Si è conclusa la seconda edizione di WEMW, il nuovo forum di co-produzione che è tenuto negli scorsi giorni a Trieste nell’ambito della 23a edizione del Trieste Film Festival. Gli impressionanti numeri e risultati di quest’anno, uniti all’entusiasta riscontro ricevuto dai numerosi ospiti stranieri presenti a Trieste confermano, ancora una volta, come WHEN EAST MEETS WEST sia un evento fondamentale nel panorama cinematografico centro-europeo e mira a diventare una delle più importanti piattaforme di co-produzione tra Est ed Ovest.
L’evento ha riunito oltre 150 decision makers e professionisti dell’audiovisivo accreditati provenienti da 29 nazioni europee. Più di 400, invece, gli incontri individuali organizzati tra i produttori selezionati e i decision makers presenti all’evento (distributori, sales agents, tv, fondi pubblici) per favorire la nascita di nuovi progetti e collaborazioni.
I professionisti accreditati hanno potuto assistere al pitching (“pubblica presentazione” in gergo tecnico) di 18 progetti di fiction e documentario in fase di sviluppo scelti tra i 182 pervenuti, partecipare a tavole rotonde su tematiche diverse come la co-produzione o gli attuali panorami cinematografici europei, presentazioni e case studies.
Obiettivo principale del forum è stato quello, infatti, di riunire un gran numero di rappresentanti dell’industria cinematografica europea provenienti dall’Italia, dall’Europa dell’Est (Albania, Armenia, Azerbaijan, Austria, Bielorussia, Bosnia e Herzegovina, Bulgaria, Cipro, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Georgia, Grecia, Kosovo, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Turchia, Ucraina, Ungheria e, per la prima volta, Russia) e da una singola regione dell’Europa occidentale selezionata e diversa di anno in anno. Il focus di quest’edizione era dedicato ai Paesi scandinavi (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia).
Nel corso dell’ultima giornata è stato scelto il progetto vincitore della borsa di studio per EAVE, uno dei più importanti workshop di formazione europei per produttori cinematografici: il premio è andato al progetto Diana’s list della croata Dana Budisavljevic (Hulahop), che narra dell’incredibile figura di Diana Budisavljevic, capace di salvare nel 1942 12.000 bambini che stavano morendo di stenti e freddo nei campi di concentramento.
Vista l’alta qualità dei progetti, Jani Thiltges – nuovo head of studies di EAVE – ha deciso di premiare anche il progetto “The Undertaker” della serba Jovana Nikolic (Prababa Production), un brillante documentario incentrato sulla figura del giovane Drnda – appartenente ad una minoranza serba – che si inventa un nuovo business organizzando funerali per suoi connazionali emigrati all’estero al fine di realizzare il loro ultimo desiderio di tornare in patria.
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