23 Ottobre 2010

“I disabili ritardano i programmi scolastici” ed è tutti contro Fontanini

“Le persone disabili inserite nel mondo della scuola ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici” e sarebbe “più utile mettere i bambini con disabilità su percorsi differenziati”. Sono le parole del segretario regionale della Lega Nord e presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, intervenuto ieri a un convegno del Consorzio per l’assistenza medico-pedagogica a Palmanova, secondo quanto riferisce il capogruppo del Pd al Consiglio provinciale, Francesco Martines.

Fontanini ha quindi sottolineato che la sanità pubblica ”non si può far carico delle disabilità di coloro che vengono da fuori”.
Affermazioni che sono state accolte con disapprovazione dalla platea.
Non solo, come prevedibile l’uscita di Fontanini ha provocato una serie di reazioni da parte del mondo politico. Per il capogruppo consiliare Pd, Gianfranco Moretton ”le dichiarazioni insane del presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, richiederebbero un percorso differente per lui e non per le persone meno fortunate”. Secondo Moretton “è evidente che Fontanini ha perduto il lume della ragione e del buon senso”.
Anche l’assessore regionale alla Sanità, Vladimir Kosic, si dice ”attonito e indignato”. ”Se rispondono al vero le affermazioni riportate – ha detto Kosic, interpellato dall’Ansa – devo constatare il palese contrasto con tutto quello che stiamo facendo con gli enti locali e le famiglie sul tema della disabilità”.

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52 commenti a “I disabili ritardano i programmi scolastici” ed è tutti contro Fontanini

  1. isabella ha detto:

    quindi chiudiamoli in ghetti o eliminiamoli al fine di ottenere una popolazione “perfetta” che stia al passo con i programmi?
    E’ qualcosa che ho già sentito.
    Che vergogna!

  2. Erika ha detto:

    Credevo che per questo esistessero gli insegnanti di sostegno, per aiutare un individuo meno autonomo a partecipare alla vita sociale. Una volta esistevano gli insegnanti di sostegno.
    ma…mettere i bambini con disabilità in percorsi differenziati è “più utile” per chi?
    Le persone incapaci accozzate nel mondo della politica ritardano il programma di evoluzione della specie.

  3. bonalama ha detto:

    questo è un insegnante, venga radiato immediatamente e interdetto

  4. ugo ha detto:

    La verità è scomoda. I disabili in classe con i bambini normali non imparano niente, però non credo che i percorsi differenziati siano la soluzione: se stanno insieme agli altri almeno socializzano. Gli insegnanti di sostegno esistono ancora, ma non possono certo fare miracoli.

  5. Alessio ha detto:

    Parlava anche dei nani?

  6. isabella ha detto:

    Purtroppo i tagli colpiscono anche le ore di sostegno.
    Stare assieme ai bambini non disabili non solo permette la socializzazione, ma stimola sotto molti aspetti anche l’apprendimento.

  7. franca ha detto:

    Vergogna. Le classi differenziate nelle scuole le hanno chiuse nel 1975

  8. massimo ha detto:

    Non capire che la diversità dell’altro è sempre una ricchezza ci porterà alla deriva sociale e non varrà più nulla il vero senso della vita.
    E chi ci dovrebbe rappresentare è allo stato attuale il meno adatto ad esprimere pensieri compiuti.

  9. Homo geneticus ha detto:

    anca quei coi ociai riproducendose trasmeti tropi geni del’orbità in giro. Via!

  10. bonalama ha detto:

    ripeto questo e’ un insegnante, va multato e licenziato in tronco, farebbe bene a dimettersi, i suoi collegghi lo dovrebbero cacciare, i politicanti della provincia

  11. Alessio ha detto:

    Non c’è nulla di cui stupirsi, la Lega Nord è un partito razzista che ha in odio il diverso in tutte le sue forme, sia esso gay, mussulmano o immigrato, anche se magari proveniente da una regione del sud Italia. La novità sta solo nell’aver aggiunto nelle categorie di cui loro farebbero a meno anche i disabili italiani. La cosa triste è che chi li vota dimostra di condividere le loro idee fortemente razziste.

