19 Novembre 2010

Lenardon a Massafra, più di una semplice operazione di mercato

La partenza di Lenardon manda i titoli di coda sul progetto di Boniciolli?

Simone Lenardon (foto A.Barzelogna)

Era nell’aria, il “canto del cigno” pavese di Simone Lenardon con la maglia Acegas ha aumentato il rammarico in una tifoseria giuliana che lo ha sempre apprezzato, come ragazzo e come giocatore;  pochi minuti dopo il primo scoop via internet, si sono susseguite le conferme e lo sdegno di chi ancora credeva nella regia del “dottore” toscano.
Ci sono situazioni nella vita che decretano la fine di un ciclo, e a tutti gli effetti la partenza di Lenardon pianta l’ultimo chiodo alla bara di un progetto, quello di Matteo Boniciolli, mai realmente decollato e rimasto solo sulla carta; si è puntato dichiaratamente su Benevelli e Lenardon come materiale cestistico umano in sede contrattuale e questi ultimi hanno preso la via per altri lidi (seppure in tempi diversi), si parlava della volontà di crescere e lanciare giocatori triestini e Spanghero finisce a Trento dopo essersi confermato in A Dilettanti, si parlava di una squadra giovane e l’età media si è alzata anche con l’arrivo di Leo Busca. Tralasciando poi progetti di Legadue, campi all’aperto, eventi per coinvolgere la piazza… ironia della sorte e dulcis in fundo, un coach gentilmente “fatto accomodare” come Bernardi (gradito alla piazza ndr.) che attinge al pozzo giuliano per garantirsi le gesta di Lenardon e forse di Benfatto a Massafra…
Tornando alla repentina uscita di scena di Simone Lenardon, è doveroso non lasciarsi trascinare nella spirale sentimentale, fardello fuorviante ad un giudizio equilibrato: non sono certo Busca e Dalmasson gli “orchi cattivi” accanitisi contro la vittima sacrificale Lenardon, bensì esiste un chiaro modo di intendere la pallacanestro che non collima con le caratteristiche di un giocatore. Da questo ne consegue una scelta palesemente consensuale, semplicemente con tempi diversi, prima coach Dalmasson che esplicita il suo concetto di playmaker (ovviamente non l’identikit di Simone), poi il giocatore che, venuta meno una fiducia tecnica, decide di andare dove sente stima e dove può recitare un ruolo da protagonista assieme a ex compagni quali Cigliani e Scarponi.
Il rischio “domino” adesso è alto, i mugugni del sopra citato Benfatto potrebbero tradursi in una richiesta di trasferimento sempre a Massafra, svuotando un ruolo che già è piuttosto corto, in più nel ruolo di regista l’esperto Busca potrebbe giocare con uno scimmione sulla spalla pesantino, sapendo che ad ogni errore il consueto brusio del Palatrieste materializzerebbe il fantasma di Lenardon in ogni dove.
Rimane il giusto e dovuto merito di commiato a Simone Lenardon, protagonista di questi anni importanti a Trieste, eccellente attore di una promozione e di partite sempre o quasi sopra il par a livello di rendimento, un mancino che ha stregato gli amanti del gioco per il veloce rilascio al tiro uscito dal pick’n roll e per la disponibilità e gentilezza fuori dal campo. Forse, fra le pieghe di una vicenda di mercato come tante, sarebbe stata un’occasione (una in più) da parte della società di rendere giusto omaggio a qualcuno che ha fatto qualcosa per Trieste, invece di dare una mano per chiudere la valigia…..

Raffaele Baldini

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