L’autrice dell’articolo è Daniela Schifani-Corfini
Fare un salto di qualità, costruire un’alternativa di governo valida per non limitarsi ad essere un partito di sola opposizione.
Nei tre quarti d’ora di conferenza, Di Pietro ha parlato a braccio, in un italiano fluido come non mai. Si è speso con foga, toccando tutti i problemi maggiori dell’Italia di oggi e ha insistito sulla necessità, per il suo partito, di consolidare il risultato ottenuto alle europee anche nelle prossime regionali, in modo da acquisire la forza necessaria per controllare i candidati proposti dagli alleati.
Molta politica nazionale e ben poco di locale, fatto salvo per un accenno al rigassificatore, citato come esempio di un modo di fare politica poco serio che , purtroppo, si esplica a tutti i livelli , in tutti i settori, a destra e, spesso, anche a sinistra.
Poco prima di concludere, Di Pietro si è detto sconsolato perchè a Montecitorio mangia sempre solo, in quanto inviso a tutte le forze politiche; la sensazione che ha lasciato al pubblico presente, tuttavia, è che questo sia proprio ciò che lui desidera che accada.
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