22 Gennaio 2009

Le dimissioni di Apuzzo dal PD: “Serve il coraggio di cambiare”

apuzzo.jpgGian Matteo Apuzzo non fa più parte dell’Esecutivo Provinciale del Partito Democratico, ovvero il massimo organo triestino di questo partito. Lo ha comunicato ieri sera con una lettera di dimissioni irrevocabili, indirizzate al segretario Roberto Cosolini.

“Tale decisione, sofferta ma meditata, nasce da motivi di ordine politico e personale”, scrive Apuzzo nella lettera, in cui si sofferma sull’incapacità di rinnovarsi del PD locale. “Anche a Trieste non si è realizzato un soggetto politico davvero innovativo, nello spirito che aveva spinto molti di noi a vedere nel PD il partito che avrebbe cambiato la cultura politica in Italia. Non si sono create le condizioni per un reale cambiamento, nelle pratiche, nelle proposte politiche, nelle relazioni interne e in quelle esterne”.

Apuzzo reclama l’assenza di “segnali forti” da parte della leadership locale del Partito, sia nel senso della discontinuità politica che in quello della necessità di essere visibili tra la popolazione. “Altrimenti corriamo il rischio non solo di non essere più capaci di attirare nuovo consenso”, scrive Apuzzo rivolgendosi alla segreteria PD, “ma anche di iniziare a perdere persone e culture che non si sentono rappresentate e che vedono deluse le speranze che avevano riposto nel PD come partito plurale, aperto, partecipato”.

Apuzzo ribadisce che non ci si può adagiare su una “storia importante”. Il PD deve riconoscere che “la società cambia” e che vanno trovate nuove forme di ascolto e interazione con la società stessa.

Gian Matteo Apuzzo è uno dei ricercatori più promettenti dell’Università di Trieste (vedi il suo libro sulle città divise). E’ stato il responsabile della Margherita di Trieste nei mesi antecedenti alla nascita del Partito Democratico, di cui si dichiara “convinto ed entusiasta sostenitore”. E’ conosciuto presso la redazione di Bora.La (con cui collabora) per essere una persona capace e disponibile al confronto. Malgrado queste qualità, come molti altri trentenni interessati alla ricerca scientifica, lavora come libero professionista.

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27 commenti a Le dimissioni di Apuzzo dal PD: “Serve il coraggio di cambiare”

  1. furlàn ha detto:

    Un augurio a non rinunciare alla politica. Dei partiti si può fare a meno, delle persone intellettualmente oneste no.

  2. valerio fiandra ha detto:

    caro NOC. mi associo alle parole di furlàn. Ma se NELLA politica di partito le cose vanno come vanno è BENE che persone come te dedichino il proprio tempo ed impegno a lavorare politicamente ALTROVE. Voglio credere che Roberto Cosolini sappia rispondere a questa ulteriore opportunità che gli dai, tagliando con il passato ( ahimè ancora MOLTO presente ) fatto di persone compromesse ed evidentemente incompetenti ad affrontare il difficile presente del PD. Scrissi subito dopo la sconfitta alle elezioni che il gruppo dirigente locale aveva il dovere di guidare una serena ma profonda trasformazione, dopo di chè doveva dimettersi. Invece sei tu a farlo. I fatti parlano, il resto è Teatro, il resto sono Affari.

    ps per fumare la pipa, io ci metto il tabacco, tu puffa !

    un abbraccio,

    Valerio

  3. Matteo Apollonio ha detto:

    Bravo Matteo, hai fatto la cosa giusta. Tutto questo è molto triste. Hai tutta la mia solidarietà. Matteo

  4. La Mula ha detto:

    Ma come hai fatto a iscriverti al Pd? Io ci ho provato in tutti i modi e non ci sono riuscita! Meglio, così non devo dimettermi!

  5. jacum ha detto:

    “ANCHE a Trieste NON si è realizzato un soggetto politico davvero innovativo, nello spirito che aveva spinto molti di noi a vedere nel PD il partito che avrebbe cambiato la cultura politica in Italia. NON si sono create le condizioni per un reale cambiamento, nelle pratiche, nelle proposte politiche, nelle relazioni interne e in quelle esterne”.

    un commento molto duro che si riflette sulla situazione italiana.

    ma a cosa serve il pd?

