E’ Boris Pahor il vincitore della seconda edizione del premio Hemingway-Sparkasse,nell’ambito della 26/a edizione del premio letterario dedicato a Ernest Hemingway organizzato dal Comune di Lignano Sabbiadoro.
La giuria, presieduta dal direttore di Rai Uno, Mauro Mazza, e da Silvano Delzotto, sindaco di Lignano Sabbiadoro, ha scelto di premiare lo scrittore triestino di etnia slovena “per il suo costante impegno profuso durante tutti gli anni della sua carriera nella promozione e nella diffusione dei valori di libertà, tolleranza e amicizia fra i popoli nell’ambito dell’Euroregione, area geografica che unisce il Friuli Venezia Giulia con i territori di Slovenia e Austria e terre limitrofe”.
La consegna del premio internazionale è in programma venerdì 11 giugno, al centro congressi Kursaal di Lignano.
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I soliti veceti
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Ciacole al Pedocin
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L’Italia è stata sempre generosa con questo signore che ha fatto della sua antiitalianita’ la sua ragione di vita. Considerato che dal governo ” YU ” non è stato mai considerato uno dei figli prediletti poteva dedicare piu’ pagine dei suoi libri contro le tragedie del comunismo nel mondo piuttosto che sprecare fiato e inchiostro su sterili polemiche sul trattamento ricevuto dagli Sloveni qua a Trieste. Come se in Slovenia gli Italiani fossero trattati meglio.
Boris Pahor è italiano!!!
@ Lippolis
Boris Pahor semmai ha fatto dell’ANTIFASCISMO -e non dell’antitalianita’- la sua ragione di vita. So che per molti qui a Trieste la differenza tra le due cose e’ risulta ostica da capire, ma credimi che non e’ impossibile se ci si sforza un pochino.
Non è cosi’ caro Richi. Boris Pahor si lamenta del fatto, ad esempio, che gli “ITALIANI” chiamino gli Sloveni: S’CIAVI. Ed è vero. Chiunque puo’ dire di aver sentito un Italiano apostrofare uno Sloveno in questo modo. Ma al di la della mal riuscita trasformazione nel nostro dialetto della parola SLAVO, il fatto è da ritenere tanto grave? Gli Sloveni non hanno forse trovato nella nostra citta’ il PARADISO terrestre?
richi….sarà dura
credo che la parola “s’ciavo”, per el significato dispregiativo che ga assunto a prescinder dall’origine etimologica, sia una delle parole più brutte da dir e sentir.
a mi personalmente no la me piasi per niente.
Decisamente, ‘sti fasci come Lippolis e soci non cambieranno mai…
Non mi pare che Lippolis sia un cognome tipicamente triestino.
Pahor invece si.
beh, lippolis ha titolo per parlare, del resto lui dal canto suo e’ sicuramente riuscito a “ben trasformare” la parola terrone in terrestre.
Un premio più che meritato! 🙂
@ Lippolis
Vai avanti cosi’ che un assessorato te lo becchi. Magari alla cultura, che sembra il tuo forte. Visti alcuni precedenti, de pezzo no se pol far…
@ 8 Ciccio Beppe,
lippolis é un tipico cognome di Taranto e Bari.
poi ce ne sono di emigrati a Milano e uno a Trieste.
grüss gott
“poteva dedicare piu’ pagine dei suoi libri contro le tragedie del comunismo nel mondo piuttosto che sprecare fiato e inchiostro su sterili polemiche sul trattamento ricevuto dagli Sloveni qua a Trieste”
pazzesco. ‘sto qua vuole decidere lui di cosa devono scrivere gli scrittori. fa il paio con quell’ altro che non vuole che gli scrittori parlino della mafia.
Viva la tolleranza. E’ vero sono un figlio di emigranti. Vivo da quando avevo 12 mesi qui a TRIESTE e non cambierei questa citta’ con nessuna altra al mondo. Detto questo, mi aspettavo una discussione diversa.
Viva la tolleranza?
Ciao Tolleranza Ciao!
‘Ntu culo alla tolleranza!
Lippolis è il tipico “triestino importato” che non conosce la VERA storia della città, ma solamente quello che hanno “volutamente suonato” per troppi anni. Non è colpa sua…
“Boris Pahor si lamenta del fatto, ad esempio, che gli “ITALIANI” chiamino gli Sloveni: S’CIAVI (…) Al di la della mal riuscita trasformazione nel nostro dialetto della parola SLAVO, il fatto è da ritenere tanto grave?”
si’, e’ da ritenersi molto grave.
