Fri, Nov 24 2006 2:37 pm
tratto da questo newsgroup
Roma, finanziaria 2007
Quando diventeremo uomini
Perseguitati dai numeri, ridotti a mero numero. È la sensazione infinita del rapporto tra gli Italiani di questo territorio (Istria, Fiume e Dalmazia), dovunque essi vivano oggi, e il Governo italiano, la sua burocrazia. La cronaca di questi giorni, sull’esclusione dalla finanziaria dei mezzi per l’attività di esuli e rimasti o il taglio temporaneo delle pensioni, sono solo alcuni dei tanti episodi che si moltiplicano tra macrostoria e microstoria, vale a
dire tra vicende generali e quelle che riguardano il singolo cittadino, l’uomo.
Alcune affermazioni raccolte proprio in questo frangente, ci inducono a delle riflessioni “a cavallo di confine”. Maurizio Tremul, presidente della Giunta UI, ha dichiarato in un’intervista al TG di TV Capodistria, che con la finanziaria il Governo italiano ha fatto un “piccolo capolavoro”: tutte le assicurazioni ottenute dal Governo di centro-destra sono state cancellate con una troppo semplice “dimenticanza”. E nessuno se ne stupisce.
“Recupereremo” è il commento.
La stessa logica, che minimizza i problemi, è stata applicata per sessant’anni alle rivendicazioni degli esuli che volevano vedere riconosciuto un diritto all’indennizzo per i beni ceduti alla ex Jugoslavia che, negli anni, è diventato protesta, contestazione e, non da ultimo, delusione per il trattamento: piccole cifre con le quali si dichiara di aver assolto parte di una promessa che non diventa mai equa e definitiva.
Ciò che non muta, di fronte a questi episodi di una lunga lista, per tanto, sono le sensazioni, comunque spiacevoli, per un trattamento che non tiene conto della sensibilità della gente. E ciò anche se le leggi, lo sappiamo, sono fatte per essere applicate senza discrimini, nel bene e nel male. La giustizia, infatti, è una bilancia, che dovrebbe mantenere un certo equilibrio tra pro e contro. Quando le regole continuano a ferire la dignità delle persone, sarebbe doveroso chiedersi se quelle leggi, se quei regolamenti, se quei decreti sono veramente esempio di una normativa “uguale per tutti”, esempio di giustizia.
Il reiterarsi dell’ingiustizia
Spesso nell’applicare le leggi ci si dimentica che sono gli uomini a crearle. Ci sono Paesi in cui le sentenze hanno valore di precedente, a significare che la prassi è spesso insegnamento di valore assoluto. Ma si tratta ancora una volta di aride regole, della capacità di far aderire la normativa alle sfumature della vita. Anche l’evasione fiscale – che si cerca di combattere – aderisce a questa logica: chi è in grado di destreggiarsi tra le regole, sfugge alle maglie della giustizia e punta diritto alla ricchezza, non ha fatto che servirsi dei “buchi” che le leggi hanno determinato proprio per la loro scarsa aderenza alle infinite possibilità della vita che superano ogni possibile previsione, ferrea o fantasiosa che
sia.
Ciò che lascia attoniti e che, ormai, chi riesce ad indignarsi per le ingiustizie della società, viene considerato patetico, chi evade, dimentica, cancella, stritola la dignità del prossimo, è meritevole di stima. Ma è proprio questo ciò che vogliamo?
La minoranza messa in ginocchio
L’Italia che ha riconosciuto la Giornata del Ricordo, restituendo ad un popolo la dignità negata per tanti anni, improvvisamente dimentica la sua esistenza. Rischia di compromettere un lento tentativo di ricomposizione di un popolo sparso ovunque nel mondo attraverso messaggi culturali, tentativi di nuovi collegamenti, manifestazioni per ribadire la propria esistenza.
Mette in ginocchio, nello stesso tempo, una minoranza che con tanti sacrifici combatte da decenni per mantenere vive lingua e cultura. Rischia di soffrirne la scuola con tanti giovani che pensano in italiano e le istituzioni di una minoranza viva e vivace.
Un’umiliazione per i pensionati
Sono umiliati, in questo momento, i pensionati già vinti dalla storia in Europa e nel mondo: in Argentina le pensioni italiane sono spesso unico mezzo di sostentamento, e spesso anche in Istria. Perché tutto questo? La risposta è amara: l’uomo non è importante, la sua dignità nemmeno. È questo il cupo messaggio che trapela tra i corsi ed i ricorsi degli impegni politici. Non si riesce ad essere soprattutto uomini in questa società in cui tutto è riconducibile ad un’unica grande divisione: destra o sinistra come se fosse una definizione onnicomprensiva, a giustificazione di ogni comportamento.
E invece no, ci sono anche le sfumature, facciamole valere, è umano.
Rosanna Turcinovich Giuricin
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