  6. diego chersicola ha detto:

    No, no, no, Matteo, non è una cosa triste, affatto

  7. giovanni damiani ha detto:

    Alcune considerazioni sparse:

    a- Il Pd locale, con tutti i limiti che ha, in questi mesi difficilissimi ha lasciato porte spalancate a chiunque volesse proporre e produrre delle cose e lavorare attorno a progetti. Sparare su questo vuol dire sparare su ogni minima apertura e questo mi pare piuttosto miope se non si vuol usare il termine ingeneroso.

    b- Matteo, che è persona indiscutibilmente piacevolissima e per bene, chiudendo la porta dietro di se fa il gioco delle parti più conservatrici e meno innovative in campo nel Pd. Che questo avvenga perché non ne può più personalmente, per ingenuità (francamente è la cosa a cui credo meno conoscendone l’intelligenza) o per opportunità altre, non è discussione che mi interessi troppo, resta il fatto che la sua mossa cede il fianco agli attacchi proprio a quel (poco?) spirito di apetura e cambiamento e di tutto abbiamo bisogno meno che di questo.

    c- Rispetto al massimo le scelte personali di tutti da sempre, delle persone che stimo e per cui provo simpatia come Mattero a maggior ragione, ma trovo che la mossa sia politicamente sbagliata, a meno che questo non rappresenti un primo segnale di spostamento altrove di parti del Pd. Io rispetto a queste ipotesi ho posizioni di assoluta contrarietà visto che riporterebbe indietro l’orologio del paese di 10 anni in un momento in cui invece serve una grande carica di innovazione.

    d- Siccome credo che serva oggi parlare apertamente e non fare tattica e pretattica, mi sento di dire che una delle cose da cambiare in Italia (e nel Pd) sia il mettere l’assunzione di responsabilità individuale prima delle colpe collettive. Matteo (proprio perché bravo, giovane e capace) aveva un compito molto alto nel partito a livello provinciale, ovvero quello di organizzare il programma e francamente mi sarei aspettato che nel momento di dimettersi prima ci si prendesse le proprie responsabilità e dopo parlasse di quello che non funziona nella macchina locale, di cui paradossalmente era chiamato ad essere parte decisiva del motore. Lo dico schiettamente come in politica si fa troppo poco, ma questo per me è il cuore del problema e del mio dispiacere per la scelta di Matteo.
    Per mei il vero nodo non è che c’è poco spazio per i giovani nel Pd o per posizioni riformiste e di cambiamento, ma che queste non riescono a costruirsi come progetti, il che fa si che le tante intelligenze che generosamente hanno aderito al progetto non stanno riuscendo a concretizzare una loro posizione di sintesi capace di coagulare massa ed energie. Per me questa non è colpa del partito (che sopratutto a livello nazionale riesce a fare davvero troppo poco per favorire un rinnovamento schiacciato come è nei suoi gravi problemi di posizionamento, di tattica e, oramai, anche di leadership), ma del fatto che una nuova classe dirigente non sta trovando la forza di proporre un progetto proprio. Rispetto a questo bisogna, secondo me, lavorare e non dimettersi.

    Un ultima cosa
    Iscriversi non è poi così difficile, basta guardare il sito (http://www.pd.trieste.it) o prendere il telefono (040 366833) o chiedere informazioni nelle occasioni pubbliche e nei vari circoli territoriali. Si compila in meno di un minuto un modulo, si paga la quota e si ritira la tessera. Partecipare pone molti maggiori problemi che criticare (cosa leggittimissima per altro, lo dico da ipercritico di nascita, formazione e mestiere!), ma molto più stimolante. Adesso è il momento di fare le cose, perché questo benedetto paese può e deve fare molto di più e questo avverrà solo se le intelligenze invece di arrendersi si rimettono in marcia assieme (che si sia o meno incoraggiati o facilitati a farlo).

  8. enrico maria milic ha detto:

    dall’esterno, la cosa che mi stupisce di più della ricostruzione di matteo sul pd locale è l’incapacità del partito a essere visibile. si diceva vent’anni fa che entravamo nell’epoca della comunicazione… e oggi? cosa fa il PD di trieste in questo senso?

    l’evento più eclatante che ricordo del PD triestino degli ultimi mesi è quell’evento sugli immigrati, al miela mi pare.
    per il resto?

  9. furlàn ha detto:

    Cominciare col cambiare le facce prima ancora di concretizzare una posizione di sintesi capace di coagulare massa ed energie no eh?

  10. fabio ha detto:

    In riferimento a quanto leggo sopra sono contento di venire a sapere di questa situazione idilliaca visto che dall’esterno sembra che in alto ci siano solo le vecchie facce!!!! Eppure dovrebbe essere chiaro che negando la realtà non si va lontano. Le urne non mentono!