Un’altra perla e’: “Gli Sloveni non hanno forse trovato nella nostra citta’ il PARADISO terrestre?”
Mi chiedo quando, durante il Ventennio con i rastrellamenti, le italianizzazioni forzate e le persecuzioni razziali in genere con divieto di pronunciare mezza parola nella loro lingua? Negli anni settanta con la bomba nella scuola slovena o nei ruggenti ottanta, con le mitiche scorribande su per il carso e i graffiti razzisti da parte di certi?
Con i piu’ recenti insulti sugli autobus a ragazzini che parlano sloveno O con i recentissimi gruppi su facebook con esaltati che auguravano la riapertura della risiera?
Qua oltre a una minima conoscenza storica mi sembra manchi pure un po’ di buongusto, anche se in fondo voglio sperare si tratti di una sparata detta cosi’ per ridere…..
Gli Sloveni non hanno forse trovato nella nostra citta’ il PARADISO terrestre?
anche i cabibi… dificile che i vadi via…
“per il suo costante impegno profuso durante tutti gli anni della sua carriera nella promozione e nella diffusione dei valori di libertà, tolleranza e amicizia fra i popoli nell’ambito dell’Euroregione, area geografica che unisce il Friuli Venezia Giulia con i territori di Slovenia e Austria e terre limitrofe”
?? ma come ??
ha accettato il premio !? ma se nella motivazione non c’è alcun cenno al fascismo e alle tragedie che questo ha causato agli sloveni di trieste e a lui stesso medesimo in particolare… come mai il “diffusore di amicizia” ha ritirato il premio ?
in cosa consiste il premio ?
nota curiosa:
il vicitore dello scorso anno (prima edizione)
Drago Jančar è uno scrittore e saggista sloveno. E’nato a Maribor il 13 aprile 1948, dove ha frequentato l’università. All’inizio degli anni settanta, è stato capo redattore del giornale studentesco “Katedra”, che, a causa di alcuni articoli critici contro il regime comunista, ha dovuto lasciare. Nel 1974 è stato accusato di “diffusione di propaganda ostile” per aver introdotto in Jugoslavia un volume sul massacro dei domobranci (denominazione collettiva degli appartenenti alla Difesa territoriale slovena: formazione anticomunista e collaborazionista di miliziani prevalentemente volontari, costituitasi in Slovenia nel settembre 1943, per contrastare la Resistenza antifascista del Fronte di liberazione sloveno), che aveva acquistato nella vicina Carinzia austriaca. Fu condannato a un anno di reclusione, ma venne rilasciato dopo tre mesi. Lo stesso anno venne arruolato nell’esercito jugoslavo e mandato a prestare servizio in Serbia, dove fu vittima di sistematici maltrattamenti da parte dei superiori, a causa del suo status di “sovversivo”. Tornato in Slovenia, decise di dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Non riuscendo a pubblicare i suoi libri, trovò lavoro al quotidiano di Maribor “Večer”, dove però non poté scrivere articoli e fu assegnato a lavori amministrativi…
lippolis si aspettava una discussione diversa.
22 Stai dicendo che danno i premi anche ai sovversivi. E’ scandaloso cazzu cazzu iu iu!
curioso che questi italianissimi venuti a Trieste da posti lontani migliaia di chilometri finiscano per rompere a sloveni triestinissimi autoctoni..
“gli sloveni hanno trovato il paradiso a Trieste..”
Caro Lippolis, gli sloveni non hanno TROVATO proprio un bel niente a Trieste, dato che qui vivono da un bel po’ e dato che questa è anche la loro città.
Curiosi questi meridionali che a Trieste definiscono “stranieri” oppure “diversi da noi” gli sloveni.. 😉
NOI chi? 🙂
beh, se tanto mi da tanto la terza edizione la vincerà proprio Lippolis… cui quindi consiglio di scrivere un libro sul difficile rapporto di convivenza tra gli sloveni di trieste e gli italiani venuti ad abitare a trieste… (gentaglia davvero indigesta… extracomunitari)
effebi
è chiaro che convivi male con uno che viene a casa tua e ti chiama pure SCIAVO! 🙂
Chissà se Boris vi sta leggendo. Magari gli potrebbe dare soddisfazione. A me ne dà. Grazie.
