29 Gennaio 2011

La musica… tesoro inestimabile di una città

Trieste Sarebbe superfluo ripercorrere tutto quello che la citta’ di Trieste ha regalato in termini di cultura musicale (passando per grandi Sovrintendenti come Antonicelli o Direttori Artistici come il compianto barone De Banfield), essendo stata l’epicentro di quel sapore mitteleuropeo che intrecciava le proprie radici con la tradizione secolare italiana. Parlare di musica all’interno del capillare macrocosmo denominato politicamente “spettacolo” in ambito nazionale, e’ necessariamente legato ai tagli governativi al FUS (Fondo Unitario Spettacolo), ma in questo come in altri casi della vita, dovrebbe far scattare l’istinto piu’ primordiale di sopravvivenza trovando la chiave di volta per risollevarsi, sintetizzabile in un concetto-parola: creativita’.

Vediamo nello specifico alcuni aspetti, prima come accettazione di uno stato di fatto incontrovertibile, poi nella possibile soluzione al problema:

1) Stagioni teatrali esclusivamente monopolizzate da agenzie che inevitabilmente finiscono per speculare attraverso i proprio assistiti, incrementando il costo delle stesse.
SOLUZIONE: 1 o 2 produzioni annue con attori protagonisti (personaggi, regia, scenografi) scelti attraverso casting o concorsi ad hoc, generando cosi’ vantaggi di due tipi: stimolo per giovani ambiziosi artisti e un risparmio sui costi considerevole

2) Spingere per co-produzioni con citta’ d’arte vicine, per esempio con La Fenice di Venezia, ma gestendo in maniera piu’ oculata la cadenza e il luogo delle stesse. Se ad oggi si parla, sempre ipoteticamente, fra aprile e maggio, 2 produzioni a Trieste con 8/9 repliche e 2 produzioni a Venezia con 8/9 repliche…
SOLUZIONE: 1 produzione con 8/9 repliche a Trieste e 1 produzione con 8/9 repliche a Venezia, scambiando poi le stesse produzioni in maniera vicendevole, con il vantaggio sin troppo evidente di pagare 1 produzione prolungata mettendo in cartellone 2!

Oltre a questo la creativita’ non solo deve trovare la “cura” per alcuni mali, ma diventare propositiva    implementando l’ offerta attuale. Vediamo come:

1) Produrre annualmente 1 spettacolo con produzione autoctona, creando sempre concorsi dal fascinoso e ambito premio di diventare parte dell’opera, sia come attori, sia come registi o scenografi.
2) Ripristinare un sano senso di appartenenza, risollevare un moto d’orgoglio che faccia riassaporare al triestino il desiderio di avere a Trieste un teatro di straordinaria tradizione e storia. Questo come puo’ essere veicolato nel modo piu’ utile?
Prima di tutto incentivare collaborazioni con le TV locali, con programmi musicali fatti o partecipati da musicisti del teatro, operazioni di marketing che non devono avere il comun denominatore della spesa per la riuscita, bensi’ l’originalita’ del contenuto.
Poi istituendo la gratuita’ delle prove generali, coivolgendo soprattutto le scuole, per far conoscere la musica classica in modo capillare..
Proponendo una domenica al mese (magari con orario 11.00-12.00, dopo la Santa Messa) concerti al prezzo simbolico di 2 euro, con programmi piu’ popolari, coinvolgendo solisti della propria orchestra, accompagnati da slogan del tipo: “ascolta con orgoglio la musica della tua citta’”.
3) Caldeggiare una nuova era nei rapporti fra Societa’ dei Concerti e Teatro Verdi, in modo da ottimizzare il dispendio di risorse economiche per i “grandi nomi”: se per esempio contrattare tramite Societa’ dei Concerti un violinista di primo livello costa ipoteticamente 15.000,00 euro per un concerto, e se in un altro periodo il Teatro Verdi lo scrittura per 3 a 30.000,00 euro, e’ plausibile ottenere un possibile “pacchetto” di 3 sinfonici e 1 recital al costo ipotetico di 35.000,00 totale…..il vantaggio e’ chiaro!

La denuncia che spesso e’ stata sollevata dagli addetti ai lavori nell’ultima gestione politica cittadina  e’ andata nella direzione di un’assoluta incomunicabilita’ fra istituzioni e musicisti, un modus operandi che ha lasciato poco spazio alla voce di chi fa musica rispetto a chi inevitabilmente non sa della materia ma ha il coltello dalla parte del manico. Troppo spesso la decadenza in certi settori e’ figlia di competenze latenti oltre che di mancanza di finanze, per cui l’ imperativo e’ di privilegiare il LATO ARTISTICO e quindi delegare a illuminati il delicato tesoro cittadino, perche’…

Per UN’ALTRA TRIESTE  c’e’ bisogno di ricordare che Trieste e’ anche la sua cultura, la sua arte, e il suo Teatro e’ la casa dove vivono e rivivono le grandi opere d’arte che il passato ci ha lasciato!

Raffaele Baldini (candidato con la lista “Un Altra Trieste” al Consiglio Comunale)

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