Giù le mani dalle foibe

Da Il Manifesto, febbraio 2007

Enzo Collotti

I fatti ci hanno dato ragione. I timori che avevamo espresso fin da quando fu istituito il giorno del ricordo si sono puntualmente avverati. Anche dalle più alte cariche dello Stato si è sentito il dovere di enfatizzare una retorica che non contribuisce ad alcuna lettura critica del nostro passato, l’unica che possa servire ad elevare il nostro senso civile, ma che alimenta ulteriormente il vittimismo nazionale. Per questo vogliamo ribadire quanto scrivevamo già due anni fa con la prima Giornata del Ricordo per onorare le vittime delle foibe.

Non era difficile prevedere che collocare la celebrazione a due settimane dal Giorno della Memoria in ricordo della Shoah, avrebbe significato dare ai fascisti e ai postfascisti la possibilità di urlare la loro menzogna-verità per oscurare la risonanza dei crimini nazisti e fascisti e omologare in una indecente e impudica par condicio della storia tragedie incomparabili, che hanno l’unico denominatore comune di appartenere tutte all’esplosione sino allora inedita di violenze e sopraffazioni che hanno fatto del secondo conflitto mondiale un vero e proprio mattatoio della storia. Nella canea, soprattutto mediatica, suscitata intorno alla tragedia delle foibe dagli eredi di coloro che ne sono i massimi responsabili la cosa più sorprendente è l’incapacità dei politici della sinistra di dire con autorevolezza ed energia: giù le mani dalle foibe! Come purtroppo è già avvenuto in altre circostanze, l’incapacità di rileggere la propria storia, ammettendo responsabilità ed errori compiuti senza per questo confondersi di fatto con le ragioni degli avversari e degli accusatori di comodo, cadendo in un facile e ambiguo pentitismo, non contribuisce – come fa il discorso del presidente Napolitano – a fare chiarezza intorno a un nodo reale della nostra storia che viene brandito come manganello per relativizzare altri e più radicali crimini.La vicenda delle foibe ha molte ascendenze, ma certamente la più rilevante è quella che ci riporta alle origini del fascismo nella Venezia Giulia. Sin quando si continuerà a voler parlare della Venezia Giulia, di una regione italiana, senza accettarne la realtà di un territorio abitato da diversi gruppi nazionali e trasformato in area di conflitto interetnico dai vincitori del 1918, incapaci di affrontare i problemi posti dalla compresenza di gruppi nazionali diversi, si continuerà a perpetuare la menzogna dell'italianità offesa e a occultare (e non solo a rimuovere) la realtà dell'italianità sopraffattrice. Non si tratta di evitare di parlare delle foibe, come ci sentiamo ripetere quando parliamo nelle scuole del giorno della memoria e della Shoah, ma di riportare il discorso alla radice della storia, alla cornice dei drammi che hanno lacerato l'Europa e il mondo e nei quali il fascismo ha trascinato, da protagonista non da vittima, il nostro paese.

Ma che cosa sa tuttora la maggioranza degli italiani sulla politica di sopraffazione del fascismo contro le minoranze slovena e croata (senza parlare dei sudtirolesi o dei francofoni della Valle d'Aosta) addirittura da prima dell'avvento al potere; della brutale snazionalizzazione (proibizione della propria lingua, chiusura di scuole e amministrazioni locali, boicottaggio del culto, imposizione di cognomi italianizzati, toponimi cambiati) come parte di un progetto di distruzione dell'identità nazionale e culturale delle minoranze e della distruzione della loro memoria storica?

I paladini del nuovo patriottismo fondato sul vittimismo delle foibe farebbero bene a rileggersi i fieri propositi dei loro padri tutelari, quelli che parlavano della superiorità della civiltà e della razza italica, che vedevano un nemico e un complottardo in ogni straniero, che volevano impedire lo sviluppo dei porti jugoslavi per conservare all'Italia il monopolio strategico ed economico dell'Adriatico. Che cosa sanno dell'occupazione e dello smembramento della Jugoslavia e della sciagurata annessione della provincia di Lubiana al regno d'Italia, con il seguito di rappresaglie e repressioni che poco hanno da invidiare ai crimini nazisti? Che cosa sanno degli ultranazionalisti italiani che nel loro odio antislavo fecero causa comune con i nazisti insediati nel Litorale adriatico, sullo sfondo della Risiera di S. Sabba e degli impiccati di via Ghega?