@ effebi
per par condicio: Lippolis è come un simpatico Jelincic sloveno che dice che la minoranza italiana in Slovenia ha già troppo.. 🙂
@JAK …ah come ti capisco è toccato a tutti i miei parenti, son venuti gli slavi e li hanno buttati fuori di casa chiamandoli “taljani”
però cerco di convivere al meglio… tu abiti a casa tua ?
@piesse : a jelinic il premio della quarta edizione allora
@maja : magari ci leggesse, potrebbe anche spiegarci come mai il premio a Lignano si e il riconoscimento a Trieste no (la motivazione ha le stesse “lacune”)
@effebi
il Comune di Trieste non è il Comune di Lignano e certe lacune nella motivazione del premio da parte del primo hanno un ben preciso significato politico che nel caso di Lignano non hanno.
Pahor sarà anche “s’ciavo” ma capisce l’italiano meglio di te.
Secondo me la discussione non sussiste Lippolis non è altro che un italiano che vive in una città italiana, in Italia ergo a casa sua, discoro elementare
lippolis e’ un politico italiano che pretende di decidere su quali argomenti dovrebbero scrivere gli scrittori.
33 – capisce tante cose…meglio di me, e (SCUSA) pure di te.
quindi ?
@ Alpino
Quel che prima di tutto non sussiste sono le…..chiamiamole “perle” sparate da Lippolis, giusto per mettere i puntini sulle “i”.
E aggiungo: Lippolis non e’ l’ultras del baretto, che puo’ permettersi tutte le sparate assurde e gli strafalcioni storici che vuole perche’ tanto va ben cussi’, la el xe e la’ el resta.
E’ uno che siede in consiglio comunale, non so se ho reso.
@Richi. Guarda che in consiglio comunale siedono cittadini come me e forse un giorno come te con le passioni che la storia qua a Trieste ci ha tramesso e da parte mia senza nessuna presunzione di custodia della verita’ assoluta. Non credo di aver menzionato fatti storici falsi. Non credo di aver offeso nessuno. Ho semplicemente ribadito un mio punto di vista forse con espressioni colorite dettate dalla mia passione politica. Evidentemente un confronto schietto e aperto su questi temi non è ancora possibile.
lippolis, terrestre, noi leghisti di vecchia guardia abbamo una passione politica, ma pare che un confronto schietto su questi temi non e’ ancora possibile.
Sig. Lippolis lei probabilmente nemmeno sa chi sia Boris Pahor, quale sia stata la sua vita a Trieste negli anni del fascismo e quale nei lager nazisti. Lei parla per slogan, probabilmente per sentito dire, certamente non si e’ mai preso la briga di leggere una sola delle sue opere letterarie, altrimenti avrebbe certamente piu’ rispetto per un uomo di siffatta grandezza morale. Ho detto leggere! dal suo lessico e dai concetti che esprime e’ molto chiaro che e’ un esercizio che non le si confa’.
Pahor xe el nome del panificio de Nova Gorica
Anch’io, sig. Lippolis, temo che lei non abbia letto alcuno scritto del nostro concittadino premiato a Lignano. Legga serenamente e senza pregiudizi e vedrà che capirà…
@ effebi
“…ah come ti capisco è toccato a tutti i miei parenti, son venuti gli slavi e li hanno buttati fuori di casa chiamandoli “taljani””
caro effebi, guarda che il fascismo antisloveno di cui Pahor scrive è iniziato molto prima delle sofferenze dei tuoi parenti.
Se gli italiani non fossero stati fascisti, nazionalisti ed espansionisti, sicuramente i tuoi parenti avrebbero avuto una vita più serena.
@jack non sapevo che coltivare la propria terra e allevare le proprie mucche fosse sinonimo di criminale espansionismo.
non si finisce mai di imparare
Todorov, La paura dei barbari: “tutti i terroristi del mondo credono di essere dei controterroristi e di limitarsi a replicare a un “terrore” subito in precedenza.. “
Effebi. non ha senso discutere con te… non vuoi vedere ne sentire…
I tuoi parenti coltivavano la terra in santa pace nel 1920 quando i fascisti bruciarono il Narodni dom a Trieste.
