22 Gennaio 2010

Lunedì la conferenza stampa di presentazione del Giorno della Memoria 2010

Il Comune informa Lunedì 25 gennaio, alle ore 11.00, nella sala del museo al pianterreno della Risiera di San Sabba, in via Giovanni Palatucci 5, si terrà la conferenza stampa di presentazione del programma per le celebrazioni del “Giorno della Memoria”. Alla conferenza stampa interverranno l’assessore alla Cultura Massimo Greco, il direttore dell’Area Cultura e dei Civici Musei di Storia ed Arte Adriano Dugulin e il curatore Francesco Fait.

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13 commenti a Lunedì la conferenza stampa di presentazione del Giorno della Memoria 2010

  1. jacum ha detto:

    me domando….ma perchè i venetofoni no i xe ndai fin venezia inveze de fermarse nella NOSTRA TRIESTE?

  2. Luigi (veneziano) ha detto:

    La Giornata della Memoria riguarda l’Olocausto. Gran bella figura, jacum.

    Provo adesso a modificare la tua frase mettendo “ebrei” invece di “venetofoni”.

    Sembra di leggere una frase di Heydrich.

    L.

  3. bulow ha detto:

    “La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. […] Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi […].
    Non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pieta’, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volonta’ buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.”

    da “La tregua” di Primo Levi

  4. Luigi (veneziano) ha detto:

    In occasione della Giornata della Memoria (e giorni limitrofi) parteciperò ad una conferenza/dibattito in provincia di Bergamo e terrò una lezione in una scuola di Padova. In ballo c’è anche un intervento in una scuola di Venezia.

    Qui c’è un mio articolo su un tema che ho studiato per alcuni anni: http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/negaz-ita/negaz0.htm

    L.

  5. Richi ha detto:

    Quali sarebbero le “parti inverse”?

  6. Richi ha detto:

    @ Luigi

    Di recente ho visto Defiance, il film con Daniel Craig, di cui quasi sicuramente conoscerai la vicenda.
    Mi e’ piaciuto, ma ho sentito che non mancano alcuni strafalcioni storici o giu’ di li’.
    Sapresti dirmi qualcosa in piu’?
    Grazie anticipatamente

  7. milost ha detto:

    Le parti inverse sono le posizioni che prendono le palle dopo esser roteate vorticosamente a sentire, qui e altrove, certi discorsi. Grazie Bulow per aver ricordato Primo Levi. Le sue parole sono monumenti nelle anime.

  8. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Richi
    Purtroppo non ho visto questo film: ne ho solo letto il libro anni fa.

    Questo film infatti è tratto da un libro ispirato ad una storia vera: “Gli ebrei che sfidarono Hitler” (“Defiance”), di Nechama Tec, uscito in edizione originale nel 1993 e in italiano nel 2001.

    Ho scritto “ispirato”, giacché questo libro deriva principalmente da un enorme lavoro di ricerca ed intervista di una serie di testimoni diretti della vicenda (per chi non lo sapesse: un gruppo di circa 1.200 ebrei si nascose nelle foreste della Bielorussia all’arrivo dei tedeschi, creando una brigata partigiana che sopravvisse fino all’arrivo dei sovietici. Questo gruppo fu comandato con polso di ferro da Tuvia Bielski, un ebreo polacco che nel 1939 viveva nella parte del paese occupata dalle truppe sovietiche), effettuato dal professor Tec in sei anni. Ovviamente – essendo passati alcuni lustri dagli avvenimenti – parecchie vicende descritte da Tec risultano di difficile comprensione, e spesso le testimonianze si contraddicono.

    Tec – che non è uno storico, ma un sociologo – è stato però molto scrupoloso nel riportare le varie versioni, facendo diventare il suo testo non solo una meravigliosa ricostruzione di una storia veramente incredibile, ma anche uno stimolo di riflessione sul farsi della storia e della memoria.

    Parlando più in generale, devo dire che proprio i personaggi di cui mi sono occupato per anni – i negazionisti – passano al setaccio ogni singolo aspetto di ogni film che in qualche modo parli dello sterminio, per cercare di spezzarne la potente forza espressiva.

    Il vero “moloch” contro il quale si sono scagliati è stato ovviamente “Schindler’s List”, a causa dell’enorme risonanza che questo ha avuto in tutto il mondo.

    A suo tempo affrontai approfonditamente tutte le questioni sollevate, che andavano dall’età e dall’aspetto fisico dei personaggi rappresentati rispetto agli attori che li impersonificarono, alle singole battute, alle ambientazioni eccetera eccetera eccetera.

    Adesso cerco di procurarmi questo film e poi ti dirò che ne penso.

    Luigi (veneziano)

  9. abc ha detto:

    Grazie Luigi per il link. Verrai anche dalle nostre parti?

    Grazie Bulow: parole intense quelli di Levi.

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ abc
    Non credo di avere altre date libere fra la fine di gennaio e febbraio. Una buona parte dei soci dell’associazione di cui faccio parte (vedi link) in realtà fa quello che fa nel tempo libero, esattamente come me.

    Aprendo una parentesi, posso però aggiungere che gran parte della peggior risma negazionista italiana – purtroppo – ritiene Trieste un luogo di elezione. Proprio qui sono stati tenuti alcuni congressi di associazioni o gruppi apertamente negazionisti.

    E proprio da Trieste – anni fa – mi arrivò la più pesante sequela di minacce, che coinvolsero me e la mia famiglia. Questo perché certe teste non sono avvezze alla dialettica, se in mano non tengono un bel bastone.

    Bei tempi…

    L.

  11. abc ha detto:

    Ah mi dispiace per te e per la tua famiglia.

  12. jacum ha detto:

    Caro Vnesian,
    te ga rozon, me xe veniú el cinciut e go sconfondesto el zorno col diexe febrajo.

    La seconda parte della tua frase, xe SOLO CHE TUA e mi no vojo gaver njente a che far.

    per mi i Triestini de religion ebraica xe miei fradej! a Trieste i ga avú una storia dignitosa e de rispetto, i gaveva i loro loghi de culto, 4 sinagoghe poi riunite in una granda (1912), e solo coi fascisti italiani i ga vu, dixemo cusí, dei problemini….

    il Porto di Trieste ha visto passare 150 mila ebrei dal 1920 al 1943 provenienti dagli paesi europei per approdare in palestina o altri luoghi.

  13. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ jacum

    Ciò che voglio dire io è semplicemente questo: le “formule” – verbali e non – attraverso le quali si esprime un pensiero discriminatorio sono sorprendentemente simili nel tempo.

    E incredibile come inserendo semplicemente al posto giusto il nome del popolo o del gruppo (“ebrei”, “slavi”, “zingari”, “extracomunitari”, “terroni”, “napoletani”, “negri”, “venetofoni” ecc. ecc.) le frasi siano più o meno sempre le stesse.

    Tu hai utilizzato una di queste frasi.

    L.

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