28 Settembre 2009

Caccia al cinghiale: fuorilegge e controproduttive le politiche regionali per le associazioni ambientaliste

cinghiale abbattuto

Pubblichiamo un comunicato di diverse associazioni ambientaliste in cui si condanna la caccia al cinghiale indiscriminata che è stata portata avanti in questi mesi. A detta delle associazioni, il compito di preservare l’equilibrio numerico dell’ecosistema dovrebbe non dovrebbe essere affidato in via esclusiva ai cacciatori dilettanti. Lo stesso principio- fanno notare gli autori del comunicato- è stato ribadito da una sentenza della Corte Costituzionale di quest’anno, che ha di fatto messo fuorilegge le politiche regionali in materia.
Secondo le associazioni, poi, l’attuale esplosione numerica della popolazione dei cinghiali avrebbe potuto essere evitata più di una decina d’anni fa. Segue il testo del comunicato:

“Quanto pubblicato sulla stampa in questi giorni in merito alla vicenda dei cinghiali a Trieste sembra ribadire un anacronistico quanto pericoloso assioma: la gestione della fauna selvatica deve rimanere una “cosa nostra” del mondo venatorio.

In questo senso vanno le dichiarazioni di chi, attaccando i guardiacaccia, invita la Provincia a utilizzare i cacciatori per abbattere gli animali anche nelle zone urbane; e di chi si scandalizza per il fatto che i guardiacaccia sparano in aree urbane o suburbane ignorando che i cacciatori da anni usano carabine e doppiette nelle aree prossime alla città di Trieste arrivando fino a 100 metri dalle case e a 50 metri dalle strade. È inoltre doveroso ricordare che da questa primavera alcuni cacciatori sparano anche nel centro abitato di Trieste.

In questo coro variegato filo-venatorio va letto anche e soprattutto l’attacco al rappresentante delle associazioni ambientaliste Maurizio Rozza, “reo” di partecipare nella sua attività lavorativa di guardiacaccia provinciale al piano di contenimento dei cinghiali, pur facendo parte dell’unico organismo regionale di consulenza tecnica che la Regione ha attivato per la gestione faunistica venatoria, composto inoltre da ben nove cacciatori. Ma l’attuazione dei piani di abbattimento per motivi di sicurezza pubblica e di difesa delle colture agricole è prevista dalla legge nazionale quale compito di istituto proprio dei guardiacaccia provinciali. Dovremmo dunque tornare alla situazione di parecchi anni fa, quando il possesso della licenza di caccia era requisito di base per poter esercitare la professione di guardia venatoria provinciale? O dovremmo, come vogliono il Sindaco Dipiazza e l’Assessore regionale Violino, affidare anche questi compiti esclusivamente al mo ndo venatorio?

In entrambi i casi sarebbe come affidare la cura della malattia ad uno degli agenti che hanno causato la patologia stessa. Basta leggere gli atti di pianificazione venatoria degli ultimi 15 anni, per capire esattamente chi ha causato questa situazione. Dall’epoca della fuoriuscita dei cinghiali appenninici dall’allevamento della cava Faccanoni, è stata attuata un’enorme attività di foraggiamento di quegli animali con lo scopo di fermarli nell’area periurbana e di farne crescere a dismisura il numero. L’attività di foraggiamento, finalizzata ad avere un’enorme quantità di selvaggina in aree facilmente accessibili, è stata eseguita dal mondo venatorio con il supporto economico dell’allora Comitato Provinciale della Caccia. Purtroppo anche alcuni zoofili hanno contribuito alla crescita della popolazione di cinghiale, lasciando sul territorio urbano e suburbano ingenti quantità di cibo.

Già nel 1997 le associazioni ambientaliste triestine – WWF in testa – avevano previsto quanto sarebbe successo ed avevano chiesto l’intervento immediato delle amministrazioni pubbliche per fermare i foraggiamenti artificiali e attivare una corretta e partecipata gestione faunistico-venatoria. All’epoca la popolazione dei cinghiali era sotto le 100 unità: sarebbe stato, quindi, ancora possibile evitare l’esplosione dei danni ed interventi di contenimento così cruenti. Ma le richieste degli ambientalisti, formulate in forma di osservazioni al Piano Faunistico Provinciale e al Piano Faunistico Regionale, sono state riposte in un cassetto e i Piani mai attuati.

Le responsabilità di questa situazione quindi ci sono, e non sono certo dei guardiacaccia della Provincia di Trieste.

Serve un tavolo tecnico permanente in cui siano presenti ambientalisti, agricoltori ed enti locali e in cui si diano indicazioni non solo sulla pianificazione della gestione venatoria ma soprattutto sulle tecniche alternative all’uso delle doppiette.

Non si tratta di pretese astratte: il 29 maggio di quest’anno, con la sentenza n. 165, la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità della nostra normativa regionale che affida ai soli cacciatori la gestione della fauna selvatica ignorando il principio cardine della norma nazionale che impone che «negli organi direttivi degli ambiti territoriali di caccia deve essere assicurata la presenza paritaria, in misura pari complessivamente al 60 per cento dei componenti, dei rappresentanti di strutture locali delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale e delle associazioni venatorie nazionali riconosciute, ove presenti in forma organizzata sul territorio. Il 20 per cento dei componenti è costituito da rappresentanti di associazioni di protezione ambientale presenti nel Consiglio nazionale per l’ambiente e il 20 per cento da rappresentanti degli enti locali».

Ma la Regione, fino ad oggi, ha fatto orecchie da mercante. E la situazione dei cinghiali a Trieste è solo uno degli evidenti risultati di questo comportamento omissivo che perdura”.

Trieste, 28 settembre 2009.

Per WWF – FRIULI VENEZIA GIULIA
Roberto Pizzutti

Per LEGAMBIENTE – FRIULI VENEZIA GIULIA
Giorgio Cavallo

Per LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI – FRIULI VENEZIA GIULIA
Stefano Sava

Per LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA – FRIULI VENEZIA GIULIA
Alessandro Sperotto

Per ITALIA NOSTRA – FRIULI VENEZIA GIULIA
Luciana Boschin

Per LEGA ANTI VIVISEZIONE – TRIESTE
Fulvio Tomsich Caruso

Tag: , , , , , , , , .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *