7 Maggio 2010

Il Nord Italia si separa dal “Bordello” e se ne va con Austria, Slovenia e Croazia

The Economist ridisegna la cartina dell’Europa in base a parametri economici, politici e di affinità. Cosa succede all’Italia? “Vicini di casa” del Settentrione rimangono Austria, Slovenia e Croazia, mentre il Sud “da Roma in giù si riunirebbe alla Sicilia, formando un nuovo Paese, ufficialmente denominato Regno delle Sicilie, ma soprannominato “Bordello”. Formerebbe un’unione monetaria con la Grecia, nessun altro”. Nord Italia, Austria, Slovenia e Croazia formerebbero una nuova nazione retta dal doge di Venezia.

Quanto alla Gran Bretagna, che dopo le elezioni sarà costretta a fronteggiare il problema dei conti pubblici, si dovrebbe spostare a sud, più precisamente vicino alle Azzorre.

Germania e Francia, secondo la fanta-cartina, potrebbero restare dove sono, mentre il posto della Gran Bretagna verrebbe occupato dalla Polonia, con il mare a difenderla dai “potenziali invasori”.

La Svizzera si muove invece a nord, con la sua storica neutralità che ben si sposerebbe ai nuovi vicini: Finlandia e Svezia. E la Norvegia “sarebbe ben felice di avere accanto un altro Paese non membro dell’Unione europea”.

Leggi l’articolo completo pubblicato dal settimanale The Economist

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91 commenti a Il Nord Italia si separa dal “Bordello” e se ne va con Austria, Slovenia e Croazia

  1. unknow1971 ha detto:

    sembra un boutade e invece….

    http://www.economist.com/world/europe/displayStory.cfm?story_id=16003661&source=most_commented

    ps: 397 comments su sito economist.com! altro che bora.la quando si baruffa di dialetti!!! 😉

  2. unknow1971 ha detto:

    arghhh!!!

    avete messo il link mentre scrivevo il post!!! non vale!!

  3. alpino ha detto:

    a mi me par na cazzada

  4. enrico maria milic ha detto:

    difficile non auspicare uno scenario simile, almeno nei giorni in cui ti gira la luna storta

  5. Diego ha detto:

    Riportare una notizia ci sta ma il passaggio “soprannominato “Bordello”” fa ben capire di che pasta di m€rd@ siete fatti… complimenti per la l’obbiettività e la grande propensione al giornalismo puro

  6. alpino ha detto:

    io me la prenderei direttamente con Economist che si prende le solite licenze d’offesa verso noi italiani definendo “Bordello” il sud Italia, anche a me ha fatto dispiacere vedere come Bora.la l’abbia voluto subito evidenziare nel titolo, caxxo sto paese vi fa proprio tanto schifo a tutti..
    Una cavolata come questo pseudo risiKo economico non meritava neppure di essere citato, ma si sa creerà post

  7. Julius Franzot ha detto:

    In fondo si tratta di un ampliamento dell’Euroregione e soprattutto della ricostituzione della Nostra Monarchia, almeno in parte, come già Strauss aveva proposto nei primi anni sessanta.
    Chiaramente che tale costruzione avrebbe bisogno di modifiche e limature, ma è già una gran cosa che la Lega ritorni sui suoi temi pre-razzisti e consideri i confini attuali come potenzialmente rivedibili.

  8. arlon ha detto:

    D’altronde xe l’economist. Chi lo legi, nel mondo, po’?
    Per mi i xe furlani.

  9. Euroscettico ha detto:

    The Economist o la Padania? ..o la solita goliardica provocazione dalla perfida Albione? …d’altronde hanno ben poco da ridere in Inghilterra.
    P.S. sbaglio o Bora.la sta perdendo colpi?

  10. clax ha detto:

    bordello? e’ la pura, sacrosanta verita’. scomoda, certo, non facile da digerire, perche c’e’ da vergognarsi, me e’ la verita’.
    tanto vera che rischia nuovamente di diventare uno stereotipo dell’italia.

  11. annalisaturel - pasta di m€rd@ ha detto:

    @Diego: non mi è chiara la frase “complimenti per la l’obbiettività e la grande propensione al giornalismo puro”.

  12. clax ha detto:

    direi che sono stati anche buoni, grazie allo spettacolo del sultano, avrebbero potuto infilaci anche l’intero polpaccio dentro lo stivale, non solamente il piede e la caviglia.

  13. Macia ha detto:

    La solita sprezzante superficialità degli inglesi, che credono di poter dettare modelli a tutti. Unita alla sufficienza con la quale molti italiani guardano al proprio Paese.

