti un po’ di più, come cittadini, dai consiglieri che abbiamo eletto!

  6. Federico Portelli ha detto:

    [senza refusi…]
    Ho sempre difeso le assemblee elettive e continuerò a farlo…
    Capisco la spinta a ridurne i componenti, a sfoltire un po’ … e a ridisegnare i collegi.
    Più enfasi, però, andrebbe data alla sforbiciata che è stata assestata, con lo stesso provvedimento, al numero massimo dei componenti della giunta provinciale (quelli, sì, son costi…).
    Le competenze della provincia sono molto “tecniche”. I dirigenti, di fatto, sbrogliano la gran parte del lavoro a supporto della giunta (ancor più che nei comuni). La giunta provinciale, quindi, può dimagrire…
    Gli indirizzi politici e le grandi scelte, però, vengono fissati in assemblea provinciale…
    Essa, a parer mio, dovrebbe essere ancor più valorizzata: lì c’è il dibattito (o dovrebbe esserci) sulle scelte di “area vasta”, lì c’è il controllo (o dovrebbe esserci) sulle materie importanti di competenza della provincia (rifiuti, acqua, ecc), lì dovrebbero esser puntati gli occhi dei cittadini.
    Comunque, tanto per completare il quadro:
    Gorizia, Pordenone e Trieste riducono i consiglieri da 24 a 19;
    Udine da 30 a 24.
    Il numero massimo di assessori si riduce invece in questo modo:
    Gorizia, Pordenone, Trieste da 8 (che potevano essere… ma non è detto che tutte le giunte utilizzassero il massimo…), scendono a 5;
    Udine da 10 a 7…
    L’importante, ora, è che non vengano aumentate le indennità di funzione sia ai consiglieri che agli assessori (magari con la scusa che tocca seguir più deleghe…).
    Concludendo. Difendiamo sempre le assemblee elettive, sede di dibattito politico-amministrativo…
    Semmai, pretendiamo tutti un po’ di più, come cittadini, dai consiglieri che abbiamo eletto!
    F. Portelli (consigliere comunale)

  7. Aldo Flego ha detto:

    @ alpino
    …naturalmente con l’istituzione della Città Metropolitana della Venezia Giulia la Provincia di Trieste viene eliminata. Attualmente nella Repubblica Italiana, pur con una Costituzione che le prevede, NON esistono ancora “città metropolitane”: ciò che si sta finalmente costruendo per i sei comuni della Venezia Giulia (non vi sono limiti per future aggregazioni nell’area di riferimento…) è il primo vero momento di inizio di una nuova realtà istituzionale e amministrativa pubblica, nell’ambito dell’autonomia regionale FVG.
    Nei prossimi giorni, prima della presentazione ufficiale al’Hotel Savoia il 21 giugno alle 18, sarà pubblicato sul web il testo della proposta di legge regionale d’iniziativa popolare, per la quale si raccoglieranno le firme dei cittadini appunto da quel giorno in avanti.
    L’incontro pubblico è l’occasione per capire in diretta, e con tutti i dettagli, la portata dell’iniziativa.
    —————————-
    @Portelli
    …condivido il pensiero sull’importanza delle assemblee elettive: sono il cardine di ogni democrazia.
    Si propone ora uno strumento per semplificare la realtà esistente, e nel contempo per rendere più efficace e integrato il lavoro politico e amministrativo comunale (specialmente con riferimento alle funzioni di area vasta, di interesse di tutti i Municipi che compongono la Città).
    Rimarco la linea guida fondamentale: nell’ambito dell’autonomia regionale, PIU’ AUTONOMIA PER TRIESTE, MUGGIA E CARSO.
    Ci vediamo, e ne parliamo, il 21 giugno….

  8. Attilio ha detto:

    Finalmente, ma è comunque un infimo taglio. Personalmrente sono per le abolizioni di tutte le Province che servono solo per motivi clientelari e costano tanti, tanti soldini ai Cittadini; a quando i Comuni metropolitani? Quando potremmo togliere i Comuni(ni) con meno di almeno 10.000 residenti ??

  9. Aldo Flego ha detto:

    @8
    …passo su passo (l’impegno è preso) si arriva in Venezia Giulia alla Città Metropolitana. Per i Comuni(ni)prevedo una soluzione automatica, la fusione, l’integrazione. Nel senso che, solo per fare un esempio, sarebbe interessante un Monrupino – Sgonico, che già hanno integrato funzioni operative…Ma anche in Provincia di Gorizia ci sono numerose opportunità da cogliere in questo senso. La decisione in ogni caso spetta alla gente, dev’essere un percorso di iniziativa popolare (ci tengo a questo).
    Stai pur certo Attilio che tra cinque anni (i tempi minimi sono questi) lo scenario delle autonomie locali sarà, come dici tu “finalmente”, ben diverso da oggi. Dipende da noi, e dipende da quanto coraggiosi e illuminati sono e saranno i pubblici amministratori.

