Da venerdì 7 febbraio La Cappella Underground presenta al Teatro dei Fabbri, in via dei Fabbri 2/A, cinque capolavori di Akira Kurosawa, realizzati dal maestro giapponese con la casa di produzione Toho tra il 1949 e il 1962. Cinque titoli che compongono un perfetto ritratto del suo genio creativo: il fondamentale I sette samurai, Leone d’argento a Venezia, nella sua versione integrale, il dolente Vivere, il noir di ispirazione simenoniana Cane randagio, l’epopea ronin del dittico Yojimbo – La sfida del samurai e Sanjuro. Un omaggio per riscoprire in sala un autore che aprì le porte dell’occidente al cinema nipponico. I film sono distribuiti in Italia dalla Cineteca di Bologna e presentati in lingua originale sottotitolata in italiano.
La rassegna inizia venerdì 7 febbraio con Cane randagio (1949), in programma alle 18.00 e alle 20.30. Un poliziesco serratissimo, con una storia simile a Ladri di biciclette, dove però il derubato è un giovane poliziotto a cui viene sottratta la pistola d’ordinanza. È anche l’inizio di uno dei più leggendari sodalizi della storia del cinema, quello con Toshiro Mifune, e la prima di sei collaborazioni con lo sceneggiatore Ryuzo Kikushima.
Martedì 11 febbraio alle 17.30 e alle 20.30 in programma Vivere (1952), considerato da alcuni critici il suo capolavoro; mai distribuito in Italia, è un percorso di scoperta di sé, il racconto di un’avventura interiore scatenato dall’approssimarsi della morte.
Il terzo appuntamento sarà venerdì 21 febbraio alle 16.00 e alle 20.00 con I sette samurai (1954), il film giapponese più noto in Occidente, fu conosciuto all’estero, fino agli anni Ottanta, in una versione mutila di un’ora, dove i samurai erano solo quattro. Mai distribuito prima d’ora in Italia in versione integrale, è un’ode umanista alla resistenza morale contro la sfiducia e la disperazione.
Martedì 25 febbraio alle 18.00 e alle 20.30 sarà la volta di Yojimbo – La sfida del samurai (1961), primo dei due film che Kurosawa ha dedicato al ronin (samurai senza padrone) Sanjuro, Yojimbo è narrato con un impeccabile dosaggio di effetti, colpi di scena, un’ironia acuminata e riusciti momenti grotteschi, riecheggia l’amore di Kurosawa per il cinema di Ford.
Ultimo appuntamento fissato per lunedì 3 marzo alle 18.30 e alle 20.30 con Sanjuro (1962), un seguito di Yojimbo, ma realizzato con uno spirito totalmente diverso. Se il primo era un sarcastico e violento pamphlet contro la violenza, il seguito è una raffinata, incantevole favola ironica sui pericoli della violenza, e al tempo stesso un film di iniziazione.
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