  14. chinaski ha detto:

    ma el vatican dove i lo cazza? su una piattaforma petrolifera tra l’ irlanda e la polonia?

  15. enrico maria milic ha detto:

    ci rendiamo conto che forse per un po’ di lettori del sito avremmo dovuto far finta che l’articolo dell’economist non esistesse… o far finta che parlasse bene dell’italia e del sud italia…
    quello sì che sarebbe stato grande giornalismo, vero?

    effettivamente la censura e la revisione dei fatti a piacimento di chi scrive è una caratterisca imperante dei media più gettonati in italia. non stupisce che gli effetti di raiset si sentano anche qua…

  16. Bibliotopa ha detto:

    Ma l’Economist è una rivista culturale o un tabloid aspirante umoristico?
    anche se a me sembra che ci sia poco da ridere ma anche poco da capire sulla logica delle scelte.. solo qualcuno che vive qua con il calendario aggiornato a 100 anni fa ci può sognare la ricostituzione della Duplice Monarchia, visto che suggeriscono l’unione di Italia del Nord, Slovenia e Croazia,con capitale Venezia, senza Austria, senza Ungheria e con la Cecoslovacchia allontanata al posto del Belgio!
    l’impressione è di una fumatina la sera prima..

  17. adriano ha detto:

    Basta che al posto del doge no ‘rivi qualche duce.

  18. effebi ha detto:

    posto che da sempre le cose si rimescolano (prendere le cartine europee da giulio cease in poi) non mi stupisco se qualcuno si diverte a immaginare quelle future.

    ricordo però che prima di ogni “emissione” di nuove cartine c’è sempre stata una bella “baraonda”… fate voi…

    sul discorso “bordello” credo che ne abbiano parecchio in casa loro senza che debbano andare a cercarlo nelle case degli altri

  19. Richi ha detto:

    Credo di conoscere sufficentemente bene gli inglesi per poter affermare che questa opinione ce l’hanno sul serio in molti, ma la mettono giu’ come scherzo per non far adirare troppa gente…..anche se pare che non ci siano riusciti.

  20. ufo ha detto:

    “*bleep* sto paese vi fa proprio tanto schifo a tutti..” Ma quanto te son emotivo.
    No xe el paese che no ne garba. Personalmente tra coline umbre e toscane, dolomiti, domila ani de rudinazi e quel che xe rimasto de Venezia el pacchetto non me dispiasi afato. Poi ghe xe anca la pizza, e xe l’unico posto che conoscio dove anche el gelato industriale xe bon. Tuto asieme un bel posto de visitar come turista o studente. E no xe colpa del Gran Paradiso ne dei faraglioni se invece de andar in ferie in Italia se trovemo invece sti altri in casa nostra che se comporta come se ghe partenissi. Pacifico che se el Bel paese el fussi abità da onesti, seri e laboriosi senegalesi saria più facile andarghe dacordo.

    Mi proponesi una miglioria alla mapa. Secondo mi i Cechi no i se trovasi tanto ben dove che i li ga smacai. Xe dai tempi de Franz che a lori no ghe dispiaseva afato venir zo a tociar i pie in Adriatico, e po’ tra Sloveni e Cechi ghe xe sempre stà un certo feeling. Podessimo sburtar i veneti un poco più in là e farghe un tochetin de spazio in mezo per lori.

  21. Macia ha detto:

    Non era il fatto di non parlarne. Non amo invece un certo diffuso atteggiamento di disprezzo di quasi tutto ciò che è italiano, preferendogli ideologicamente quanto viene dall’estero, venga dall’Inghilterra o dalla Slovenia.
    Anche il giusto affetto per la propria città e i territori ad essa limitrofi (anche non italiani o non più italiani) assume talvolta toni di nostalgia giallonera o da TLT veramente ridicola e antistorica. Si è arrivati anche, con un articolo d’una superficialità disarmante, a inneggiare a Tito come ad un liberatore.
    Lo scrivo da lettore affezionato.

  22. enrico maria milic ha detto:

    @ macia

    trovo che considerare Trieste semplicemente ‘italiana’ sia nota di un pensiero in continuità con le tragedie che hanno segnato questi territori.

    d’altronde non penso che dobbiamo per forza essere a favore della secessione o del ritorno dell’Austria Felix (semper)

  23. paolo ha detto:

    Bè quelli sotto Roma non si sono integrati in 150 anni effettivamente. Non si sono liberati delle mafie perchè forse conviene così. Se fondiamo il nord con la slovenia e la croazia che non sono migliori del sud non vedo grandi guadagni. L’unica cosa è che Venezia tornerebbe padrona in Istria e Dalmazia.

  24. paolo ha detto:

    @ufo

    i cechi non vedevano di buon occhio l’impero asburgico. Ricordi una divisione cecoslovacca a Vittorio Veneto?

  25. Macia ha detto:

    @emm
    Nei miei commenti non c’è traccia di pretesa esclusività italiana su Trieste.

  26. Macia ha detto:

    Pretesa esclusività culturale, intendo. Politica e di sovranità sì.

  27. Barbara Belluzzo ha detto:

    strano la grecia sia ancora al suo posto. potevano metterla all’equatore.

    definire il sud italia un bordello non significa denigrarlo. me par sai oggettiva come qualifica. anche perchè forse è una delle poche parole italiane conosciute dai btitish.

  28. massimiliano ha detto:

    “i cechi non vedevano di buon occhio l’impero asburgico”
    sembra la pubblicità di un collirio mitteleuropeo…

    😉 si, so che manca una “i”, ma le cazzade le vien fora sole, sopratuto de venerdì sera…

  29. clax ha detto:

    evidentemente il nostro solito bordello ce lo esportiamo da soli:

    Please note that the article suggested that the new southern Italian country would be called “Two Sicilies” officially. It was suggested (actually by the author’s Piedmontese wife) that it would be nicknamed “Bordello”.
    ………..

    Regards
    The Author

  30. clax ha detto:

    comunque il suditalia non ha avuto 50 anni di comunismo, ma cinquant’anni di beneficienza. dunque….

  31. clax ha detto:

    Please can everyone enjoy their weekend and stop taking things so seriously!

    Regards
    The Author

  32. ser Paolo ha detto:

    Ma ci rendiamo conto che almeno qualcuno, all’estero, ci mette tra le regioni “avanzate”?

  33. Bibliotopa ha detto:

    rileggo il passo:
    “But Austria could shift westwards into Switzerland’s place, making room for Slovenia and Croatia to move north-west too.* They could join northern Italy in a new regional alliance (ideally it would run by a Doge, from Venice).”
    provo a tradurre:
    L’Austria potrebbe scorrere ad ovest al posto della Svizzera, lasciando posto perchè Slovenia e Croazia possano anch’esse muoversi verso nord-ovest. Esse potrebbero unirsi al Nord Italia in una nuova alleanza regionale ( idealmente governata da un Doge, da Venezia.)

    Io quell'”Esse” lo capisco riferito a Slovenia e Croazia, più che all’Austria, ormai spostata al posto della Svizzera. ( e cossa, per comprarme orologi e cioccolata me tocheria andar fin suso?)
    Per Venezia e il doge, non capisco se gli articolisti lo suggeriscono come un contentino alla Liga veneta o sottintendono che forse tanti italiani potrebbero essere felici di essere governati da un Doge, che in latino si chiamava Dux…

  34. Euroscettico ha detto:

    quoto Macia… Sono stato di recente in Inghilterra e credo che l’Economist si dovrebbe occupare di più dei tanti problemi che affliggono il loro paese, per esempio nelle città inglesi un numero sempre più crescente di ragazzi under 18 si ritrova ad avere a che fare con la giustizia ben prima della maggiore età… per non parlare poi dell’alcolismo, vera piaga sociale da decenni oramai.

  35. Bibliotopa ha detto:

    e per l’unione monetaria del “bordello”… Roma e Atene.. culturalmente mica male, visto che è a loro che, con buona pace del Celti e dei Wendi, dobbiamo una notevole parte della nostra civiltà.

  36. Richi ha detto:

    @ Paolo 23

    Come fa notare qualcuno, Slovenia e Croazia hanno avuto 50 anni di comunismo e non di beneficenza. Ed ora, in tempi attuali, sono si’ meglio messe del Mezzogiorno sotto tutti i punti di vista e le statistiche (specialmente la Slovenia). Basta farsi un giro a Lubjana e uno a Napoli per arrivarci subito.
    Fara’ andare in bestia molti, specialmente gli italianissimi di origini duosiciliane, ma e’ la pura, lampante e verificabilissima realta’.
    Poi attenzione, lungi da me dire che Slovenia e Croazia siano prive di problemi e non abbiano le loro magagne: tutt’altro. Ma la realta’ e’ questa, poco da farci.

    Detto questo, si tranquillizzino gli amanti del Tricolore perche’ la voragine tra Lazio e Toscana NON si aprira’ (specifico perche’ alcuni pigliano sempre tutto sul serio).

  37. Richi ha detto:

    Comunque e’ da notare il fatto come l’Italia sia L’UNICO stato che viene diviso nettamente nella fantomatica cartina.