  12. santacruz ha detto:

    Fontanini: “Scuola, classi differenziate per i leghisti.”

    Presa di coscienza o difesa delle radici culturali?

  13. marisa ha detto:

    Il problema , malamente esposto da Fontanini, in realtà esiste ed è anche di difficile soluzione. Le scuole differenziali sicuramente non sono una soluzione al problema, ma anche gli “inserimenti selvaggi” non solo non risolvono nulla ma anzi aggravano spesso il problema, soprattutto se sono presenti gravi problemi di tipo comportamentale.

    Avere in classe un bambino che strappa i quaderni ai compagni, li picchia, urla alla maestra in continuazione “sei una puttana, sei una puttana, sei una puttana…” ( e ciò è successo a mio figlio in prima elementare) e tutto ciò in assenza di un nucleo di persone che supportano l’insegnante, non aiuta il bambino con problemi e lede il diritto allo studio dei suoi compagni.

    Fontanini ha sicuramente posto malissimo il problema, ma il problema esiste soprattutto quando ci sono aspetti comportamentali di difficile gestione.

  14. Alessio ha detto:

    E come si dovrebbero risolvere i problemi, tagliando fondi e posti degli insegnamenti di sostegno?

  15. Bruno Ghelardoni ha detto:

    Se le parole sono state quelle, bisogna considerare che in quanto esponente politico può esprimere tutto quello che vuole.
    In quanto Presidente della Provincia no. Come Presidente della Provincia ricopre un ruolo istituzionale, e ha l’obbligo di adeguarsi, di rispettare e far rispettare tutte le leggi. Come potrà mai richiedere ai suoi Assessori i provvedimenti che spettano alla Provincia in favore dei disabili che vanno alla scuola di tutti? Si dimetta !!

  16. marisa ha detto:

    ALESSIO, non lo so come si può risolvere il problema, ma cerchiano di non dimenticare anche i diritti dei così chiamati “normali”.

  17. marisa ha detto:

    ….anche loro sono dei BAMBINI!

  18. aristotele ha detto:

    quella di marisa si chiama “sineddoche”: la parte per il tutto. si prende un caso estremo e si concentra l’ attenzione su quello. mentre la normalita’ e’ fatta di bambini disabili non aggressivi, che hanno bisogno di sostegno per l’ apprendimento e di socialita’ con i coetanei.

  19. marisa ha detto:

    ARISTOTELE, non è un caso estremo, purtroppo!
    Comunque sono d’accordo con te che nei casi in cui non ci sono problemi comportamentali, l’inserimento è positivo sia per il bambino disabile che per i compagni.

  20. massimo ha detto:

    Cara Sig. Marisa se in questo triste momento si torna a mettere in discussione l’articolo 3 della nostra costituzione che garantisce tra gli altri il diritto allo studio e la porta a fare riflessioni poco condivisibili. la invito a leggere e far sua sia i valori della nostra Costituzione,che la convenzione Onu esse ci spiegano che i diritti vanno tutelati per tutti normali e diversamenteabili,invitandola ad una buona lettura le invio distinti e cordiali saluti, ricordandole che quello che manca al nostro Paese per ritenersi Civile è l’ignoranza e la totale assenza di una vera cultura della disabilità.

  21. AnnA ha detto:

    Esatto, Alessio, hai messo il dito sulla piaga, quello è il vero problema, la stangata dei tagli dei posti di sostegno (sempre meno alunni ne hanno diritto, di quelli che ne avrebbero bisogno).
    Il problema successivo è che ancora troppi genitori negano che il figlio abbia delle difficoltà, indifferente di che natura (ancora alle superiori addirittura) e quindi rifiutano un “sostegno” (in tutti i sensi): questa è una cosa che mi ha sempre intristito molto, vedere genitori boicottare i propri stessi figli.

  22. Luigi (veneziano) ha detto:

    La cosa vergognosa è che quanto propone questo idiota è di fatto già in corso d’opera.

