17 Luglio 2023

Lo sguardo invisibile: fotografie di scena dei film di Gabriele Salvatores

el sunto L’Associazione Casa del Cinema di Trieste presenta fino a sabato 22 luglio la mostra "Lo sguardo invisibile". La recensione di Maria Fuchs

L’Associazione Casa del Cinema di Trieste presenta fino a sabato 22 luglio la mostra Lo sguardo invisibile: in esposizione una settantina di fotografie, selezionate dall’archivio della Film Commission del Friuli Venezia Giulia.
La mostra si sviluppa nell’atrio e poi lungo tutto lo scalone, elemento architettonico distintivo dello spazio della Casa del Cinema, situato accanto al teatro Miela.
Espone 70 fotografie di scena dei film di Gabriele Salvatores girati in Friuli Venezia Giulia.
Tratti dai suoi film: Come Dio comanda (2008) a Tutto il mio folle amore (2019), passando per Il ragazzo invisibile (2014) e Il ragazzo invisibile – Seconda generazione (2018) che costituiscono il “cuore” della mostra, le fotografie di scena e di backstage sono di Franco Origlia, Claudio Iannone ed Emanuela Scarpa, che testimoniano sapientemente le emozioni e la vita di chi si muove sulla scena per dare visibilità a tutto il lavoro che sta dietro a un set cinematografico; dalla macchina da presa alle luci e agli attrezzi, dagli elementi scenografici agli effetti speciali e alle location.

Ma testimoniano anche come il legame (fra un premio Oscar al miglior film in lingua straniera per Mediterraneo, vinto nel 1992) tra Gabriele Salvatores e il Friuli Venezia Giulia sia diventato negli anni sempre più intenso e come le location non siano solamente lo sfondo su cui si svolge l’azione ma in qualche modo vengano valorizzate, trasfigurate e rese protagoniste dallo sguardo del regista (grazie anche alla direzione della fotografia di Italo Petriccione).

In questa mostra oltre alle location, vengono messe in risalto anche le maestranze locali, le comparse che hanno lavorato nei vari film.
Figure troppe volte trascurate ma che sono l’anima vera su cui si costruisce un film.
Luci, riflessi che sviluppano come in una fotografia le emozioni e l’interpretazione dei protagonisti.
Quello dei fotografi sui set, ma anche dello stesso regista, è insomma uno “sguardo invisibile” sulla città, sul territorio e sulla sua gente che ci restituisce il lavoro, anche di formazione, che la Film Commission ha svolto nel corso di questi 20 anni.

L’azione si svolge a Trieste e sembra quasi che la magia della città ne sia lo sfondo naturale e ne esalti gli effetti speciali. Ma anche il Friuli di Come Dio comanda viene ripreso nella sua fiera asprezza e diventa protagonista del film tratto dal libro omonimo di Ammaniti, che lo ambienta proprio in un immaginario paese del Nord Est.

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