  38. Euroscettico ha detto:

    grazie Richi mi stavo preoccupando…

  39. ser Paolo ha detto:

    Ma Zaia, vedi pag. 10 del Picolo de ogi, xe un giornalista dell’Economist?

  40. Bibliotopa ha detto:

    L’UNICO?
    e la divisione fra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord?
    Bretagna, Paesi Baschi e Catalogna invece sempre uniti alla loro Madrepatria..

  41. alpino ha detto:

    io mi tengo volentieri il sud e lascio a chiunque le volesse slovenia e croazia, intanto muovo i miei carrarmatini verso l’Inghilterra, la battaglia a Risiko/Economist continua..
    Dio salvi la regina dalle cazzade dei suoi sudditi

  42. Euroscettico ha detto:

    Però gli inglesi così vicini nella nuova cartina NOOOO… puzzano! Avendoli conosciuti ho scoperto la loro poca propensione all’igiene personale… prrrr 😉

  43. clax ha detto:

    Dante Alighieri Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI,

    Ahi serva Italia, di dolore ostello,
    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di province, ma bordello!

  44. Richi ha detto:

    @ Bibliotopa

    Irlanda del Nord, Galles e Scozia xe fortemente autonomi e se considera posti a se’, diversi dall’Inghilterra vera e propria, la cui bandiera xe la crose de San Giorgio, molto usada e non quella a crosi rosse e blu (sventolada abbastanza meno in UK) che vedemo all’estero. Ovviamente i ga staccado e ribadido la differenza. Lo davo per scontado.

  45. Richi ha detto:

    @ Alpino 41

    Eh, chissa’ perche’ 🙂

  46. ThaVampire ha detto:

    serbi dio l’austriaco regno….che po cosa centra el doge con Tergeste? noi i “cagainacqua” no li gavemo mai digeridi più de tanto…e per risponderghe a no me ricordo chi (sarà freudiano) mi fazo scambio volentieri slo e hr e te laso i cif

  47. alpino ha detto:

    perchè caro Richi dimmelo tu? 🙂
    comunque dedicato all’Economist enjoy the song!
    http://www.youtube.com/watch?v=Gg2iiae37EI&feature=related

  48. Euroscettico ha detto:

    Mitico Marco Carena!!!! YEAHHHH 😀

  49. Diego ha detto:

    oviamente non son mi quel del comento 5 😉

    forse anca the economist legi tuti i comenti che vien fora su Bora.La quando se parla de quela maledeta barca et simili…
    me par che nissun però gaveva ancora usà la parola bordello, quela efetivamente i se la podeva risparmiar, anca se fa pensar el fato che sia l’unico nome cambiado.
    mi son favorevole che la rep. ceca vegni qua vicin, le mule xe ssai bele 😛

  50. ThaVampire ha detto:

    visto che semo governadi da un put…er mi e che i ne sta mandando a putt..ne bordello no me par cusi sbaglià comunque! 😀

  51. jacum ha detto:

    emm,
    “d’altronde non penso che dobbiamo per forza essere a favore della secessione o del ritorno dell’Austria Felix (semper)”

    nessuno parla di forza e costrizione, queste sono tipiche del’italia e del suo regime.
    Parlare di Territorio Libero di Trieste non è per niente anacronistico o antistorico, ma attuale.

    ne vedremo delle belle.

  52. ciccio beppe ha detto:

    Questa dell’Economist è pura deviazione professionale. Se il giornale si chiamava The Geologist la deriva dei continenti avrebbe assunto forme più sensate.
    Mi domando a questo punto se i giornalisti quando tornano a casa dalla moglie le chiedono quanto prende a notte.

  53. tom sawyer ha detto:

    ai giornalisti dell’ economist dico semplicemente: *parlateci dei rapporti di produzione*

  54. Euroscettico ha detto:

    sì sì quoto Diego vogliamo vicino le donne ceche e gli inglesi puzzoni con jacum ben lontani 😉

  55. piero vis'ciada ha detto:

    – a mi i bordei me piaseva
    …pecà che i li ga seradi.

  56. Michele ha detto:

    com’e` vecchia, piccola e lontana l’Europa che si perde in tali futili discgressioni. Il centro del mondo non e` piu` la`… E da lungo tempo ormai, anche se i suoi cittadini sembra non se ne siano ancora accorti.
    Quanto all’immagine dell’Italia, raccoglie quello che ha seminato. Nonostante ci siano ancora persone serie e di grande levatura politica, morale ed intellettuale che sentono e vivono tale situazione con responsabile senso di impotenza.