    Hanno tagliato gli insegnanti di sostegno, di conseguenza adesso non hai più un diversamente abile per classe, ma più d’uno con UN insegnante di sostegno. Il che poi spesso significa che il resto della classe si lamenta, e quindi poi li si porta fuori dalle aulee per evitare problemi.

    Corollario: in alcuni casi gli handicappati motori – che non hanno alcun problema di apprendimento, ma hanno assoluta necessità di un insegnante di sostegno per aiutarli ad eseguire le azioni più normali, come temperare una matita, vengono messi nel bigoncio con gli altri handicappati, e spediti fuori pure loro!

    Uno come Stephens Hawkins in alcune scuole italiane verrebbe infilato nello sgabuzzino delle scope, con la scusa di “proteggerlo”.

    L.

  23. annamaria zuppello ha detto:

    sono indignata! Sono questi i valori che tramettiamo ai nostri figli, cittadini del futuro? La classi differenziali le abbiamo già provate per gli alunni, ora vengono riproposte non tenendo conto di quanto danno hanno creato. Il Presidente Fontanini ha mai passato un’ora del suo tempo con le persone disabili? Non credo altrimenti non direbbe così. Ritengo che dovrebbero essere chieste immediatamente le sue dimissioni dall’incarico politico che ricopre: come cittadina italiana e cittadina di questa Regione aspetto una seria azione da parte dell’Assessore Regionale alla Sanità e Politiche sociali.

  24. Antonio Lippolis ha detto:

    La Lega Nord vorrebbe in tutto il paese tante scuole in stile Abro con il simbolo del partito impresso anche sulla carta igienica, senza disabili, senza stranieri e senza meridionali. Siccome sono ancora convinto che gli Italiani non sono assolutamente razzisti, mi sorprende, considerato che propongono poco altro, come siano riusciti a raccogliere negli ultimi anni tanti consensi.

  25. abc ha detto:

    E’ vergognoso che un politico si esprima in questo modo.

    Invece dei “percorsi differenziati”, si deve dare ad ogni avente bisogno l’adeguato insegnamento di sostegno scolastico, nell’interesse di tutti, altro che tagli.

  26. ufo ha detto:

    @19 Carta igienica nelle scuole? Non serve più portarsela da casa?

    “sono convinto che gli Italiani non sono assolutamente razzisti”… Si prav gotov glede tega, brate?

  27. daniele ha detto:

    sono d’accodo con Marisa, il problema c’e’, e stiamo parlando di bambini… purtroppo capita più spesso di quanto si creda. Non si può mettere sulle spalle di bambini le mancanze della scuola in termini di supporto ai bambini disabili. Spesso l’insegnate non riuscendo a gestire il (i) disabile (i) chiede risorse ai bambini in classe. Il problema e’ che mancano le risorse dallo stato o cmq sono gestite male..

    In ogni caso un politico che si esprime con frasi buttate li neanche fosse al bar dello sport dovrebbe andare a casa e scordarsi la politica, ma del resto siamo in Italia.

  28. marisa ha detto:

    PROVIAMO A VEDERE LA QUESTIONE DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA.

    Una volta c’erano le scuole per ciechi. Non erano classi “differenziali”, ma istituti dove sia l’ambiente fisico che la didattica erano “su misura” per questo tipo di disabilità. Oggi, un insegnante di sostegno (che spesso ignora la didattica specifica per i bambini non vedenti) può da solo sostituire una struttura e un intero corpo docente specializzato per insegnare ai bambini non vedenti e che quindi conosce le metodologie didattiche più idonee per questo tipo di disabilità?

    Un insegnante di sostegno, è onniscente e può un anno dare il suo sostegno ad un bambino autistico, l’anno dopo a un bambino non vedente per poi passare ad un bambino con deficit di apprendimento?

