31 Marzo 2009

Sala Tripcovich: la Giunta comunale mette in stand-by il Verdi fino al 2010. «C’è una partita da giocare»

Roberto Lisjak, uno dei trentenni che in questi mesi si è schierato nel movimento per l’utilizzo della Sala Tripcovich per attività legate alla cultura giovanile e musicale contemporanea, scrive una nota su Facebook:

«Dopo il voto favorevole espresso dal Consiglio Comunale lunedì scorso, oggi anche la Giunta ha deliberato all’unanimità perchè la concessione della sala Tripcovich al Verdi sia rinnovata sino al 31.12.2010 invece che per i canonici 9 anni.

Questa decisione accoglie, in buona sostanza, quelli che in questo mese e mezzo di lavoro erano stati i nostri auspici ma -attenzione!- non abbiamo ancora vinto nessuna partita».

Continua Lisjak:

«La decisione della giunta significa soltanto che c’è una partita da giocare, che l’uso della Tripcovich è qualcosa che il Comune intende discutere anche con noi e che l’automatismo “Tripcovich al Verdi” è stato messo in discussione. Adesso, come si suol dire, inizia il bello: adesso siamo in partita e da oggi in poi dovremo dimostrare che siamo in grado di metter su un progetto che funziona. Abbiamo la fortuna di aver trovato all’interno dell’amministrazione comunale interlocutori disposti ad ascoltarci come l’Assessore Rovis che sin dalla primissima riunione al Colonial si è appassionato alla nostra Idea, stiamo mettendo su una squadra di gente davvero in gamba che si dedica al progetto nell’ambito delle proprie competenze; gli elementi per fare di questa che attualmente è solo un’idea, anzi, come io amo specificare, un’Idea, un progetto concreto ci sono tutti.
Saranno mesi importanti, saranno mesi febbrili, ma forse saranno i mesi che cambieranno le nostre vite e le vite di tutti i giovani di Trieste.

Sempre su Facebook, anche l’Assessore Paolo Rovis, che passa per essere anche per uno dei possibili candidati del centrodestra a Sindaco, dice la sua:

L’aver deciso un rinnovo “breve” della concessione della sala Tripcovich al Verdi è un atto logico e di buon senso, che non deve rappresentare una vittoria – dal momento che non c’è una guerra – ma più semplicemente una chance. Che era giusto offrire a chi con serietà e impegno si propone a sua volta un obiettivo ambizioso ma raggiungibile: quello di dare ai giovani (e a quelli non più tali) la possibilità di fruire di qualcosa che a Trieste ancora non c’è ma di cui vi è una forte esigenza.

Con questa decisione la Politica, o almeno una parte di essa, ha fatto onore al suo ruolo. Che è quello di ascoltare i bisogni espressi dai cittadini, tenerli in considerazione, effettuare le analisi del caso e prendere le decisioni in merito.

Ora c’è il tempo per farlo e c’è una scadenza non lontana.

Sta a tutti non sprecare l’occasione.

Sono contento e ringrazio il gruppo che sostiene la causa per la forza e la passione che trasmette non solo a me ma, alla fin fine, a tutta la città.

Intanto, il gruppo ‘SALA TRI*POP*VICH’ su Facebook, il cui slogan è ‘
VOGLIAMO LA SALA TRIPCOVICH DESTINATA ALLA MUSICA *NON CLASSICA*’, ha superato i 2900 iscritti.

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35 commenti a Sala Tripcovich: la Giunta comunale mette in stand-by il Verdi fino al 2010. «C’è una partita da giocare»

  1. diego ha detto:

    La pertita va senza dubbio giocata… ma che tristezza!
    Pensare di essere in una città in cui viene data una “chance” ai giovani (e non più tali) come fosse un regalo mascherato da un riconoscimento di un diritto. Ma in che mondo siamo?
    Non mi dispiacerebbe conoscere gli economics che ci stanno dietro: quanto “conviene” all’amministrazione pubblica dare al teatro Verdi la Sala Tripcovich e quanto ad un altro gestore? Quali sono i ritorni previsti nelle varie opzioni? qual è l’indotto? Quanti sono i pubblici di riferimento e le loro capacità di spesa? Quanto è utile all’amministrazione aggregare i giovani e cercare di “guidare” la movida (o come si vuol chiamare) notturna?