  57. bagarino ha detto:

    Da inglese ‘puzzone’ (grazie ‘Euroscettico’) mi fa ridere quest’offesa sentita dal falange garibaldiana e pro-unitario che in 20 anni non ho mai incontrato a TS. Un pò di fumo dall’Economist e escono dal legno d’Italia unita come le tarme.
    Per quanto riguarda gli articoli (nell’Economist) critici verso Berlusconi e l’Italia e senza firma sono scritti dalla giornalista ex-deputata PCI, ex-PD, adesso dei Verdi, ex-cittadina inglese Tana de Zulueta. Parole dall’Italia pubblicate all’estero.

  58. sarmata ha detto:

    Mafia meridionale al sud e mafia brianzola al nord. Più democratico di così…..

  59. milost ha detto:

    Bravo Clax, mi associo, con la citazione dantesca per me hai individuato esattamente la questione ( storico-genetica) e concluso il discorso.

  60. alpino ha detto:

    falange garibaldina pro unitario ahahahah che cos’è umor British?
    potevi buttarci dento un po’ di democraticocristianafiloliberalebelusconianapduistamassonica di chiara derivazionedestrorsaeversiva…ora che ci penso forse ho capito perchè Mr Bean nei suoi nelle sue scenette non apre mai bocca 🙂

  61. Fabio Urlini ha detto:

    Dove devo firmar per realizzar sta roba?

  62. bagarino ha detto:

    Per chi legge l’inglese c’è un articolo sulla radice della crisi greca:

    http://www.guardian.co.uk/business/2010/may/07/greek-debt-crisis-jobs

    L’ho letto e devo dire che certi paralleli con il modo di gestire il neo-Regno delle Sicilie ci sono. Poveri greci senza un ‘nord’ a saldare il conto.

  63. Euroscettico ha detto:

    provocazione: se avessero collocato l’amata Slovenia in cul al mondo…Bora.la avrebbe mai pubblicato questa notiziona?? 😉

  64. Euroscettico ha detto:

    @ Bagarino scusa se ti sei offeso, ma ricordati che a Roma chiamavano Mussolini “er puzzone” per gli stessi motivi…
    La mia era una provazione rispondendo con un luogo comune ai tanti luoghi comuni che gli inglesi hanno su di noi…tutto qui 🙂

  65. Richi ha detto:

    Gli inglesi non hanno tutti questi luoghi comuni su di noi. E’ un errore tipico che fa chi vive in Italia (da qualunque ideologia venga): pensare che tutto il mondo punti gli occhi addosso alla penisola parlandone di continuo.

    Sostanzialmente gli inglesi che conoscono un po’ l’Italia, la vedono come un insieme di staterelli, che poco o niente hanno in comune tra loro, uniti. Inglesi e Scozzesi hanno molte cose in comune visti da fuori, eppure ambedue ci tengono a essere ben distinti (Inglesi e Irlandesi, che a noi sembrano di aspetto simile, sui curriculum vengono indicati come RAZZE distinte).

    Aggiungo un’ulteriore nota sugli inglesi: sono molto patriottici ed attaccati alle loro tradizioni e al loro stile di vita e al tempo stesso, nettamente antifascisti (i giornali della destra populista hanno dato addosso per primi a Nick Griffin, il leader del BNP).
    Nel belpaese, un patriottismo simile e’ raro da vedere, specie di questi tempi.

  66. enrico maria milic ha detto:

    in gran bretagna c’ho vissuto, assieme a inglese, irlandesi e a gente di tutto il mondo. i pregiudizi inglesi sono gli stessi degli altri che sanno qualcosa o molto dell’italia. qualcosa di vero ci sarà, no?

    rispetto all’articolo del guardian, cito questa frase che riguarda la grecia ma potrebbe benissimo riguardare il… “bordello” (e anche tante volte il nord italia, si capisce):

    “power has been used to dispense patronage and reward voters with jobs – a practice that increasingly triggered labour unrest and dragged down the economy. In the shadow of bloody civil war, the state was the great connector.”

  67. Richi ha detto:

    @ EMM

    Confermo e credo te pol immaginar perche’ posso dir de conosser gli inglesi 😉

  68. Richi ha detto:

    In ogni caso mi chiedo: ma perche’ se il paese Italia ha tot problemi, criticarli e parlarne e’ una cosa vista con l’ottica di un tradimento alla madre patria?
    Meglio l’immondizia sotto al tappeto e il girarsi dall’altra parte?

  69. Julius Franzot ha detto:

    La “madre patria” non ha lo stesso significato per tutti. Anche se lo avesse, poi bisognerebbe guardare se sia stata madre o matrigna e se sia possibile riformarla a partire da una quasi-exclave ai confini.
    Per me la Madre patria si chiama Europa.

