4 Novembre 2009

Dalla scomparsa dei finanziamenti per la ricerca al disegno di legge di riforma: quale futuro per l’università (e per UniTs)?

uni_trieste

Martedì 10 novembre 2009, ore 15.00- Sala atti di Scienze Politiche

Il sistema universitario italiano, dopo che già quest’anno il 7% dei finanziamenti ministeriali è stato legato ai risultati della ricerca, si avvia a dipendere sempre più, per le sue necessità di bilancio, dai prodotti della ricerca. Per il futuro dell’università è quindi determinante il sostegno alla ricerca, il cui ruolo non può per altro essere ridotto a mera risposta a esigenze finanziarie.

Tutti gli Atenei che non vogliono ridursi a ‘licei avanzati’ e vedersi ridimensionati pesantemente sono costretti ad affrontare queste sfide. Per tale motivo, comprendere quali scenari si prospettano alla luce del nuovo Progetto di riforma universitaria presentato dal ministro Gelmini, per l’Università italiana in generale e per l’Ateneo triestino in particolare, è di straordinaria importanza.

Anche perché, a tutt’oggi, la contrazione dei finanziamenti prevista lo scorso anno per il sistema universitario nella Legge finanziaria è al momento confermata, nonostante le varie promesse fatte.
Nel nostro Ateneo, per il quale le possibilità di ‘rientro’ finanziario appaiono remote, i prossimi tagli saranno forieri di ulteriori contrazioni degli spazi e della qualità del lavoro sia per chi è ‘sistemato’, sia per quanti si impegnano, sperano e lottano per una qualche certezza. In un quadro, quello odierno, che l’annunciato progetto di riforma sembra complicare ulteriormente.

I ricercatori dell’Università di Trieste ritengono che discutere questi temi significhi ragionare sul futuro di UniTs. Per questo invitano tutte le componenti dell’Ateneo a partecipare al seminario.

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2 commenti a Dalla scomparsa dei finanziamenti per la ricerca al disegno di legge di riforma: quale futuro per l’università (e per UniTs)?

  1. arlon ha detto:

    e iniziare con un numero elevato di corsi in inglese, come si fa già da un bel po’ all’estero?

    Si sarebbe gli unici a farlo seriamente in Italia (che io sappia), specialmente in una posizione geografica dove di target potenziale che parla inglese ce n’è quasi quanto parli italiano.

  2. Maurizio ha detto:

    Chissà se prima di essere nominata, la Gelmini sapeva già che il suo ministero sarebbe stato in realtà un’appendice del ministero dell’economia e delle finanze: sorta di Cavallo di Troia usato dal governo per tentare di risanare i propri debiti, mascherando da riforma un sistema di tagli indifferenziato, foriero di un regresso senza precedenti nel mondo dell’istruzione del nostro Paese: la stessa Gelmini ha dovuto ammettere che il decreto comporta 7,8 miliardi di euro di tagli alla Scuola. Ormai solo tra i fedelissimi chiamano ancora “riforma” quello che in realtà si è rivelato un vero e proprio colpo di scure all’Istruzione Scolastica. Politici, sindacalisti, insegnanti, precari, da tempo dicono la loro sui giornali e in tv, ma sempre più di rado si fa riferimento ai contenuti del decreto, al punto che da pochi giorni qualcuno ha sostituito il concetto di “maestro unico” con quello di “maestro prevalente” del quale, nel decreto non c’è nessuna traccia: http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/testo_int.asp?d=40106. Quello che colpisce, oltre al Titolo: “Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università“; sono le Premesse: “Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di attivare percorsi di istruzione di insegnamenti relativi alla cultura della legalità ed al rispetto dei principi costituzionali…”. E come direbbero a Napoli: Cà nisciuno é fesso!!!!

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