Martedì 24 giugno i Massive Attack si sono esibiti alla Casa Rossa Arena di Gorizia. Il concerto, organizzato da FVG Music Live e VignaPR, in collaborazione con PromoTurismoFVG, il GECT GO e il Comune di Gorizia, ha raccolto oltre 7.000 spettatori. La band trip hop, capitanata dai membri fondatori Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall – quest’ultimo già presente a Gorizia con un dj set durante la serata inaugurale di GO2025 – ha proposto uno spettacolo di un’ora e quaranta minuti, con grandi successi e cover spiazzanti.
Sebbene le voci sulla presunta paternità del progetto Banksy da parte di Robert “3D” Del Naja non siano mai state confermate, il nuovo tour dei Massive Attack sembra concepito proprio dalla mente visionaria dell’artista di Bristol. Serio in alcuni momenti, satirico in altri, spesso apertamente sarcastico e provocatorio, lo spettacolo della band britannica è un’esperienza eterogenea e immersiva, che mescola estetica postmoderna e impegno politico attraverso un patchwork audiovisivo di citazioni pop, filmati d’archivio, grafiche martellanti e animazioni kitsch generate dall’intelligenza artificiale.
Al centro dei visual – realizzati insieme a CUTS, alias Anthony Tombling Jr. di Unit 3 Films, collaboratore attivo nelle ultime produzioni dei Massive Attack – ci sono i “messaggi”, autentico fulcro concettuale dell’esperienza visiva, già utilizzati in precedenti tour della band. Non si tratta di elementi decorativi, ma di interventi testuali tratti da fonti reali: comunicazioni istituzionali, dati pubblici, documenti riservati e linguaggi algoritmici, riutilizzati per svelare i meccanismi del controllo, della sorveglianza e della manipolazione mediatica. A Gorizia, tra le frasi proiettate, sono apparsi messaggi contro le logiche di dominio, l’ipocrisia delle democrazie occidentali, ma anche un inequivocabile sostegno alla Palestina.
Questi contenuti sono stati tradotti e adattati per l’Italia – e lo stesso avviene in ogni paese in cui la band si esibisce – a dimostrazione di un lavoro di produzione notevole. Qualcuno, però, potrebbe storcere il naso per la totale assenza di testi in sloveno, soprattutto considerando che l’evento si inserisce nel contesto di GO2025, il cui tema è “borderless”.
Lo stesso Robert Del Naja, da sempre legato all’Italia per origini familiari – il padre era di Torre del Greco – e tifoso del Napoli, si è rivolto al pubblico in italiano nelle poche frasi pronunciate durante il live.
Sotto l’imponente proiezione, la band – guidata da 3D e Daddy G, entrambi impegnati tra voci, tastiere e programmazioni – si staglia spesso in controluce, appena percepibile in silhouette, dando l’impressione di sonorizzare le immagini più che di esserne il centro dello spettacolo. A completare la formazione, una line-up d’élite della scena alternativa britannica degli ultimi trent’anni: Euan Dickinson alle tastiere; Winston Blissett al basso; Alex Lee alla chitarra, già al fianco di Suede, Goldfrapp e Placebo; e una sezione ritmica raddoppiata, affidata a Julien Brown e Damon Reece (ex Echo & the Bunnymen).
Alle voci, oltre ai due membri fondatori, si aggiungono come ospiti alcune figure emblematiche: Horace Andy, uno dei più importanti cantanti di roots reggae, collaboratore dei Massive Attack fin dal 1990 e voce in brani come Angel e Girl I Love You; Deborah Miller, in tour con la band sin dagli esordi, interprete di alcuni brani tratti dal primo album, come Safe from Harm e Unfinished Sympathy; e infine Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, che ha cantato dal vivo i tre brani a cui ha collaborato nell’album Mezzanine – vero e proprio capolavoro dei Massive Attack e fulcro del concerto – ovvero Group Four, Black Milk e la celebre Teardrop. Fraser ha inoltre interpretato Song to the Siren di Tim Buckley, che aveva già coverizzato nel 1984 nell’album It’ll End in Tears del supergruppo This Mortal Coil.
Nella scaletta, alcune spiazzanti cover che, decontestualizzate, enfatizzano la natura pop, ironica ed eterogenea dello show: In My Mind di Dynoro, che apre e chiude il concerto – un rework del 2018 della celebre L’Amour Toujours di Gigi D’Agostino, cantato da Del Naja al vocoder – l’energica ROckwrok, posta a metà concerto, traccia d’apertura dell’album Ha! Ha! Ha! degli Ultravox (periodo punk con John Foxx alla voce), e un sample riconoscibile di Levels di Avicii.
In conclusione, una performance artistica più che un semplice concerto: un’esperienza allo stesso tempo immersiva e sfaccettata, dove musica, immagini e politica si fondono in un unico linguaggio visivo-sonoro.
Foto di Simone di Luca.
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