Castello di San Giuto “assediato” da centinaia di affezionati e di curiosi per lo spettacolo “Come spaventare i mercati e vivere felici”. Il Pupkin kabarett ha registrato ancora una volta il “sold out”. Sotto la volta stellata e la luna piena il pubblico si è divertito, si è fatto trascinare e ha partecipato con entusiasmo ai momenti comici brillanti.
Sketch graffianti e irreverenti, in puro stile pupkin, ma per quanto brillanti fanno fatica ad agganciarsi tra loro. Stessa osservazione vale per gli interventi della Niente band: i pezzi musicali, più che da “stacco”, fanno effetto “tappabuco”.
Diversi comunque i momenti di punta. Tra questi, la “terapia” di coppia di Laura Bussani e Alessandro Mizzi. Loro sono una coppia media, lui spaventato dalle ultime vicende, si abbuffa di informazioni freneticamente, lei delusa si abbuffa di programmi televisivi di “storie vere ed emozionanti”. Lui: <Questa crisi mi fa paura> Lei:<Sono dieci anni che siamo in crisi>. E via si va con i tagli, che ovviamente propone il lui: <Gelato: una baletta una sola volta a settimana>.
Ancora, uno Stefano Dongetti e un Alessandro Mizzi che non perdono la loro corrosività nei loro monologhi. C’è la crisi, colpa dei comunisti. E poi la sinistra non può funzionare a Trieste. Ma cosa ha portato alla città in un anno? Per il turismo Mizzi ha la soluzione vincente <Ho proposto a Cosolini davanti la cartiera, che fuma e fuma.. mettiamo un cartellone di uno struffolo no? In proporzione>. Ma tanto la sinistra non c’è < usa il metodo che si usa con gli orsi: ci si finge morti e..>.
In chiusura, l’intervento di Paolo Rossi, che ricorda Trieste come “sfornatrice” di comici, città che a lungo lo ha ospitato. Poi punta a colpo sicuro: <E poi abbiamo avuto un comico che gira nel governo da vent’anni e non rinuncia a dire barzellette, male ma lo fa>. Come “fanalino di coda” il cabarettista (accompagnato da Emanuele Dell’Aquila) regala ai triestini una versione “camaleontica” della classica “Ho visto un re”, che spazia dal triestino al pugliese.
Foto di Bruno Carini
comici a trieste no manca…
serviria qualche “politico”