11 Luglio 2010

“Promesse da marinaio”… e la Pallacanestro Trieste 2004 vivrà alla giornata

Tommaso Raspino

Come non citare una delle più celebri composizioni di Lelio Luttazzi, maestro e compositore triestino morto a 87 anni, uno degli ultimi personaggi italiani della televisione, orgoglio triestino di quelli che si vedono sempre meno, in una città ormai invertebrata e impalpabile.
“Promesse da marinaio” sono un po’ quelle che ci hanno “venduto” in ambito cestistico, l’alba di una nuova era iniziata con l’arrivo del consulente operativo Matteo Boniciolli, ed ora già il tramonto di un progetto (Dipiazza e Paniccia dovrebbero giustificare il perché) con gli “addii” quanto mai sintomatici di Marco Spanghero e Andrea Benevelli. Perché sintomatici, perché trattasi di due elementi crudamente considerabili come futuribili e “monetizzabili”, giovani giocatori dal possibile futuro (e sicuramente per un mercato di A Dilettanti), e molto graditi alla piazza; quello che era stato il principio fondante della filosofia di mercato dell’Acegas, cioè contratto pluriennali e valorizzazione dei giovani locali, si è ritorto come il più classico dei boomerang alla società, costretta a mollare la presa sul corposo biennale di Trento a Benevelli (fra l’altro considerato dallo stesso Dalmasson una pedina cardine) e il riscatto legittimamente richiesto dalla Servolana per Spanghero.
Non torna comunque il ragionamento alla radice, si parla di 1 milione e duecento mila euro di budget ma solo 350.000 per formare la squadra, si parla di fare contratti annuali perché non si conosce il futuro societario e quindi il rischio di lasciare contratti in essere sarebbe troppo alto (ma vendendo un giocatore sotto contratto non si guadagna?)….forse non ci è stato detto tutto sul prossimo anno?
E’ insopportabile fare la parte del classico triestino astioso e disfattista, ma fedeli al motto andreottiano del “pensar male prima o poi uno c’azzecca”, a Trieste si fa presto ad esser facili profeti (vedi Triestina, Pallamano, Hockey, ecc.). Di certo è che Dipiazza e Paniccia resteranno con il cerino acceso alla fine del mandato (visto che Matteo Boniciolli ha ventilato l’idea di chiudere qua), e considerando che finirà anche il mandato di sindaco, non posso credere che il Presidente della Pallacanestro Trieste 2004 voglia consegnare le chiavi della città al suo successore con il minimo storico sportivo cittadino e senza proferire parola!

Ma c’è il rovescio della medaglia, un annata pronta a sovvertire tutto…
Il bello dello sport è che non c’è situazione scritta in partenza, non c’è risultato precluso e molto spesso quando le premesse ti mettono con le spalle al muro, vengon fuori stagioni epiche da ricordare. Del prossimo anno, del pregresso e del filosofeggiare coach Dalmasson e il gruppo che si verrà a formare se ne faranno beffe, concentrandosi sull’obiettivo stagionale (e non è poco!), visto che ci saranno solo 4 posti play off e tante retrocessioni.
Conferme delle ultime ore, dopo i blindati Lenardon e Colli, sono arrivate da Michele Benfatto e da capitan Bocchini, sembra ormai fatta per Tommaso Raspino (rimaneva un saldo di pochi euro al suo procuratore per un ex giocatore di Trieste), valente giovane classe ’89 da Pavia, giocatore potenzialmente importante nello spot di guardia-ala. Intrigante l’idea Marco Contento, classe ’91, reduce da un brutto infortunio al crociato, ma un talento che per caratteristiche potrebbe infiammare la piazza giuliana; anche da questo punto di vista il rischio è una necessità e quindi potrebbe valere la pena.
Si vocifera anche di un gradito ritorno di fiamma, quello di Alfredo Moruzzi, giocatore gradito al coach e utile come collante al gruppo, intanto la squadra sicuramente sta crescendo interessante.

Ahimè, anche sul fronte mercato non è possibile lasciar passare in cavalleria l’ennesimo colpo inferto alla già debole autostima societaria triestina; il battagliare estivo per portare qualche giovanissimo talento in città, vedi i nomi di Francesco Candussi e Mirco Turel, dove ha portato?
Candussi e Turel hanno appena firmato un accordo per la Falconstar Monfalcone. Con il massimo rispetto per il sodalizio cantierino (da prendere come assoluto esempio di lungimiranza  e accortezza societaria), Trieste ormai non ha né più l’appeal di una storia importante né vede valorizzato l’ottimo lavoro sulle giovanili sbandierato da due anni a questa parte.

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