  70. alpino ha detto:

    quoto 62 di euroscettico

  71. enrico maria milic ha detto:

    quoto 68 di julius e 67 di richi

  72. chinaski ha detto:

    35 anni prima di tarantini…

    http://www.youtube.com/watch?v=F9Vg2gGFZQg

  73. sarmata ha detto:

    Bellissimi gli spezzoni del film “In nome del popolo italiano”.
    Qua c’è qualcosa di più recente (preferisco comunque i vecchi Tognazzi e Gasmann)

    http://www.youtube.com/watch?v=N5ik-e2x7E8

  74. cagoia ha detto:

    1) No al doge. Preferisso Otto.
    2) Meio de no a tutta la Croazia. basta Istria e Dalmazia.
    3) come ga dito qualchedun ghe lassassi anche el polpaccio al bordel

    comunque za cussì saria un passo avanti…. ENORME.

  75. cagoia ha detto:

    go l’impression che chi ghe tien tanto al bordel ga origini che vien da la.
    (i colonizzatori ocupanti… come dir)

  76. Euroscettico ha detto:

    mi dispiace deluderti cagoia più nordiche di quanto tu pensi le mie origini, come al solito le tue impressioni sono sbagliate come tutti i tuoi interventi razzisti e inutili… studia studia cagoia… che xé mejo! cordialità 🙂

  77. lou ha detto:

    Bordello e chi se ne frega

  78. arlon ha detto:

    quoto #93, #80 e #112!

  79. marisa ha detto:

    Da un articolo del GAZZETTINO – ed. Udine – venerdì 7 maggio 2010 – pagina 25

    TITOLO: Nell’Europa del futuro più macroregioni e meno Stati nazionali

    FIRMATO: Massimo Fini

    “(…) In disucussione è il senso o meno della nostra unità nazionale e non solo la nostra. E’ oggettivo che l’Italia ha dato il meglio di sè quando non era unita. La grande letteraura, Dante, Petrarca, Cavalcanti, l’Ariosto, il Tasso fino a Foscolo (…). La grande arte, Leonardo, , Michelangelo (…). L’Italia dei Comuni e delle repubbliche marinare. L’Italia-laboratorio che con la nascita, a Firenze e nel piacentino, di una forte classe di mercanti darà inizio alla Modernità. L’unità d’Italia fu dovuta ad una azione elitaria (ai plebesciti partecipò il 4% della popolazione) e di forza resa necessaria da due ragioni. Una politica (…). Una economica (…). Ma oggi? Nessun Paese, tranne la Francia e quelli scandinavi, è così coeso da dare rissposta alle forti richieste identitarie che, in epoca di globalizzazione, salgono dalle comunità locali. D’altro canto nessun Paese è così grande da assicurare da solo la difesa. Inoltre in un’Europa unita economicamente non esistono barriere doganali. Quando sarà unita anche politicamente è fatale che gli Stati nazionali tendano a perdere progressivamente il loro ruolo fino a scomparire del tutto. Nell’Europa politica del futuro, se si realizzerà, i punti di riferimento periferici non saranno più gli Stati nazionali ma, come aveva intuito la Lega delle origini, le macroregioni, cioè aree omogeneee per interessi, economia, way of life, clima che supereranno gli antichi confini nazionali, la Ligura di Ponente si unirà alla Provenza, la Savoia italiana a quella francese, il Tirolo alla Baviera e all’Alto Adige e così via.
    (…)Gli Stati nazionali hanno rappresentato per alcuni secoli la soluzione trovata dagli uomini per affrontare certi problemi. Ma sono anch’essi destinati a sparire presi nella tenaglia della globalizzazione e del ritorno prepotente delle “piccole patrie”. (..) è impossibile e comunque antistorico che oggi gli italiani ritrovino i furori e i sentimenti risorgimentali e si riconoscano in un’unità che, di fatto, non esiste più da tempo se non quando gioca la Nazionale di calcio.”
    MASSIMO FINI

  80. arlon ha detto:

    concordo totalmente (come quasi sempre, xe preoccupante) con Fini.

  81. cagoia ha detto:

    anche mi.

  82. tom sawyer ha detto:

    parliamo dei rapporti di produzione

    Gianni Rinaldini: «Esasperazione e rabbia sono figlie della crisi»

    (da l’unita’ di oggi)

    La Grecia e l’Italia, le manifestazioni in piazza ad Atene fino ai morti, fino alla tragedia, la protesta operaia a Milano o in Sardegna, protesta che per conquistare attenzione inventa forme di lotta, la «conquista» di un carroponte all’Innse di via Rubattino o l’occupazione all’Asinara, forme di lotta clamorose, dettate dalla paura di fronte alle minacce, alla povertà o all’assenza della politica, ai colpi di mano dei «padroni», che chiudono di nottetempo e nascondono altrove i macchinari. Ne parliamo con il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini, che intanto racconta di una crisi «devastante, assolutamente devastante, al di là delle tante chiacchiere di chi un giorno la vede superata e un altro la vede così così». «Una crisi – insiste Rinaldini – comparabile solo a quella del 1929, il crollo di Wall Street, con una differenza però, al di là delle drammatiche conseguenze, almeno nei paesi democratici (altrove la risposta fu autoritaria: nazismo e fascismo) si individuò una via che condusse alla definizione dell’intervento pubblico e, in Europa, dello stato sociale».