E molti di loro, ignari di cosa realmente fosse, inneggiavano per il fascismo e non si preoccupavano delle sofferenze degli sloveni.
Anzi…
Vedi effebi, c’erano quelli che allevavano mucche e coltivavano terreni che erano loro da moltissimi anni, c’erano quelli che l’Italia ha portato facendogli coltivare i terreni presi ad altri e quelli che giravano con la “camicetta” nera a coltivare gli abitanti (non immigrati, ma che all’arrivo dell’Italia già stavano in quei posti) con manganelli e olio di ricino.
Poi, dopo il “ribalton” e con i spezzatori di reni altrui in fuga, sono arrivati i titini, applicando una delle regole base del commercio triestino “Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”
@ Mauro Franza
Io lo so, tu lo sai e chiunque voglia lo sa.
Il problema e’ che a Trieste NON PUOI parlare nemmeno per piu’ di cinque secondi di antifascismo che ti scatta subito un intervento del genere SI’ MA TITO? E LE FOIBE? E I GULAG?
Deduco che i miei avi (nessun titino tra loro) che hanno combattuto, esasperati dalle vessazioni fasciste, per liberare i popoli, erano oppressori di poveri contadini e che i 50 milioni di morti causati da una guerra voluta dai nazifascisti sono bruscolini in confronto a quel che e’ successo in Istria, cosi’ come i famosi 40 giorni sono da considerarsi peggiori di oltre un ventennio fascista.
Dovevano farsi i cazzacci loro, i miei avi, dato che hanno combattuto per una liberta’ che oggi in molti rinnegano, deridono, minimizzano o calpestano (SI’, QUALE LIBERTA’, QUELLA DI TITO?) (ecco, se gavemo capido).
Ormai di partigiani ne rimangono pochini in pista e le penne dei fascio-revisionisti
stanno gia’ dando gas…..
Richi,
“50 milioni di morti causati da una guerra voluta dai nazifascisti”…almeno la storia la dovresti sapere, almeno le cose più elementari.
La guerra l’hanno incominiciata in due (con la firma rib/mol) un nazional-socialsita ed un comunista …..per l’esattezza, poi che due anni dopo sia cambiato tutto te ne do atto…….
asem, complimenti per il tuo comportamento da tipico italiano (leggi, da manica a vento).
da quanto ho capito asem è sloven@
@ Maja
El xe una sorta de Magdi “Cristiano” Allam in salsa Ajvar.
a tutti ricordo che anche numerosi sloveni e croati indossavano volentieri non le italiche camiciuole nere ma le più marziali e “efficenti” divise tedesche e non andavano così certo conciati a pascolare vitelli
ricordo a tutti che numerosi furono gli italiani combattenti antifascisti a trieste come in istria che , pur essendo tali furono soppressi dai compagni filojugoslavi e/o furono cacciati da casa
ricordo a tutti che persino nel molvimento di liberazione sloveno ci furono sloveni non allineati con i metodi bestiali dei “liberatori” titini
continuare anche qui a schierarsi, a giustificare, a negare quello che fu lo scopo reale di quella carneficina del dopoguerra (denunciata a suo tempo -ora se la scorda- puer dall’antifascista cattolico boris pahor) può avere due sole motivazioni:
ignoranza o complicità
Richi i tuoi avi combattevano andando di notte casa per casa a prendere dei civili ? sopprimevano anche quelli che combattevano a proprio fianco perchè non allineati ideologicamente ? a fine querra entravano nelle case che avevano “addocchiato” e cacciavano fuori tutti ? belli e brutti ? tagliavano le gole ai preti come a lanischie ?
questa è lotta per la liberazione ?
i combattenti antifascisti sloveni “non comunisti” che fine hanno fatto ? quelli italiani di Pola, Rovigno ? …volatilizzati ? dove e perchè il battaglione istriano di antifascisti italiani budicin fu mandato a combattere ?
spero tu sia un “ignorante” nel senso che ignori…
…e (infine) perchè la slovenia non fa più parte della gioiosa federativa ?
Mauro Franza : el mago de KolonKovec ?!
Secondo me la discussione non sussiste Lippolis non è altro che un italiano che vive in una città italiana, in Italia ergo a casa sua, discoro elementare.