    I bambini autistici, ad esempio, hanno dei “canali” di apprendimento specifici e molto diversi dai canali di apprendimento dei bambini così chiamati “normali”. Per loro, è meglio essere inseriti in classi di pochi bambini tutti autistici dove la didattica è realizzata tenendo conto del “loro” canale di apprendimento, o essere inseriti in una classe “normale” dove qualche ora al giorno avranno (se fortunati) un insegnante di sostegno di dubbia preparazione e tutto il resto del tempo lo passeranno in aula con i loro conpagni “normali”, in silenzio ad ammirare “il nulla”?

    Questo credo sia la domanda giusta da porsi.
    Non si tratta di cacciare i “diversi” in ghetti ma di dare loro le stesse opportunità che hanno i bambini così chiamati “normali”.

    E tenendoli in classe con i così chiamati normali a guardare “il vuoto”, salvo qualche ora con l’insegnate di sostegno, li si aiuta veramente a realizzare tutte le loro potenzialità?

  29. Erika ha detto:

    Non so cosa sia meglio per un bambino autistico, però faccio fatica ad immaginare che in una classe di autistici questo bambino possa fare un passetto avanti verso la “socializzazione”.
    PROVIAMO A VEDERE LA QUESTIONE DA UN PUNTO DI VISTA PRATICO:
    Questi “percorsi differenziati” DEVONO essere pubblici. Chi li paga?
    Forse sarebbe meglio istruire gli insegnanti di sostegno che già abbiamo e fare in modo che si specializzino? Ma abbiamo insegnanti di sostegno suffienti? Chi paga i corsi di specializzazione/aggiornamento?
    E’ ovvio che qualsiasi strada si decida di intraprendere, non si concilia bene con i tagli e le riforme previste a livello nazionale, per cui rimango un pò confusa da queste brillanti esternazioni della Lega.

  30. marisa ha detto:

    Erika, il futuro di questi bambini è determinato anche dalla possibilità che offriamo loro di realizzare pienamente tutte le loro potenzialità. Oggi non è così. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà. Per quanto riguarda la socializzazione, immagino che questi bambini abbiano anche una famiglia, probabilmente dei fratelli o dei cugini e non dmentichiamo il canale “sport” che è uno strumento formidabile di socializzazione. A scuola ci si va anche per “imparare”, non solo per socializzare, altrimenti potremmo fermarci tutti alla scuola materna…..

  31. abc ha detto:

    Un bambino disabile avrà diritto di vivere in famiglia, oppure questo vantaggio lo lasciamo ai soli bambini sani? se cominciamo a radunare tutti i sordi a verona, tutti i ciechi a rovigo e tutti gli autistici a padova, come viene garantito questo basilare diritto a questi bambini sfortunati? in istituti gestiti da pedofili come è già successo?

    E’ più logico adottare le scuole di adeguate strutture di sostegno. Ogni bambino che ne abbia bisogno deve avere un insegnante di sostegno specializzato. Sarà compito di quest’ultimo valutare i momenti in cui il disabile sta in classe e i momenti in cui si può insegnare fuori dall’aula.

    Tornare al medioevo non giova a nessuno.

  32. marisa ha detto:

    ABC, in via teorica hai tutto le ragioni del mondo. Nella realtà concreta siamo davanti ad un progetto che si è rivelato fallimentare nella sua attuazione. Immagino tu sappia che è capitato che come insegnanti di sostegno siano stati utilizzati gli insegnanti sovrannumerari, ossia perdenti posto, ma erano di ruolo per cui si doveva loro trovare un posto di lavoro…..

  33. abc ha detto:

    Marisa una domanda. Il bambino che era in prima elementare con tuo figlio aveva insegnanti di sostegno? se sì per quante ore? che percorso scolastico ha avuto poi questo bambino?

    Ho letto il tuo commento 31 dopo aver scritto il mio successivo.

    Ritengo che nella scuola pubblica, che deve essere di tutti, ma proprio di tutti tutti, il diritto ad “imparare” deve essere di tutti, nessuno escluso. Delegare la socializzazione a fratelli, lontani cugini e parenti vari più o meno volonterosi significa isolare ulteriormente queste persone dal mondo.

  34. abc ha detto:

    Allora si specializzino questi benedetti insegnati di sostegno invece di proporre l’allontanamento dei disabili dalle classi.

