26 Ottobre 2011

Savina Caylyn, Bon e compagni allo stremo telefonano in Italia

”Siamo in procinto di arrivare ai nove mesi di sequestro e siamo ormai in condizioni sempre piu’ disperate”. E’ l’appello lanciato all’armatore e alle autorità italiane da Antonio Verrecchia e Eugenio Bon, due degli ostaggi del mercantile italiano Savina Caylyn in mano ai pirati somali dall’8 febbraio 2011. I due hanno telefonato al sito Libero Reporter, che ha pubblicato il colloquio autorizzato dai sequestratori.

“Siamo ormai in procinto di arrivare ai nove mesi di sequestro e noi qui ormai siamo in condizioni sempre più disperate. La trattativa è ferma e purtroppo i pirati si aspettavano una chiamata dall’armatore, che non è mai arrivata… Hanno fatto sbarcare il comandante Lubrano Lavadera, il terzo Ufficiale, Guardascione, e l’allievo di coperta Cesaro. Dovevano chiamare per decidere bene su come procedere e hanno per l’occasione riportato a bordo il comandante, ma la compagnia tramite il mediatore londinese non si è fatta sentire, la promessa di chiamare non è stata mantenuta… Allora hanno riportato a terra il comandante e sappiamo bene come li trattano li… Qui si dorme per terra, il pavimento è umido, per raggiungere il bagno bisogna andare fuori, c’è un’umidità pazzesca… Sono cose quelle che vi dico che voi già sapete, però chiedo al nostro Armatore e alle autorità italiane di fare davvero qualcosa… Sono nove mesi che siamo qui e noi siamo dei lavoratori del mare innocenti.” Questo il testo della chiamata pubblicata dal sito.

I redattori chiedono di poter parlare anche con Eugenio Bon, il quale conferma che hanno fatto sbarcare il comandante Lubrano Lavadera, il terzo ufficiale di coperta Guardascione e l’allievo Cesaro; inoltre anche il primo ufficiale di macchine, Puranik Rahul Arun e il secondo ufficiale di macchine, Nair Hari Chandrasekharan. “Sì, li hanno fatti sbarcare e io so quanto è dura la detenzione a terra, dove ti tengono mani e piedi legati, i pirati ci dicono che stanno bene, ma le condizioni sono estreme… Li hanno portati a terra come deterrente contro eventuali blitz, li tengono come scudi umani per paura di un attacco. Vorrei solo dire a chi di dovere che si sbrigassero a portarci in salvo. La chiamata dalla società non è arrivata, ci avevano dato garanzia, questi che tengono i nostri compagni a terra, che avrebbero riportato a bordo almeno il comandante… Ma adesso che la telefonata non è arrivata, hanno deciso di chiamare voi per richiedere nuovamente l’attenzione sul caso della nostra nave. La compagnia voleva parlare con il comandante, sapendo che lo avevano fatto sbarcare, e volevano sincerarsi delle sue condizioni, ma siccome non hanno chiamato, il comandante è stato riportato a terra.”

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6 commenti a Savina Caylyn, Bon e compagni allo stremo telefonano in Italia

  1. alpino UNI ISO 9001 ha detto:

    Si ringrazia il sig. Frattini per la gentile collaborazione!

  2. digei ha detto:

    xkè sono tutti immobili???

  3. Silvietta ha detto:

    VERGOGNA!!! La Montecristo sequestrata in Somalia è stata liberata subito (dagli Inglesi, tra l’altro) e questi poveretti?

  4. mutante ha detto:

    è angosciante. tutte le istituzioni se ne fregano.
    a questo punto è da denunciare l’armatore per sequestro di persona, perchè la responsabilità è sua.

  5. alpino UNI ISO 9001 ha detto:

    è surreale, quasi incredibile, io non capisco come questo sdegno non sfoci in una protesta dei parenti! se avessi mio padre o mio fratello prigionieri da 9 mesi e non riuscissi ad avere un segno dalle istituzioni mi incatenerei davanti al Campidoglio! è uno schifo senza precedenti!

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