Pahor invece non è altro che un triestino che vive a Trieste. la sua città e come triestino è finito in campo di concentramento, leggetevi Necropoli.
Per la precisone, le prime 3 righe del mio commento 62 sono un copia-incolla del commento
34 di Alpino.
grazie per i commenti su di me da parte di chi altro non sa dire.
qua, visto che dovremmo parlare di Santo Boris Pahor, lascio un link che ci dice qualcosa sul “nostro”…
http://www.balcanicaucaso.org/ita/aree/Slovenia/Scaricabarile
“….Contro l’accordo compatto è schierato tutto il centrodestra, che ha subito toccato le corde del patriottismo e degli interessi nazionali. A supportare queste tesi, oramai da tempo, ci sono un composito gruppo di organizzazioni patriottiche e nazionaliste a cui si va aggiungendo una multiforme schiera di esperti e grandi vecchi della politica e della nazione slovena. Tra di essi spicca la figura del novantasettenne scrittore triestino Boris Pahor, che senza mezzi termini ha dichiarato che gli sloveni dovrebbero votare contro l’arbitrato….”
La giuria, presieduta dal direttore di Rai Uno, Mauro Mazza, e da Silvano Delzotto, sindaco di Lignano Sabbiadoro, ha scelto di premiare lo scrittore triestino di etnia slovena “per il suo costante impegno profuso durante tutti gli anni della sua carriera nella promozione e nella diffusione dei valori di libertà, tolleranza e amicizia fra i popoli nell’ambito dell’Euroregione, area geografica che unisce il Friuli Venezia Giulia con i territori di Slovenia e Austria e terre limitrofe”.
🙂 sembra che la Croazia non rientri nella motivazione….
sto biloslavo xè letteralmente insopportabile. el bel xè che el xè anche presidente de un’asociazion de esuli e puntualmente presente a varie messe e ricorenze (chissà se anche in ciesa ga sto bel linguagio forbito).
No me stupiso perchè dopo 50 ani sti esuli, no ga combinà niente de bon, ma solo seminado zizzania.
grazie per i commenti e le supposizioni su di me da parte di chi altro non sa dire o replicare:
qua, visto che dovremmo parlare di Santo Boris Pahor, lascio un link che ci dice qualcosa sul “nostro”…
http://www.balcanicaucaso.org/ita/aree/Slovenia/Scaricabarile
“….Contro l’accordo compatto è schierato tutto il centrodestra, che ha subito toccato le corde del patriottismo e degli interessi nazionali. A supportare queste tesi, oramai da tempo, ci sono un composito gruppo di organizzazioni patriottiche e nazionaliste a cui si va aggiungendo una multiforme schiera di esperti e grandi vecchi della politica e della nazione slovena. Tra di essi spicca la figura del novantasettenne scrittore triestino Boris Pahor, che senza mezzi termini ha dichiarato che gli sloveni dovrebbero votare contro l’arbitrato….”
ricordo la motivazione della giuria:
“…per il suo costante impegno profuso durante tutti gli anni della sua carriera nella promozione e nella diffusione dei valori di libertà, tolleranza e amicizia fra i popoli nell’ambito dell’Euroregione, area geografica che unisce il Friuli Venezia Giulia con i territori di Slovenia e Austria e terre limitrofe”.
…e sembra in effeti che la Croazia non rientri nella motivazione…
(scusate se l’ho riproposta, ma sembra che piesse -più interessato a mosche e m… – non l’abbia vista)
(comunque) meglio insopportabile che orbo
Certo che l’ho vista? Embè? non dovrebbero dargli il premio per questo?
E poi da quando in qua ti preoccupi così tanto dei cari croati? Mi pare che in passato non hai mancato di indirizzargli qualche bel commento o giudizio…
certo, i premi si possono dare, anche immeritatamente, speriamo si possa sottolineare il fatto quando questo avviene senza poi essere insultato.
non ho MAI “indirizzato qualche bel commento o giudizio…” ai “croati” e nemmeno agli “sloveni” in quanto tali. trovamene un esempio.
molto spesso qui invece trovo questo atteggiamento nei confronti degli “italiani” (vedere el bordel sul “bordello”) ma lì nessuno eccepisce… è normale parlar male degli italiani (è fin normale definirli oggi occupatori di trieste… nemmeno redazione ha un sobbalzo).