  35. Morgana ha detto:

    Il problema c’è e non si può negare.Ma l’approccio a un argomento così delicato è stato decisamente inadeguato.Il fatto che ciò sia stato detto da un laureato in sociologia fa sorgere spontaneamente una domanda:ma cosa ha imparato andando all’università? In quanto “uomo” politico è vero che può dire la sua opinione (come qualsiasi cittadino)ma è anche vero che se ne deve assumere la responsabilità,che si paga elettoralmente.In qualità di Presidente della Provincia(ricordiamoci che quando era Presidente della Regione voleva abolire le Provincie!)e quindi a capo di un’Istituzione dello Stato ha il preciso dovere di dare il buon esempio.Questa sua “uscita”non lo colloca al vertice di una Istituzione,bensì dimostra che non ne è all’altezza! …. in tutti i sensi!

  36. bubez goriziano ha detto:

    La situazione evidenziata da Marisa è serissima. Se capitasse a mia figlia una cosa del genere la sposterei subito in un’altra scuola, visto che le scuole al momento attuale non hanno gli strumenti per dare ai bambini con difficoltà di apprendimento un supporto efficace. I bambini con disabilità di apprendimento hanno bisogno di un supporto specifico, facendo finta che siano come gli altri non si fa un favore né a loro né agli altri bambini della classe. Non capisco proprio cosa ci sia di scandaloso nelle parole di Fontanini, a parte ovviamente l’orribile crimine di lesa correttezza politica.

  37. capitan alcol ha detto:

    Ha detto una castroneria. Non c’è molto da girarci attorno. Adesso cerca di metterci un tacòn ma sarà sempre pezo del buso.
    E le classi differenziali sono una castroneria all’ennesima potenza fior di pedagoghi/pedagogisti avrebbero conati di vomito a sentire il rappresentante del partito del Trota a dire certe cose.

  38. Alessio ha detto:

    “…visto che le scuole al momento attuale non hanno gli strumenti per dare ai bambini con difficoltà di apprendimento un supporto efficace…”

    Quindi si dovrebbe investire per risolvere questo problema, o magari è meglio giocare a “chi butti giù dalla torre”?

  39. Marisa ha detto:

    @ ABC
    rispondo alle tue domande.
    1)in classe con mio figlio c’era un bambino per il quale la famiglia aveva richiesto l’insegnante di sostegno. Questo bambino era pefettamente inserito in classe e aveva principalmente un problema di “attenzione e concentrazione” poichè non riusciva a svolgere una qualsiasi attività per più di 5 minuti di seguito.
    2)poi c’era un secondo bambino che non aveva problemi di apprendimento ma gravi problemi comportamentali. Mi risulta, in quanto dichiarato dai genitori, che il bambino era seguito da una psicologa. I genitori non hanno voluto richiedere per loro figlio l’insegnante di sostegno per cui la maestra si faceva dare una mano dall’insegnante di sostegno del bambino del punto 1).

    3) Mio figlio alla fine della prima elementare ci ha testualmente dichiarato: “io non voglio mai più andare a scuola”. Per me e mio marito è stato uno schoc! Mio figlio allora aveva sette anni!

    @ MASSIMO – commento 20

    L’articolo 3 della Costituzione italiana valeva anche per mio figlio e i suoi compagni di classe che non volevano più tornare a scuola dopo una prima elementare “tormentata”?

    Lo so che il problema è molto complesso ma teniamo conto dei diritti di tutti i bambini, anche di quelli così chiamati “normali”.

  40. Paolo Geri ha detto:

    “Voce dal sen fuggita più richiamar non vale ….” diceva il poeta. Fontanini ha semplicemente esplicitato con la tipica rozzezza (ma anche chiarezza) leghista quella che è la sua visione della società. Cosa volete rispondere ad uno che afferma che “la sanità pubblica non si può far carico delle disabilità di coloro che vengono da fuori” ? Lui considera “dentro” gli abili e “fuori” i disabili: gli uni hanno diritto di vivere, gli altri – forse – solo quello di sopravvivere.

