2 Dicembre 2010

Studenti in sciopero: “Meglio un vana ma candida speranza che una supina rassegnazione”

Quando frequentavo le superiori, mi son trovato spesso a partecipare a manifestazioni, scioperi, finanche occupazioni, per protestare contro le prime riforme, che già allora venivano effettuate sempre tralasciando lo scopo principe dell’istituzione scolastica, cioè permettere a chiunque di studiare nel migliore dei modi, cosicché l’istruzione diventi l’investimento capace di far progredire la società per il tramite delle generazioni future. Già allora si paragonava l’istruzione scolastica italiana con quella nord americana, evidenziando la mancanza semitotale di cultura di base di quest’ultima, rispetto la nostra che allora pareva ancora buona.
Sono passati gli anni, mi trovo sull’orlo della pensione, ma il panorama non è cambiato. Anzi.
Generazioni di riforme si sono succedute da destra a sinistra, tagliando ogni volta qualcosa, tantoché oggi non ci sono più rami secchi da amputare ma si inizia ad agire sul tronco vivo della pianta col rischio, non tanto remoto, che alla fine questa se ne perisca completamente.
Una analisi sulla storia degli ultimi quarant’anni, non può prescindere dalla considerazione che oggi la scuola è peggio di allora, così come si ritrova peggio la nostra nazione la quale, a differenza di altri paesi europei progrediti, non è stata capace di capitalizzare gli anni delle vacche grasse dello sviluppo economico per creare una società democratica e sana, fondata non solo sui doveri ma anche sui diritti del singolo, dal nostro sistema considerato suddito supino e giammai cittadino responsabile.
Interpretando il pensiero di tanti miei coetanei, mi vien da dire agli studenti: Forza ragazzi, avanti, continuate così.
Ancorché la storia mostri l’inevitabile vanità delle vostre azioni di oggi, data l’inutilità delle nostre di ieri, meglio una vana ma candida speranza piuttosto della supina ed opaca rassegnazione, che ormai affligge troppi in Italia.

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