Il re delle Dolomiti, nuovo romanzo di Davide Stocovaz, uscirà il 20 febbraio, ma è già disponibile per il pre-ordine a questo link.
Quando un grosso orso bruno discende dalle montagne, imbattendosi in una fattoria e uccidendo un cane, nella provincia bellunese scatta il panico.
Flavia De Min, giovane guardia forestale, viene incaricata di rintracciare l’animale per controllarne i movimenti e tenerlo lontano dai pascoli. Non tutti, però, sono contenti di questa decisione, primo fra tutti Massimo Tormen, noto allevatore e cacciatore della zona.
Per Flavia è l’inizio di una dura battaglia con gli abitanti del posto, che vorrebbero vedere l’orso morto, ma anche un viaggio che la porterà a ritrovare la pace con se stessa.
Il re delle Dolomiti è una romanzo che mescola avventura e sentimenti; una lode all’accettazione dei grandi predatori che popolano le nostre foreste e montagne e alle persone che intendono vivere le proprie emozioni in maniera totale e aperta.
Abbiamo intervistato l’autore:
- Qual è stata la tua principale ispirazione per la creazione del personaggio di Flavia De Min?
Devo ammettere che tutta la storia de “Il Re delle Dolomiti” è nata dopo una serie di confronti e riflessioni col mio amico Marco Susmelj che, come la mia famiglia, mi disse un giorno di provare a cambiare genere letterario e di fare un nuovo esperimento. Il rischio che correvo era di fossilizzarmi nel genere horror/thriller. Accettai il suo consiglio, parlammo un po’ di una possibile storia da scrivere e poi Flavia De Min si è presentata da sé.
Cercavo una giovane donna determinata, sensibile a certe tematiche ambientali e che avesse una storia personale da raccontare. Quando ho incontrato Flavia ho capito subito che lei era la persona che stavo cercando.
- Hai condotto ricerche sul comportamento degli orsi bruni per rendere il racconto realistico?
Sì, ho condotto molte ricerche e guardato diversi documentari naturalistici. Sono sempre stato un grande appassionato di animali, e quando mi sono imbattuto nella storia dell’Orso Bruno non ho potuto non inserirla in una scena del romanzo, perché la reputo istruttiva e adatta a conoscere queste splendide creature, alimentando magari il rispetto nei loro confronti.
- Qual è la tua opinione personale sul conflitto tra la natura selvaggia e l’espansione umana, come esplorato nel libro?
La mia opinione su questo è che noi esseri umani dovremmo comprendere che non siamo i padroni incontrastati del pianeta; siamo tutti piccoli anelli di una vasta catena che abitano la Terra assieme alle altre creature. Se davvero siamo la specie più sapiente, dovremmo trovare il modo di convivere con i grandi predatori che hanno tutto il diritto di vivere e di essere ciò che sono. Come specie umana non dovremmo solo espanderci di numero, ma espandere anche il nostro pensiero di accettazione, rispetto e conoscenza verso le altre forme di vita, anche quelle che ci appaiono più minacciose.
- Come hai bilanciato gli elementi di avventura con quelli emotivi nel racconto?
Volevo evitare che i momenti di avventura e quelli emotivi si confondessero insieme, così ho cercato di dare il giusto spazio narrativo agli uni e agli altri, cercando di mantenere alta la tensione nella trama. Spero solo di esserci riuscito.
- C’è un messaggio centrale che speravi i lettori potessero trarre dal tuo romanzo?
Sì, due messaggi centrali: l’accettazione dei grandi predatori che popolano le nostre foreste e montagne, e l’accettazione delle persone che intendono vivere le proprie emozioni in maniera totale e aperta.
- Come hai deciso il titolo “Il Re delle Dolomiti” e quale significato ha per te?
Il titolo è venuto da sé. Ho pensato, forse banalmente, che se il leone è il re della savana, l’orso bruno è il re delle Dolomiti. In fin dei conti, gli orsi popolavano le nostre montagne prima del nostro arrivo, poi noi li abbiamo sterminati e ridotti a pochi esemplari. In questo romanzo, il re torna a casa, nella sua terra natia.
- Hai un legame personale con le Dolomiti o la regione in cui è ambientato il romanzo?
Ho un legame metaforico con la montagna, luogo di grande spiritualità, di pensieri elevati e di pensieri profondi nelle sue valli e crepacci. Sentivo la necessità di avere uno sfondo naturale maestoso per la storia e le Dolomiti mi sono subito balzate in mente, grazie alla loro bellezza senza tempo. Tra l’altro, e purtroppo, è nel Trentino che si sta accentuando il conflitto tra uomo e Natura, con l’abbattimento continuo di orsi bruni. Mi auguro si trovi presto una soluzione non violenta e valida sia per gli uomini sia per questi splendidi animali.
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