1 Dicembre 2009

Beppino Englaro alla libreria Lovat

Beppino Englaro

“Ho solo una certezza: il rispetto, vera espressione d’amore per Eluana è stato e sarà infinitamente più forte di tutto il dolore che mi porto dentro”. Si conclude con queste parole, il libro scritto da Beppino Englaro assieme alla giornalista Adriana Pannitteri. ”La vita senza limiti” (Rizzoli, 2009). Libro che il padre di Eluana Englaro presenterà alla Libreria Lovat di Trieste (Viale XX settembre – stabile Oviesse, terzo piano) venerdì 4 dicembre alle 17.

Intervistato dalla giornalista Rai Marinella Chirico, Beppino Englaro con questa presentazione sottolinea come la sua battaglia per l’autodeterminazione dell’individuo nelle cure e nei trattamenti sanitari continui anche dopo i 6233 giorni di “vita-non vita” di sua figlia, morta il 9 febbraio 2009 a Udine, tra polemiche d’ogni genere.

In quel grande dibatto nazionale nel quale la famiglia Englaro, nel febbraio 2009, ha vissuto composta il suo dolore, Beppino Englaro ha anche ricevuto un’accusa di omicidio volontario per la quale la Procura della Repubblica di Udine ha richiesto l’archiviazione solo il 28 novembre scorso. Richiesta cui il padre di Eluana ha reagito con grande compostezza e rispetto per la Giustizia, commentando solamente: “Lo davo per scontato, per come ho agito, cioè alla luce del sole e nella legalità, non poteva che essere così”… Senza trionfalismi ne’ polemiche per essere stato indagato per la morte di quella figlia cui ha dedicato 17 anni di vita lasciando il suo lavoro e dedicandosi allo studio di codici e regolamenti, alla partecipazione a convegni e all’incontro con politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà percorrendo sempre la strada della legalità.

Nel libro recentemente uscito, l’autore rievoca i ricordi e le lettere di sua figlia e ripercorre gli ultimi mesi della vita di lei anche attraverso la propria storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso che ogni giorno, negli ospedali, si pone domande semplici e aspetta risposte umane, e viene invece abbandonato dalla politica in un limbo di sofferenza.

La lettura delle sue pagine spiega che Beppino Englaro ha fatto tutto quel che ha fatto, in quei diciassette lunghi anni, per amore e rispetto della figlia ma anche e forse soprattutto della legalità.

“Non eravamo spinti da alcun furore ideologico – scrive Englaro quando rievoca i primi tempi della sua lunga battaglia – né volevamo imporre ad altri ciò che ritenevamo e riteniamo tuttora giusto per noi stessi. Chiedevamo solo di non essere discriminati. Ma rivendicare uno spazio per l’individuo, per le sue scelte personali, sostenere che la propria vita non appartiene agli altri è stato ritenuto un affronto e una sfida. Per questo la vicenda di Eluana faceva paura…”.

Un capitolo, ”La ricerca della squadra e della struttura”, parla del ruolo dei vecchi amici friulani, già socialisti, alcuni dei quali assurti a importanti ruoli istituzionali: il presidente della Regione Renzo Tondo, il senatore Ferruccio Saro, l’ex assessore regionale alla sanità Gabriele Renzulli… “La coscienza della nostra dignità – scrive riferendosi a ”noi friulani, soprattutto i carnici…” – non è mai stata un fatto solitario ma una sorta di fratellanza, un sentire comune, un orgoglio, persino nelle sfide più estreme. Non credo sia un caso il fatto che molte battaglie sui diritti civili che hanno cambiato il volto del nostro Paese, come quella sul divorzio, siano partite proprio dal Friuli…”.

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1 commenti a Beppino Englaro alla libreria Lovat

  1. michelangelo ha detto:

    L’uomo di principio.
    ”Lo davo per scontato per come ho agito, cioè alla luce del sole e nella legalità. Non poteva che essere cosi. Ho agito sempre nella massima trasparenza. Sin dal primo momento, cioè dall’incidente, in questa storia non ci sono mai state zone d’ombra. Ho sempre tenuto una sola linea … “
    Beppino Englaro è un uomo di principio, dice lui. Solo che l’uomo di principio non è mai un uomo disponibile. Sente e ubbidisce solo a se stesso e alle sue convinzioni giuste o sbagliate che siano.
    Poi se queste convinzioni sono condivise e supportate da ideologie politiche e partitiche sì da creare un boom mediatico allora i principi di quell’uomo di principio diventano legge e paradossalmente ne fa una religione, anche se è un ateo quell’uomo di principio.
    Che tutta la vicenda si avvii all’archiviazione da parte della magistratura, è normale che avvenga, per buona pace di tutti.
    Come dire: il legislatore deve obbligatoriamente avere ragione.
    E del libro?
    Un’ennesima mania di protagonismo che supera l’interesse economico, caratteristica degli uomini di principio.

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