2 Dicembre 2010

Fusione in atto: Pallacanestro Trieste 2004 e SGT pronte a lanciare il nuovo corso

Ancora smoccolando per l’ignominiosa sconfitta dell’Acegas in quel di Osimo, necessità vuole che The show must go on (da non confondere con il più attinente The show must go home), soprattutto lo spettacolo che in queste fredde settimane sta preparando il terreno ad un nuovo corso per la pallacanestro locale, passando per la fusione fra la Pallacanestro Trieste 2004 e la Ginnastica Triestina, storica società depositaria degli ultimi (ahimè ingialliti dalla patina del tempo) scudetti conquistati, nel 1930, nel ’32, nel ’34, nel ’40 e nel ’41.

Chissà perché pur in una città come Trieste che si specchia giornalmente vestita di fasti antichi, l’affascinante ritorno al passato ai più rappresenta un monito, una paura neanche troppo velata, tradotta nell’interrogativo: non è che il Presidente Dipiazza e Paniccia vogliano “scaricare” la patata bollente (Pallacanestro Trieste 2004 ndr.) per liberarsi di un orpello ingombrante, lasciandolo alla deriva?

I primi timidi segnali che trapelano da trattative di cui non siamo neanche minimamente in grado di giudicare negli aspetti più tecnici, sembrano portare ad un cauto ottimismo, per queste ragioni: la questione pecuniaria, conditio sine qua non per esistere prima ancora di sussistere, è garantita perlomeno nelle fondamenta, cioè nella presenza dell’Acegas Aps per più di un anno (contributo di 400.000 euro annuo?), della corposa presenza di Walter Tommasi (300.000 mila euro?), aspettando poi eventuali inserimenti esterni che in sede di elezione del nuovo sindaco potrebbero spuntare come funghi (casualmente eh..). Questa forse è la svolta più interessante del progetto, che la SGT fungerà da “traghettatrice burocratica” ad una vendita possibile a privati, finalmente in grado di poter subentrare senza troppi vincoli.

Ora però il punto chiave, la vera svolta intellettuale (che poi di conseguenza è l’anima del nuovo progetto) va dritta dritta nella direzione di ESIGERE UN ORGANIGRAMMA NUOVO, di tipo piramidale, partendo dal presidente fin ad arrivare al magazziniere, con ruoli definiti e competenze illuminate, non più improvvisati dirigenti o improbabili addetti ai lavori; proprio a partire dalla presidenza, la piazza necessita di un appassionato di pallacanestro che governi il basket, di quelli perché no che lanciano slogan pompati per far sognare (non illusionisti) ma che anche sono capaci di fare un cazziatone nello spogliatoio quando la squadra non gira, insomma una botta d’adrenalina all’encefalogramma piatto del popolo di appassionati giuliani. Ruoli definiti vuol dire anche investire nel DIRETTORE SPORTIVO, competenza fondamentale e tramite fra vertici e squadra, professionista che, in tempi di austerity come quello attuale, diventi il valore aggiunto per il miglior rapporto qualità-prezzo in sede di mercato.

E per finire, o forse per ribadire il concetto di cui sopra, il nuovo corso deve spurgare conoscenza cestistica da tutti i pori, Trieste deve tornare a respirare credibilità a livello nazionale, zittendo i detrattori che a ragion veduta hanno criticato tutto quello che proveniva dalla terra giuliana. Come ho sempre sostenuto, chi crede e investe nello sport deve essere investito di pura vocazione, quella che ti fa stare sveglio la notte per garantirsi un giocatore o procacciare uno sponsor, quella che antepone allo stipendio di fine mese il risultato di squadra, quella che considera le sfumature parte integrante di un lavoro da seguire, non superflue.

Se tutti questi presupposti dovessero decadere in partenza, allora la via più sensata al futuro di questa città sarebbe quella di finirla di sperperare danaro per la mediocrità digerita in questi anni, e veicolare risorse per elevare ai massimi livelli la cura dei vivai nostrani, impianti compresi.

Una volte per tutto, nel cambiamento, ci sia onestà intellettuale!

Raffaele Baldini

3 commenti a Fusione in atto: Pallacanestro Trieste 2004 e SGT pronte a lanciare il nuovo corso

  1. enrico maria milic ha detto:

    bell’articolo e interessante, grazie.
    in questo momento due perplessità:
    1) se ha senso rischiare la storia sgt nel mare economicamente rischioso della pallacanestro professionistica (ma forsi queste xè pippe…)
    2) se ha senso per la collettività che l’acegas finanzi coi suoi soldi pubblici ancora il basket che, con la crisi in corso, non mi pare affatto una priorità

    che dici? che dite?

  2. Raffaele ha detto:

    Ottime considerazioni, a cui rispondo personalmente:
    1) per fortuna nella fusione la SGT è un tramite, una traghettatrice burocratica verso la vendita a privati; mi è stato spiegato il cervellotico iter…ma non so riportarlo… 🙂 per cui la SGT poi tornerà ad essere la società sportiva di sempre (o di oggi).
    2) non posso che condividere, anche se penso che il tutto rientri in quel meccanismo di “favori” ormai instaurato fra Dipiazza e Paniccia…

  3. arlon ha detto:

    Mi capiria i soldi al basket se ghe fosi un progetto serio; nonostante le promesse decenti de 1/2 anni fa, no me par che ghe semo.

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