12 Novembre 2009

Due errori difensivi nel finale….una brutta Facenda!

Basket Trieste.Due errori pagati a caro prezzo, bagaglio per il futuro

Quant’è dura giocare concentrati e aggressivi per 44 minuti passati, recuperare un paio di volte il match che stava sfuggendo di mano, e poi per qualche secondo di amnesia, perdere un incontro; ma il basket è questo, senza scendere nell’inutile retorica, soprattutto per una squadra come l’Acegas è necessario restare con la “testa” sulla partita anche  quando ci si allaccia le scarpe prima della partita o dopo quando ci si fa la doccia. Così come la vittoriosa uscita contro Riva del Garda era nata da un taglia fuori mancato dei trentini e conseguente canestro di Benevelli, per singole situazioni Trento zittisce il Palatrieste in due occasioni, su due macroscopici errori difensivi triestini: il primo con Becerra inutilmente triplicato a 10 metri dal canestro, lasciando un facile canestro da sotto a Natali alla fine dei tempi regolamentari, la seconda con cambi difensivi errati che concedono una ricezione non vista a Barbieri ma soprattutto un tiro comodo da tre punti a Facenda, il secondo terminale più produttivo della Bitumcalor. Ci sta, una squadra giovane ha bisogno di questi “segnali” per crescere, purchè si impari da queste lezioni…

Una tripla non può spostare un giudizio di merito…

Spesso il risultato è il più fuorviante modo di giudicare una partita, ancor più se il rendimento nei quaranta minuti (in questo caso 45 ndr.), eccellente fino all’intervallo, ha subito una flessione fino al quarantacinquesimo. L’Acegas sul massimo vantaggio (+13) è stata aggressiva in difesa, ficcante in velocità, ha allargato il campo e giocato con un equilibrio fra perimetro e area pitturata, giochi “alto-basso” che hanno portato punti e punti in dote. Forse la più bella Trieste della stagione, troppo bella per durare quarantacinque minuti, e questa è la normalità che suggerisce una chiave di lettura di altro tipo: gestione. L’esperienza è anche questo, saper come circoscrivere i momenti difficili, sapere quando e come veicolare la concentrazione nei momenti clou della partita, adoperarsi per essere “meno puliti” in situazioni finali, dove quasi tutto è lecito (cestisticamente parlando ndr.).

Ivan Scarponi, perché?

Ci sono interrogativi che non avranno mai risposta, e Ivan Scarponi è un interrogativo cestistico di difficile decifrazione; questo a integrare un mio personale commento sul peggiore della partita e sul gioco monotematico perimetrale spinto all’eccesso dal giocatore romano. Può aver senso la giustificazione data quando la più bella azione della partita è stata una penetrazione di Scarponi sul fondo con tiro rovesciato, fra l’altro in un momento chiave della partita?

Si, si, e a maggiore si!! Proprio perché si intravedono queste straordinarie capacità di attaccare il canestro in penetrazione, risultano a volte inconcepibili gli arresti e tiro da sei, sette, otto metri, magari con l’avversario addosso; siamo tutti d’accordo che, essendo un giocatore “di striscia”, quando infila un paio di palloni, son dolori per gli altri, ma se parliamo migliorare la qualità del gioco, letture diverse in campo potrebbero farlo esplodere!

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)

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