Ecco che cosa significa parlare delle foibe: chiamare in causa il complesso di situazioni cumulatesi nell'arco di un ventennio con l'esasperazione di violenza e di lacerazioni politiche, militari, sociali concentratesi in particolare nei cinque anni della fase più acuta della seconda guerra mondiale. È qui che nascono le radici dell'odio, delle foibe, dell'esodo dall'Istria.
Nella storia non vi sono scorciatoie per amputare frammenti di verità, mezze verità, estraendole da un complesso di eventi in cui si intrecciano le ragioni e le sofferenze di molti soggetti. Al singolo, vittima di eventi più grandi di lui, può anche non importare capire l'origine delle sue disgrazie; ma chi fa responsabilmente il mestiere di politico o anche più modestamente quello dell'educatore deve avere la consapevolezza dei messaggi che trasmette, deve sapere che cosa significa trasmettere un messaggio dimezzato, unilaterale. Da sempre nella lotta politica, soprattutto a Trieste e dintorni, il Movimento sociale (Msi) un tempo e i suoi eredi oggi usano e strumentalizzano il dramma delle foibe e dell'esodo per rinfocolare l'odio antislavo; rintuzzare questo approccio può sembrare oggi una battaglia di retroguardia, ma in realtà è l'unico modo serio per non fare retrocedere i modi e il linguaggio stesso della politica agli anni peggiori dello scontro nazionalistico e della guerra fredda.

I profughi dall'Istria hanno pagato per tutti la sconfitta dell'Italia (da qui bisogna partire ma anche da chi ne è stato responsabile), ma come ci ha esortato Guido Crainz (in un prezioso libretto: Il dolore e l'esilio. L'Istria e le memorie divise d'Europa, Donzelli, 2005) bisogna sapere guardare alle tragedie di casa nostra nel vissuto delle tragedie dell'Europa. Non esiste alcuna legge di compensazione di crimini e di ingiustizie, ma non possiamo indulgere neppure al privilegiamento di determinate categorie di vittime. Fu dura la sorte dei profughi dall'Istria, ma l'Italia del dopoguerra non fu sorda soltanto al loro dolore. Che cosa dovrebbero dire coloro che tornavano (i più fortunati) dai campi di concentramento - di sterminio, che rimasero per anni muti o i cui racconti non venivano ascoltati? E gli ex internati militari - centinaia di migliaia - che tornavano da una prigionia in Germania al limite della deportazione?

La storia della società italiana dopo il fascismo non è fatta soltanto del silenzio (vero o supposto) sulle foibe, è fatta di molti silenzi e di molte rimozioni. Soltanto uno sforzo di riflessione complessivo, mentre tutti si riempiono la bocca d'Europa, potrà farci uscire dal nostro nazionalismo e dal nostro esasperato provincialismo.

13 commenti a Giù le mani dalle foibe

  1. Archibald ha detto:

    Nessun commento già all’epoca….. chissà se mr.collotti , sempre che sia in vita, riproporrebbe un simile articolo ora? Vero è che certi criminali sono sempre in serie A , non retrocedono mai al di là dei simboli e colori vari.

  2. Archibald ha detto:

    Collotti risulta vivente sulla novantina con molte pubblicazioni nel carnet, sempre dello stesso tipo ,antifascismo, antinazismo ecc. ,considerato storico del settore; peccato che ,quasi sempre manchi l’obiettività di ammettere che frange opposte a quelle menzionate abbiano avuto e hanno tuttora lo stesso DNA in corpo; di solito la colpa è sempre degli altri che se non facevano certe azioni ,non scatenavano le stesse in tempi successivi; certo stalin sarebbe stato un angioletto, come sharon, begin , tito e altri …. che dire poi degli Usa che hanno distrutto del tutto un popolo ,gli indiani, o del genocidio degli armeni, del polo pot con tanto di stella rossa e via così…. Tutta colpa dell’Impero Romano ?