  11. La Mula ha detto:

    Io ho chiesto a Cosolini come fare, mi ha risposto ‘Non lo so nemmeno io’. Certo era a caldo e un po’ di tempo fa. Poi francamente m’è passata la voglia di iscrivermi a un partito dove c’è Veltroni e Zvech.

  12. giovanni damiani ha detto:

    Per cambiare persone servono progetti (che vuol dire idee, strumenti e costruzione di esse) e persone che questi portio avanti. Sono iscritto ad un partito politica da 3 anni (un anno ai ds per andare verso il pd e poi partecipando all’avventura democratica) e benché ne abbia compiuti di recente 36, ho già visto abbastanza persone sedute che spiegano come si deve spingere il carro a poche che con i piedi nel fango cercando di farlo uscire dal pantano. Che con il trattore si faccia prima e che in 50 si fa meno fatica che in quattro gatti è una cosa a cui, se mi permettere, siamo già arrivati in diversi, ma siccome il trattore in questo momento e fermo senza benzina e ci sono più persone che spiegano di quelle che spingono, il carro fatica da matti a muoversi.
    Comprendo benissimo i fastidi per una certa politica e anche per parti (consistenti, se volete) del Pd, ma resta il fatto che resto dell’idea che questo paese meriti di uscire da questo pantano e, con i mezzi che ci sono, non vedo soluzione migliore a rimboccarsi le maniche e spingere nella stessa direzione. Quando il carretto sarà tornato in strada e si riuscirà a farlo spostare ci si potrà accapigliare nella miglior tradizione italica per vedere chi lo guida e più o meno come, ma per ora ogni altra posizione che non sia “spingere il più che si riesce e lamentarsi poi” mi pare marginale.
    Non mi pare che questa sia la foto dell’idilio, ma quello che ho visto io in questi anni che se qualcuno arriva con delle proposte non ha mai trovato i buttafuori sulla porta (anche perché nella confusione che regna in questo momento, se qualcuno li volesse, non riuscirebbe praticamente manco ad assumerli… ma questa è proprio una battura)

    Non molliamo ora e non facciamo l’errore di credere che tutto sia immutabile e che non ci sia niente di meglio che stare a casa la sera… siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
    E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
    quando si tratta di scegliere e di andare,
    te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
    che sanno benissimo cosa fare.

  13. Mitja Gialuz ha detto:

    Da componente dell’esecutivo provinciale del PD, le dimissioni di Matteo Apuzzo mi dispiacciono molto. L’organo esecutivo perde una delle persone migliori e una delle intelligenze politiche più vive.
    Oggi Matteo lamenta mancanza di coraggio, mancanza di spazi per il rinnovamento e mancanza di idee nuove.
    Ma tra giugno e luglio 2008, proprio in considerazione delle sue qualità, gli sono stati assegnati i ruoli di maggiore responsabilità progettuale nell’ambito del PD a Trieste: coordinatore del c.d. “cantiere per il programma” e coordinatore dei tavoli tecnici sul rigassificatore.
    Dopo sei mesi nessun tavolo è stato convocato e l’esecutivo del PD non ha potuto elaborare una linea precisa su un tema decisivo come quello del rigassificatore, essendosi impegnato (in un’assemblea pubblica) a un percorso partecipato.
    Conoscendolo e stimandolo, sono convinto che Matteo non sia riuscito a seguire il progetto perché aveva altri – sicuramente più importanti – impegni. Ma che ora le ragioni personali che lo hanno portato a disimpegnarsi si trasformino in questioni politiche, mi pare un po’ strano: Matteo lamenta la mancanza di quella linea politica che lui stesso avrebbe potuto e dovuto costruire. Lamenta la mancanza di uno spazio che lui stesso avrebbe potuto e dovuto sfruttare.
    Detto questo, concordo con Enrico Milic che tante iniziative non vengono percepite e che c’è indubbiamente un problema di comunicazione. Ma vi assicuro che qualcosa facciamo … solo per dirne alcune: la scorsa settimana c’era a Trieste Giuliano Amato per parlare del futuro dell’Europa, il 2 febbraio ci sarà una manifestazione in difesa della legge 180, a marzo verrà Ignazio Marino a parlare di testamento biologico … C’è tanta gente per bene che lavora e che cerca di far funzionare il partito democratico. Non è facile. I partiti personali (di destra o sinistra) funzionano assai meglio… Ha perfettamente ragione Giovanni: in questo momento difficile chi ha a cuore l’ambizioso progetto di costruire una grande forza riformista deve impegnarsi di più. Non è certo il momento di gettare la spugna.