    C’è un’emergenza giovanile che viene tenuta sottotraccia (non solo qui s’intende…) che fa paura: nell’ultimo mese al SERT – tossicodipendenze si è presentato un numero elevato di neodiciottenni che, appena compiuta la maggiore età, va a disintossicarsi. Da cosa? da mix di sostanze e droghe che evidentemente riescono a reperire con facilità e a basso prezzo. Attendono i 18 anni per non incorrere nell’obbligo di informare i genitori…
    Ma respingere queste realtà è più semplice che affrontarle e quindi comminare multe e ostacolare i locali che aggregano è attività che riesce e raccoglie consensi nell’opinione pubblica.
    Quindi avanti con la partita in cui i giovani si giocano questa sospirata “chance”. La domanda è: e se perdessero?

  2. annarée ha detto:

    diego, a me non sembra il caso di tirare fuori massimi sistemi filosofico-politici in questo caso.
    certo, l’intento del gruppo tripcovich nato su facebook è quello aggregativo, ma penso che tutti concordino con me nel dire che un centro di aggregazione non può salvare il mondo, non può salvare i giovani dalla droga e dall’alcol. però, questo sì, può aiutare i giovani (ma anche i meno giovani, perdio!) a incontrarsi.
    tetris è un ottimo esempio di aggregazione “sana” di questo tipo: ci sono ragazzini di 18 anni, trentenni come me e roberto lisjak, quarantenni, e sono stati avvistati anche dei sessantenni. le passioni possono unire, così come provare a creare nuovi spazi senza arrendersi, senza piangersi addosso e con spirito imprenditoriale – ma senza fini di lucro.

  3. Paolo Rovis ha detto:

    Il fatto è che a Trieste gli spazi sono quelli che sono, cioè pochi. Le esigenze, tutte legittime, tante.

    Ha ragione il Verdi a difendere ciò che ha (chi non lo farebbe?). Hanno ragione quanti, giovanissimi, giovani e meno giovani vorrebbero un luogo aperto all’associazionismo, dedicato a molteplici espressioni culturali ed artistiche.

    La Politica ha il dovere di contemperare le esigenze di tutti, per quanto possibile, operando scelte.

    Le scelte devono però essere l’esito di un percorso di analisi, valutazione, condivisione. Ecco perché si è, secondo me saggiamente, deciso di fissare un termine entro il quale addivenire ad una soluzione sull’utilizzo della Sala Tripcovich.

    Senza dare nulla per scontato, senza penalizzare inutilmente chi attualmente la gestisce e senza, soprattutto, far finta che non esista una forte richiesta che viene da un mondo, prevalentemente giovane – e giovanile! – che storicamente in questa città non ha, prima d’ora, pesato granché sulle scelte pubbliche.

    La Giunta di cui faccio parte, cogliendo la legittimità e, diciamolo, anche l’entusiasmo di una richiesta popolare e trasversale per età, cultura, sfere d’interesse, ha detto: “Parliamone!”

    Non è così scontato e non succede automaticamente ovunque. Purtroppo. A Trieste c’è stata questa attenzione, pur con la consapevolezza che il percorso, da qui in poi, è tutto da costruire.

    Ma si parte da una disponibilità sincera, perché si è resa evidente la ricchezza “multiespressiva” di cui sono portatori coloro i quali stanno promuovendo la proposta di ridestinazione della Tripcovich.

    In tutto ciò non ravviso tristezza, ma semmai un felice segnale di come esigenze reali e diffuse possano davvero venire recepite.

    E di come, alla fine e con l’applicazione del semplice buon senso, la distanza tra cittadini e istituzioni possa accorciarsi.

  4. Bibliotopa ha detto:

    per me , un teatro è un teatro e deve far da teatro, che per la musica classica c’è solo il Verdi.Potrebbe anzi forse servire per il conservatorio di musica, che non è lontano… e la Sala Tripcovich è un bellissimo teatro con un’ottima acustica.
    Trasformarlo in una sala da ballo mi sembra uno spreco , far e disfar xe sempre un lavor.. e ci guadagnano i costruttori triestini.
    Su facebook si sono risentiti per il mio uso della parola balera, che poi ho visto che è stata usata anche dal sovrintendente del Verdi Zanfagnini
    ma non c’è nessun altro posto dove fare un luogo per i giovani? non potrebbero farne qualcosa al Silos, in porto Vecchio, magari con parcheggi vicino?
    E..che fine ha fatto l’Auditorium della Questura? se lo ricorda qualcuno? per un po’ di anni ospitò perfino la stagione di prosa, poi lo rifecero a nuovo, bellissimo, lussuoso e si accorsero che il materiale non era ignifugo, lo chiusero e deve essere rimasto come il castello della bella Addormentata

  5. Andrea Rodriguez ha detto:

    Prima di tutto, un ringraziamento a Bora.la che si dimostra sempre attento a cogliere le novità nell’aria e svolge un ottimo lavoro di informazione indipendente!

    Un grazie anche a Elisabetta per l’ideona dell’Audiotorium!
    Mi immagino già le scene…
    “Scusi è qui la festa techno?”
    “No, ma se vuole può intanto favorirmi un documento…”
    ^__^
    Una struttura multifunzionale per i giovani nello stesso edificio di una Questura mi sembra così accattivante come proposta che mi meraviglio che da qualche parte non l’abbiano già realizzata…
    ^__^ ^__^

    Scherzi a parte, beh siamo contentissimi: finalmente possiamo metterci al lavoro dopo aver ricevuto un bel segnale di apertura istituzionale.
    La motivazione ora è più alta che mai.
    Sappiamo che ci attende un cammino impegnativo ma la prospettiva di poter creare un posto simile in pieno centro, un posto che a Trieste abbiamo aspettato per generazioni ci dà una carica veramente molto forte.

  6. Bibliotopa ha detto:

    allora mettiamola così: ho molte perplessità sul concetto di cultura di chi propone di distruggere un teatro per farne una generica “struttura multifunzionale”.

  7. Andrea Rodriguez ha detto:

    posso chiederti come mai?

  8. Bibliotopa ha detto:

    dipende dalla definizione che ciascuno ha di cultura.

  9. Andrea Rodriguez ha detto:

    beh, mi sembra abbastanza logico…
    La tua qual è?
    Te lo chiedo perché mi sembra un tipo di riflessione utile da fare insieme su uno spazio come questi messo a disposizione da Bora.La.

  10. Bibliotopa ha detto:

    bene, io credo che rappresentazioni teatrali di prosa, musica, lirica, danza.. siano importanti perchè i capolavori di questo genere, a differenza della letteratura, se non vengono rappresentati rimangono come dormienti. E che una città , più teatri e più spettacoli ha, più è ricca culturalmente. Anche perchè maggiore è l’offerta di tali spettacoli, maggiore è il numero di possibili fruitori. Possiamo chiederci se ha senso ancora, in epoca di cultura di massa, in cui gli spettacoli sono ridotti a quelli televisivi che guardano all’audience, riproporre spettacoli come commedie, opere, per ricordare che sono esistiti personaggi come Shakespeare, Goldoni, Pirandello, Verdi, Wagner, Beethoven, Mozart, Béjart… ?
    o questo genere va considerato come roba sorpassata, elitaria, non popolare, vecchiumi ? “roba da museo” , come se invece anche i musei non fossero importanti per farci conoscere la storia, l’arte, il passato, da dove veniamo?
    Penso anche a eventi come il Festival dei due Mondi a Spoleto, il festival di Edinburgo, che si basavano soprattutto su spettacoli teatrali.

  11. Bibliotopa ha detto:

    e mi chiedo anche il perchè di questa contrapposizione per classi di età: credo che ci siano pure i giovani che apprezzano il tipo di spettacoli teatrali citati sopra, e che vadano proposti anche ai giovani, mica solo agli over-anta.
    O per i giovani è importante solo il tirar tardi il sabato sera?

    e resto dell’idea che se si vuole fare una struttura adatta ai giovani, va fatta ad hoc, e non distruggendo un teatro. Aspetto invece da Andrea la spiegazione di perchè vuole fare la struttura giovanile proprio usando quel teatro e che vantaggio c’è ad eliminare un teatro a Trieste.

    Mi piange il cuore, poi, a pensare al Maestro De Banfield-Tripcovich, uomo di grandissima cultura teatrale, che creò il teatro a tempo di record da una orribile ( all’interno) stazione di autocorriere, salvando la stagione del Verdi al tempo della sua ristrutturazione, e che penso che si rivolterebbe nella tomba a veder distruggere l’opera da lui donata ai suoi concittadini.

  12. Demiurgo ha detto:

    Strutture multifunzionali per giovani a Trieste purtroppo non ce ne sono. Ma trovo sbagliato volere a tutti i costi una sala costruita a tempo di record per salvare, a suo tempo, la stagione lirica del Verdi. Perchè bisogna eliminare una parte di cultura per crearne un’altra? Perchè chi si è occupato in prima persona di questa vicenda non trova uno spazio alternativo o fa costruire una nuova sala? Con tutti gli spazi inutilizzati che ci sono…

  13. Andrea Rodriguez ha detto:

    Concordo perfettamente con buona parte del tuo intervento, e posso assicurarti che in nessuno di noi coinvolti in questo progetto c’è un atteggiamento ostile verso la Cultura della quali parli o verso chi la preferisce ad altre forme, altrettanto meritevoli di considerazione. Se avrai la pazienza di andare sul Gruppo di Facebook linkato qui, avrai modo di verificare quello che sto dicendo anche di persona. Il nostro è un progetto che vuole aggiungere, non togliere. La musica lirico-sinfonica e il teatro (anche di prosa) hanno (per fortuna) già numerosi spazi adeguati a disposizione: altre espressioni artistiche (quelle delle quali ci occupiamo) purtroppo ancora no. Ecco che appunto, proprio nell’ottica di una visione dell’Arte senza barriere e compartimenti stagni, si inserisce la nostra idea di trasformare una struttura pubblica, che fu creata proprio in un periodo “di emergenza” per sostituire temporaneamente uno dei principali poli culturali, in una realtà sempre culturale, ma, oltre a ciò, permanente e solida ed indirizzata prevalentemente ai giovani.
    Trasformare quindi, non distruggere.
    Portare più Arte, non sottrarla alla città.
    Arricchire, non impoverire.
    Pensa soltanto ad una cosa: probabilmente se non ci fosse stato un vincolo architettonico, sarebbe stata abbattuta.
    Così invece non sarà affatto distrutta, ma rinascerà e sarà vissuta da tante persone accomunate dalla passione per l’Arte.
    Credo che De Banfield ne sarebbe felice!

  14. apu ha detto:

    io sono d’accordo sul fatto che a Trieste deve essere trovato uno spazio, perchè ho l’impressione che negli ultimi anni a Trieste, come a Gorizia, si siano persi spazi invece prodotti e poco è stato fatto per promuovere l’aggregazione giovanile.
    Non sono contrario a priori alla trasformazione della Tripcovich, credo però che la cosa importante sia creare spazi multifunzionali, e non ridotti ad un’unica funzione (discoteca ad esempio). Spazi accessibili a prezzi accessibili.

    Però mi piacerebbe tanto vedere un grande progetto cittadino su questo versante. che fine hanno fatto le idee per l’ex gasometro?
    ne riparleremo solo in campagna elettorale?

  15. enrico maria milic ha detto:

    beh
    ma siamo già in campagna elettorale, no?
    ; )

  16. Andrea Rodriguez ha detto:

    Apu: la nostra idea è proprio questa, l’hai sintetizzata ottimamente.
    Spazi accessibili a prezzi accessibili.
    Magari – perché no? – anche per gli allievi del Tartini.

  17. Demiurgo ha detto:

    Non vedo perchè non sia possibile creare una struttura ad hoc visto che, da quanto si evince dalle parole dell’Assessore Rovis, non si vuole scontentare nessuno. E’ poco logico volere andare a prendersi una struttura che è nata nel 1992 grazie all’iniziativa di una fondazione lirica, che sicuramente avrà investito molto quella volta per salvare la propria stagione. Qualcuno diceva che bisogna arricchire e non impoverire: personalmente se io fossi un assessore alla cultura avrei molto piacere che all’interno della mia città i teatri continuassero a svolgere la loro attività, e che nel contempo vi possa essere una nuova struttura adibita a spazio di aggregazione giovanile musicale. Credo che questo significhi veramente arricchire.

    In bocca al lupo

  18. Bibliotopa ha detto:

    Se leggete le dichiarazioni del sovrintendente del Verdi Zanfagnin sul Piccolo di oggi, lui afferma che senza la disponibilità della sala Tripcovich, che viene usata dal Verdi per circa 200 giorni all’anno, il Verdi rischierebbe la chiusura.
    Io ho l’impressione che chi ha lanciato l’idea del diverso impiego credesse che la sala fosse abbandonata o quanto meno sottoutilizzata.

  19. enrico maria milic ha detto:

    a bibliotopa e… zanfagnin:
    non capisco, davvero, come avere una sala in più permetta di risparmiare dei soldi. davvero, non capisco. economie di scala? sì, ma quali? sarebbe bello capirlo.

    sarebbe interessante sapere da rovis, poi,
    se per la creazione di nuovi spazi ‘giovanili’ esista la possibilità di trovare altri spazi alternativi alla tripcovich e, in genere, se ci sono i soldi (del comune) da investire.

  20. Bibliotopa ha detto:

    a buon senso, evitando di dover spendere per affittare locali in più per le prove..

    resta un punto generale: quali e quanti teatri abbiamo a Trieste?
    per me, di teatri-teatri, solo due: il Verdi e il Politeama Rossetti. I soli due con sufficiente capacità, palcoscenico adeguato, acustica: migliore al Verdi, peggiore al Politeama, come mia impressione… e difatti sono quelli che ospitano le stagioni liriche, di prosa, dei concerti. E, a parte, il Teatro sloveno, anche piuttosto ricco nella sua programmazione.
    Ci sono poi altri teatrini: l’ex cinema Cristallo, il S Pellico di via Ananian, il Miela Reina ( anche quello discusso?), quello dei salesiani, l’ex teatro della Contrada in via Limitanea, nell’elenco trovo un teatro l’Armonia in piazza Giotti dove non ho mai messo piede, un teatro in via dei Fabbri..
    tutte piccole sale teatrali con palcoscenici molto piccoli, per quel che ne so, usati per spettacoli di prosa locali..
    e poi il Palatrieste…
    ora la Sala Tripcovich si è dimostrata, ospitando per anni la stagione lirica del Verdi, e ospitando ancora spesso spettacoli di danza , la sola sede che possa permettere di rappresentare allestimenti di una certa dimensione, che negli altri teatrini succitati credo non possano venir allestiti.
    Lasciamo stare per ora il futuro teatro multiuso previsto nel Silos, o almeno.. aspettiamo di vederlo realizzato!!
    ho dimenticato qualcosa sui teatri triestini? li ho descritti in maniera inadeguata?
    insomma, a me la situazione teatrale triestina non sembra per nulla sovradimensionata.

  21. Andrea Rodriguez ha detto:

    Ora però, per completezza elenchiamo anche le strutture dedicate al rock.
    Allora dunque, sono:…..
    Oh! Nessuna? Curioso…
    Sarà così magari perché a Trieste il pubblico preferisce la club culture e la musica elettronica: grandi nomi techno/house, venue capienti.
    Vediamole.
    Ecco sono:….
    Ma come?!?!?!
    Neanche queste?
    Bizzarro!
    ^__^
    C’è una struttura centralissima di proprietà del Comune che potrebbe venir riadattata ed il Comune sembra propenso?
    Ma che sciocchezza!!
    Creiamone una nuova dal nulla, spendendo tantissimo e aspettando qualche secolo!
    Magari facciamola un po’ fuori Trieste che sennò, sai com’è, i rumori, il casino… Ecco facciamola un po’ in periferia, diciamo verso Udine…
    ^__^

  22. Bibliotopa ha detto:

    Ammetto la mia ignoranza: gli spettacoli musicali che vengono fatti al Palatrieste ( 10 mila posti) di che tipo di musica sono?

  23. roberto lisjak ha detto:

    intervengo tardivamente in questo dibattito confortato dal fatto che andrea rodriguez ha già detto le cose più importanti. due appunti in ordine sparso;

    la musica non classica è cultura? la risposta è, inequivocabilmente, si. in un’epoca in cui sento parlare ogni giorno di “cultura del vino”, in cui le degustazioni di olio del carso sono considerate manifestazioni culturali, non mi vergogno per nulla a dire che i genesis sono cultura. un giorno io e andrea ci siamo messi a scorrere una lista di contributi alla cultura erogati da un ente locale, 10.000 euro al festival della decrescita felice, 10.000 euro al simposio “ambiente e cibo, quali relazioni?”, altri 10.000 per la manifestazione scarpe e cervello 2008… mi chiedo, come cittadino appassionato di musica “non classica” (nb: mi piace anche la classica ma in questo contesto è un dettaglio trascurabile), come mai la mia passione è così scarsamente rappresentata nel contesto dei finanziamenti alle attività culturali? come mai quella forma d’arte che sento mia non è considerata degna del supporto dello stato che già supporta un po’ di tutto sotto la rassicurante protezione della parola cultura? il motivo è presto detto, si vuole associare la musica “non classica” all’intrattenimento e quindi ad un suo uso commerciale, in contesti che rappresentano imprese vere e proprie. detta in parola povere, la musica come pretesto per vendere birrette. ecco, la nostra Idea è tesa anche a scardinare questa pretestuosa classificazione che ha di fatto relegato la musica “non classica” a strumento di sollazzo per giovinastri, a colonna sonora di una cultura dello sballo e dell’antagonismo sociale. ecco, queste sono cose che non ci appartengono, che non fanno parte della nostra Idea. la nostra Idea vuole proprio affrancare la musica “non classica” da questa ingenerosa considerazione e riportarla ad essere oggetto e veicolo di una trasmissione culturale, di aggregazione sociale e di condivisione di valori.
    esiste la possibilità di una lettura “alta” di tutta la musica non classica, mi pare davvero insostenibile sostenere il contrario: persino la tanto vituperata “musica da discoteca”, nelle analisi più grette associata soltanto a ritmi ossessivi e a stati di alterazione di coscienza, è una forma espressiva che ha notevoli punti di contatto con avanguardie artistiche in tutti gli ambiti espressivi.

    altro appunto: a trieste ci sono un sacco di teatri, verissimo. alcuni di questi sono del tutto inutilizzati, vedi il citato teatro dei fabbri che mi risulta sia stato comprato dalla contrada ma non abbia più ospitato rappresentazioni pubbliche. sarei davvero curioso di poter verificare quel dato di 200 giorni di utilizzo della tripcovich, annunciato a gran voce da zanfagnin, di certo non si tratta di 200 rappresentazioni ,anzi, basta andare sul sito del verdi per scoprire che le rappresentazioni sono pochine e forse saranno le prove o le serate in cui la sala viene data in affitto (nb: siamo oltre i 3000 euro al giorno a quanto pare) a far venir fuori quel numero. allora mi chiedo, dal momento che la sala è in una posizione strategica, centrale ma in zona non residenziale, servitissima di trasporti e parcheggi, non è un peccato usarla quasi solo per le prove che, non implicando un grande afflusso di persone, potrebbero benissimo svolgersi in un capannone in zona industriale? non è un peccato usare qualla struttura per le prove e quindi sottrarla ad un uso come quello che proponiamo noi che, avendo potenziali grandi afflussi di pubblico, valorizza al meglio la posizione strategica della sala?

  24. Bibliotopa ha detto:

    Un’ultima curiosità: ma ci siete mai stati dentro alla Sala Tripcovich, ci avete mai assistito ad uno spettacolo, ne avete provato l’acustica? o la valutate in base all’aspetto esterno e alla sua posizione?

  25. enrico maria milic ha detto:

    bibliotopa,
    mi sembri un po’ provocatoria e, se posso permettermi, un po’ a torto… inizia a essere un po’ difficile, nel 2009, sostenere che il teatro e la musica classica sono qualcosa di incomparabilmente superiore e del tutto più importante come produzione culturale rispetto a produzioni e contesti artistici contemporanei.
    dopo,
    possiamo scannarci sulle collocazioni… ma sulle priorità delle necessità, per come la metti, mi sembra poco difendibile…

  26. Bibliotopa ha detto:

    Enrico, non sto sostenendo affatto che siano superiori, anche se su quell’argomento ne so qualcosa, visto che sono abbonata al Verdi da parecchi decenni e sul resto ne so molto meno e ammetto la mia ignoranza; io chiedo solo e sempre perchè si vuole ricavare una nuova struttura eliminandone una già in funzione e che è di buona qualità per lo scopo per cui è stata creata.

    E mi sembra che rientri in quel girotondo che si sta vedendo negli ultimi anni per cui la Stazione marittima è diventata palazzo dei congressi, ma poi deve ritornare stazione marittima, ma il palazzo dei congressi si deve fare, ma lo facciamo nella Pescheria, che a sua volta è stata ristrutturate par le mostre, ma no, il palazzo dei congressi lo facciamo in palazzo Carciotti, ma no, perchè lì ci va un museo, ma non si sa quale, che a sua volta potrebbe andare nelle scuderie di Miramare, ma non va bene, mentre in pescheria ci può andare un acquario, cioè il Parco del mare, che poteva andare a Campo Marzio, ma no era in porto Vecchio…ecco, a me questi girotondi di destinazioni piacciono poco, perchè mi danno la sensazione di soldi spesi per adattare un edificio per uno scopo e poi altre spese per le modifiche…

    vogliamo una sede per la musica giovanile? benissimo, sono perfettamente d’accordo, e mi sembra un’ottima idea, ma mi chiedo quali sono le caratteristiche tecniche di un tale edificio, come deve essere progettato e costruito, e per quale ragione si sia scelta proprio la sala Tripcovich per la trasformazione, che poi a me sembra piuttosto piccola a tale scopo.

    Io ho avuto l’impressione del viceversa:che qualcuno abbia pensato: la sala Tripcovich è inutile, brutta, abbandonata, quindi cerchiamo di riciclarla per qualcosa di più utile alla città, sfruttandone il solo lato positivo, cioè l’ubicazione.

  27. Andrea Rodriguez ha detto:

    Elisabetta, uno dei problemi riguardo all’argomento musica non-classica è proprio la mancanza di strutture adeguate per eventi medio-grandi. I piccoli o piccolissimi palchi da qualche anno ci sono (e sono uno tra quelli che ha contribuito di più affinché ciò avvenisse), le location per eventi straordinari anche (Palatrieste appunto o lo Stadio o Piazza Unità).
    Manca la dimensione intermedia: cioè le situazioni che vanno dalle 500 alle 1000/1500 persone.
    Il progetto abbiamo appena cominciato a prepararlo, e come puoi immaginare non sarà una passeggiata.
    Una volta ultimato, lo presenteremo alla Città; sicuri di proporre una realtà utile ma soprattutto sostenibile.
    Se sei interessata a seguirne lo sviluppo, ti consiglio il nostro gruppo su Facebook.

  28. roberto lisjak ha detto:

    cmq ha ragione anche elisabetta nel dire che la tripcovich è una struttura “di buona qualità per lo scopo per cui è stata creata”. io ero piccolo ma effettivamente mi ricordo ancora che gli autobus non avevano difficoltà a far manovra

  29. Paolo Rovis ha detto:

    Forse è utile qualche chiarimento.

    Perché la Tripcovich e non un altro luogo?
    Il progetto di riqualificazione di piazza Libertà prevede, fra l’altro, l’eliminazione dei corpi aggiunti all’edificio originario, così come da prescrizione della Soprintendenza.
    All’approvazione del progetto il Verdi, non io, dichiarò che senza i container e gli altri corpi aggiunti, l’attività teatrale sarebbe stata impossibile.
    Quindi, a fronte della prospettiva di un edificio (quello originario) vincolato e non abbattibile, privato della possibilità di continuare nella sua funzione teatrale e perciò candidato all’abbandono e al degrado, nacque l’idea della trasformazione in uno spazio “multiespressivo” per tutte quelle attività e associazioni culturali e musicali che hanno oggettive difficoltà nel reperire luoghi adatti per le proprie iniziative.
    Molto più recentemente, contestualmente al fatto che l’idea, nata anch’essa diversi mesi fa, sta raccogliendo oggi un notevole consenso, sempre il Verdi dichiara che l’attività teatrale può invece venire svolta anche in assenza di quelle strutture accessorie che verranno rimosse o abbattute. E che, anzi, guai se non continuasse ad avere quella sala a disposizione.
    Si tratterà di fare chiarezza, certo è che siamo di fronte a due dichiarazioni opposte e contrastanti, rese dal medesimo soggetto, laddove prima dichiara l’impossibilità a continuare a fare teatro alla Tripcovich e qualche tempo dopo l’esatto contrario.
    Per me era ed è “buona la prima”, altrimenti la proposta non sarebbe neppure nata, o almeno non in quel sito.

    Risorse economiche.
    Trattandosi di un edificio di proprietà del Comune, il Comune stesso può intervenirvi con risorse del proprio bilancio per qualsiasi opera di ristrutturazione, riqualificazione, ridisposizione di spazi interni. Esattamente come fa per una scuola, una casa di riposo, un impianto sportivo, un museo, un teatro.
    Si tratta di una scelta politica, da farsi in occasione della votazione del Bilancio di previsione da parte del Consiglio Comunale, quando si decide in che modo impiegare i fondi a disposizione.
    La condizione di fruizione a costi accessibili si verifica dal momento che se i destinatari sono associazioni senza fine di lucro, l’intervento diventa di carattere “sociale”: chi lo usa lo fa in regime di “convenzione”, pagando un modesto canone ed i propri consumi, esattamente come già avviene per le società sportive che fruiscono di impianti comunali.

    Spero di essere stato utile al dibattito, grazie per lo spazio messo a disposizione.

    Paolo Rovis

  30. enrico maria milic ha detto:

    roberto…
    ma sai anche tu che è pur vero che sono stati spesi soldi per ristrutturare la vecchia stazione e trasformarla in quello che è…

    e che il ragionamento di bibliotopa, sul fatto che dobbiamo risparmiare e rendere efficienti gli investimenti pubblici, ha senso.

    aspetto ancora la risposta di rovis sul ‘se’ ci sono soldi per ristrutturare una tripcovich e sul ‘dove’ eventualmente potrebbe essere un’altra collocazine per il verdi o il progetto per la cultura musicale giovanile…

  31. enrico maria milic ha detto:

    pardon
    rovis ha risposto mentre scrivevo anche io

  32. Bibliotopa ha detto:

    interessante, nella spiegazione di Paolo Rovis, che le modifiche alla Tripcovich siano collegate sempre alla famosa ( e discussa) riqualificazione di Piazza Libertà.

    e , per i soldi spesi per la ristrutturazione della vecchia stazione autocorriere, forse è il caso di ricordare CHI mise la maggior parte dei soldi… e a quale scopo.