  41. daniele ha detto:

    grazie per la precisazione Marisa…

    Il problema e’ lo stato che non e’ organizzato/preparato e non mette risorse sufficienti. In buon stile Italico lascia buona parte dei costi (non solo monetari) alle famiglie ed in questo caso a pagare sono i bambini. La classe differenziata e’ la conseguenza di una gestione delle risorse incapace… pian piano stiamo toccando il fondo

    Quello che hai raccontato di tuo figlio era capitato a me da bambino (30 anni fa ! e questi problemi ci sono ancora !!!!)…al tempo il bambino disabile che avevo in classe aveva solo poche ore di sostegno e per il resto stava in classe con noi. Un inferno per tutti.. le maestre non riuscendo a gestire il bambino chiedevano a noi bambini di avere pazienza e di porgere l’altra guancia…avevo 7 anni e dopo 30 anni e’ ancora un ricordo spiacevole della mia infanzia

    Le classi differenziate…

    chi se lo può permettere porta i bambini in qualche scuola privata e gli altri si attaccano con i problemi della scuola pubblica (che cmq non si fermano ai bambini con handicap)…non ho figli ma se un giorno ne avrò non mi sogno neanche di portarli in una scuola pubblica Italiana e dopo una certa eta (tipo 11 anni) li manderei a scuola (convitto) in Austria, c’e’ ne sono di bellissime dove i bambini imparano 3 lingue, sono seguitissimi e fanno cose che in Italia ci sognamo. Marisa prova ad informati !

  42. bonalama ha detto:

    quella del coso che parla di getto non è scorrettezza politica, bensì istituzionale e rappresenta uno dei punti più bassi qui in regione mai raggiunti. Un conto è l’efficacia dei metodi di insegnamento un conto è stabilire ab initio che il percorso sarà differenziato. Bisogna espellere questi cosi dalla politica, (il plurale è riferito anche a pittoni)

  43. abc ha detto:

    @Marisa

    se il secondo bambino da te citato arriva in prima elementare senza avere un insegnante di sostegno, vuol dire che all’atto dell’iscrizione non erano state opportunamente valutate le sue condizioni. Per lui la scuola avrebbe dovuto come minimo provvedere fin da subito a farsi dare un insegnate di sostegno, invece non lo ha fatto, attingendo alla disponibilità dell’insegnante previsto per l’altro bambino, con danno per quest’ultimo e per la classe.

    @daniele
    Se nelle ore in cui non c’era l’insegnante di sostegno il bambino disturbava, allora bastava dare a quest’ultimo la copertura di tutte le ore di scuola. Lapalissiano, o no?

    @bubez
    Siamo in molti a sostenere che Fontanini ha detto una castroneria. Del resto pure tu affermi che “le scuole al momento attuale non hanno gli strumenti per dare ai bambini con difficoltà di apprendimento un supporto efficace. I bambini con disabilità di apprendimento hanno bisogno di un supporto specifico”.
    Dunque pure tu hai individuato dove bisogna intervenire.

  44. giorgio (no events) ha detto:

    Se la scuola ha il compito di formare ed educare i cittadini di domani, deve accogliere TUTTI coloro che ne faranno parte (cfr. art. 34 Cost. It.). Nel quotidiano ci troviamo a vivere in una società composta da abili, meno abili, disabili e, talvolta, anche amministratori ignoranti. Nella scuola, quindi, devo trovare le stesse peculiarità. E’ lo Stato che deve garantire le condizioni ideali affinchè a tutti sia impartita l’istruzione gratuita e nessuno (abile, disabile o potenziale amministratore ignorante) trovi ostacoli nel corso degli studi.

  45. Luigi (veneziano) ha detto:

    Chi magnifica il sistema scolastico austriaco evidentemente sta parlando di scuole private, e non pubbliche.

    Provate a leggere questo articolo del giugno scorso.