  14. Matteo Apollonio ha detto:

    @”…C’è tanta gente per bene che lavora e che cerca di far funzionare il partito democratico. Non è facile. I partiti personali (di destra o sinistra) funzionano assai meglio… “.
    Credo che si cerchi troppo di far funzionare il partito democratico a scapito dei reali interessi delle persone che dovrebbe rappresentare. Segue una nuova leva di grigi burocrati che seguirà la traccia dell’anziano capobastone di zona, a sua volta arruolato come grigio burocrate vent’anni prima. Quali sono le persone che ascoltano il PD e le sue iniziative? La vogliamo smettere di nasconderci dietro a complesse ed astiose parole verso avversari e mondo dei cattivi, e dire che il PD va avanti per le persone che al suo interno cercano una sopravvivenza, una possibilità nel settore pubblico, una sponda, un aiutino?

    @”…ho già visto abbastanza persone sedute che spiegano come si deve spingere il carro a poche che con i piedi nel fango cercando di farlo uscire dal pantano. Che con il trattore si faccia prima e che in 50 si fa meno fatica che in quattro gatti è una cosa a cui, se mi permettere, siamo già arrivati in diversi, ma siccome il trattore in questo momento e fermo senza benzina e ci sono più persone che spiegano di quelle che spingono, il carro fatica da matti a muoversi.
    …”

    Mi si permetterà una metafora dozzinale e sempliciotta. Le chiavi del trattore chi le ha? Un contadino un po’ pigro e piuttosto restio a coltivare la terra. Diciamo che lo muove ogni tanto per non farlo arrugginire. Mi chiedo però se il fattore avrà mai voglia di cedere le chiavi a qualche volenteroso, o se cerca sempre e soltanto manovalanza quotidiana per zappare la terra, giusto per avere una piccola e costante rendita, caro Giovanni.

    @”..Rispetto al massimo le scelte personali di tutti da sempre, delle persone che stimo e per cui provo simpatia come Mattero a maggior ragione, ma trovo che la mossa sia politicamente sbagliata, a meno che questo non rappresenti un primo segnale di spostamento altrove di parti del Pd. Io rispetto a queste ipotesi ho posizioni di assoluta contrarietà visto che riporterebbe indietro l’orologio del paese di 10 anni in un momento in cui invece serve una grande carica di innovazione…”.

    In che anno viviamo? Faccio male i calcoli perchè secondo me le lancette non si muovono da una trentina d’anni, per cui devo aver dormito alla grossa una ventina.
    Quale sarebbe l’innovazione che ha portato il PD? Quella di promuovere qualche più o meno riunione carbonara (alla quale ho partecipato in tre occasioni) in cui il delegato di zona (in quel caso l’on. Gianni Cuperlo) ascolta le voci ed i brusii della plebe e di qualche mente illuminata fornita per passa parola da qualche subdelegato d’area? L’innovazione starebbe forse nell’aver unito le forze per non perdere le varie postazioni di sopravvivenza e prestigio pubblico amministrative?

    @ Comprendo benissimo i fastidi per una certa politica e anche per parti (consistenti, se volete) del Pd, ma resta il fatto che resto dell’idea che questo paese meriti di uscire da questo pantano e, con i mezzi che ci sono, non vedo soluzione migliore a rimboccarsi le maniche e spingere nella stessa direzione. Quando il carretto sarà tornato in strada e si riuscirà a farlo spostare ci si potrà accapigliare nella miglior tradizione italica per vedere chi lo guida e più o meno come, ma per ora ogni altra posizione che non sia “spingere il più che si riesce e lamentarsi poi” mi pare marginale..”.

    Ma chi l’ha fatto il pantano? Veltroni era in Africa fino a due anni fa? D’Alema era a fare le regate gli ultimi trent’anni? Il nostro Zvech insegnava forse a scuola? Chi comanda oggi? Vale ancora la regola (qui applicabile) dell’uno più uno? Mi sono perso qualcosa? Il carretto va tirato fuori dal pantano perchè ingombra ed impedisce il passaggio di nuove idee. Noi che vantiamo tanti ripidi pendii a Trieste, potremmo fornirne qualcuno dove spingere il carretto e rarlo finire nel nostro azzurro mare…e non si sa mai che magari finisce in acqua anche qualche volenteroso rukador…. Magari…

  15. valerio fiandra ha detto:

    Credo che gli argomenti di Gialuz obblighino Matteo a una risposta pubblica. E che obblighino lui a dare un tempo ( e renderlo pubblico ) alla “fase difficile” , prima di comunicare anche ufficialmente la mancata riuscita del progetto PD.

