6 Settembre 2011

Il Verdi di Trieste presenta la nuova stagione lirica e di balletto

“Tradizione e apertura al nuovo, qualità artistica e radicamento nel territorio, ma anche volontà di guardare lontano, magari puntando con fervore sulle altissime potenzialità e professionalità su cui il teatro Verdi di Trieste può contare – a partire dal Coro e dall’Orchestra – e che rappresentano la base più salda da cui iniziare a creare coraggiosi e necessari progetti”. Questi in sintesi gli indirizzi che guidano e caratterizzano la nuova e prima stagione lirica programmata dal Sovrintendente e direttore Artistico Antonio Calenda. Un cartellone che si arricchisce di una molteplicità di apporti dal repertorio più classico del melodramma italiano alla ricerca di raffinatissime novità da un Teatro Verdi che vuole riappropriarsi di quella funzione di guida culturale che lo ha contraddistinto in passato quando era l’ anima della proposta culturale della città di Trieste che rifletteva la propria curiosità e apertura proprio nel suo teatro musicale.Un particolare ringraziamento alla Fondazione CRTrieste che anche quest’anno sostiene l’attività del Teatro Verdi con un importante contributo.

Il richiamo alla migliore tradizione operistica italiana si realizza con la proposta di opere di Gaetano Donizetti (Anna Bolena), Giuseppe Verdi ( Rigoletto in un nuovo allestimento della fondazione triestina e La battaglia di Legnano assente dalla programmazione del nostro teatro da 40 anni), Giacomo Puccini La Boheme in un nuovo allestimento), Gioachino Rossini (Il Barbiere di Siviglia in programma nell’autunno 2012, Pietro Mascagni ( L’Amico Fritz , assente dal Verdi dal 1988). L’apertura al nuovo invece è data dalla proposta di spettacoli assolutamente originali o addirittura in prima mondiale. E’ il caso di Cercando Picasso con Giorgio Albertazzi protagonista del ruolo del grande pittore; è il caso della proposta del musical C’est ainsi (Proprio così), la commedia musicale inedita che Luigi Pirandello ha scritto per l’America nei ruggenti anni Trenta e che, rimasta inedita, sarà proposto in prima mondiale assoluta durante l’estate prossima.

Due gli spettacoli di danza, il già citato Cercando Picasso con Giorgio Albertazzi e che è uno spettacolo in cui una grande parte avrà sul palcoscenico la Martha Graham Dance Company e uno spettacolo di balletto scelto nell’ambito della migliore tradizione classica che chiuderà l’anno teatrale del “Verdi” in dicembre.
Per la prima volta in tempi moderni, il Teatro Verdi offre una programmazione che coincide con l’anno solare. Anna Bolena aprirà infatti il cartellone in gennaio mentre il balletto classico lo chiuderà nel dicembre 2012.