    Gigi

    ———————————

    In Austria la scuola elementare si chiama “Volksschule” e dura 4 anni (uno meno che in Italia). Poi l’alunno deve scegliere: da una parte la Hauptschule, dall’altra il Gymnasium o il primo gradino della Scuola superiore (Allgemeine Hochschule). Difficile spiegare in poche righe la differenza tra le due strade, ma per capirci basterà dire che il contenuto didattico della prima è semplificato rispetto a quello delle seconde, che gli insegnanti sono pagati meno, che alla fine del percorso scolastico, a 14 anni, gli allievi della Hauptschule seguono un corso professionale o vanno direttamente in fabbrica, gli altri proseguono gli studi fino alla maturità e poi possono iscriversi all’Università.

    Così funziona la scuola austriaca dai tempi dell’impero absburgico. Nulla è cambiato da allora. Spesso non sono cambiati neppure gli edifici scolastici, costruiti nel 1898 per festeggiare il 50. genetliaco di Francesco Giuseppe. Unica in Europa, l’Austria costringe i genitori a fare una scelta per i loro figli quando hanno appena 9 anni, scelta che segnerà per sempre la loro vita, come accadeva in Italia fino al 1963, prima che fosse istituita la cosiddetta “scuola media unificata” (con la riforma Gelmini rinominata “scuola secondaria di primo grado”).

    Il risultato è che l’opzione tra i due percorsi scolastici non dipende quasi mai dalle attitudini e dalle qualità dei bambini, ma dal reddito dei genitori o dal fatto di abitare in città piuttosto che in un paesino di montagna, dove non ci sono Gymnasien o Hochschulen. L’Austria così rinuncia pregiudizialmente a molti dei suoi potenziali talenti.

    La ragione di un simile karakiri è squisitamente sindacale. Gli insegnanti, contrari a qualsiasi riforma, rappresentano oltre un terzo dell’Öaab, l’organizzazione vicina al Partito popolare (Övp) che riunisce impiegati e operai. Di conseguenza anche l’Övp è contraria a qualsiasi riforma, a differenza delle altre forze politiche. Persino i liberalnazionali eredi di Haider sono favorevoli a una scuola unificata fino a 14 anni (una “Gesamtschule”) e in Carinzia hanno introdotto sperimentalmente alcune classi di “Mittelschule” (che sarebbe poi la nostra scuola media).

    Il colpo di scena è venuto in questi giorni, quando la giovane ministra per la ricerca scientifica Beatrix Karl (succeduta di recente a Johannes Hahn, designato commissario Ue) ha presentato un piano di studi unificato fino a 14 anni. Parliamo di un “colpo di scena”, perché la Karl non è socialdemocratica, ma popolare, e fino a prima di diventare ministra era presidente dell’Öaab, proprio di quell’organizzazione che vuole che la scuola resti qual è. Insomma, da lei non ci si aspettava una simile svolta.

    Immaginabile il pandemonio nell’Övp, con il presidente Josef Pröll, che è anche vicecancelliere, tutto indaffarato a quietare gli animi e a sostenere che si tratta di un’idea personale della Karl, non condivisa dai vertici del partito. Sarà anche vero, ma intanto l’Övp della Stiria si è schierato con la ministra e lo stesso hanno fatto il Wirtschaftsbund (Lega per l’economia) e l’Associazione degli industriali dell’Austria, entrambe politicamente vicine all’Övp e piuttosto convincenti. Il caso ormai è aperto ed è probabile che questa volta possa concludersi con quella riforma della scuola che l’Austria attende dai tempi di Francesco Giuseppe.

  46. massimo ha detto:

    @marisa,mi fa piacere che sei andata a leggere la costituzione,se l’esperienza di tuo figlio è stata così drammatica questo mi rammarica molto,ma non credo che la colpa sia stata di quel bambino “particolare”e non credo che nascondendolo in un istituto sarebbe stato meglio per gli altri,forse con dei genitori più aperti alle varie problematiche della vita sarebbe stato aiutato a capire che la vita non è quella del mulino bianco ma è una avventura maravigliosa con tutti i suoi aspetti,che in ogni momento ti si presentano durante il cammino,è vero che i diritti riguardano tutti,ma altresì vero che tutti abbiamo i nostri doveri,se poi gli altri non sono alla nostra altezza e pensiamo che alcuni possano essere considerati cittadini di serie B “cosa che mi sembra leggere nei tuoi commenti” non mi resta che augurarmi che tra breve non si torni a parlare di rupe tarpea. ti saluto cordialmente.