    Ma Keynes non è più di moda, ormai, e lo stato sociale è sotto assedio…
    «Infatti non vedo all’orizzonte niente di tutto quello. Non lo vedo nella politica tanto di una destra democratica quanto della sinistra, non vedo nessun ripensamento a proposito delle ragioni che ci hanno condotto a questo disastro. Percepisco solo un balbettio di regole da consegnare al sistema finanziario, come se la crisi non fosse assieme crisi di un sistema finanziario e di un modello sociale. Da qui si deve partire per capire una situazione folle come quella che sta vivendo la Grecia, dove succede che a dettare le condizioni dell’assetto sociale, siano il Fondo monetario internazionale o la Banca centrale europea, che hanno espropriato un governo legittimo e cancellato la politica».

    Son cose che si cominciano a vedere anche in Italia…
    «Queste sono le regole dettate dalle istituzioni finanziarie e, dalle multinazionali… faccio fatica a distinguere. L’Italia? Non siamo affatto oltre la crisi. Anzi, per l’occupazione, siamo nella fase peggiore. Ma la crisi serve a governo e Confindustria per dettare nuove relazioni sociali: si parte con l’accordo separato sul sistema contrattuale, si continua con il collegato sul lavoro, ci si mette in mezzo la riduzione delle tutele sul lavoro e l’aumento della precarizzazione. E presto ci toccherà sentire l’annuncio del superamento dello Statuto dei lavoratori. Basterebbe pensare al collegato sul lavoro e la stessa idea di federalismo, che, come ha spiegato il presidente leghista del Veneto, più che il fisco toccherà materie contrattuali, approfittando peraltro di una scelta del governo di centrosinistra, un errore, che assegnava alle Regioni una titolarità legislativa concorrente anche su “tutela e sicurezza” del lavoro. Il tutto avviene negando la democrazia, perché i lavoratori non possono votare niente, ai metalmeccanici è stato persino impedito di votare il loro contratto, prefigurando un assetto sociale che prelude a un assetto di carattere autoritario della società. In altri termini: una volta risolta la questione sociale, nessuno si può illudere: a quel punto la torsione autoritaria sarà tale fino a colpire la Costituzione».

    Nelle fabbriche di tutto questo quanto si avverte?
    «Si coglie grande disagio e una frattura totale dalla politica. Vedo un disagio che a partire dalla condizione delle giovani generazioni può andare da qualsiasi parte e questo, come sempre storicamente, è molto pericoloso. Una condizione di disagio che finora, se penso a certe aziende metalmeccaniche e ad altre informatiche, ha trovato una interlocuzione nel sindacato. Ma voglio ricordare un episodio particolare: quello del lavoratore che dopo mesi di cassa integrazione davanti alla moglie si infligge sette coltellate, gridando che non si può andare avanti così… Come non vedere che se viene a mancare la speranza, le reazioni diventano esasperate, anche determinando quell’isolamento individuale che conduce a tragedie di quel genere. I suicidi sono già stati numerosi….».

    Nell’esasperazione si può dar spazio a una deriva terroristica?
    «Non credo. La situazione non è paragonabile. Altra fase storica, altro momento della politica».

    Perché dentro il terrorismo, a costruirne l’ideologia, stava anche la politica…
    «Vedo la possibilità di rivolte, nel senso di una esasperazione della protesta in forme particolarmente dure… Sono stato a Pomigliano ad un’assemblea. Si è discusso delle nuove regole che la Fiat vorrebbe imporre. Bisogna sapere che cosa ad esempio significa lavorare sulla linea di montaggio, per capire che cosa significano l’aumento dei ritmi, la riduzione delle pause, i diciotto turni. Prendere o lasciare, dice la Fiat, annullando la negoziazione, annullando la stessa dignità dei lavoratori… Salvo scoprire fra un po’ di tempo che ci saranno molti inidonei per eccesso di sfruttamento. Allora la Fiat, come fa in altri stabilimenti (a Melfi ad esempio) chiederà come liberarsi dagli inidonei, dopo averli spremuti. Ma un rapporto fondato sulla precarietà, sullo smantellamento delle tutele, sull’insicurezza sociale e del lavoro, insomma sull’”usa e getta” dei lavoratori è un rapporto sociale in sé violento».

    10 maggio 2010

  83. effebi ha detto:

    Histria et Siscia
    “Leggo una seria proposta di suddivisione della Croazia in cinque regioni. Mi correggo: la proposta è seria soltanto in parte, perché stando a questa l’Istria e Fiume entrerebbero a far parte di una regione enorme e illogica che comprenderebbe quasi la metà del territorio nazionale. Non posso fare a meno di chiedermi in quale misura abbia inciso nella stesura del documento l’Europa e in quale la Croazia?
    Leggo anche alcuni testi scritti da visionari europei che vedono esattamente quello che ciascun abitante di quest’area transfrontaliera vede già da anni: una nuova macroregione europea che si propone di unire tutta la Croazia, tutta la Slovenia e buona parte dell’Italia settentrionale. Non c’è alcun dubbio, si tratta di una prospettiva chiara e praticamente ineludibile, nonostante al momento suoni come un’utopia…
    …Ma torniamo all’Istria. La proposta di suddivisione amministrativa del Paese, elaborata ai sensi degli standard europei, vede l’Istria inserita nella regione “statistica” che si protende fino a Sisak, perché le regioni “statistiche” devono contare almeno 800.000 abitanti. Ebbene, visto che le cose stanno così ritengo sarebbe meglio pensare a una REGIONE ADRIATICA: Istria, Litorale, Dalmazia!!! O almeno a quella risalente all’ex Jugoslavia che comprendeva l’Istria, il Litorale e il Gorski kotar!
    Ma ciaro che sempre ne vien in mente la Defunta; solo alora l’Istria iera Paese Imperiale, Oestereihische Kuestenland, con la ferovia Pola-Wiena, con la Parenzana che esportava i nostri vini, con el arsenal de Pola dove lavorava 10.000 omini.
    E adesso zerti volessi sburtar l’Istria in te la nova regione che va fin’ a Sisak, ma vara ti, cio mio, come in tempi de Roma antica! Histria et Siscia, et Danubius!
    Sempre in guerra, l’Istria, per rimaner se stessa. Una trentina d’anni fa, lavoravo nella prima mega-regione a Fiume, e tutti Istriani che ierino là impiegadi, brontolavino cvontar ‘sta regione. E adesso dovessimo accetar ‘sta region che include quasi metà del teritorio croato, ma ancor più grave – quasi tutte le provincie più povere croate!…”

    …continua di Milan Rakovac
    http://www.edit.hr/lavoce/2010/commenti/delsi.htm

  84. Euroscettico ha detto:

    cara Marisa conoscendo Massimo Fini credo che se guardasse questa cartina, si farebbe una grassa risata… poi aggiungo chi non sa amare questo Paese (diversi in questo blog) non potrà mai amare una Europa unita…

  85. arlon ha detto:

    @Euroscettico: ma cos’ te sa ti de chi ama cossa? 😀 che invadente, po’.

  86. Euroscettico ha detto:

    evidentemente Arlon ha letto solo gli ultimi post… non essere pigro leggiteli tutti!! 😉

  87. alpino ha detto:

    Che monotonia, prima Effebi, poi a mi e adesso a Euroscettico sempre la solita menada del “voi non siete autoctoni” ti te son de Reggio Calabria ti de qua ti de la, prima ci spianate la uallera brandendo la bandiera di Trieste città aperta e cosmopolita poi fate le pulci alle origini dei lettori di bora.la, un contro senso dietro l’altro

  88. marisa ha detto:

    @ Euroscettico – commento nr. 85

    Relativamente alla Regione Friuli, non sono i friulani a non amare l’Italia, ma l’Italia a non amare il Friuli…..

    E il Friuli, regione europea se guardata con occhi europei, diventa regione di confine, ai margini, se guardata con occhi “romani e italiani”.

    Evviva l’Europa dei Popoli!

  89. piero vis'ciada ha detto:

    Notizie dal bordello:

    “NAPOLITANO: LITALIA HA FATTO LA SUA PARTE”

    (mi chiedo se e come Austria, Slovenia e Croazia -che dovrebbero essere i futuri partner del nord italia sencondo l’economist- hanno fatto la loro)

    jamme jamme …jamme-jamme-jaaaa !!!
    funiculì funiculà….

  90. Euroscettico ha detto:

    …non diventerà mica un “bordello” anche la Perfida Albione? 🙂

    http://www.youtube.com/watch?v=-gLWmATLDCk&feature=related

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