Nove titoli si alterneranno nell’arco dell’anno teatrale: sei spettacoli d’opera, due di danza, un musical in prima mondiale e un balletto classico; un titolo riservato al pubblico delle scuole ( Il Flauto Magico. la nuova proposta del progetto Opera Domani) per avvicinare i più giovani al magico mondo dell’opera e, in autunno, la programmazione concertistica della Stagione Sinfonica.
Una programmazione annuale che spazia tra i vari generi musicali e in cui sarà rispettata anche la tradizionale offerta concertistica dell’autunno composta da otto appuntamenti sinfonici con due esecuzioni a Trieste e una a Pordenone. I due teatri regionali “Verdi” di Pordenone e “Giovanni da Udine” di Udine ospiteranno nel loro cartellone teatrale 2012 alcune repliche della Boheme allestita dalla Fondazione lirica triestina per questa stagione.
Collaborano al cartellone del “Verdi” grandi artisti come Mariella Devia, interprete principale insieme a Celso Albelo dell’opera inaugurale, Anna Bolena, Daniela Barcellona, scritturata dal “Verdi” per il rossiniano Barbiere di Siviglia,il già citato Giorgio Albertazzi, accanto a giovani interpreti di grande talento; tra i direttori d’orchestra figurano i nomi di maestri dalla carriera internazionale come Corrado Rovaris, Boris Brott, Donato Renzetti, Bruno Campanella, Francesco Maria Carminati, Riyuichiro Sonoda. Tra i registi figurano Graham Vick, Antonio Calenda, Michele Mirabella, Ruggero Cappuccio, Marco Gandini.
La prima coproduzione dell’anno si realizza su Anna Bolena, l’opera che chiude il ciclo donizettiano delle Tre Regine ( Stuarda, Elisabetta e Anna Bolena) proposto in questi anni dal Teatro Verdi con la messa in scena di Maria Stuarda, Roberto Devereaux e Anna Bolena appunto, che inaugura la stagione nel gennaio 2012. L’allestimento è prodotto dalla Fondazione Teatro Verdi di Trieste con il Teatro Massimo di Palermo e Teatro Filarmonico di Verona per la regia di Graham Vick. La sua messa in scena cerca una mediazione tra la visione degli storici per i quali Anna Bolena era una adultera, incestuosa, ambiziosa e calcolatrice e la coppia Donizetti/Romani che la interpretano come una sposa fedele e tradita, anima pura e malinconica, altera sì, ma sostanzialmente una vittima. Il regista inglese insinua così la realtà storica in un quadro eroico e sentimentale così come lo interpretò il compositore. Non stravolge dunque la drammaturgia ma lavora sui risvolti psocologici dei personaggi e procede per simbolismi. Ne esce una lavoro registico raffinatissimo ed intelligente a cui contribuisce anche l’impianto scenico di Paul Brown, autore anche dei costumi e basato su elementi girevoli che si sovrappongono a forma di croce. La croce nel susseguirsi delle scene si spezza a simboleggiare lo scisma anglicano di Enrico VIII a cui contribuì anche Anna Bolena, nemica del cattolicesimo. Tra gli scarni arredi, un trono e un letto: simboli di quella contrapposizione ambizione-affetto e sesso-potere su cui è incentrato il dramma. Ne esce uno spettacolo composito e visionario in equilibrio tra classicità e romanticismo che ruota intorno alla grande interpretazione della protagonista Mariella Devia che ha aggiunto recentemente questo nuovo ruolo al suo prestigioso repertorio. La direzione è affidata al M° Bruno Campanella.

Anche La battaglia di Legnano di Giuseppe Verdi è una coproduzione tra le Fondazioni Teatro Verdi e Teatro dell’Opera di Roma e il Gran Teatre de Liceu di Barcellona, curata dal regista Ruggero Cappuccio coadiuvato dallo scenografo e costumista Carlo Savi. Opera giovanile di Giuseppe Verdi, in essa la classica trama del triangolo passionale si intreccia con l’epopea storica di Federico Barbarossa in lotta con i Comuni dell’Italia settentrionale e risulta molto appropriata ai nostri giorni in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Questo titolo è stato rappresentato al Teatro “Verdi” solo nel 1963 con la partecipazione del grande soprano Leyla Gencer. Il regista Ruggero Cappuccio con questo spettacolo dichiara guerra ai tagli finanziari attuali alla cultura. “Quella battaglia di Legnano” – ha affermato riferendosi allo spettacolo – può considerarsi il simbolo dell’identità culturale di una nazione”, e in quest’ottica l’ha ambientata “ in un grande museo italiano, tra un viavai di opere spostate e restaurate, con tele che riprendono immagini di Delacroix, , Velazquez, Rubens, opere di contemporanei come Mimmo Paladino”…
L’allestimento, che sarà in scena al Verdi nel periodo compreso tra fine febbraio e inizio marzo, ha debuttato il maggio scorso con successo all’Opera di Roma.

Il titolo che segue, Rigoletto, in programma nel mese di marzo è invece un nuovo allestimento creato dai laboratori del Teatro Verdi di cui è nota e molto apprezzata la grande professionalità in Italia e all’estero, per la regia di Michele Mirabella: sarà la prima volta che il pubblico del “Verdi” potrà vedere una messa in scena del famoso artista che, oltre ad essere autore di programmi radio e tv (uno dei più quotati è “Elisir” sulla rete Rai) ha firmato la regia di oltre 60 spettacoli teatrali e di numerose opere liriche. L’opera è assente dal palcoscenico della Fondazione triestina dall’edizione del 2006 interpretata da Renato Bruson.
Seguirà La Boheme di Giacomo Puccini, produzione anch’essa realizzata dai laboratori del Teatro Verdi. L’opera è affidata alla regia di Marco Gandini, per la prima volta al “Verdi”, coadiuvato da Pier Paolo Bisleri per le scene e da Francoise Raybaud per i costumi, e sarà concertata e diretta dal M° Donato Renzetti. Sarà in scena al “Verdi” con un cast di giovani cantanti di grande qualità nel mese di aprile. Faranno seguito in maggio due trasferte al Giovanni da Udine e al Verdi di Pordenone.