  3. Archibald ha detto:

    Bisogna dire che il sig.Collotti quando cita lo “Smembramento della jugoslavia” si riferisce all’invasione nazifascista , ebbene una volta riavute con aggiunta le terre e riunificata la yugoslavia ,questa ha tenuto fino alla fine di tito, e poi? Allora uno che deve pensare, il pacifico popolo slavo è stato messo a ferro e fuoco dai Satana italiani, quindi le foibe sono state conseguenza logica e non voluta da queste brave persone, poi però Vukovar, Sebrenica i campi di concentramento di tujman con ospiti mussulmani e massacri di vario tipo cosa sono stati? Se il popolo pacifico slavo ha reagito alle angherie fasciste, in tempi recenti chi li provocati? Quindi in conclusione mr. collotti evita accuratamente di menzionare questi fatti e perciò questo articolo risulta incompleto e quindi insufficiente per una sentenza definitiva.

  4. ufo ha detto:

    Hai ragione: è sempre e comunque colpa dei Romani.

    https://www.youtube.com/watch?v=OrCqjIVP2bg

  5. Archibal ha detto:

    4@Ottima considerazione Ovni…..è il massimo che potevi ribattere.

  6. Archibald ha detto:

    Ottima considerazione Ovni….di più non potevi ribattere.

  7. Remengo ha detto:

    Hai solamente letto la prefazione di “Dossier Foibe” di Scotti, hai mica letto il resto?
    Un tanto per capire l’approcio…

  8. Archibald ha detto:

    No, se mi capita lo leggo; dato che la discussione è del 2007 e non c’era alcun commento, quando all’epoca certe discussioni raggiungevano 300/400 commenti, posso dedurre che questo Collotti non sia il massimo. Può essere che mi sbaglio, ma se “L’oggetto non identificato” ha postato Asterix sotto assedio, questo vuol dire che le verità non si nascondono più. Conclusione , chi ha continuato la guerra oltre il ‘ 45 contro fascisti o fantasmi degli stessi può riposarsi ,magari a quota 100 o più arriverà la quiescenza ora che le destre vincono dappertutto….

  9. Remengo ha detto:

    Non per essere polemico ma letto cosi, il pezzo di Collotti potrebbe sembrare decontestualizzato, magari leggere anche il libro a cui e dedicato puo aiutare a comprenderne il messaggio.
    Cio che non intendo e il pindarico parallelo tra gli avvenimenti nei balcani durante la seconda guerra mondiale e quelli della guerra piu recente, se non per l’indolente impronta
    razziale, come se gli slavi nascessero con una innata passione per il sangue…..in realta la storia e decisamente piu complessa e grazie ai vari imperialismi del XXVII e seguenti secoli, tutti gli indigeni hanno sviluppato doti di autodifesa formidabili, ma gli invasori stranamente stanno ancora a piangere……

  10. Archibald ha detto:

    Gli invasori colpevoli hanno pianto per vari motivi, del resto chi le cerca le trova; ma eliminare innocenti o persone che erano dalla tua stessa parte ,questo è senza dubbio appartenere a frange sanguinarie senza scusanti , ma ormai si può solo far luce sui fatti ,non certo punire i colpevoli. In quanto al resto , il parallelo c’è perché si trattava di rese dei conti rimandate anche con generazioni cambiate; se non è essere sanguinari è autoconcedersi diritti di farsi giustizia da soli, magari con il vicino di casa amico fino al giorno prima. Quindi il tito dittatore non è servito a unire un popolo se non con la durezza di un pugno di ferro, poi una volta sparito lui, c’è stata qualche invasione esterna? Mi sembra di tornare ai lontani miei vecchi tempi, uniti in qualche rissa contro clape di qualche KM distante ,magari con alleanze trasversali ….poi se non c’erano rivali opposti , qualche volta ci imbiavavamo fra noi, ovviamente con molto propellente alcolico addosso!! Solo che la guerra civile recente ex jugoslava non si è risolta con una bevuta insieme il giorno dopo, ma ci sono state ben più tragiche situazioni, come si sa.

  11. Archibald ha detto:

    Giusto oggi sul “Piccolo” ci sono novità sulle foibe in territorio sloveno, aspettiamo gli sviluppi e commenteremo, si parla di numeri oltre il migliaio ; non saranno, se confermati ,tutti soldati tedeschi senza spazio per sepoltura o fascistoni meritevoli di quella fine? Vedremo, i processi o i commenti sommari non sono mie abitudini…..

  12. Remengo ha detto:

    Spero tu non prenda per affidabile la cronaca del bugiardello, sulla rete esistono fonti decisamente piu autorevoli, d’altra parte pero ognuno e libero di costruire e supportare le proprie opinioni come crede.

  13. Archibald ha detto:

    Era solo un’ultima ora da verificare, vedremo.

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