    Fra il serio e il faceto, poi, si perdono le proporzioni: equiparare Bruno Zwech a Walter Veltroni mi pare davvero un po troppo.

  16. Julius Franzot ha detto:

    Concordo con Valerio sul paragone troppo poco calzante. Spero che la sua esternazione sia in favore di Zwech (o come si scrive) 😉

  17. giovanni damiani ha detto:

    Caro Appolonio,
    intanto la ringrazio perché di discussione c’è bisogno.
    Le confesso che mi ha messo di ottimo umore perché del grigio burocrate non me l’avevano dato mai… esordisco scherzandoci sopra perchè in questi anni in tutti gli ambienti che ho frequentato (università, professione, consulenze, un pochino di politica e associazioni varie) mi sono preso su dell’allegro burlone sovversivo e pazzariello milioni di volte. cosa che mi ha dato sempre immenso fastidio perché pensavo sempre al povero nonno cadetto della imperial regia marina dell’imperatore e mi sono visto sempre come uno serio che faceva il suo e proponeva cose nuove, quindi incasso questo mio nuovo ruolo con un certo buonuomore.

    piccoli appunti di merito, visto che parlare fa sempre bene.

    augurarci di finire in acqua dal dirupo non mi pare particolarmente carino, basta non votare (e lo faranno tanti) e il carro in mare ci finisce. Dopo di che ci troviamo con una sinistra che scappa di nuovo a sinistra verso l’immobilismo, un bel centro forte che cerca di erodere voti alla destra cerccado di spostare i voti cattolici e facendo campagna solo su questo (unica arma che resta) e la destra padrona del paese. Per chi ama lamentarsi troverà 25 anni di gioia assoluta… il punto che io detesto lamentarmi e questo mi anima delle forze rimaste per provare a fare qualcosa prima.

    il pd in questi mesi ha organizzato (evidentemente male, visto che nessuno lo sa) un sacco di cose, tra tutte di certo non ha organizzato riunioni carbonare con l’onorevole cuperlo. quella riunione, a cui ho avuto il piacere di partecipare per altro, era organizzata da una associazione del tutto autonoma (e per questo massimamente lodevole) di ottime persone che amano parlare tra loro di politica e che hanno invitato un parlamentare eletto in TOSCANA che è nato a Trieste. Un minimo di ordine nelle cose credo che sia necessario per non finire nella confusione più totale.

    detto questo secondo me le chiavi del trattore non esistono proprio più, come molti pezzi di ricambio di questo mezzo vetusto che sono usciti di produzione. Pensare che arrivi il famoso “gran genio del mio amico” che lo sa riparare (per trovarsi poi un trattore anni 60 per altro) o che i cattivoni annidati a difesa del loro potere giochino con le chiavi ridendo dei fessi mi pare una foto antica, con leadership vere e forti e centralità oramai sparite dal quadro. Da qui si apre un problema duplice perché da un lato bisogna trovare un trattore nuovo, moderno ed efficente e reperire il denaro per poterlo acquistare, dall’altro resta che il carretto di questa stucchevole metafora continua ad essere impantanato e che sarebbe meglio che le merci che sono sopra arrivassero al mercato. Certo non tutto quello che c’è sopra sarà di primissa scelta, non tutti saranno esotici frutti dai nomi roboanti e nuovi, ma anche fossero noiosissime pere e mele credo io resto dell’idea che qualcosa possano valere. Infondo a me la torta di mele piace, e forse da grigio burocrate, anche più di un sufflé di kiwi e papaja violetta del brasile con spruzzata di anice nebulizzato di qualche nuovo grande chef demiurgo che importi anche da noi la nouvelle cusine.

  18. Mitja Gialuz ha detto:

    @ “…Mi chiedo però se il fattore avrà mai voglia di cedere le chiavi a qualche volenteroso, o se cerca sempre e soltanto manovalanza quotidiana per zappare la terra, giusto per avere una piccola e costante rendita, caro Giovanni”.
    Caro Matteo, ma quale fattore si è mai fatto da parte, almeno in politica, per dire: “prego, si accomodi…”. La politica è rapporti di forza. Bisogna unire forze e intelligenze per costruire un progetto che riesca a imporsi.

