6 Ottobre 2009

Il Foglio a proposito di Monsignor Crepaldi

Il pezzo di ieri apparso sulle pagine nazionali del Foglio:

E’ un vescovo che si preoccupa della salvezza delle anime il nuovo arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi. Lo ha detto lui stesso nel corso della cerimonia d’avvio del suo ministero pastorale il 4 ottobre nella cattedrale di san Giusto. ”Vi confesso subito che unico mio obiettivo sarà la salus animarum così come avvenne per il Poverello di Assisi”, di cui domenica si celebrava la memoria, che considerava che l’Unigenito di Dio è morto in croce per le anime. Quella stessa salus animarum che spinse san Francesco a promuovere dignità e diritti delle persone e difendere la salvaguardia del creato perché tutte le cose sono state create per mezzo di Cristo e in vista di Cristo e tutte in lui sussistono. Quando le anime sono in salute si può guardare con serena fiducia al futuro ha aggiunto l’ex segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace che ha collaborato alla stesura dell’ultima enciclica “Caritas in veritate”.
 Di santità ha parlato anche riferendosi al martire dell’immediato dopoguerra don Francesco Bonifacio ad un anno esatto dalla beatificazione: il segreto della sua anima era Cristo, amato e seguito fino alla croce. I cristiani non hanno alternative: devono mettersi alla sequela di Cristo che non è un maestro di cui si ammirano gli insegnamenti morali o un modello esteriore da riprodurre in modo sterotipato, ma “una persona viva, presente e determinante nell’oggi della storia dell’anima di ognuno di noi. E’ via da percorrere per avere vita ed essere nella verità”.

Ma quale alternativa antagonista a questa via? Il riduzionismo, la principale ideologia di oggi, non più un’ideologia integrale, ma omnicomprensiva per difetto. E’ impossibile riassumere l’elenco delle riduzioni: “La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni, l’amore ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta a un accordo, i diritti vengono ridotti a desideri, la democrazia viene ridotta a procedura, la religione viene ridotta a mito, la procreazione viene ridotta a produzione in laboratorio, il sapere viene ridotto a scienza e la scienza a esperimento, i valori vengono ridotti a scelte, le culture ad opinioni, la verità a sensazione, l’autenticità viene ridotta a coerenza con la propria autoaffermazione.” Il riduzionismo è l’errore da evitare allargando gli orizzonti, così come suggerito da papa Benedetto XVI.
 Mons. Crepaldi ha poi citato l’anglosassone del XII secolo sant’Aelredo di Rievaulx per spiegare che solo nell’amore di Dio e nell’amore che guarda a Dio vi sono il riposo, la pace la felice tranquillità, la tranquilla felicità, il felice e tranquillo godimento.

Citando poi il servo di Dio cardinale François Xavier Van Thuân a lui particolarmente caro per essere stato presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha riproposto le 10 “A” necessarie per illuminare percorsi chiari e praticabili da parte di tutti: le 5 “A” del fuoco interiore: adorare, amare, ascoltare, abbandonarsi, accettare e le 5 “A” del fuoco esteriore, dell’impegno pratico: agire, animare, appassionarsi, avventurarsi, allietarsi.
Per concludere l’omelia un richiamo a Maria, Madre e Regina, venerata in città a cui mons. Giampaolo Crepaldi ha affidato il suo episcopato a Trieste.
Un nuovo vescovo è alla guida della diocesi di Trieste. Le preoccupazioni espresse, gli obiettivi dichiarati lo presentano come un pastore preoccupato per la salute e la salvezza delle anime. Saremo capaci, noi triestini, di seguirlo?

Marco Gabrielli, Trieste

2 commenti a Il Foglio a proposito di Monsignor Crepaldi

  1. Bibliotopa ha detto:

    ancora un riassunto.
    Per chi volesse leggere il discorso intero, lo potete scaricare qua:
    http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/vis_diocesi.jsp?idDiocesi=210
    Riporto il primo paragrafo:
    “La salus animarum

    Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, Predragi bratje in sestre v Kristusu,
    1. Ringrazio il Signore con voi per questa fausta celebrazione di inizio del mio ministero episcopale nella Diocesi di Trieste, inviato dal Santo Padre Benedetto XVI a continuare il prezioso servizio dei miei illustri predecessori come l’indimenticato mons. Santin, l’infaticabile mons. Bellomi – sepolti in questa Basilica Cattedrale dedicata al martire San Giusto nostro patrono e nostro modello di vita – e mons. Ravignani che, con la consegna del pastorale, mi ha fatto il dono prezioso di essere parte di questa Chiesa particolare come vostro fratello e vostro Pastore. A Lui, che ha guidato con saggezza e amore la nostra Chiesa per tanti anni, va la nostra riconoscenza e il nostro affetto, che Egli saprà ricambiare con il bene quotidiano della sua preghiera e della sua solerte amicizia. “

  2. Victor Bergman ha detto:

    Ho sempre avuto simpatia per la Chiesa di Trieste.

    Mi sembra infatti che la Chiesa a Trieste sia una delle poche istituzioni che comprendano la complessa natura di questa città. Inoltre, a differenza di quanto accade in molte altre città italiane, qui la Chiesa sembra essere molto rispettosa della laicità della città, senza venir meno al proprio impegno sociale.

    Non metto in dubbio che il nuovo vescovo saprà continuare questo approccio, tuttavia mi hanno alquanto deluso gli sterili attacchi pseudo-intellettuali alla modernità in “stile Ratzinger”, che il vescovo ha incluso nell’omelia, e che sono quelli ai quali Il Foglio ha dato maggior peso, in quanto temporaneamente conformi al pensiero del suo direttore.

    Che palle – posso dirlo? – non se ne può più di queste prediche contro delle caricature della modernità, cominciate con l’introduzione da parte di Ratzinger del concetto di “dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”, concetto risibile per chiunque sia conscio del pensiero occidentale e della sua storia.

    Ora ci troviamo il nuovo vescovo che eleva addirittura a “ideologia da combattere” il riduzionismo (il riduzionismo!), con delle argomentazioni che forse ci starebbero in un tema di terza media, ma che costerebbero una bocciatura ad un esame universitario.

    Una appello: per piacere, uomini della Chiesa, smettetela di fare i giocolieri con le astrazioni, di adoperare logiche fallaci e tecniche retoriche medioevali. State perdendo autorevolezza, sia tra la (maggior) parte dei fedeli che non capiscono (giustamente) di cosa state parlando sia tra quelli che capiscono (e si disperano). Gli unici che vi seguono su questa linea sono gli “atei devoti”, il che è tutto dire!

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