I triestini si fanno la casa in Slovenia

da Il Piccolo, febbraio 2007
È IN COSTANTE AUMENTO IL NUMERO DI CHI SI TRASFERISCE AD ABITARE OLTRE CONFINE SPINTO DAI PREZZI PIù VANTAGGIOSI

I triestini si fanno la casa in Slovenia

(Giulio Garau)

L’area è quella del Carso da Sesana a Duttogliano. Monopolizzati interi borghi

Sempre piùriestini scelgono di andare ad abitare in Slovenia. E il fenomeno è solamente all’inizio. L’area è quella del Carso da Corgnale (Lokev) alle borgate a ridosso del confine con Monrupino. In qualche casovengono monopolizzati interi paesini.

«Se per le aree industriali i prezzi in Slovenia sono doppi che in Italia, per i terreni residenziali si paga la metà. Non eravamo pronti». Stojan Gorup, direttore dell’Inkubator di Sesana, siede da circa un mese in consiglio comunale e ha scoperto una realtà che sta per mutare il volto di parecchi paesini.

«Gli agenti immobiliari sloveni e quelli triestini ormai si mettono d’accordo, comprano un terreno e con un solo progetto realizzano venti case – spiega – è accaduto anche al mio paese vicino a Monrupino, in Slovenia. Avevamo deciso di rendere edificabile un’area di 40 ettari per aiutare i giovani locali, è stata acquistata in blocco. Adesso le case sono 22, ne realizzeranno altrettante: il paese radoppia».

A un mese dall’ingresso della moneta unica europea si sta assistendo a una corsa degli immobiliaristi locali anche se gli esperti avvertono: «Non è ancora boom, deve arrivare – afferma Sandro Zerbo, perito edile impegnato in attività immobiliari in Slovenia da un paio di anni e che collabora con una storica agenzia di Sesana – gli amministratori sono impreparati e lo saranno ancora di più fra qualche tempo». Un segnale per tutti: sono sorte due nuove agenzie immobiliari in centro e a brevissimo (c’è già la sede) ne arriverà una da Opicina, la prima italiana. Ogni giorno vengono a Sesana agenti immobiliari triestini che vogliono entrare in società con i locali facendo joint-venture, ma sinora con scarsa fortuna. Il mercato è molto chiuso. Ma non è la sola curiosità. C’è anche il caso di Corgnale, poco oltre confine. È stato invaso da almeno 10 famiglie triestine che hanno deciso di prendere delle case in affitto, e altre 10 almeno hanno acquistato ville e terreni. Una vera e propria enclave cresciuta con il passaparola. «Il Carso è diventato terreno di conquista dei triestini, ma anche dei lubianesi – spiega Zerbo – questi ultimi sono appassionati degli edifici storici in pietra. Del resto molti triestini che sognavano una casa nel verde non hanno potuto far altro di fronte ai prezzi in Italia. I terreni edificabili nell’area carsica slovena tra Monrupino e Sesana non superano i 100 euro al metro quadro contro i 300 di Opicina. Ma c’è anche un’altra ragione nell’espansione dei triestini: gli sloveni sono pochi, c’è un eccesso di case e terreni e non ne hanno bisogno e lasciano spazio agli italiani».

Un discorso che vale per i piccoli paesi, non per le città come Lubiana, Maribor o ancora peggio la costa slovena dove i prezzi degli immobili hanno superato di gran lunga quelli italiani: a Capodistria si spendono 400 euro al mq per i terreni, a Isola per le case siva da 2500 euro al mq.

Ma ecco le zone interessate all’espansione dei triestini: Sezana e dintorni, l’hinterland che va tra Monrupino e Duttogliano, l’area che si espande tra Lokev e Basovizza.
«L’altra sorpresa è che in questi paesi i triestini vengono e trovano pace e soprattutto sono ben accolti, la gente è aperta, c’è un’osmosi totale. Le barriere legate ai ricordi, la storia, sono tutte crollate» aggiunge il perito. A spingere molti triestini ad andare ad abitare oltre confine cisarebbe anche un iter burocratico relativamente semplice rispetto ai parametri italiani. Per costruire presenti un progetto architettonico, uno sulle strutture e quello sugli impianti ai vari enti competenti. Dalla data del deposito, dopo un mese, puoi iniziare a costruire.

Nessun problema nemmeno con la Soprintendenza ai beni architettonici. «Ha sede a Nova Gorica – spiega Zerbo – e quando c’è un problema sui un edificio vincolato presenti la domanda e in una settimana ti rispondono con un parere». Non è finita.
A rendere appetibile il trasferimento da Trieste in Slovenia, secondo alcuni operatori, sarebbero anche le tasse e il prezzo dell’energia. Il Paese ha una grande rete idroelettrica molto potente, di conseguenza l’elettricità costa meno della metà che in Italia. Una tassa equivalente all’Ici comporta una spesa non superiore ai 150 euro per una casa con giardino.

Un boom in arrivo che sta preoccupando, in senso positivo, le autorità che stanno per prendere delle contromisure: «La Slovenia politicamente non vuole espandere le zone edificabili – chiude Zerbo – il nuovo piano regolatore del Carso prevede un restringimento delle aree. Vogliono conservare l’ambiente, ci tengono al paesaggio, hanno una rete infrastrutturale efficiente che ti collega in pochi minuti a Trieste e Capodistria e in meno di 1 ora a Lubiana. Stanno lavorando ora anche al piano dei centri storici, mentre sul fronte delle costruzioni sta sorgendo una nuova scuola di architetti di talento».

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