dal Piccolo LUNEDÌ, 30 MARZO 2009
Pagina 12 – Trieste
Invito a presentare il libro che non c’è
Ogni venerdì si incontrano i «durazziani» di Facebook, scrittori ancora potenziali
Quante volte vi sarà capitato di partecipare alla presentazione di un libro: una manifestazione il più delle volte noiosa, in cui dietro a una lunga tavolata si passano in successione il microfono il presentatore, qualche personalità e infine lui, l’autore, che con logorroici aneddoti ripercorre vita morte e miracoli della sua creatura. Nulla di tutto ciò alle serate del venerdì del Bar Durazzo di via Udine.
Il gruppo dei «Facebookiani Durazziani» inaugura la bella stagione con una proposta culturale sopra le righe: «Il libro mai scritto», ovvero come liberare il mercato dalla bulimia editoriale, sollevare gli autori dall’incombenza della scrittura e risparmiare sugli acquisti inutili. La prima presentazione di libri inesistenti e di non autori, coordinata dalla giornalista e scrittrice Francesca Longo, ha visto protagonista la non scrittrice Susanna Tuttapanna col suo non-testo «I pizzini di mia mamma».
Maria, questo il vero nome dell’autrice, ha rivisitato con ironia i consigli, le ricette e i precetti dell’anziana genitrice, a loro volta ereditati da generazioni passate di madri e di madri di madri. In momenti di crisi come quello attuale, si riscopre la straordinaria attualità di una saggezza contadina che giunge fino a noi direttamente dai secoli passati.
Un’idea strampalata direte voi, ma capace di far riscoprire il valore aggiunto di un’oralità e di una divulgazione popolare che ricorda i tempi passati, i racconti dei nonni, gli aneddoti, le leggende e le storie di paese. Come nasce tutto ciò? «Sono due sabati – spiega Francesca Longo – che introduco libri e rispettivi autori. Venuto a mancare del nuovo materiale, un amico in Facebook ha avanzato la proposta di presentare dei ”non libri”. In questo modo – continua – non ci si sente in colpa se non si acquista il libro né se questo non viene letto». Per la riuscita dell’iniziativa, il ruolo giocato da Facebook non è stato secondario: gli amici e partecipanti ai venerdì del Durazzo infatti sono iscritti singolarmente al social network e idealmente riuniti e tesserati nel gruppo «Facebookiani Durazziani». Discussioni e proposte sono state in un primo momento ospitate su vari blog e confluite successivamente nella scoperta «facebookiana» di un nuovo modo di comunicare e mantenere i contatti.
Svariati gli argomenti di cui «non si leggerà» durante i prossimi venerdì: «Io, la moto e il gatto», vignette, impennate e fusa raccontate da un triestino vero. «Potiri rerum», la scalata ai vertici della politica di una donna sola contro tutti. «Ho detto basta», mille e un modo per dire che non se ne può più. «In viaggio di distruzione con il bisnonno», un reduce della marcia su Roma ripercorre le tappe dell’epica impresa in compagnia del pronipote. Una lettura affascinate dell’evento che segna la nascita dell’Italia di oggi, narrato con lucida consapevolezza storica e, al tempo stesso, con straordinaria capacità introspettiva. «Volevo figli maschi», una femminista «vecchio stile» affronta i temi della sessualità con gli occhi di una madre angosciata dal degrado morale dei nostri tempi. «Assaggia i fegatini», diario domestico fra madre e figlio. «A cuccia!», un collage di dialoghi struggenti fra un uomo e il suo cane, una superba rappresentazione della solitudine dell’uomo di oggi. «Spiegatemi, per favore», il dramma di chi è nato troppo presto o troppo tardi per capire. «Meglio Mao», riflessioni di un cinese in Italia. Non resta che passare al Bar Durazzo ogni venerdì alle 19.30, prendersi un aperitivo e, senza impegni per la serata, lasciarsi piacevolmente ingannare dai non-racconti non letti dai non-autori.
Linda Dorigo
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