Verrà inaugurata stasera la 35° edizione del Trieste Film Festival, principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale, che si terrà dal 19 al 27 gennaio tra il Teatro Miela, il Politeama Rossetti e il Cinema Ambasciatori.
Abbiamo avuto il piacere di parlare del ricco programma dell’edizione 2024 con Nicoletta Romeo, direttrice artistica del festival.
Come da tradizione c’è questa doppia inaugurazione con due film d’apertura: “Do Not Aspect To Much from the End of the World” venerdì 19/01 al Teatro Miela e “Green Border”, martedì 23/01 al Politeama Rossetti.
Anche quest’anno proponiamo un’apertura anomala perchè doppia: inauguriamo venerdì 19 con “Nu astepta prea mult de la sfârsitul lumii/Non aspettarti troppo dalla fine del mondo”, il nuovo film del regista rumeno Raul Jude. E’ un travolgente film al vetriolo che parla di cinema e capitalismo con citazioni coltissime e un personaggio interpretato dall’attrice Ilinca Manolache su cui poggia tutta la storia. E’ un film sull’oggi. Jude ci mette davanti allo specchio e ci obbliga a guardarci, a guardare alla nostra società, a guardare dove siamo arrivati. Tutto questo però con delle gag spassosissime. Il film verrà replicato due volte: alle ore 18:00 e alle ore 21:00. Questa è una bella notizia per tutti i giovani (e non) che vorranno assistere al concerto della rapper slovena Sahareya che organizziamo ad Hangar Teatri assieme al Kino Šiška di Lubiana, che inizierà intorno alle 21:30.
Invece, martedì 23 al Politeama Rossetti inauguriamo con “Zielona granica/Green Border” di Agnieszka Holland, questo grandissimo film già premiato a Venezia che dà il via al programma dei concorsi (che aprono ufficialmente il giorno dopo, mercoledì 24). Il lungometraggio della Holland è uno struggente film corale sul fenomeno degli immigrati e dei rifugiati che cercano un futuro migliore in un’Europa burocratizzata, sempre più barbara e incivile. Davvero un bellissimo film che siamo molto contenti di presentare al Rossetti.
Il film sarà preceduto dalla tradizionale cerimonia d’apertura con la consegna dei premi della critica, perché il sindacato della critica SNCCI ci ha scelto come palcoscenico per la consegna dei premi. Quest’anno il miglior film italiano per la critica è “Rapito” di Marco Bellocchio. Non è la prima volta che Bellocchio viene premiato sul palco del TSFF e quindi è un gradito ritorno.
Quali sono i film del programma di quest’anno che secondo te sono assolutamente da non perdere?
E’ sempre molto difficile dare consigli. E’ come chiedere a una mamma quale figlio preferisce, quindi è sempre molto complicato. Ti posso dire che del concorso documentari sicuramente c’è un film che ho amato molto che è “1489” di Shoghakat Vardanyan, una regista armena giovanissima che ha raccontato la guerra del Nagorno-Karabakh che divide l’Armenia dall’Azerbaigian. Un conflitto di cui si parla pochissimo e viene raccontato attraverso una vicenda molto personale che tocca da vicino la famiglia della regista. 1489 verrà proiettato venerdì alle ore 18:00 al Cinema Ambasciatori.
Per quanto riguarda i film del concorso lungometraggi ne nomino uno che verrà proiettato al Politeama Rossetti venerdì 26 alle ore 20:00: “Lost Country” di Vladimir Perišić, un autore serbo molto giovane che abbiamo già ospitato in passato e che condivide con tanti altri autori dell’area balcanica (ma non solo) la voglia di raccontare gli anni ’90. Molti sono i registi giovani tra i 35 e i 45 anni che ripercorrono quel decennio forse nel tentativo di trovare le radici dei mali e dei disagi sociali che affliggono le nostre società oggi. Perišić ritorna agli anni del conflitto Jugoslavo e a quelli immediatamente successivi per capire meglio la storia recente del proprio Paese.
Forse sono passati abbastanza anni da poter guardare a quel periodo con la dovuta distanza e poterlo analizzare.
