Memorie insidiose e lifting virati al nero

da l’UNITA’ del 17 febbraio 2007

Memorie insidiose
e lifting virati al nero

Moni Ovadia

Il grande drammaturgo e poeta Bertolt Brecht in un suo straordinario scritto giovanile poco noto al grande pubblico, intitolato Fatzer, dice: «…lo sconfitto non sfugge alla saggezza, tieniti forte e vai giù! Attento giù! Sul fondo ti attende la dottrina…». Questa riflessione è eccezionalmente acuta e stimola molte possibili considerazioni sul significato della sconfitta e persino sul suo valore.

Purtroppo solo pochi eletti accettano di essere sconfitti e traggono da quell’esperienza la molteplicità e la ricchezza degli ammaestramenti che se ne possono trarre. Lo sconfitto tende quasi sempre al revanscismo, a rendere responsabili della sua dèbacle non la propria colpa e/o incapacità, ma qualcun altro o qualcos’altro. Vuoi che scelga di incolpare il destino cinico e baro, vuoi che attribuisca il proprio disastro all’azione perversa di una quinta colonna reale o immaginata.

Il nostro paese ha un grande problema con il proprio futuro a causa di uno sconfitto dalla storia, dal senso comune e da ogni degna prospettiva etica. Questo sconfitto è il fascismo e con lui i suoi edificatori, i fascisti. E dove sta il problema? Il fascismo strictu sensu non esiste più, è stato spazzato via dal nostro orizzonte politico e umano, per trovarne delle tracce bisogna frugare nei bidoni della spazzatura più putrefatta della Storia e della società civile.

Il problema è creato dalla vocazione di una consistente parte degli eredi dell’immondezzaio fascista. Costoro vorrebbero toglierlo dal posto che gli spetta e ricucinarne il ricordo nella cucina revisionista, con la complicità di metre mediatici di un conservatorismo rozzo e plebeo che ha sempre flirtato con i fascisti, ovviamente non in prima linea, ma vigliaccamente nelle retrovie per potersi salvarsi le chiappe in extremis.

L’ultimo stantio e pluririciclato espediente di questa cucina nerastra è l’ennesimo «pacco» dei falsi diari del Duce più volte rifilati come adamantina verità e altrettante volte smascherati come ridicola bufala. I cuochi della cucina mediatico-revisionista sono così allocchi da farsi sbugiardare? No, non sono così allocchi. Sanno che nella comunicazione pletorica delle Tv e del web fuori controllo puoi far passare per verità bufale, enzogne e quant’altro, se usi con astuzia il mezzo e vellichi con il sentimentalismo la diffusissima ignoranza storica dei più. Questo meccanismo sottostà anche all’uso strumentale di una memoria ferita del nostro paese.

La tragedia delle foibe e dei profughi istriani fu autenticamente storia di morte di innocenti, di dolore e vessazione patiti da nostri concittadini e fu rimossa per le ciniche convenienze della realpolitik. Ma estratta dai contesti propri, manipolata, fictionizzata, rischia di divenire occasione di riabilitazione ignobile dei fascisti.

Per questa gravissima ragione è urgente fare approvare una proposta di legge già in corso di presentazione e che ha fra i firmatari fra il sindaco di Venezia Massimo Cacciari e il parlamentare dell’Ulivo Fuad Allam, per istituire nel quadro delle manifestazioni della Memoria, il giorno del ricordo dei crimini commessi dai fasciti italiani contro le popolazioni slave di Slovenia e Dalmazia, contro le popolazioni delle colonie africane. Senza dimenticare la vile aggressione alla Francia già in ginocchio, l’aggressione alla Grecia, alla Russia e i già noti crimini dei «ragazzi» di Salò contro ebrei e civili perpetrati in solido con il loro padroni nazisti a cui avevano con entusiasmo venduto l’anima e il moschetto. Gli ex post fascisti nostrani si decidano: facciano come il loro leader Gianfranco Fini, riconoscano la totale, irredimile sconfitta, non potrà che fare loro del bene e soprattutto farà del bene all’Italia. Gli ex fascisti la smettano con il goffo tentativo di fare il lifting ad una verginità persa ancora prima di averla, starnazzando contro i crimini comunisti.

Fra i fascisti e i comunisti c’è una differenza innegabile e definitiva ad eternum: mentre i comunisti a milioni si sono immolati per ideali di giustizia, uguaglianza, giustizia sociale, fratellanza fra i popoli, riscatto degli umili e per i loro ideali sono anche stati vittime delle derive totalitarie e tiranniche dei cosiddetti socialismi reali, i fascisti, tranne rarissimi casi individuali degni di onore, ma privi di rilevanza storico-politica, hanno combattuto per la sopraffazione, il razzismo, l’odio, l’antisemitismo, il militarismo, la mistica del capo assoluto e del popolo pecorone. Cosa c’è da
riabilitare?

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