2 Novembre 2009

Dopo la Lega, anche la Lista Tricolore promette iniziative contro la moschea a Monfalcone

Dopo l’apertura dell’arcivescovo De Antoni riguardo alla costruzione di un luogo di culto per i musulmani a Monfalcone, il clima politico continua ad arroventarsi, nonostante dalla comunità islamica monfalconese non siano ancora partite iniziative in proposito.
Nei giorni scorsi la Lega ha annunciato il lancio di una raccolta firme per dire no ad una moschea in città. Come riportato ieri dal Piccolo, la notizia ha provocato l’irritazione dell’esponente di Forza Nuova e segretario della Lista Tricolore Prima gli Italiani Mauro Steffè, che ha lamentato il mancato coinvolgimento della propria formazione politica nella campagna.
Dopo aver dichiarato che “molti passi del Corano incitano all’eliminazione di altre culture”, rendendolo quindi “incompatibile con la nostra cultura e ordinamento costituzionale”, Steffè ha annunciato che, nel caso in cui l’ipotesi della moschea si concretizzasse, Forza Nuova e altre parti politiche scenderanno subito in campo con iniziative proprie.

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8 commenti a Dopo la Lega, anche la Lista Tricolore promette iniziative contro la moschea a Monfalcone

  1. rezbar ha detto:

    Ma sta gente no gà propio niente altro de far nela vita?!?

  2. abc ha detto:

    La moschea di Gorizia, che si trova di fronte alla biblioteca statale di via Mameli, non ha dato finora nessun problema ai non musulmani.

  3. lanfur ha detto:

    Aderisco ma una discoteca è riduttiva. Meglio una cosa del genere:
    http://www.youtube.com/watch?v=wW8SbEji42k

  4. Marcus ha detto:

    Per quanto ne so nella maggior parte dei paesi musulmani esisti anche cese christiane. Per mi ognidun vadi a pregar nel tempio che mejo credi e se i musulmani vuol costruirse una moschea, e beh che lo fazi.

  5. Maio ha detto:

    Abbiamo già molti problemi senza che ne vengano a creare dall’estero.
    Se vogliono pregare che lo facciano in casa.
    Quando avremo risolto i problemi che ci trasciniamo dietro da decenni potremo parlare dei loro.

  6. mauro ha detto:

    è da correggere …noi eravamo già partiti 3 settimane prima ma il Piccolo con il giornalista Malacrea non ha pubblicato…..era nostra iniziativa, perciò noi ora faremo il referendum… e non è vero perchè comunque i musulmani faranno privatamente

    Mauro FN

  7. Kaiokasin ha detto:

    “Il lamento sull’identità che manca è diventato un luogo comune del dibattito politico. Si può fare bella figura a poco prezzo con qualche perorazione sulla carenza dei “valori identitari” e così c’è modo di attirare l’attenzione, magari perfino per farsi largo in una campagna elettorale” (…) In queste diagnosi e perorazioni si ritrovano argomenti e si respira l’atmosfera malata del “tramonto dell’occidente”, la triste parola d’ordine che dà il titolo al volumone di Oswald Spengler (1923). (…) Anche allora c’era un nemico esterno, il “bolscevismo” internazionale, così come oggi c’è l’Islam. Anche allora si polemizzava contro la corruzione, la debilitazione morale e la diminuzione del tasso di natalità, si invocava il ritorno alle “radici” autoctone, ai valori profondi, all’identità forte e si iniziava così la tragica caccia ai diversi, ai “non integrabili”, ai nemici interni. La storia si ripete. In forme nuove forse, ma si ripete. Bisogna prestare attenzione ai segni, ai germi iniziali. (…) I nostri procacciatori d’identità sono i nuovi teologi politici. Essi, in mancanza di chiese d’altro genere – ideologie forti e globali, filosofie della storia, promesse messianiche – si rivolgono a quella che pare loro l’odierna depositaria di valori identitari utili alla loro battaglia, la Chiesa cattolica, e le offrono alleanza. E’ la grande tentazione del nostro tempo, una delle tre tentazioni sataniche di Gesù di Nazareth nel deserto, la tentazione del potere. “. (Contro l’Etica della Verità, Gustavo Zagrebelsky, giurista cattolico ex-pres. della Corte costituzionale”).

  8. Kaiokasin ha detto:

    “Il lamento sull’identità che manca è diventato un luogo comune del dibattito politico. Si può fare bella figura a poco prezzo con qualche perorazione sulla carenza dei “valori identitari” e così c’è modo di attirare l’attenzione, magari perfino per farsi largo in una campagna elettorale” (…) In queste diagnosi e perorazioni si ritrovano argomenti e si respira l’atmosfera malata del “tramonto dell’occidente”, la triste parola d’ordine che dà il titolo al volumone di Oswald Spengler (1923). (…) Anche allora c’era un nemico esterno, il “bolscevismo” internazionale, così come oggi c’è l’Islam. Anche allora si polemizzava contro la corruzione, la debilitazione morale e la diminuzione del tasso di natalità, si invocava il ritorno alle “radici” autoctone, ai valori profondi, all’identità forte e si iniziava così la tragica caccia ai diversi, ai “non integrabili”, ai nemici interni. La storia si ripete. In forme nuove forse, ma si ripete. Bisogna prestare attenzione ai segni, ai germi iniziali. (…) I nostri procacciatori d’identità sono i nuovi teologi politici. Essi, in mancanza di chiese d’altro genere – ideologie forti e globali, filosofie della storia, promesse messianiche – si rivolgono a quella che pare loro l’odierna depositaria di valori identitari utili alla loro battaglia, la Chiesa cattolica, e le offrono alleanza. E’ la grande tentazione del nostro tempo, una delle tre tentazioni sataniche di Gesù di Nazareth nel deserto, la tentazione del potere. “. (Contro l’Etica della Verità, Gustavo Zagrebelsky, giurista cattolico ex-pres. della Corte costituzionale”).

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