    @ “Quale sarebbe l’innovazione che ha portato il PD?”
    La novità (e la risorsa) più importante è quella di aver creato un contenitore per i riformisti che non ha più – almeno all’esterno – le etichette stampate in un’altra era politica. Non vi è dubbio che, nella testa di molti di quelli che l’hanno creato, esso serviva soltanto a far sopravvivere una classe politica. Quei notabili di cui (ahinoi) parlava Gaetano Mosca con riguardo all’Italia liberale. Oggi, il problema non è distruggere il contenitore. è riempirlo di contenuti e di persone. E ti assicuro che, almeno nel PD di Trieste, non si fanno solo riunioni carbonare e non ci si occupa di mantenere qualche privilegio (quale pi?). Nei diversi organismi, si ragiona, si discute e si decide, come non avveniva nei partiti che sono confluiti nel PD. Certo, i tempi sono lunghi, si ha difficoltà a elaborare una linea politica chiara su temi fondamentali e c’è notevole difficoltà di comunicare questo grande lavoro. Ma buttare a mare tutto serve a qualcosa? a chi giova sparare su un neonato?
    Resto convinto che il progetto è ambizioso e ha bisogno di tempo e di energie (anche critiche).

    @ “Segue una nuova leva di grigi burocrati che seguirà la traccia dell’anziano capobastone di zona, a sua volta arruolato come grigio burocrate vent’anni prima”.
    Siccome mi occupo direttamente della scuola di formazione del PD di Trieste (l’unica in FVG e una delle cinque presenti in Italia), ti chiedo se i seguenti docenti (che hanno parlato o parleranno nel corso di quest’anno dedicato a “L’Europa come valore costitutivo del partito democratico”) possono essere considerati chierici di partito chiamati a formare grigi burocrati: Mauro Barberis, Giulio Ercolessi, Giuliano Amato, Paolo Segatti, Paolo Giangaspero…

  19. Matteo Apollonio ha detto:

    Vecchi scarponi.

  20. Matteo Apollonio ha detto:

    …e cattivi maestri aggungo.

  21. Lina ha detto:

    Dove non è riuscito Matteo non riuscirà nessun altro. Trieste perde una favola. Speriamo abbia la forza di riconquistarlo.

  22. StripedCat ha detto:

    Qualche giorno fa c’era un bell’articolo di Vito Mancuso, che parlava dell’assenza in Italia di una “religione civile”.

    “Da qui il tipico male italiano che e’ la furbizia, uso distorto dell’intelligenza.
    Il furbo e’ un intelligente che sbaglia mira, che non ha un oggetto adeguato su cui dirigere l’intelligenza, che non capisce il primato dell’oggettivita’ e la dirige solo du di se’.

    Al contrario chi sa usare davvero l’intelligenza capisce che la vita contiene valori piu’ grandi del suo piccolo io e di conseguenza vi si dedica.
    L’intelligente gravita attorno ad una stella, il furbo fa di se stesso la stella attorno a cui tutto deve ruotare.

    Con l’ovvio risultato che un insieme di intelligenti e’ in grado di creare un sistema sociale, mentre un sistema di furbi e’ destinato semplicemente al caos e alla reciproca sopraffazione”.

    Ragazzi, che tristezza…e non cambiera’.

  23. Lina ha detto:

    grande striped cat !
    voglio solo pensare che tutti i nodi vengono al pettine prima o poi !
    matteo .. sei una stella che brillerà sempre
    qualcun altro invece : un buco nero !!!

  24. enrico maria milic ha detto:

    non posso che sottolineare come ci sia bisogno di una risposta puntuale e dettagliata di matteo apuzzo a quanto sollevato da mitja e da giovanni.

    resto anche convinto che mi piacerebbe capire dov’è finito – come visibilità e identità – il pd a trieste. non manca più così tanto tempo alle comunali. vedo il centrodestra (lega esclusa) sempre più compatto e che sembra aver già partorito un candidato sindaco. vedo il centrodestra visibile ogni giorno con iniziative di ogni tipo.

    non vedo il pd. non vedo un candidato candidabile del pd, a sindaco.

    che succede nel pd?

  25. Matteo Apollonio ha detto:

    Nulla, il vuoto spinto, nessuna risposta. Forse e’ in corso un comitato fiume per decidere sul da farsi, sul chi deve rispondere. Aspettiamo pazienti…

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