28 Maggio 2012

I momenti pretenziosi e i momenti comici dell’opera L’Amico Fritz

di Ariella Sokol

Sconcertati ma sorridenti, siamo usciti dall’Amico Fritz chiedendoci a cosa mai avessimo assistito: un’opera comica, drammatica o una commedia di teatrino paesano?
Tutto questo è in realtà contemporaneamente vero in questo lavoro di Mascagni, che alterna momenti pretenziosi a momenti comici più o meno intenzionali. Beppe, lo zingaro è in realtà una fanciulla con la delicata voce di un mezzosoprano vestita da cowboy ma con stivali da pirata.

E cosa dire della scena in cui la protagonista innamorata canta dei frutti maturi con un albero in fiore alle spalle e dei petali che cadono dal cielo mentre lei si dispera per il suo amore perduto come a voler sottolineare la drammaticità del momento?

Anche dal punto di vista musicale, si susseguono arie in stile elevato a allegre marcette bandistiche (che accompagnano un corteo di orfanelli) a sonorità talvolta grottesche (come un memorabile assolo di trombone nel bel mezzo del duetto d’amore nel II atto) a momenti degni di un cartone animato, come le prime note dell’opera, che potrebbero accompagnare gli inseguimenti di Tom e Jerry.

La parte musicale è comunque sembrata di buon livello, pur senza vette eccelse. Il direttore ha polso e tiene in pungo il tutto, infondendo la necessaria coerenza a un lavoro di per sé tendenzialmente dispersivo. L’attenzione resta vigile, è non è poco. I cantanti non hanno in questa opera una vetrina particolarmente esposta, ma non ci possiamo comunque lamentare di quanto ascoltato.

La scena era spazialmente interessante se non fosse per i fondali con inquietanti immagini di volti sfigurati dal dolore forse un po’ eccessivi visto la storiella quasi da operetta. Non si capisce inoltre la scelta di inserire statue neoclassiche finché non ci si rende conto che l’opera è stata riambientata nella triestina Sacchetta, e che le sculture volevano richiamare quelle del palazzo del Lloyd di piazza Unità. Apprezzabile comunque l’attenzione cromatica che ha portato a caratterizzare ogni atto con una tonalità di colore dominante.

Siamo usciti dal teatro sorridenti, e di questi tempi, anche a volerci limitare al mondo culturale, non è poco.

L’Amico Fritz va in scena al Teatro Verdi  fino al 26 maggio. Per maggiori informazioni visita il sito www.teatroverdi-trieste.com

Ariella Sokol


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