8 Febbraio 2010

Il progetto Boniciolli per i giovani: un lungo cammino, inizia sempre con un piccolo passo!

“Supponiamo che il nostro compito sia di attraversare un fiume; non lo realizzeremo senza ponti né barche; fino a quando la questione del ponte o delle barche non sia risolta, a cosa serve parlare di attraversare il fiume?”
La citazione di Mao (non scelta a caso ndr.) potrebbe essere il miglior modo per trovare la chiave di volta di un concetto portato avanti da Matteo Boniciolli il primo giorno del suo insediamento: il fiume che la Pallacanestro Trieste 2004 deve guadare è profondo e carico di insidie, la “terra promessa” è quella serie A (o almeno la Legadue) che la piazza merita; un lungo cammino, inizia sempre con un piccolo passo, e soprattutto i primi passi sono quelli che ti insegnano a camminare. Ecco perché il grande merito del consulente operativo appena insediato è stato di convogliare più possibile le risorse cestistiche triestine in ambito giovanile in nome della crescita del basket cittadino; da subito una fitta rete di relazioni, in primis con l’Azzurra Team Trieste (bacino fertile e collaudato), poi dalla Servolana fino alle società dell’Altipiano, storico sdoganamento mai realmente preso in considerazione precedentemente. Secondo passo è stato quello di investire nelle competenze: Stefano Comuzzo e Francesco Pompeo hanno sposato con entusiasmo il progetto, forti delle esperienze lavorative di rilievo avute, ambiziosi di rilanciare una piazza importante per il basket. Si può discutere sulla necessità di trovare allenatori “forestieri” a discapito di tanta professionalità nostrana, di certo non si può discutere la qualità dei prescelti.

La valutazione del lavoro svolto nel vivaio deve prescindere da qualsiasi risultato del campo, l’obiettivo dichiarato e sottoscritto da Stefano Comuzzo è sempre stato quello di formare giocatori, non vincere campionati. Però, è anche vero che far bene nei campionati di competenza è sempre un mettersi alla prova, vedere quanto il percorso di crescita singolare ben si coniuga con il concetto di “squadra”. Facendo un veloce excursus, il quadro volge al positivo, forse oltre le migliori aspettative: gli U19 hanno cominciato la fase interregionale con un tris di vittorie su tre match disputati, gli U17 d’Eccellenza hanno bagnato con un successo la prima della seconda fase, e quelli regionali capeggiano la classifica. Gli U15 condividono assieme al Gruppo Laipacco la leadership del campionato (scontro diretto giovedì ndr.)….. se non è en plain, poco ci manca!

Tornando a monte però, non distogliamo i principi di una critica da quello per cui si è prefissato un obiettivo a inizio percorso: quello di formare giocatori. La domanda che sarà pungolo per i sapienti insegnamenti di Comuzzo, Pompeo e soci sarà quanti giocatori il settore giovanile produrrà per la prima squadra.
Sempre senza punte esagerate di cinismo, ad oggi nessuno può realmente dirsi pronto per entrare in pianta stabile in prima squadra (coach Bernardi ripone molta fiducia in Bonetta), in futuro chissà, consci che l’ultimo giocatore di alto livello “sfornato” in terra giuliana è stato Daniele Cavaliero.

Quindi, se la barca per raggiungere l’altra sponda del fiume ha qualche falla, il telaio è molto solido ed è su questo che Trieste, intesa come città, fatta di risorse umane ed economiche, deve lavorare, perché se nuovamente la barca biancorossa dovesse affondare, il mea culpa non basterebbe più!

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)
rafbaldo@libero.it

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