Il cartellone propone poi L’Amico Fritz di Pietro Mascagni, assente dal teatro lirico triestino dal lontano 1988. Sul podio del “Verdi” ritorna a Trieste il M° Fabrizio Maria Carminati. Lo spettacolo sarà presentato in maggio nell’allestimento della Fondazione lirica triestina.

Tradizione e apertura al nuovo, qualità artistica e radicamento nel territorio, si diceva, sono le linee su cui Antonio Calenda ha impostato la programmazione artistica del “nuovo corso” del Teatro Verdi. Ma anche la volontà di guardare lontano con proposte nuove. Come sarà Proprio così, ovvero C’est ainsi la commedia musicale che Luigi Pirandello, ispirato dal suo soggiorno nella Parigi del’Operetta, ha scritto in francese per il teatro ma l’ha destinata all’America del 1930. L’opera che è rimasta inedita è riemersa dal Fondo Torre Gherson di Latisana che l’ha conservata. Fu infatti il friulano Guido Torre a convincere Pirandello a scrivere questo musical per l’America, mentre i due americani Jack Berls e Gad Gherson firmano la musica delle canzoni in esso contenute. Lo spettacolo tratta di una storia d’amore a ritmo di jazz ambientata in Florida dove la giovane e bella Lorna Page festeggia i suoi 18 anni e la cui vita si intreccia con quella di tre giovani, Renè francese, Pablo, argentino e Winston inglese. Proprio così sarà proposto in prima mondiale al Teatro Verdi il in giugno.
In assenza delle risorse economiche per la sua realizzazione, in questa fase della programmazione non è stato pianificato il Festival Internazionale dell’Operetta durante l’ estate; anche perché la Fondazione ha in programma nello stesso periodo due tournèe internazionali. Per la prima, con il sostegno del Ministero degli Esteri Italiano, il Teatro Verdi di Trieste è stato chiamato a rappresentare l’Italia nelle manifestazioni artistiche che si realizzeranno in occasione dell’Expo Internazionale 2012 il cui tema è “The Living Ocean and Coast: Diversity of Resources and Sustainable activities” nella città di Yeosu, nella Corea del Sud. E porterà in trasferta nel mese di agosto i propri organici artistici e allestirà l’opera “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. L’altra tournèe si realizza a fine settembre inizio ottobre 2012 nel Sultanato dell’Oman, nella sua capitale Muscat con alcune rappresentazioni di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini alla nuova Royal Opera House capace di 1100 posti.

La ripresa autunnale dell’appuntamento con l’opera al Teatro Verdi è in programma tra novembre e dicembre con un nuovo allestimento di Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini creato dal Teatro Verdi in coproduzione con la Fondazione Teatro dell’ Opera di Roma. Dirige il M° Corrado Rovaris, già noto al pubblico triestino per le sue apparizioni in campo sinfonico. La regia è di Ruggero Cappuccio. Nel cast una grande interprete, Daniela Barcellona.

Di grande interesse si preannuncia il primo dei due appuntamenti del cartellone 2012 dedicati alla danza. Si tratta dello spettacolo Cercando Picasso interpretato da un artista come Giorgio Albertazzi affiancato dalla Martha Graham Dance Company di New York che danzerà sulle coreografie originali della leggendaria coreografa curate da Janet Eilber e su scene e costumi di Pier Paolo Bisleri realizzati dai laboratori del “Verdi”.
Lo spettacolo sancisce la collaborazione fra il Rossetti – Teatro Stabile regionale e la Fondazione Lirica triestina e la cui programmazione nella sede del l Teatro Verdi sarà in scena nel mese di febbraio. Nasce da una koinée di espressioni artistiche – pittura, musica, prosa, danza – particolarmente adatte a evocare la figura di un artista “totale”, irregolare, indomito come Picasso.

