10 Agosto 2012

Cervignano: ieri primo ciak del documentario “Ciò che rimane”

Sono iniziate ieri mattina a Cervignano presso l’ex caserma Monte Pasubio le riprese del documentario dal titolo “Ciò che rimane” nato da un’idea della regista Maria Silvia Bazzoli giornalista, critica cinematografica, curatrice di rassegne e di festival tra l’Italia, la Francia e l’Africa e coprodotto dalla società udinese Agherose e dalla francese Cinédoc. Questo progetto documentario sulla memoria darà voce alle testimonianze dei profughi rimasti a vivere a Cervignano.
Ottobre 1991: pochi mesi dopo lo scoppio del conflitto nei Balcani, viene aperto a Cervignano del Friuli un centro di accoglienza per i profughi della ex-Jugoslavia installato nella vecchia caserma dismessa ubicata nel cuore della cittadina, il perdurare della tragedia jugoslava lo trasforma ben presto in residenza a lungo termine per famiglie, uomini, donne, vecchi, bambini, giovani disertori e obiettori di coscienza. Tra il 1991 e il 1997 dal campo profughi di Cervignano del Friuli sono “passate” più di 1500 persone. Le più fortunate vi hanno sostato solo qualche giorno nell’attesa di ripartire, altre vi hanno soggiornano per settimane, mesi, se non interi anni. Vi è anche chi dal Friuli non è mai ripartito, neppure una volta lasciato il campo. Di quel “passaggio”, al di là della vecchia caserma ormai cadente, in attesa di essere demolita, la città sembra oggi non aver serbato alcuna traccia, come se la comunità, una volta chiuso il campo, avesse voluto cancellare in fretta un capitolo difficile e complesso della propria storia.

Chi erano gli ospiti del campo? Da dove veniamo? Che cosa li aveva spinti ad abbandonare le loro case, i loro villaggi, le loro città? Per quanto tempo erano rimasti del campo? Quanti erano potuti ritornare nel loro paese e quanti non avrebbero più potuto farvi ritorno? Quanti erano riusciti a ricostruirsi una vita in Italia e quanti erano ripartiti? Storie e ricordi personali hanno resistito al tempo e all’oblio. Dall’ordito della loro trama riaffiora “la storia mancante” di una vicenda “stra-ordinaria” sull’utopia dell’incontro, in un tempo in cui l’Italia iniziava a confrontarsi con la sfida di un nuovo fenomeno di massa: l’immigrazione.

Il progetto vede il pieno sostegno dell’amministrazione comunale di Cervignano, ma la realizzazione del documentario è stata possibile solo grazie al fondamentale sostegno economico del Fondo Regionale per Audiovisivo, che ha permesso la realizzazione di un documentario dove le memorie personali aiutano a costruire e ad articolare la memoria collettiva, viene infatti richiesto anche il contributo di chiunque possegga materiale d’archivio o ricordi da raccontare relativi a quel periodo attraverso il sito www.ciocherimane.it .

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