Si, la cosa che mi colpisce di più sono gli autori della diaspora (serbi, kosovari, ucraini) che hanno scelto di abitare in un altra nazione e quindi hanno posto una distanza sia spaziale che temporale che permette loro di raccontare il proprio Paese al meglio con maggiore obiettività. E’ interessante il loro sguardo sempre molto critico, lucido ma anche pieno d’affetto verso il proprio Paese.
Nel programma ci sono anche le anteprime di due nuovi film di autori triestini: “50 anni di CLU” di Erika Rossi e “Aldilà dei Lupi” di Ennio Guerrato.
Si, assolutamente. Sono due documentari che siamo felicissimi di poter ospitare nel programma.
Nel primo weekend del festival, sabato 20 alle ore 16:00, avremo il piacere di ospitare Erika Rossi con “50 anni di CLU – Lavoratori Uniti Franco Basaglia Cooperativa Sociale”, il suo quarto documentario a tema basagliano scritto con il giornalista Massimo Cirri. Erika è sempre molto sensibile alla “Trieste Basagliana”, si interessa sempre agli ultimi, alla loro voce, al loro punto di vista. Non è solo un documentario che celebra i 50 anni di questa prima impresa sociale al mondo – tra l’altro nell’anno del centenario di Basaglia – ma si interessa a chi oggi, grazie al lavoro in questa cooperativa, ha forse avuto salva la vita. E’ un film che sottolinea come il lavoro nobiliti l’uomo con un’impresa veramente unica di cui Trieste dovrebbe andarne fiera.
“Aldilà dei lupi” di Ennio Guerrato, invece, si vedrà al Cinema Ambasciatori la mattina di sabato 27 alle 11:00, quindi a fine festival. E’ dedicato alla grandissima figura del triestino Alfredo Lacosegliaz, un musicista davvero fuori dagli schemi che guardava a Est quando tutto il mondo guardava verso Ovest, recuperando certe sonorità balcaniche in una specie di progressive-folk. Il documentario cerca, attraverso numerose testimonianze, di raccontarne l’unicità e l’originalità di Lacosegliaz in un panorama dove era l’unico ad occuparsi di questo tipo di musica.
Anche quest’anno il festival oltre ad avere un cuore puramente cinematografico ha un ricco programma di eventi collaterali.
Un festival che si rispetti non è più un festival senza un grande programma di eventi collaterali. Gli eventi collaterali sono perlopiù a ingresso libero e in qualche modo arricchiscono il programma dei film con tematiche ad essi collegate. Voglio citare un panel che organizzeremo al Teatro Miela domenica 21 alle ore 18:00 dal titolo “Le immagini della guerra”. Avremo come ospite Alessio Romenzi, un foto/videoreporter che ha lavorato per tanti anni insieme a Francesca Mannocchi, in un incontro con la giornalista Fabiana Martini e il filosofo e docente Raoul Kirchmayr. Sarà un momento di approfondimento su come la guerra viene raccontata oggi, spostando l’indagine e la discussione sul tema etico: cosa i fotoreporter decidono di far vedere e cosa non fanno vedere in un mondo in cui siamo circondati da immagini. Come raccontare una guerra rispettando le persone che ne sono vittime.
Nel primo weekend del festival c’è anche il TSFF dei Piccoli, una sezione del festival dedicata a bambini e ragazzi.
Nell’evento “La magia delle ombre”, organizzato in collaborazione con la Cineteca di Bologna, faremo vedere quattro corti della pioniera del cinema d’animazione tedesco Lotte Reininger con accompagnamento musicale dal vivo. E’ più di una semplice proiezione, è un evento culturale per accompagnare i bambini, anche quelli più piccoli, verso un cinema d’autore.
…che quindi saranno i prossimi spettatori del festival!
Assolutamente, lo speriamo!
Il costo del biglietto per ogni singola proiezione è di € 6.
Accrediti:
€ 60 Regular
€ 55 Regular Enti Convenzionati
€ 120 Sostenitori
Accredito a € 10 Under30 dedicato a tutti i giovani fino a 30 anni.
Ulteriori info su: https://triestefilmfestival.it/
Sul sito triestefolmfestival.it non compare ancora oggi, domenica 21, il programma della manifestazione