8 Marzo 2012

Acegas Trieste:opposti risultati, “Mago” Maganza e un motivo valido per puntare al primo posto

Rispettate le peculiarità di Trieste e Trento, una in chiave positiva e l’altra in chiave negativa

I più attenti cultori della materia, nello specifico valutando Trieste e Trento in questa stagione, avevano ben individuato il DNA (quanto mai opportuna la parola) delle due prime della classe nella Division Nord-Est: la Bitumcalor Trento con maggiore tasso tecnico nei singoli e l’Acegas Trieste con miglior coesione di squadra, prettamente in chiave difensiva.

Quanto visto al PalaChiarbola rispecchia perfettamente peculiarità note, ma con risultati diametralmente opposti: i solisti trentini sono andati a sbattere contro il muro giuliano difensivo, il quale non solo ha arginato la potente macchina offensiva avversaria, ma ha anche generato fiducia nella metà campo d’attacco, trasformando altalenanti tiratori in bocche da fuoco esiziali, anche oltre la fatidica linea dei 6,75. Conte troppo prevedibile, Santarossa sulle gambe, Pazzi troppo nervoso dal primo minuto, Forray monocorde; Pascolo non incidente e Fiorito con le polveri bagnate sono un fardello troppo pesante per riuscire a venirne fuori con il talento dei giovanissimi Negri e Spanghero; coach Buscaglia ha fatto anche poco per cambiare l’inerzia del match, forse una zona prima del crollo era d’uopo, forse un time out riparatore sul parziale di 7 a 0 ad inizio secondo quarto…tutto possibile, anche se l’impressione è che i suoi non ci siano stati mentalmente sulla sfida, esattamente come capitò a Trieste qualche giorno fa contro Santarcangelo. Poi ha ragione secondo me capitan Moruzzi, se Trieste difende come mercoledì sera difficilmente perde fra le mura amiche, anzi, praticamente impossibile.

Fiducia… Confidence…Vetrauen…. Zaupanje… Confiance….insomma, Marco Maganza!

Chiamatela come volete e in tutte le lingue del mondo (mi scuso per eventuali errori di traduzione), nella pallacanestro la parola fiducia è sinonimo di onnipotenza! Si, perché in uno sport d’inerzia la fiducia nei propri mezzi tecnico-atletici e dell’allenatore fa giocare con la mente sgombra, i canestri diventano larghi come vasche da bagno e il corpo si muove allineato al cervello.

Ricordate il primo Marco Maganza, quello per capirci impacciato, che si faceva stoppare e a fatica andava oltre i 2-4 punti ad allacciata di scarpe? Bene, contro Trento si è visto un giocatore capace di intimidire e strappare rimbalzi dalla testa degli avversari, di segnare con regolarità dalla media e di fare una partenza in palleggio con schiaccione finale degni di qualche categoria sopra, serve altro?

La Pallacanestro Trieste si trova in casa un possibile “nuovo acquisto” per i play off, perché il Maganza di queste settimane potrebbe assomigliare vagamente al Gennari che in B2 cambiò marcia e divenne decisivo per la promozione dell’Acegas in B1 con coach Bernardi; in più, l’azzeccata scelta tecnica di proporre lui e Gandini assieme in alcuni quintetti rende la difesa biancorossa una sorta di saracinesca contro incursioni in area pitturata, non per forza perdendo di dinamismo offensivo.

Perche’ credere al primo posto, l’effetto dirompente della passione

“La vita e’ un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?” non e’ la consueta chiosa finale della dinamicissima trasmissione di Gigi Marzullo ma una citazione che potrebbe calzare bene per la stagione dell’Acegas. Partiti in estate con lo scetticismo generale, magari sperando in un possibile posto play off e nulla piu’, ci si ritrova a cinque giornate dal termine (piu’ il recupero di Fabriano) in testa alla Division, in un crescendo di entusiasmo popolare.

E’ chiaro, il calendario regala un leggerissimo vantaggio a Trento gia’ da domenica prossima, quando incontrera’ in casa Firenze, mentre Trieste si giochera’ la carta del miracolo in quel di Omegna, pero’ siccome nello sport nulla e’ scritto, 6 partite sono ancora tante per tirare in remi in barca; cosa vorrebbe dire giocarsi i play off da primi della Division? Semplicemente fattore campo, e ora come non mai il fattore campo a Trieste conta! Un “sogno” da vivere con la serenita’ di chi non ha nulla da perdere e’ pura adrenalina, una curva rinata grazie al PalaChiarbola e ai risultati vorrebbe dire creare calore, ma tanto calore, come forse solo in un paio di piazze sarebbe possibile trovare. Poi ci sarebbe una squadra, quella di coach Dalmasson, che, oltre a recuperare le punte di diamante, avrebbe accresciuto esponenzialmente il fatturato di alcuni singoli nel corso della stagione, da Ruzzier a Maganza, fino a Bonetta, avendo quindi un arsenale ideale per gestire gli impegni ravvicinati post-season. Senza isteria, ma conquistare il primo posto consentirebbe di sognare, e sognando tutto e possibile quando c’e’ una citta’ che rema unita dalla stessa parte.

E’ riuscito proprio tutto, coach Dalmasson cambia la squadra in corsa

Ci sono dei segnali tangibili di come Dalmasson abbia stravinto anche lui la partita, dai numeri scritti sul tabellone del PalaChiarbola alla fine dei quaranta minuti, agli schemi che funzionano comprese le rimesse offensive (due canestri comodi ndr.), alla scelta bissata attuata a Codogno di sfruttare i due lunghi Gandini e Maganza contemporaneamente, chiudendo quindi l’area, dominando la battaglia dei rimbalzi e sfruttando una capacità oggettiva (soprattutto di Maganza) di correre in transizione offensiva come un esterno; oltre tutte queste belle cose vi è secondo me l’indicatore più forte che suggella una grande gestione del suo gruppo: la capacità di cambiare l’ attitudine dei suoi in corsa.

Mi spiego: il primo quarto, al di là del punteggio fissato sul 18 pari, è stato un sinistro segnale per i triestini, e il possibile vantaggio ospite non si è concretizzato solo per alcuni errori dalla lunetta di Negri e per i 9 punti totalmente trovati da capitan Moruzzi. Non solo, il marchio di fabbrica Acegas, la difesa, ha evidenziato inquietanti black out, dalla rimesse agli aiuti difensivi su penetrazioni; gli improperi e le urla di coach Dalmasson al limite del collasso hanno riportato i suoi uomini con la testa sul match, ritrovando aggressività e coesione per i restanti trenta minuti.

Non c’è compito più difficile per un allenatore che cambiare la testa della propria squadra in corsa, Dalmasson è riuscito!

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

1 commenti a Acegas Trieste:opposti risultati, “Mago” Maganza e un motivo valido per puntare al primo posto

  1. italiano ha detto:

    Ma perchè nessuno sollecita o sferza il Comune sulla questione Palasport? Ci si sta di meno a ricostruirne uno nuovo da 20mila spettatori che rimettere a posto il parquet laddove è stato danneggiato?

    Ma Trieste ha un Sindaco e un Assessore allo Sport?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *