21 Febbraio 2010

Coach Bernardi via a fine stagione? Un’opinione in contro tendenza…

coach Massimo Bernardi

Massimo Bernardi, nato a Santarcangelo di Romagna il 17 Maggio 1960, allenatore dell’Acegas Trieste da ormai quasi due stagioni, a poche partite dal probabile addio. Che storia è questa? Una tipica storia sportiva italiana, il luogo comune dei cicli che finiscono, dei risultati che non arrivano, del dare una scossa all’ambiente…
Trieste è una città di basket da sempre, quella che si inorgogliva nello “sfornare” giocatori di livello nazionale, che si beava di fronte al progetto immaginifico e lungimirante degli “stranieri” diciannovenni come Bodiroga, che è stata capace di riempire con 4000 anime il Palatrieste per una gara 5 di finale play out in serie B2; ora però è tempo di allinearsi, nessuna filosofia controcorrente e tutto dannatamente previsto. Alcuni punti cardine per suffragare la “tesi della contro tendenza”, quella che indica nel vulcanico coach romagnolo la miglior continuità per il progetto intrapreso.

Giovani, progetto condiviso in toto
Ci sono allenatori che fanno finta di condividere i progetti societari per aziendalismo spinto, e chi invece ci crede con i fatti. Partiamo innanzitutto dal presupposto che Massimo Bernardi è un allenatore che conosce molto bene i giovani, avendo allenato fra gli altri un certo Carlton Myers a Rimini; chi più di lui quindi può tracciare e segnalare possibili talenti per il futuro. Poi c’è la parte più complessa del ruolo di un allenatore, soprattutto nel primo anno di gestione, obbligato a vincere: farli giocare!
Bene, il Marco Spanghero fuori dai 12 del roster di prima squadra, non solo ha giocato ma è stato decisivo nei play off promozione, assieme a compagni quali Zurch e Crevatin, con incidenza ovviamente minore. Il coraggio di coach Bernardi quindi è stata la prova provata di quanto si possa sposare in toto un progetto facendo il bene dell’azienda: l’Acegas ha vinto il campionato e ha accresciuto in maniera esponenziale il valore di un suo giocatore.

Allenatore che conosce la categoria, ha saputo vincere e ha saputo divertire
Più di trecento partite in B1 (per chiamarla con il vecchio nome) sono da sole il diploma di merito, certamente un allenatore che costa non pochi soldi ma garanzia di conoscenza; in serie B Dilettanti addirittura la sproporzione tecnica che si palesava ogni partita era evidente, un sesto uomo in campo per Trieste. Poi il gioco, a tratti divertente, sempre allineato con l’identità del proprio coach, cioè aggressivo e mai impigrito dalle situazioni del campo; anche qui, vedendo molto delle avversarie di Trieste, poche compagini veramente sono stato in grado di imporre un proprio credo cestistico omogeneo, quest’anno forse la sola Ozzano con coach Salieri. Sia ben chiaro, coni d’ombra ce ne sono stati e ce ne saranno, ma l’impressione è che anche nei momenti più bui il timoniere non abbia mai perso la guida del gruppo, segno questo di esperienza e credibilità. La memoria non dev’essere corta come nello sport spesso capita, non più tardi dell’anno scorso Massimo Bernardi ha vinto un campionato, e vincere non è mai facile!

Ogni centesimo guadagnato è goccia di sudore settimanale
Se dicessimo che il coach della Pallacanestro Trieste 2004 è pagato “a sforzo profuso” mancheremmo di rispetto alla carriera dell’allenatore. E’ innegabile però che il suo ruolo forse trova la massima esaltazione nel lavoro settimanale in palestra; lavoro duro, senza tregua o pause, un moto perpetuo, forse per alcuni sovraccaricato, ma performante. Certo, necessario per questo tipo di imprinting avere dei cestisti molto duttili e soprattutto poche “prime donne”; in questo senso Matteo Boniciolli e Massimo Bernardi hanno visto giusto, i giocatori succeduti in canotta biancorossa hanno dimostrato l’approccio più giusto e l’atteggiamento professionale migliore.

Tutto il resto è sesso degli angeli, qualcuno parlerà di un allenatore isterico e teso a preservare con metodi scaramantici all’eccesso la propria professione, il colpevole magari di una classifica che non è brillante come si poteva sperare, tutti ad aspettare a braccia aperte il nuovo guru, magari dalla terra slava…
Scelte, a volte le più ovvie nascondono le insidie maggiori, e chi lascia la strada vecchia…

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)

2 commenti a Coach Bernardi via a fine stagione? Un’opinione in contro tendenza…

  1. enrico maria milic ha detto:

    bell’articolo, grazie raffaele

  2. dieffe ha detto:

    si, bel pezzo. peccato però che, aldilà dei risultati, la pallacanestro trieste abbia dimostrato di non avere un gioco né un’anima per gran parte del campionato. le poche vittorie sono state conseguenza di casualità o di prestazioni individuali sopra le righe, ma non di una coralità. questa, a mio avviso, è una colpa esclusivamente imputabile a bernardi.

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