A monte vi è l’ inusuale scelta espressiva del regista, Antonio Calenda, “di intrecciare all’evocazione della pittura e del mondo di Picasso, il linguaggio coreografico di Martha Graham. Sono segni potenti dell’arte e dell’espressività del Novecento – sostiene Calenda – “codici inestimabili la cui pregnanza riecheggia costantemente nell’immaginario contemporaneo”. Ad essi si fonde la recitazione di un maestro come Giorgio Albertazzi, “un attore che sa fare della parola un esercizio stilistico alto, sa rendere ogni battuta finissima, poliformica, astratta…» . La sfida è di realizzare uno spettacolo che armonizza recitazione danza, musica e pittura con l’intento di richiamare un mondo di coesione e creatività forte accanto alla regolarità del teatro di genere. Albertazzi e Calenda sono andati alla ricerca di una sorta di commistione di generi per un itinerario fantastico “attraverso cui avvicinare, adombrare quello che per noi è Picasso”…con la scena creata da Pier Paolo Bisleri, bianca, da “dipingere” come una pagina bianca su cui affrescare e suggestioni…” Al progetto fondamentale è stato il contributo della Martha Graham Dance Company di New York, formazione di eccellenza assoluta nella danza moderna internazionale, per creare una costante compenetrazione tra recitazione e coreografia che ha permesso di realizzare quell’universo surreale e di emblmatica astrazione che è la sola cornice possibile per la figura di Picasso. I testi, ripresi da Antonio Calenda e Giorgio Albertazzi, sono di Garcia Lorca, Guillaume Apollinaire e Arthur Rimbaud e di Pablo Picasso; di quest’ultimo Le désir attrapé par la queue (Il desiderio preso per la coda) rappresenterà il cuore dello spettacolo, proprio per quel suo meraviglioso respiro onirico e surreale, privo di chiare evoluzioni logiche, animato da personaggi interpretati figurativamente dalle danzatrici, ma con le “voci” di Piera Degli Esposti, Andrea Jonasson, Franca Nuti, Elisabetta Pozzi)… Un tourbillon che è al contempo testimonianza poetica delle lacerazioni della guerra, dei bombardamenti, in particolare della fame, ma anche del rapporto appassionato, fervido, conflittuale, del pittore con l’eros e il femminile.

La dimensione musicale raccoglie brani di Manuel de Falla, Igor Stravinsky, Perez Prado, Francis Lemarque, Camille Saint-Saens, Wallingford Riegger, Henry Cowell, Zoltàn Kodàly e sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra del Teatro Verdi.
Lo spettacolo, che è un allestimento del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Martha Graham Dance Company e Teatro Vittorio Emanuele di Messina dove ha debuttato con successo lo scorso mese di marzo 2011, è stato realizzato dai laboratori del Teatro Verdi e si preannuncia come esperienza teatrale “fuori dagli schemi” , fortemente voluta da Calenda e Albertazzi che hanno scelto la figura di Pablo Picasso come emblema di una possibile “irregolarità”, come “autore poliedrico che dipinge anche con le parole, con una prosa intensa e evocatrice”.
L’appuntamento con lo spettacolo di danza classica invece si terrà nel mese di dicembre: in programma La bella addormentata il celebre balletto classico  con la musica di Caikovskij, danzato dal Balletto dell’Opera di Kiev una delle più prestigiose e antiche compagnie di danza russe. La compagnia di balletto del Teatro dell’Opera di Kiev ( nato nel 1867) si formò all’inizio del 1900. I due famosi ballerini del XX secolo, Vaclav Nijinskij e Serge Lifar,  provenivano  appunto da Kiev. Il team creativo del teatro si ampliò negli successivi alla guerra, e il suo Corpo di Ballo divenne una delle più grandi Compagnie europee e dal 1950 intraprende tournée internazionali in Europa, America e Asia.  Oggi il Balletto dell’Opera di Kiev è diretto da Viktor Yaremenko,  fino a poco tempo fa uno dei maggiori solisti della Compagnia.

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