Eheh, simpaticone! No, certo!
Il difensore delle italiche e occupate (dai barbari) terre d’Istria.
quoto 72
ma ahimè ne abbianmo fatto il callo qui dentro.
PS ma sta benedetta pubblicità sulla Croazia con tanto di musichina per quanto andarà avanti go de studar ogni volta le casse del pc (personal computer…gia ve brillava i oci a veder quella sigla 🙂 )
questa la biografia di Boris Pahor che potete trovare sul sito della banca alla pagina del premio:
http://www.sparkasseitalia.it/pages/hemingway/boris-pahor—biografia.php
SPARKASSE
Banca austriaca – Stile italiano
(fonte wikipedia)
“Boris Pahor (Trieste, 28 agosto 1913) è uno scrittore sloveno, della minoranza slovena di Trieste.
Pahor è nato a Trieste, allora porto principale dell’Impero Austro-Ungarico. A sette anni vide l’incendio del Narodni dom, sede centrale delle organizzazioni della comunità slovena di Trieste. L’esperienza lo segnò per tutta la vita, tornandovi spesso nei suoi romanzi e racconti.
Finita la scuola media frequentò il seminario di Capodistria che non terminò. Dopo essersi laureato in Lettere all’Università di Padova, torna nella sua città natale dove si dedica all’insegnamento della letteratura italiana. Stabilisce stretti rapporti con alcuni giovani intellettuali sloveni di Trieste; tra questi spiccano le figure del poeta Stanko Vuk, di Zorko Jelincic, cofondatore della organizzazione antifascista slovena TIGR (e padre dello scrittore Dušan Jelincic) e dei pittori Augusto Cernigoj e Lojze Spacal. Negli stessi anni incomincia il carteggio con il poeta e pensatore personalista sloveno Edvard Kocbek, nel quale riconoscerà un’importante guida morale ed estetica.
Nel 1940 viene arruolato nell’esercito italiano e mandato sul fronte in Libia. Dopo l’armistizio dell’otto settembre torna a Trieste, ormai sotto occupazione tedesca. Dopo alcuni giorni decide di unirsi alle truppe partigiane slovene che operavano nella Venezia Giulia. Nel 1955 descriverà quei giorni decisivi nel famoso romanzo Mesto v zalivu (“Città nel golfo”), col quale diventerà celebre nella vicina Slovenia. Nel 1944 fu catturato dai nazisti e internato in vari campi di concentramento in Francia e in Germania (Natzweiler-Struthof, Dachau, Bergen-Belsen).
Finita la guerra, torna nella città natale, aderendo a numerose imprese culturali dell’associazionismo cattolico e non-comunista sloveno. Negli anni cinquanta, diventa il redattore principale della rivista triestina Zaliv (Golfo) che si occupa, oltre a temi strettamente letterari, anche di questioni di attualità. In questo periodo, Pahor continua a mantenere stretti rapporti con Edvard Kocbek, ormai diventato un dissidente nel regime comunista jugoslavo. I due sono legati con uno stretto rapporto di amicizia.
Nel 1975 Pahor pubblica, assieme all’amico triestino Alojz Rebula, il libro “Edvard Kocbek: testimone della nostra epoca” (Edvard Kocbek: pricevalec našega casa). Nel libro-intervista, pubblicato a Trieste, il poeta sloveno denuncia il massacro di 12.000 prigionieri di guerra, appartenenti alla milizia anti-comunista slovena (domobranci), e i crimini delle foibe perpetrato dal regime comunista jugoslavo nel maggio del 1945. Il libro provoca durissime reazioni da parte del governo jugoslavo. Le opere di Pahor vengono proibite nella Repubblica Socialista di Slovenia e a Pahor viene vietato l’ingresso in Jugoslavia.
Grazie alla sua postura morale e estetica, Pahor diventa uno dei più importanti punti di riferimento per la giovane generazione di letterati sloveni, a cominciare da Drago Jancar….”
E’ proprio tratta da fonte wikipedia, non l’ho scritto io.
A parte il saltapicchio cronologico, noto che mancano alcuni passaggi importanti che ho già avuto modo di segnalare da altre parti ma credo che uno scrittore così titolato avrebbe meritato una nota biografica più completa e più scientifica che uno scarno riassunto tratto da wiki.
esiste ?