18 Febbraio 2025

Bora e Lucio Corsi: il vento non è un freno, ma una spinta

el sunto La bora a Trieste non è un freno, ma una spinta: lo racconta il cantautore Lucio Corsi nella sua canzone 'Trieste'

A Trieste la bora non si racconta, si vive. Nei giorni in cui il vento soffia con intensità, la città si trasforma, rendendo ogni passo una sfida e ogni movimento una danza forzata. In questo scenario, emerge il nome di Lucio Corsi, che con la sua canzone “Trieste”, ha raccontato la città attraverso una visione poetica e intensa.

La bora come spinta, non come freno

Nella sua canzone, Lucio Corsi canta “il vento non era un freno ma una spinta”, un concetto che ben rappresenta l’anima della città. La bora non è solo un elemento naturale da subire, ma una forza che modella il carattere di chi la affronta. Trieste, con le sue raffiche improvvise e la sua aria tesa, diventa simbolo di movimento e trasformazione.

Musica e vento: un connubio naturale

Quando la bora soffia a più di 100 km/h, la città assume una dimensione quasi surreale: fogli di giornale che volano, biciclette spostate, persone che si aggrappano ai pali per non perdere l’equilibrio. In questo scenario, la musica di Lucio Corsi si inserisce perfettamente, raccontando di una Trieste sospesa tra il mare e il vento, tra nostalgia e possibilità.

Trieste e la sua identità ventosa

La frase “il vento non era un freno ma una spinta” sintetizza un aspetto fondamentale della città: la bora non blocca, ma sprona. In una città dove il vento è una presenza costante, imparare a conviverci significa trasformare un ostacolo in opportunità. Come la musica di Lucio Corsi, anche la bora diventa una componente essenziale dell’identità triestina, un elemento che definisce il paesaggio urbano e lo spirito di chi lo vive.

boraAlla bora è stata dedicata anche una carta di Friko Bestiale, il gioco da tavolo che ironizza sul campanilismo in Friuli Venezia Giulia. La carta della bora, come nella realtà, scompiglia tutto e cambia le sorti della partita con raffiche improvvise, dimostrando ancora una volta come il vento di Trieste non sia solo un fenomeno atmosferico, ma un vero e proprio simbolo identitario della città. Alla carta è associato il marangone dal ciuffo… spettinato.
Friko Bestiale

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