  47. marisa ha detto:

    @Massimo,
    mi spiace tu pensi che io consideri i bambini disabili cittadini di serie B, perchè non l’ho mai detto e non lo penso. Se rileggi i miei commenti, e mi dispiace se non sono stata sufficentemente chiara, ho precisato, questo si, che si devono tenere presenti i diritti di tutti, compresi i bambini “normali”.

    Io non voglio chiudere in gabbia o peggio nascondere chi è disabile, ma vorrei, se me lo permetti, dare voce anche ai bambini “normali”, che proprio perchè normali e quindi fortunati, a volte ho la sgradevole sensazione che siano senza diritti. Invece sono solo dei bambini che presentano tutte le fragilità tipiche della loro età. Cerchiamo dunque una soluzione che non sacrifichi nessuno.

  48. massimo ha detto:

    Cara marisa, ti informo che statisticamente nasce un bambino diversamente abile ogni mille,non credo che il problema sia dar voce a quel’uno,o a quei mille,ma permettimi di dirti che prima di tutto sono Persone e tutte hanno il diritto di reclamare a gran voce il loro diritto alla vita, all’inclusione all’amore dell’altro qualunque sia il suo stato. molti nascono disabili,altri lo diventano,altri ancora lo sono senza rendersene conto,se pensi che si possa risolvere il problema dell’accettazione del “diverso”da noi. creando bariere e differenzazioni in nome e a tutela dei sani, siamo e resteremo sempre su opinioni distanti, vedi cara marisa quando in un precedente scritto dicevo che il vero problema secondo il mio umile punto di vista era l’ignoranza e la mancanza di una vera cultura della disabilità,non mi riferivo ai nostri bambini che sono molto più maturi di noi ma agli adulti che non riescono ad andare oltre al proprio naso. Insisti a cercare il rimedio che non sacrifichi nessuno,visto che tu ti ritieni fortunata per il tuo bellissimo e sano bimbo,cosa mi consiglieresti di fare per la mia meravigliosa Bimba? sempre cordialmente ti invio i miei saluti.

  49. Claudio ha detto:

    perchè i nostri non siano sterili commenti Vi invito a sostenere questo gruppo che contesta le affermazioni di Fontanini
    http://www.facebook.com/pages/Fontanini-vergognati-e-dimettiti/164407403589154

    Stiamo ipotezzando la realizzazione di una iniziativa pubblica contro questi comportamenti e dichiarazioni incivili di Fontanini

  50. daniele ha detto:

    @Luigi – si mi riferisco a scuole private Austriache… le scuole pubbliche sono quello che sono nei paesi Europei che conosco anche se l’Italia e’ al livello della Turchia per molte cose

    @abc – mi sa che 30 anni fa le cose erano diverse, pero il bambino aveva solo poche ore di sostegno, non so perche non potesse avere l’insegnante di sostegno…avevo 7 anni ! Cmq preciso che non ho detto mica che il bambino disabile avrebbe dovuto starsene per conto suo ! Probabilmente avrebbe dovuto stare in classe con noi per tutte le ore di lezione ma insieme alla sua maestra di sostegno in modo da poter essere seguito. Io non condivido assolutamente le parole di Fontanini, sia ben chiaro…

    Il mio punto e’ questo: il problema esiste, ma per risolverlo bene ci vogliono risorse che la scuola non ha. Ci rimettono i bambini, con handicap e non, e le loro famiglie…e intanto i politici mandano i loro figli a scuola privata pagati da noi…

  51. massimiliano ha detto:

    nessuno ha spiegato a questo leghista che il suo grande capo è il primo dei disabili?
    in politica allora è giusto tenerli anche se si pisciano addosso e se rantolano e sbavano come fontane guaste?

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