21 Febbraio 2011

Acegas Trieste: rondini, festa del basket e attimi che cambiano il fato

Una rondine non fa primavera

Michele Ruzzier (foto A.Cervia)

Vincere di 36 punti di scarto venendo da un periodo di crisi non e’ mai cosa semplice, se poi ci mettiamo la sosta ai box di capitan Bocchini e Busca, con le condizioni precarie di salute di Maiocco e Vidani, allora potremmo dire che il successo degli uomini di Dalmasson e’ degno di nota.

Senza voler essere per forza i Nostradamus de no artri (anche perche’ di veggenti con il senno di poi se ne vedono tanti) si poteva quasi matematicamente prevedere perlomeno una serata positiva per Ruzzier e soci, per una serie di semplici ragioni:

le statistiche al tiro delle ultime uscite dell’Acegas regalavano il piu’ banale degli assist per la legge dei grandi numeri, quella che salva anche i casi piu’ disperati. Certo, tirare con il 51% dal campo non rappresenta una beneficiata da record, ma un bel passo avanti si.

Pavia arrivava ebbra di gioia dopo il roboante successo casalingo contro Treviglio, una sazieta’ che quasi sempre nasconde l’effetto boomerang 7 giorni dopo….

i 3000 del Palatrieste non potevano generare uno scossone emotivo per chi gioca a pallacanestro fra le mura amiche, anche perche’ se non c’era reazione contro Pavia, i titoli di coda alla stagione potevano scorrere tranquillamente.

Ultimo e non ultimo, da trattare in separata sede, il valore dell’avversaria, una Pavia arrivata senza Scodavolpe (o perlomeno non abile per minuti di campo), e apparsa di una pochezza tecnica disarmante, certo la versione cestistica peggiore stagionale vista al Palatrieste. Tutte queste considerazioni per far capire una cosa: non si e’ fuori dalla crisi se non si fa filotto, a partire dalla prossima trasferta di Recanati, da portare a casa senza “se” e senza “ma”.

Quando si impara dalle lezioni si cresce prima

Come un deja vu’, l’Acegas contro Pavia si trovava nuovamente nella condizione di dover affidare la regia a due ragazzini quali Scutiero e Ruzzier, esattamente come capito’ nell’infausta partita casalinga contro Ozzano (posto che Busca entro’ per onor di firma 5 minuti finali a babbo morto). La prestazione dei due giovanissimi fu un fisiologico motivo della debacle interna, nel senso che la mancanza di esperienza e quindi di struttura fecero le fortune di Sanguinetti e Grillo, oltre che resero piu’ sterile l’attacco triestino.

Ci mancherebbe che qualcuno puntasse il dito su questi taletini nostrani, ma quello che piu’ fa piacere e’ rivederli qualche settimana dopo, alle stesse condizioni se non aggravate da una crisi di squadra perdurante, gestire benissimo la presenza in campo, facendo girare la squadra e nel caso di Michele Ruzzier, mettendoci quel pizzico di furbizia per recuperare 5 palloni 5 agli avversari.

L’intelligenza nel giocatore si vede anche dalla capacita’ di imparare dagli errori.

Amori basket week”, una giornata da riproporre

Recidivo il triestino medio, invece di seguire consigli di spostarsi a Udine o Treviso per vedere pallacanestro (anche perche’ a Treviso senza Benetton si vedra’ di meno…), partecipa attivamente a quella che a tutti gli effetti e’ stata la festa del basket giovanile locale, senza distinzioni e senza preclusioni, uno spettacolo di ragazzini e famiglie in salsa sportiva, con l’All Star degli under 17, con contorno di colore sulle tribune (dotati di maglietta omaggio) e per finire con un pizzico di piacevole condimento da parte delle cheerleaders durante i time out della partita contro Pavia.

Veramente il movimento e’ sano e cresce bene, numeri importanti che sono il vero cuore pulsante della pallacanestro cittadina, il futuro in carne ed ossa che reagisce all’immobilismo di una prima squadra che non si sposta da una importante ma non consona A Dilettanti.

Giornate cosi, sarebbero da proporre ogni domenica!

Sicuri che il basket non e’ sport di situazioni?

E’ veramente incredibile come la pallacanestro regali delle infinite micro-situazioni all’interno di una partita, storie che cambiano copione a seconda di situazioni di un attimo. Un esempio su tutti?

Federico Vidani, uno alla ricerca della ispirazione perduta, conclude il primo tempo con 8 minuti di utilizzo e 0 punti, frutto di 0 su 1 al tiro da tre punti; comincia il terzo quarto sbagliando un altro paio di conclusioni, anche facili con i piedi per terra e, sull’orlo di un’altra serata da dimenticare in fretta, una tripla scagliata centralmente e una palla che con la stessa fatica di chi sta uscendo da un periodo non positivo, si infila nel canestro. Lo scimmione della spalla e’ sceso, lo scenario cambia come il tempo in alta montagna, radicalmente e in un amen, ed ecco che in un tempo e mezzo Vidani diventa l’ MVP della partita segnando a ripetizione e da ogni parte del campo… tutta la bellezza di questo sport!

Raffaele Baldini

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