  33. Demiurgo ha detto:

    Mi sembra che bibliotopa abbia centrato il problema, ovvero tenere presente chi nel 1992 ha messo mano al portafogli.

  34. Paolo Rovis ha detto:

    Giustissimo tenere conto di chi mette mano al portafogli.

    Il Comune – e quindi tutti i cittadini – dà infatti mediamente 1 milione di euro al Verdi, all’anno e ogni anno, per la sua attività.

    Saranno perciò i cittadini, che pagano ogni anno una cifra cospicua e che sono proprietari della sala, a decidere, attraverso i propri rappresentanti istituzionali eletti, che cosa fare della Tripcovich.

  35. Laura Sanson ha detto:

    PERFAVORE COMBATTIAMO L’IGNORANZA!!

    Ho ventitrè anni e sono sfavorevole a dare in gestione ai giovani triestini la Sala Tripcovic!
    Penso sia tremendo se la sala Tripkovic diventasse un posto puzzolente dove fare milioni di concerti indie (che hanno stufato anche i morti)…
    Sono anche sfavorevole alla gestione del Teatro Verdi.
    Mi capita di andare a vedere dei concerti di classica è il problema non è la musica classica (un avvicinamento da parte dei giovani alla musica classica farebbe solo che bene a combattere un pò d’ignoranza musicale che si sta divulgando tra la massa sempre di più) ma la proposta di musica classica che viene fatta a trieste.
    Forse per mancanza di soldi o non so quale altro motivo spinga gli organizzatori a promuovere concerti sempre più scadenti (rare sono le eccezioni) e sempre più frequentati di un popolo di over-anta che applaude senza motivo…
    Il pubblico triestino mi sembra sempre più ignorante (sia quello giovanile che quello over-anta, per l’appunto)!
    Bisognerebbe avvicinare i giovani alla musica classica e non abbandonarli!
    Io ho ascoltato un sacco di musica rock e devo dire che negli anni di gruppi rock seri (che suonano, che hanno tiro e che fanno scatenare le folle) non esistono più e anche gruppi che giudicavo di tutto rispetto stanno decadendo nella banalità musicale e nei live decisamente ‘mosci’.
    per non parlare poi dell’avvento della musica indie!! Quattro accordi sparati alla cazzo, milioni di gruppi con frangette e jeans attillati che lanciano solo mode inutili…
    Si sta perdendo totalmente il senso della musica.
    La musica non viene più realmente ASCOLTATA, ma viene più osservata e allora diventa inutile!
    E mi dispiace fare questa polemica, ma vivo a trieste da 5 anni e ho frequentato sia i vari locali giovanili che le sale da concerto e devo dire che spesso ho trovato una bassezza di contenuti sia da una parte che dall’altra…
    Bisogna ricominciare ad ascoltare la musica e a tentare di distinguere ciò che è bello da ciò che non lo è e non a dividere la musica per vecchi dalla musica per giovani perchè da che mondo è mondo questa distinzione non è MAI esistita!!!!!
    E quando ho saputo delle proposte di trasformare la Sala Tripcovich in un posto tipo ‘Deposito Giordani’ mi sono spaventata.
    Forse sarebbe bene creare un luogo per la MUSICA; avvicinare i giovani a tutte le tradizioni musicali, riscoprire tanta musica che appunto sembra sia destinata solo ai vecchi qua a Trieste!
    Sono stata a Berlino a vedere alcuni concerti di classica e vi assicuro che il pubblico era formato per più del 50% da giovani e bambini e poi c’erano anche i vecchi, si…
    Io rispetto il lavoro portato avanti da Andrea Rodriguez al Tetris e anche le persone che lavorano all’Etnoblog perchè hanno creato due realtà per i giovani, ma il più delle volte non apprezzo le scelte musicali e quindi me ne sto a casa o vado al Verdi a vedere un’opera o un concerto della tanto odiata musica classica e pensate un pò… non mi è ancora venuto un capello bianco!
    Quindi basta parlare di giovani e vecchi e tentiamo di fare qualcosa per la cultura, quella vera.

    Laura

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