Sono stati 4mila i visitatori che hanno visitato la mostra “Carlo Michelstaedter. Far di se stesso fiamma” curata da Sergio Campailla e Civita Tre Venezie conclusasi nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Molte sono state le scolaresche, anche da fuori regione, che l’hanno apprezzata, avvicinandosi a temi esistenziali e ad aspetti culturali di un periodo di vita di Gorizia tanto ricco e complesso. Temi di non facile trattazione, che mettono in evidenza il successo che ha premiato i mezzi scelti per proporre la figura del grande personaggio goriziano e valorizzare documenti, disegni, fotografie, schizzi e cimeli, molti dei quali inediti, presentati in un allestimento di forte impatto scenografico .
«Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti – sottolinea Franco Obizzi, Presidente della Fondazione Carigo – che superano le nostre aspettative per una mostra da molti definita “di nicchia”, vista la complessità e profondità delle tematiche filosofiche, artistiche e intellettuali poste dal protagonista. L’iniziativa, al di là dell’apprezzamento di esperti o studiosi, ha saputo attirare l’attenzione su questo concittadino che è diventato il simbolo di una giovinezza incorruttibile, facendolo conoscere o riscoprire ai goriziani, ma anche e soprattutto a livello regionale, nazionale e internazionale. Un’operazione che conferma la nostra politica di valorizzazione del patrimonio locale anche oltre i confini del nostro territorio. Un progetto di cultura vera alla portata di tutti».
Particolarmente apprezzate sono state la grande competenza e professionalità delle guide, Elisabetta Brazza ed Elisa De Zan, coordinate da Elena Vidoz. Ottimo risconto anche per la sezione “Intorno a Carlo”, curata da Antonella Gallarotti, responsabile del Fondo Michelstaedter della Biblioteca statale isontina, e per le tante iniziative collaterali – dibattiti, piéce teatrali, letture e pubblicazioni – che hanno consentito di approfondire alcuni argomenti della mostra. Da ricordare anche le visite guidate realizzate, in collaborazione con l’Apt, alla tomba di Carlo nel cimitero di Valdirose, restaurata e ripristinata grazie ad uno specifico intervento della Fondazione.
«Carlo Michestaedter è dunque tornato nella sua città, a cento anni dalla sua morte, più giovane e affascinante che mai – aggiunge Giuseppe Bragaglia Segretario Generale della Fondazione Carigo – tanto da diventare protagonista di opere narrative e teatrali contemporanee, trovando così una seconda vita letteraria oltre che grande spazio nell’immaginario collettivo della gente e nelle molte recensioni dei media».
Ora, dopo il disallestimento della mostra, già si lavora al nuovo progetto, che sarà inaugurato il 1° aprile, dal titolo “Signori, si parte! Come viaggiavamo nella Mitteleuropa ”.
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