9 Maggio 2011

Acegas Trieste: obiettivo centrato, vittoria dell’etica del lavoro ma una pietanza ancora insipida

Raggiunto l’obiettivo prefissato, non c’e’ piu’ posto sul carro!

Senza svilire questo poetico momento di esaltazione cestistica, e’ giusto dire che la salvezza raggiunta dall’Acegas in due gare contro Molfetta non puo’ certo rappresentare il nirvana sportivo locale, ma di questi tempi mantenere l’obiettivo prefissato ai nastri di partenza, e’ gia’ un risultato!

Sempre per onesta’ intellettuale bisogna fare a sportellate per allontanare i classici “Nostradamus del poi”, quelli che saltano sul carro dei vincitori gridando ai quattro venti “l’avevo detto io…”; questo risultato e’ figlio di buone scelte estive della coppia Boniciolli-Dalmasson, di scelte ancor piu’ ardite in corso d’opera da parte di coach Dalmasson (l’affare Busca lo si e’ portato avanti fino a qualche settimana fa), che ora ricevono giustizia da malinconici ex ripudiati (Lenardon, Spanghero, Cigliani, Benevelli, Scarponi) che guardano “da laggiu’” il risultato triestino (sia ben chiaro, nulla a che vedere sul valore dei singoli, degnissimo di nota!).

Ma soprattutto e’ il risultato dell’etica del lavoro, quello silenzioso e a testa bassa, ore e ore passate in palestra magari quando tutto gira storto, quando i risultati non arrivano e la societa’ non ti fa sentire parte di un progetto; e’ li che si e’ ricostruito il blocco granitico che ha fatto un grande finale di stagione, recuperando energie fisiche e mentali, necessarie per schiantare Molfetta. Non e’ una bestemmia dire che se per caso l’ Acegas si fosse confrontata con qual si voglia delle pretendenti al salto di categoria, oggi come oggi, avrebbe dato del filo da torcere a chiunque. E’ la vittoria infine di un gruppo di bravi ragazzi, che al di la’ di qualche mugugno o fastidio del momento, ha capito quanto il “martellamento” di coach Dalmasson poteva solo che giovare a tutti, regalando un sorriso e la serenita’ di aver fatto appieno il proprio dovere.

Una sfida con Molfetta che non e’ mai nata….

Penso che non ci sia piu’ semplice disamina della sfida andata in scena fra Trieste e Molfetta: non c’e’ stata partita!

Onestamente forse si sapeva in partenza che il girone B era tutto sommato un po’ piu’ debole, ma un cosi esplicito divario forse nessuno se l’aspettava. Tanta differenza nel materiale umano, con Trieste forte di 11-12 giocatori intercambiabili e Molfetta con 3-4 cestisti neanche di totale affidabilita’ (forse il solo Rugolo poteva garantire certezze, poi venute a mancare); condizione atletica diametralmente opposta, in cui Busca e soci avrebbero potuto giocare altri 40 minuti non calando l’intensita’, mentre gli avversari hanno tenuto due quarti per poi prendere regolarmente la targa dei biancorossi. Il grande lavoro mentale fatto da coach Dalmasson, quello per cui gara 1 in terra pugliese e’ diventata una sfida fra sazi e soddisfatti giocatori molfettesi, contro famelici lupi in maglia Acegas che hanno aggredito dal primo minuto il match.

E tutto questo grazie al cielo senza la triste ancora di salvataggio della wild card, una patetica via di fuga che non inorgogliva certo una piazza che merita ben altro…

Mai piu’ senza tifo!

Provate a seguire un concerto rock con i tappi alle orecchie, oppure provate a seguire una finale di Coppa Campioni come uno steward voltato di spalle al campo; e’ esattamente questa la sensazione che si e’ vissuta questa stagione sotto le volte del Palatrieste quando ha giocato l’ Acegas.

In gara 2 gli encomiabili e numerosi tifosi pugliesi hanno girato il coltello nella piaga triestina, mettendo a nudo l’esigenza di vivere la pallacanestro con tutti i tasselli al posto giusto, tifo compreso.

A Trieste e’ andato in scena l’ennesimo equivoco da mancanza di comunicazione fra popolo del basket e societa’ Pallacanestro Trieste 2004; i tifosi, troppo presto ghettizzati e etichettati in modo non riconoscente dai vertici, hanno ammainato la bandiera non ascoltando i consigli di andare verso altri lidi (Udine o Treviso ndr.), ma neanche supportando la causa locale.

Ne e’ venuto fuori uno spettacolo tutto sommato insipido, i pochi momenti “pepati” stagionali hanno coinciso, guarda caso, con grandi colpi ai danni delle prime della classe. Il nuovo che sta per arrivare DEVE tener conto di questo fattore, ago e filo e…..ricucire!

Raffaele Baldini

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