  10. cagoia ha detto:

    concordo sul’acorpamento dei comuni.
    minimo 10.000 abitanti.
    cossa xe sta roba, xe condomìni a trieste che che ga più abitanti de sti comuni.

    210. Erto e Casso 388
    211. Tramonti di Sopra 385
    212. Resiutta 323
    213. Preone 294
    214. Andreis 293
    215. Barcis 271
    216. Dogna 216
    217. Ligosullo 190
    218. Drenchia 156

    za me vedo …
    comune del condominio di via Pasteur 2, provincia di trieste

  11. alpino ha detto:

    xe tutti furlani/carnici….

  12. Marisa ha detto:

    …..Comuni importanti e fondamentali per evitare lo spopolamento totale della montagna! E poi perchè mai il modello urbanistico della città deve essere il modello migliore? Dove è scritta questa cavolata? Forse perchè è l’unico modello che conoscete a Trieste?

  13. Marisa ha detto:

    I Comuni elencati sono tutti Comuni storici dalla storia millenaria e che, sul piano amministrativo, costano pochissimo. E i servizi pubblici sono già consorziati con i comuni vicini. A proposito, quanti dipendenti ha il Comune di Trieste? 3.000? O forse anche di più? Cominciano prima di tutto con il diminuire il numero dei dipendenti comunali di Trieste……

  14. Triestin - No se pol ha detto:

    Qua Marisa ga ragion, sui comuni minori consorziai de montagna, i sprechi xe altri e bisogna cominciar a razionalizzar le risorse umane dei comuni maggiori come Udin e Trieste…
    Nel privato i lo ciama “ristrutturazione aziendale e riorganizzazione” ( tagli … )

  15. Aldo Flego ha detto:

    Non possiamo andare avanti a colpi di spada…:-)
    In sintesi: noi cerchiamo il meglio per la Venezia Giulia, rispettando gli altri (che decidano al meglio anche loro).
    Qui si impone un momento di equilibrio e di serenità (che solo una bella separazione consensuale potrebbe portare…: ci giriamo intorno, ma alla fine credo che la soluzione migliore – senza fare fantasie o dire cavolate – sia, nell’ambito dell’autonomia regionale (difficile cambiare la Costituzione e smontare la Regione), dare voce alla gente per la soluzione giusta e possibile per la Venezia Giulia). Marisa, spero che gli Amici Friulani si diano da fare, in analoga autonoma sinergia….metropolitana.

  16. Marisa ha detto:

    Non sono le Provincie da tagliare (oltretutto sono previste dalla Costituzione !), ma sono le Regioni totalmente da rifondare. Quando sono state create nel 1947 aveva una funzione: contrapporsi al centralismo romano. Oggi, se andiamo ad analizzare la realtà della nostra Regione, troviamo un’istituzione che da una parte cerca di avere sempre maggiori competenze da Roma e contemporaneamente sta soffocando il territorio (comuni e provincie) con un centralismo esasperato. Tutto deve essere deciso dall’assessore regionale di turno: padrone assoluto. Si continua a sottrarre competenze agli altri enti locali con la scusa dei costi, come se i nuovi “baracconi” regionali non costassero nulla. Nelle altre regioni italiane tutte le strade passate dall’ANAS alla Regione, sono gestite dalle Provincie…..da noi invece Illy ha voluto creare un nuovo “baraccaone regionale”. Si centralizza tutto, dalle fiere alle camere di commercio: l’importante è sottrarre al territorio il diritto ad autoamministrarsi, di decidere al meglio. Il concetto di “sana competenzione” tra territori o istituzioni è stato cancellato.

    CANCELLIAMO LE REGIONI ormai diventate sede di stra-potere centralizzato e asfissiante!

  17. Aldo Flego ha detto:

    @Marisa

    Cancellare le Regioni… Tutto si può fare. Mi piace di più l’espressione “rifondare”. Ma per cambiare bisogna far riferimento alla Costituzione, non bastano slogan o appelli, lo sai bene. E la Costituzione si cambia solo se la politica (i partiti) ti dà il placet. O se riesci a raccogliere un milione di firme per una proposta di legge costituzionale, da sottoporre alle Camere….
    Mi è piaciuta, la condivido, la tua espressione di garanzia per il territorio…. il diritto ad autoamministrarsi, di decidere al meglio.
    In questo senso, in base alla vigente Costituzione, si raccoglieranno a breve le 15.000 firme per la proposta di legge regionale sulla Città Metropolitana della Venezia Giulia.

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