25 Maggio 2010

L’Università di Trieste dietro lo spot-shock del feto nello spritz

Un feto in un bicchiere di spritz. E’ la campagna shock lanciata nel Trevigiano contro il consumo di alcol in gravidanza.
Dietro lo spot c’è anche (oltre a quello di Fabrica, l’agenzia di comunicazione del gruppo Benetton) lo zampino dell’Università di Trieste: l’idea rientra infatti nel più ampio progetto ‘Kambio Marcia – In attesa cambia’, realizzato dal servizio di alcologia del Dipartimento per le dipendenze, in collaborazione con l’Ateneto giuliano nell’ambito di un dottorato di ricerca.

In effetti in Italia ben sei donne su dieci non rinunciano all’alcol nonostante aspettino un bambino: fanno uso quotidiano, anche se spesso in minor quantità, di vino, birra, aperitivi alcolici, amari o superalcolici, pensando di non arrecare nessun danno. Invece, anche un consumo minimo di alcol risulta tossico e può rivelarsi letale per la salute e lo sviluppo del feto.

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1 commenti a L’Università di Trieste dietro lo spot-shock del feto nello spritz

  1. brio zona (blog) ha detto:

    Non solo l’alcool è il problema.
    Anche quello che si respira, mangia…

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